Suolo e Salute

Autore: admin

“La svolta verde” parte dai Comuni

“La svolta verde” parte dai Comuni

I numeri parlano chiaro: il biologico sta registrando un’importante crescita, che è stata definita dall’ultimo rapporto Istat “La svolta verde”.

“La Superficie Agricola Utilizzata coltivata in biologico rappresenta il 15,4% della superficie agricola nazionale, cioè si estendono su quasi 2 milioni ettari, e contano su più di 75 mila imprese. Negli ultimi sette anni si è registrato un incremento di superficie del 71%. E il fatturato annuo ha superato i 5 miliardi di euro, di cui 3,5 nel mercato domestico e 2,1 nell’export, con un incremento annuo che da tempo viaggia a due cifre. È un andamento che si sta via via rafforzando”, dichiara Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, durante l’incontro “Liberi dai pesticidi, l’Italia riparte dai Comuni”, organizzato da Cambia la Terra, la campagna di FederBio, Legambiente, WWF, Lipu e Medici per l’Ambiente.

Questo succede anche grazie alla volontà di 66 Comuni che hanno scelto di ridurre l’uso degli agrofarmaci di sintesi e promuovere, nel proprio territorio, un’agricoltura a basso impatto ambientale.

“Siamo di fronte a una vera e propria trasformazione del modo di produrre e consumare cibo in cui un numero crescente di consumatori chiede prodotti che difendano la salute, l’equilibrio dei campi e i principi dell’equità sociale. Da questo punto di vista l’Italia ha un ruolo di leadership: abbiamo scelto la strada della qualità e dei prodotti identitari legati al territorio. Ora bisogna sostenere queste scelte con politiche coraggiose e decise per allargare le potenzialità di un cambiamento che sta già emergendo in modo autonomo. A cominciare dal futuro della PAC, la Politica Agricola Comunitaria e dall’approvazione del nuovo Piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei fitofarmaci (Pan): il precedente ha dato priorità all’ agricoltura integrata, che fa grande uso di agrofarmaci di sintesi chimica a partire dal glifosato. Il nuovo Pan, che dovrebbe già essere alla consultazione pubblica e invece è bloccato ai Ministeri competenti, Agricoltura, Ambiente e Salute, dovrebbe prendere in considerazione le nostre proposte più urgenti e coerenti con il lavoro fatto dai  Comuni: 40% di superficie agricola dedicato al bio entro il 2030; distanze minime di sicurezza da case, luoghi pubblici  e coltivazioni biologiche rispetto ai campi in cui si usano i agrofarmaci di sintesi; informazione ai vicini sui tempi e sulle modalità di trattamento da parte di chi usa agrofarmaci e divieto di utilizzo di questi nelle aree protette a seguito delle direttive Ue”, conclude Mari Grazia Mammuccini.

 

Fonte: https://www.lastampa.it/tuttogreen/2019/06/25/news/la-svolta-verde-la-sta-facendo-il-biologico-a-partire-dai-comuni-1.36543906?refresh_ce

Il Grano duro “Bio” siciliano torna alla semina biennale

Il Grano duro “Bio” siciliano torna alla semina biennale

La Sicilia ha chiesto e ottenuto la deroga al decreto che limitava la possibilità di coltivare grano duro biologico solo dopo l’avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti, uno dei quali destinato alle leguminose.

Il via libera dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo ha scongiurato, di fatto, che gli agricoltori siciliani producano grano duro uno sola volta per triennio.

Dopo il parere favorevole accordato all’assessore regionale per l’agricoltura Edy Bandiera; è stato emanato un decreto supportato da dati tecnico scientifici dei Dipartimenti di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università degli studi di Catania e Palermo.

Nel documento si applica la seguente deroga: “In Sicilia si consente l’adozione di rotazioni quadriennali all’interno delle quali siano previste non meno di tre specie principali differenti, almeno una delle quali leguminosa”.
Con questo emendamento si torna pertanto alla tradizionale semina nìbiennale del grano duro, che vanta una tradizione secolare.

Fonte:

https://www.ilsicilia.it/grano-duro-bio-deroga-per-la-sicilia-si-torna-alla-semina-biennale/

Interpoma 2018: la fiera dedicata alla mela

Interpoma 2018: la fiera dedicata alla mela

Dal 15 Novembre al 17 Novembre si terrà a FieraBolzano Interpoma 2018.

Interpoma nasce come la fiera per la coltivazione, conservazione e commercializzazione della mela: l’unico evento per questo settore in tutto il mondo.

Che cosa troverete alla manifestazione?

  • Presentazione di mele e mutanti;
  • Nuove misure fitosanitarie;
  • Macchinari, dispositivi e attrezzature di produzione;
  • Presentazione dell’intera catena del processo, dalla coltivazione allo stoccaggio, al marketing.

Durante queste giornate avranno luogo molte conferenze durante le quali saranno condivise opinioni, approfondimenti, discussioni su ricerca e innovazione: un programma ricco di eventi.

Scopri il programma: http://www.fierabolzano.it/interpoma/programma-eventi.htm

 

Fonte: http://www.fierabolzano.it/interpoma/

Rapporto GreenItaly 2018: l’agricoltura italiana è la più green d’Europa

Rapporto GreenItaly 2018: l’agricoltura italiana è la più green d’Europa

Dal Rapporto GreenItaly 2018 di Fondazione Symbola e Unioncamere è emerso che l’agricoltura italiana è la più green d’Europa.

Questo risultato è stato ottenuto grazie alle resistenti e innovative fondamenta su cui appoggia l’agricoltura italiana:

  • Valorizzazione dei prodotti Made In Italy;
  • Valorizzazione delle filiere produttive;
  • La sostenibilità ambientale;
  • La qualità delle produzioni;
  • L’innovazione;
  • Il contributo fornito dai giovani del settore.

Parliamo di molteplici risultati che hanno permesso all’agricoltura italiana di raggiungere questo vertice europeo. Ad esempio, le esportazioni agroalimentari italiane solo nel 2017 hanno raggiunto il valore record di 41,03 miliardi di euro (+6,8% rispetto all’anno precedente). L’Italia eccelle anche sulla sicurezza alimentare presentando il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%).

Come abbiamo elencato sopra, uno dei punti di forza che hanno permesso all’agricoltura italiana di essere più green è l’aver favorito la presenza di giovani sui campi. Le nuove generazioni hanno dimostrato un particolare interesse ai temi della sostenibilità, dell’innovazione e della diversificazione. Nascono imprese agricole con attività innovative e di diversificazione produttiva:

  • Dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta;
  • Crescono le fattorie didattiche e gli agriasilo;
  • Agricoltura sociale;
  • Agribenessere;
  • Cura del paesaggio;
  • Produzione di energie rinnovabili.

Fonte: http://giovanimpresa.coldiretti.it/pubblicazioni/attualita/pub/rapporto-greenitaly-2018-lagricoltura-italiana-%c3%a8-la-pi%c3%b9-green-deuropa/

A rischio la produzione di frumento biologico

A rischio la produzione di frumento biologico

Salvatore Massimino, rappresentante della FNP Cereali Alimentari dei Giovani di Confagricoltura ANGA, sostiene che le nuove disposizioni emesse dal decreto sulle produzioni bio potrebbero mettere a rischio la produzione del frumento duro biologico in Sicilia.

“Il nuovo decreto ministeriale stabilisce, infatti, che la medesima specie può essere coltivata sulla stessa superficie solo dopo l’avvicendarsi di almeno due cicli di colture principali di specie differenti”, spiega Massimino.

Il decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 5 Settembre, ha provocato non poca preoccupazione a riguardo: a causa dei vincoli imposti dalle condizioni del suolo e del clima del territorio siciliano, è difficile individuare coltivazioni alternative al grano duro.

“A ridosso delle semine e con un quadro normativo estremamente incerto bisogna adoperarsi con massima tempestività per dare la possibilità ai nostri imprenditori di fare le corrette scelte agronomiche. Non è possibile che con colture da sovescio in atto non sappiamo se la pratica adottata sia valida o meno per l’annata agraria corrente. A tal proposito stiamo preparando un’interrogazione al Ministero attraverso la Federazione Nazionale di Prodotto Agricoltura Biologica di Confagricoltura per avere precisazioni in merito”, interviene in presidente di Confagricoltura Sicilia Ettore Pottino.

La soluzione? Avere la possibilità di coltivare il frumento ad anni alterni per mantenere vitali intere comunità rurali che dipendono da questa coltivazione.

 

Fonte: http://www.lurlo.news/frumento-bio-confagricoltura-in-allarme-la-produzione-rischia-di-ridursi-di-un-terzo/

L’università di Napoli scioglie i dubbi sulla filiera del biologico

L’università di Napoli scioglie i dubbi sulla filiera del biologico

La trasmissione televisiva Petrolio nella puntata Bio Evolution, con l’aiuto dell’università Federico II di Napoli, si è interrogata sulla rivoluzione biologica in atto mostrando una ricerca condotta sui prodotti bio.

Sempre più consumatori scelgono di portare sulla propria tavola prodotti ricercati e biologici, innescando un processo di conversione al bio da parte dei produttori. Il Biologico è effettivamente sinonimo di qualità?

Sono stati messi a confronto prodotti biologici e convenzionali, in particolar modo carote, pomodori pachino, limoni e fagioli borlotti. I valori nutrizionali dei prodotti bio sono stati migliori e favorevoli per la nostra salute.

  • Le carote bio presentano +15,40% di carotene da quelle convenzionali;
  • La buccia dei pomodori pachino ha +4,50% di licopene;
  • Nei limoni bio è contenuto +5,20% di Vitamina C;
  • Nei fagioli borlotti +12% di antociani.

Fonte: https://www.ilmattino.it/sapori_della_campania/le_news/conversione_bio_test_universita_federico_ii_napoli_petrolio-4080764.html