Suolo e Salute

Autore: admin

IL NUOVO ORIZZONTE DEL GRANO DURO BIOLOGICO

IL NUOVO ORIZZONTE DEL GRANO DURO BIOLOGICO

Anche nel grano duro bio è arrivato il vento dell’innovazione. Sono stati presentati il 26 novembre scorso i risultati di BIODRUM – “Rafforzamento dei sistemi produttivi del grano duro biologico italiano”, finanziato dal Mipaaf e coordinato dal CREA, con la partecipazione della FIRAB (Fondazione italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica) e di diverse imprese del settore. Il progetto ha definito processi innovativi per il sistema cerealicolo biologico, dando maggiore attenzione al produttore al fine di garantirgli un reddito equo e adeguato.

I dati del progetto

 Tra il 2017 e il 2020 diverse aziende si sono unite per raccogliere i dati che hanno portato allo sviluppo di questo studio. Il fine comune era quello di evidenziare le criticità del settore e trovare delle soluzioni adeguate, sottolineando le esigenze del settore, tenendo conto dei vecchi e dei nuovi genotipi selezionati per colture biologiche.

Risultati

  • Individuazione di nuovi genotipi di grano duro (varietà, vecchie popolazioni e miscugli) idonei ai sistemi colturali bio; le nuove varietà di grano duro selezionate dal CREA in Puglia e in Sicilia per la cerealicoltura biologica hanno mostrato rese e qualità superiori alle varietà già esistenti.
  • Messa a punto di “BioDurum_MCA”, per valutare la sostenibilità delle aziende cerealicole biologiche: si tratta di uno strumento informatico, basato sull’integrazione di due software (Excel e DEXi), sviluppato insieme alle aziende del settore, che prende in esame numerosi indicatori di ordine agroambientale, economico e sociale, per poter valutare in modo scientifico i sistemi produttivi già esistenti e le possibili strategie di cambiamento, al fine di selezionare le opzioni più sostenibili.
  • Diffusione di importanti innovazioni nel settore della meccanizzazione (con la sperimentazione presso gli agricoltori della seminatrice “SEMINBIO”, messa a punto e brevettata dal CREA per favorire il controllo delle erbe infestanti) e della agricoltura digitale con nuove tecnologie per la salvaguardia della fertilità del suolo (come la valutazione dello stato di salute delle colture mediante l’utilizzo di droni e il sistema di mappatura dei suoli realizzato attraverso una tecnologia di rilevamento basato sulla conducibilità geoelettrica).
  • Definizione di percorsi agronomici e sistemi colturali ad elevato grado di diversificazione, capaci di sostenere produzioni e qualità e di fornire miglioramenti agroambientali, come gli avvicendamenti con colture emergenti, quali canapa industriale e colture proteaginose (leguminose soprattutto).

Il coordinatore Massimo Palumbo, dirigente di ricerca CREA Cerealicoltura e Colture Industriali, ha commentato così: “Il progetto ci ha permesso di elaborare specifiche indicazioni per rendere sempre più competitiva e sostenibile la cerealicoltura bio, soprattutto al Sud, condividendole e sviluppandole con tutti gli attori della filiera. Tra le innovazioni più rilevanti, vorrei sottolineare quelle riguardanti le scelte varietali, le possibilità offerte dall’agricoltura digitale e gli strumenti per la valutazione oggettiva della sostenibilità delle aziende bio”.

 

Fonte: crea.gov.it

IL GLIFOSATO E I PROBABILI DANNI ALLA FERTILITÀ DELL’UOMO

IL GLIFOSATO E I PROBABILI DANNI ALLA FERTILITÀ DELL’UOMO

Uno studio italiano pubblicato su Science Direct sostiene che il glifosato e il glufosinate di ammonio siano dannosi per l’uomo.

La ricerca ha messo in relazione la fertilità maschile con l’assunzione di cibo contenente residui di questi due erbicidi. Non sono evidenze nuove, infatti, in passato altre pubblicazioni hanno evidenziato l’interferenza dei due diserbanti con la funzionalità dello sperma. Secondo i dati degli studiosi, la presenza di queste sostanze nel nostro organismo ridurrebbe la funzione dei mitocondri, correlata con una perdita di qualità del liquido seminale.  Di fatto si verifica una frammentazione del DNA e un’attività mitocondriale più bassa, portando così il soggetto ad avere una minore fertilità.

Vi invitiamo a leggere in dettaglio lo studio pubblicato in inglese a questo link: sciencedirect.com

 

FARM TO FORK: IL BIOLOGICO EUROPEO DOVRÀ AUMENTARE DEL 165%

FARM TO FORK: IL BIOLOGICO EUROPEO DOVRÀ AUMENTARE DEL 165%

Le aree agricole europee destinate al biologico dovranno aumentare del 165% entro il 2030 per raggiungere l’obiettivo del Farm To Fork del 25%. L’obiettivo UE, ostacolato da più parti, è molto ambizioso e per poter essere raggiunto serviranno diverse azioni sia sul fronte consumatori che sul piano della produzione.

Durante l’appuntamento B/Open Digital Edition la BIOLS.EU ha presentato il suo programma strategico per raggiungere l’obiettivo individuando 4 settori d’interesse:

  1. Agricoltura
  2. Consumo
  3. Finanza
  4. Trasparenza

La centralità delle iniziative, a parte il favorire un alimentazione equa, sana e naturale, dovrà tenere conto della sostenibilità ambientale a più livelli, a partire dal risparmio energetico, risparmio del suolo e dalla lotta allo spreco alimentare.

I terreni agricoli biologico dovranno passare dagli attuali 19,8 milioni di ettari (del 2020) a 52,2 milioni di ettari nel 2030. Ciò comporterebbe un aumento delle vendite del biologico di circa 87 miliardi di euro, passando dagli attuali 52,9 ai 140 miliardi di euro nel 2030.
Il programma dell’OPTA (Organic Processing and Trade Association Europe) definisce quattro punti per portare al traguardo l’iniziativa:

  • Prezzo reale ed equo: caratterizzato dalla trasparenza, da un profitto equo e da un valore reale lungo tutta la filiera
  • Biodiversità e clima: da un rapporto costi/resa all’agricoltura biologica
  • Alimentazione e salute: dissuasione del consumatore dal cibo spazzatura al cibo salutare

 

L’OPTA sta mettendo in atto strategie direttamente sul consumatore, per far crescere la consapevolezza e quindi l’esigenza di prodotti con sempre più qualità reali. Tale processo avverrà grazie a degli strumenti fiscali che aumenteranno direttamente la veridicità dei prezzi e riducendo la differenza di costo dei prodotti biologici.

L’incremento del mercato biologico passerà anche dai singoli governi nazionali. Un esempio fra tutti è il progetto promosso dall’Eliseo “Ambition Bio 2022” che ha portato in poco tempo la Francia ad essere tra i primi posti in Europa per i numeri in agricoltura biologica.

Fonte: agricultura.it

ITALIA PATRIA DI GIOVANI AGRICOLTORI

ITALIA PATRIA DI GIOVANI AGRICOLTORI

Se prima si pensava all’agricoltore come un lavoro desueto e portato avanti solo dalle vecchie generazioni, ora abbiamo di fronte uno scenario completamente diverso.

Analizzando i dati Infocamere del 2020, Coldiretti ha pubblicato uno studio sugli under 35 e l’agricoltura che fa ben sperare.

Con 56 mila under 35 alla guida di aziende agricole, con un aumento del 12% negli ultimi 5 anni, l’Italia vanta il primato europeo.

Nel settore agricolo italiano, il 10% è composto da giovani, che oltre alle coltivazioni hanno sviluppato diversi interessi che spaziano fra:

  • Energie rinnovabili
  • Agricoltura biologica e agricoltura sociale per l’inserimento di persone con disagio
  • Cura del paesaggio
  • Trasformazione dei prodotti e vendita diretta

Il fatturato delle aziende guidate dagli under 35 hanno anche altri aspetti positivi, infatti evidenziano un fatturato più elevato del 75% e il 50% in più di occupati.

Molti di questi giovani agricoltori, inoltre, sceglie il metodo biologico cercando sempre di più un contatto diretto con i consumatori.

Il campione esaminato dimostra anche che un imprenditore su due è laureato.

In molti hanno ereditato l’azienda di famiglia, ma tanti altri hanno iniziato questo percorso da zero, scommettendo sulla campagna come opportunità lavorativa.

Vi invitiamo a leggere l’articolo di Lifegate in cui sono anche narrate diverse storie di giovani agricoltori: lifegate.it

GLI ITALIANI E IL LOGO EUROPEO DEL BIOLOGICO

GLI ITALIANI E IL LOGO EUROPEO DEL BIOLOGICO

Da una ricerca condotta dalla Biols.Eu emerge che il 65% degli italiani intervistati conosce molto bene L’EUROFOGLIA, il logo biologico dell’Unione Europea. Il logo è obbligatorio su ogni prodotto biologico commercializzato in Europa.

Nel restante campione si evidenzia che:

  • Il 21% lo conosce abbastanza
  • Il 7% non molto bene
  • Il 7% per niente

Lo studio condotto all’interno di un progetto internazionale a cui ha collaborato il consorzio italiano European Organic Partners (Eop) e Bionext, organizzazione olandese della filiera biologica, continuerà anche nel 2021. Il progetto sarà condotto in Italia, Francia e Germania grazie al finanziamento dell’Unione Europea.

Viene segnalato che in Italia la conoscenza del marchio biologico UE è più alto rispetto agli altri paesi esaminati a causa dell’assenza del marchio biologico nazionale. Infatti la conoscenza del logo biologico dell’Ue è migliore in Italia che in Francia e in Germania, dove esistono invece loghi nazionali (volontari) molto conosciuti. Ovviamente questo è un bene ma nello stesso tempo non permette la riconoscibilità piena del biologico made in Italy. Da tempo, infatti, di attende una svolta politica per permettere di fregiare le produzioni Italiane con un logo nazionale.

 

Fonte: ansa.it

 

MODIFICATA LA DATA D’APPLICAZIONE DEI REGOLAMENTI UE 2020/1693 e 2018/848

MODIFICATA LA DATA D’APPLICAZIONE DEI REGOLAMENTI UE 2020/1693 e 2018/848

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE (serie L381 del 13 novembre 20202) è stata modificata la data d’applicazione dei regolamenti europei 2020/1693 e 2018/848.

A causa della pandemia di COVID-19 e al conseguente stato di emergenza che ne è derivato, la UE ha ritenuto che gli stati membri e gli operatori non fossero in grado di garantire l’applicazione del regolamento sopra citato a decorrere al 1° gennaio2021.

A questo proposito, per assicurare il corretto funzionamento del settore biologico la data di decorrenza è slittata al 1° gennaio 2022.

Qui di seguito i link al regolamento:

Reg. (UE) 1693 dell’11 novembre 2020 – ITA

Reg. (UE) 1693 dell’11 novembre 2020 – EN

Fonte: sinab.it