Suolo e Salute

Autore: admin

PASQUA DI PACE: IL BIOLOGICO COME SCELTA DI VITA

PASQUA DI PACE: IL BIOLOGICO COME SCELTA DI VITA

Gli auguri di Suolo e Salute: in un periodo segnato da incertezze e conflitti scegliamo l’agricoltura biologica come simbolo di speranza e di un futuro migliore

La Pasqua, simbolo di rinascita e speranza, rappresenta un momento ideale per riflettere sui valori che ci guidano e sulle scelte che compiamo quotidianamente. In un periodo storico segnato da incertezze e conflitti, l’agricoltura biologica si propone come un modello di sviluppo sostenibile capace di promuovere la pace e il benessere dell’umanità.

Un’agricoltura in armonia con la natura

Suolo e Salute, organismo di controllo e certificazione leader in Italia, è da oltre 50 anni convinto sostenitore del bio, un modello che si basa su un approccio olistico che valorizza i cicli naturali e la biodiversità. L’utilizzo di metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, come la rotazione delle colture, il sovescio e la lotta biologica contro i parassiti, non permette solo di preservare la fertilità del suolo, la qualità delle acque e la salute degli ecosistemi, ma incide fortemente anche sulla coesione economica e sociale dei territori, ingredienti fondamentali per evitare conflitti.

Un impegno per la salute e il benessere

La scienza lo conferma: i prodotti biologici, ottenuti senza l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti sintetici, sono più sani e nutrienti. Scegliere di consumare cibi biologici significa prendersi cura della propria salute e del proprio benessere, favorendo al contempo un’agricoltura più responsabile e sostenibile.

Un sostegno alle comunità rurali

L’agricoltura biologica offre un modello di sviluppo rurale alternativo, basato sulla collaborazione e la solidarietà tra gli imprenditori agricoli. Promuove la creazione di reti di produzione e distribuzione locali che valorizzano le produzioni tipiche e rafforzano l’economia dei territori. In questo modello virtuoso, il ruolo di un ente di certificazione come Suolo e Salute è fondamentale perché, con la sua azione, contribuisce in maniera incisiva a prevenire le frodi che finirebbero per incrinare la fiducia dei consumatori, un capitale da non disperdere.

Far parte di una comunità

La nostra realtà però aspira ad andare oltre: grazie alle pagine d’informazione del nostro sito e alla newsletter che vi raggiunge settimanalmente siamo riusciti a creare una comunità stimolante e interattiva che ci sprona a fare sempre meglio. Una comunità di cui onoriamo di fare parte. Siamo grati di poter condividere con voi pensieri e considerazioni sul futuro del bio. Un sentimento che diventa ancora più acceso in periodi di festività come questo e che ci permette e di poter celebrare insieme il senso di condivisione e solidarietà che la Pasqua porta con sé.

Un passo verso la pace

Auguriamo quindi che la Pasqua sia per tutti i nostri lettori luminosa e rigenerante, colma di sorrisi, di momenti preziosi e soprattutto di pace per il mondo intero.

L’agricoltura biologica, con il suo approccio rispettoso dell’ambiente e delle persone, può infatti contribuire a costruire un futuro più pacifico e sostenibile. Scegliere prodotti biologici significa compiere un atto di responsabilità verso le generazioni future, promuovendo una cultura di pace e di rispetto per la natura e per tutti gli esseri viventi.

In questa Pasqua di rinascita, auguriamo a tutti nuova luce e speranza e di un futuro migliore.

🐣 Buona Pasqua a tutti voi! 🌸

Il team di Suolo e Salute

BALZO DELL’8% PER L’EXPORT DEL MADE IN ITALY BIO

BALZO DELL’8% PER L’EXPORT DEL MADE IN ITALY BIO

Lo registra Nomisma in occasione dell’ultimo focus Ita.Bio. In Europa il primo mercato per i nostri prodotti agroalimentari bio è la Germania, poi il Benelux e i Paesi nordici

Cresce l’export di prodotti bio Made in Italy nel mondo: nel 2023, si registra un aumento a valore del +8% sul 2022, con un peso del biologico sull’export agroalimentare italiano del 6%.

È quanto emerso nel corso del webinar “Internazionalizzazione del bio Made in Italy: focus Benelux”, organizzato nell’ambito del progetto Ita.Bio, la piattaforma online curata da Nomisma e promossa da ITA – Italian Trade Agency e FederBio Servizi, che fornisce dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico italiano.

Il sondaggio tra le aziende esportatrici

L’analisi – presentata da Silvia Zucconi, Chief Operating Officer Nomisma, Evita Gandini, Responsabile Market Insight Nomisma ed Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria Retail e Servizi Nomisma – ha messo in luce i seguenti aspetti:

 

  • Relativamente all’Europa, la Germania si conferma al primo posto come mercato di destinazione dei prodotti BIO italiani sia per quanto riguarda il food, con il 69% delle aziende intervistate che esporta bio in questo mercato, che il wine (66%);

 

  • Il Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo) si colloca al secondo posto, con il 39% delle aziende food e il 52% di quelle vitivinicole, seguito a ruota dai paesi nordici, rispettivamente con il 31% e il 52%;

 

  • Il mercato del Benelux continua a mostrare una tendenza positiva di lungo periodo nei consumi di prodotti italiani BIO. In questo contesto, il vino e la pasta rappresentano i prodotti trainanti, seguiti da formaggi e olio extravergine di oliva.

Bussola orientata verso Nord

Le aziende interpellate dall’istituto di ricerche di mercato bolognese hanno anche citato i NOrdics, ovvero i Paesi scandinavi come destinazione d’elite, con il 31% delle aziende food e il 52% di quelle vitivjnicole presenti in questi mercati.

LE CITTÀ CHE SCELGONO IL CIBO BIO

LE CITTÀ CHE SCELGONO IL CIBO BIO

Alla Festa del bio di Milano le esperienze delle amministrazioni locali virtuose nella gestione della produzione agricola e della ristorazione collettiva

In Europa non si arresta la crescita dell’agricoltura biologica, e l’Italia si conferma sempre più come una vera e propria eccellenza in questo comparto. Il rapporto “The World of Organic Agriculture 2024″, dell’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica FiBL in collaborazione con Ifoam, la Federazione delle associazioni del biologico a livello mondiale (leggi quanto abbiamo già scritto qui) continua a dispensare ottimismo nel settore. Questi dati sono stati infatti diffusi anche dal palcoscenico della recente Festa del bio di Milano, ma occorre ricordarsi  che si riferiscono al 2022.

Superfici a confronto

In quell’anno l’Italia si è posizionata al terzo posto in Europa per la superficie dei terreni biologici, con 2,3 milioni di ettari, dopo la Francia (2,9 milioni di ettari) e la Spagna (2,7 milioni di ettari), con una superficie di campi bio del 18,7% sul totale, oltre il doppio della media europea del 9%. Inoltre, il nostro Paese ha fatto registrare uno dei maggiori incrementi nel 2022, con un aumento di oltre 0,2 milioni di ettari rispetto al 2021, subito dopo la Grecia.

I territori amano il bio

L’iniziativa “I territori amano il bio”, tenuta a Milano in occasione della VI edizione della Festa del bio, mirava proprio a celebrare questo primato, attraverso le esperienze dei protagonisti.

L’Italia mantiene anche il primato per quanto concerne il numero di produttori bio con oltre con 82.593 unità sui 480.000 attivi in Europa, rimanendo sul podio anche per quanto riguarda il numero di trasformatori, quasi 24.000.

Secondo Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio: «Occorre sostenere gli agricoltori nella transizione agroecologica orientando i sussidi della Pac su pratiche agricole sostenibili in grado di creare ricadute di pubblica utilità e puntando su investimenti in ricerca, innovazione e formazione».

L’equilibrio di mercato

«Al tempo stesso – ammonisce la presidente- occorre puntare sull’equilibrio di mercato investendo per l’aumento dei consumi per il quale da anni proponiamo la fiscalità ambientale con il credito d’imposta per costi di certificazione e la riduzione dell’Iva sui prodotti biologici, soprattutto nel caso delle mense pubbliche».

L’esempio virtuoso di Varese

L’iniziativa, che si è tenuta presso il Palazzo dei Giureconsulti, ha consentito di mettere a confronto le iniziative delle amministrazioni locali. Sono numerosi infatti i Comuni che hanno deciso di ridurre o eliminare del tutto l’uso degli agrofarmaci nei campi agricoli, nelle aree verdi, e di scegliere cibo bio per le mense pubbliche. Nicoletta San Martino, Assessora alla Tutela Ambientale, Sostenibilità Sociale ed Economia Circolare del Comune di Varese. Mette in evidenza che in questo territorio agrofarmaci e diserbanti sono banditi nelle aree verdi comunali a favore di prodotti naturali e sfalci periodici per il contenimento delle erbe infestanti. «E nelle mense comunali – continua San Martino – si somministra più del 90% di prodotti bio e durante tutto l’anno scolastico, bambini e ragazzi sono coinvolti in attività formative su corretta alimentazione ed eliminazione degli sprechi».

Le iniziative anti-spreco

Il Comune di Milano dà invece maggiore enfasi alle esperienze che uniscono tutte le dimensioni della sostenibilità come le iniziative anti-spreco.

Solo nel 2023 sono state infatti recuperate a Milano oltre 615 tonnellate di cibo, di cui 574 tonnellate dai cinque Hub di quartiere attualmente attivi, a cui si aggiungono 41 tonnellate da mercati scoperti. Centinaia di migliaia di eccedenze che sono state redistribuite tra circa 27.000 persone fragili, equivalenti a circa 1.230.000 pasti.

L’ITALIA PROMETTE PIÙ IMPEGNO SUL FRONTE DEL LEGAME TRA CIBO E CLIMA

L’ITALIA PROMETTE PIÙ IMPEGNO SUL FRONTE DEL LEGAME TRA CIBO E CLIMA

La sicurezza alimentare si basa sulla sostenibilità della produzione agroalimentare: l’intervento di Vincenzo Grassi, Rappresentante permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, in occasione del Consiglio sui Diritti umani a Ginevra

Il forte rapporto di interdipendenza tra i cambiamenti climatici e la sicurezza alimentare è stato al centro dell’intervento del Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite. A Ginevra l’Ambasciatore Vincenzo Grassi è intervenuto infatti al Consiglio Onu dei Diritti umani.

L’impatto del climate change

In particolare, nell’ambito del Dialogo Interattivo sul diritto al cibo, Grassi ha ribadito le preoccupazioni dell’Italia per «l’impatto dei cambiamenti climatici e dei conflitti sul diritto al cibo e sulla sicurezza alimentare, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo».

«Le crescenti disuguaglianze nella distribuzione del cibo – ha osservato il diplomatico – colpiscono in particolare le popolazioni indigene e le persone povere e vulnerabili».

Al riguardo Grassi ha ricordato che la Dichiarazione di Matera, adottata durante la Presidenza italiana del G20, ha riconosciuto per la prima volta che la sicurezza alimentare costituisce una priorità dell’agenda internazionale, evidenziando che «l’Italia attribuisce grande importanza al diritto di ogni persona a un’alimentazione quantitativamente e qualitativamente adeguata e sufficiente».

Ridurre fame e povertà

«L’attuale Presidenza italiana del G7 – ha rassicurato – continuerà ad occuparsi del nesso cibo-clima e a promuovere iniziative sulla sicurezza alimentare e sulla tutela dell’agrobiodiversità, favorendo diete sane e la trasformazione sostenibile dei sistemi agroalimentari».

«È con questi obiettivi- ha concluso l’Ambasciatore – che l’Italia, in stretta collaborazione con Fao, Ifad e Programma Alimentare Mondiale, continuerà a contribuire attivamente agli sforzi internazionali per ridurre la povertà e la fame nelle aree più svantaggiate del mondo».

“TRANSIZIONE 5.0” PUNTA A CONIUGARE SMART E GREEN

“TRANSIZIONE 5.0” PUNTA A CONIUGARE SMART E GREEN

Tredici miliardi legati al Pnrr per favorire gli investimenti del comparto agroalimentare su modelli produttivi sostenibili. L’annuncio del ministro Adolfo Urso

«Il Piano “Transizione 5.0”, con i suoi 13 miliardi a disposizione delle imprese, contribuisce a sostenere la rivoluzione verde e digitale».

Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo con un messaggio dal Senato all’evento “Ricerca e tecnologie per il futuro dell’industria agroalimentare”, promosso dall’Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari (Otan) e da Federalimentare.

Un tavolo interministeriale per il comparto food

Transizione 5.0 è uno dei capitoli del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) ed è dettagliato in un recente intervento normativo (Decreto Legge 2 marzo 2024, n.19).

Urso ha aperto, insieme al pari grado del ministero dell’agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, un tavolo dedicato specificamente al settore agroalimentare.

Le garanzie del bio

«Grazie alla ricerca e alla tecnologia, negli ultimi anni – ha sottolineato il ministro Urso – la sicurezza alimentare è cresciuta e i costi di produzione sono diminuiti, portando sia a significative riduzioni dei prezzi che a una larga diffusione di un’alimentazione completa, varia ed equilibrata».

L’impegno in favore della sostenibilità proprio di sistemi di produzione come l’agricoltura biologica certificata fa sì che il cibo che oggi è sulle nostre tavole offra le migliori garanzie riguardo alla sanità, qualità e tutela dell’ambiente

« Il Governo è consapevole – ha concluso Urso – è consapevole che il settore vive in questo momento una fase di crisi ed è pronto a sostenerne l’impegno in termini di investimenti per favorire modelli produttivi in grado di coniugare efficienza e sostenibilità».

 

UN MONDO SEMPRE PIÙ BIO

UN MONDO SEMPRE PIÙ BIO

La corsa dell’agricoltura biologica nel mondo continua ad accelerare. Lo certificano i dati registrati da Fibl e Ifoam nel 25° rapporto “Il mondo dell’agricoltura biologica” e diffusi a Norimberga in occasione del Biofach

L’agricoltura biologica è praticata in 188 paesi e oltre 96 milioni di ettari di terreni agricoli sono gestiti biologicamente da almeno 4,5 milioni di agricoltori. Una crescita che riguarda anche il lato del consumo, visto che le vendite globali di alimenti e bevande biologici hanno raggiunto quasi 135 miliardi di euro.

Il mappamondo del settore compie 25 anni

È quanto certifica la 25a edizione di “Il mondo dell’agricoltura biologica”, pubblicata dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica FiBL e IFOAM – Organics International (clicca qui per scaricare).

Una pubblicazione che offre una rassegna completa dei recenti sviluppi nell’agricoltura biologica globale. I dati, relativi a fine 2022, sono stati presentati da Fibl e Ifoam all’ultimo Biofach.

Dai dati emerge che la crescita del biologico continua sia in Europa che nel mondo.

Più 5,1% in Europa

La superficie in biologico è infatti cresciuta del 5,1% nei Paesi UE, assestandosi a 16,9 milioni di ettari. Mentre la superficie agricola utilizzata in bio in tutto il vecchio continente è di 18,5 milioni di ettari.

L’Italia si conferma tra i Paesi più biologici d’Europa, con 2,3 milioni di ettari, dopo la Francia (2,9 milioni di ettari) e la Spagna (2,7 milioni di ettari), con una SAU bio del 18,7% circa il doppio della media europea. Il biologico italiano ha fatto registrare nel 2022 una crescita di 0,2 milioni di ettari rispetto al 2021. L’Italia mantiene il primato per quanto concerne il numero di produttori bio con oltre con 82.593 unità sui 480.000 attivi in Europa e anche per quanto riguarda il numero di trasformatori e produttori-trasformatori, quasi 24.000. Inoltre, il nostro Paese ha il primato per la variabilità di prodotti e referenze bio certificate. Qualche scatto da Biofach 2024.

Il rapporto include alcuni contributi di rappresentanti del settore biologico di tutto il mondo sul mercato globale degli alimenti biologici, importazioni biologiche, normative e politiche. Offre approfondimenti sulle tendenze attuali ed emergenti dell’agricoltura biologica in Africa, Asia, Europa, America Latina, Nord America e Oceania e riferisce su diversi paesi.