Suolo e Salute

Autore: admin

La proposta di nuova Pac presentata dalla Commissione Europea è un’occasione mancata per agire sulle emissioni inquinanti e climalteranti

La proposta di nuova Pac presentata dalla Commissione Europea è un’occasione mancata per agire sulle emissioni inquinanti e climalteranti

Angelo Gentili, responsabile agricoltura Legambiente: la proposta di nuova Pac non risponde alle esigenze di un’agricoltura rispettosa degli ecosistemi naturali.

Contrariamente alle esigenze dei cittadini europei che chiedono con forza prodotti agricoli più sani ed un’agricoltura maggiormente rispettosa degli ecosistemi naturali. La proposta di nuova Pac dopo il 2020 presentata dalla Commissione europea, appare invece piegata agli interessi dell’agroindustria, fatta di grandi monocolture, con limitata manodopera ma altamente dipendente dai fertilizzanti, dai macchinari e dalla fornitura di sementi industriali. Con il solo fine di abbassare i costi all’industria della trasformazione e alla grande distribuzione.

Occasione mancata quindi per diminuire l’utilizzo di fitofarmaci e l’abbattimento degli input chimici, idrici ed energetici, per agire sulle emissioni inquinanti e climalteranti, di cui l’agricoltura e la zootecnia intensiva condividono una parte delle responsabilità, e per favorire invece, fortemente e significativamente, l’agricoltura biologica, le pratiche sostenibili e le aree interne e marginali.

Fortemente critica anche la posizione delle Associazioni della Coalizione italiana #CambiamoAgricoltura (Lipu, Wwf, Legambiente, Fai, Federbio, Isde, Associazione agricoltura biodinamica, Pro Natura e Aiab), sostenute dalla Fondazione Cariplo, secondo le quali: «La proposta di Regolamento della Pac post 2020, presentata oggi dalla Commissione Ue, non è solo una occasione persa per un utilizzo migliore dei fondi comunitari sull’agricoltura ma rappresenta una promessa non mantenuta. La proposta delude le aspettative di centinaia di migliaia di cittadini europei che hanno chiesto una radicale riforma della Pac, una riforma che premi l’agricoltura sana, pulita ed equa. La natura e i paesaggi rurali non potranno sopravvivere a un altro decennio di agricoltura intensiva. È ora di cambiare rotta e fare della Pac uno dei motivi per cui i cittadini possano continuare a credere nel progetto politico dell’Unione Europea».

Se questa proposta (che al momento prevede tagli ai sussidi sul primo e sul secondo pilastro, lasciando libera scelta agli Stati membri di definire un proprio quadro di sostegno, senza però vincolarvi quote di risorse) non verrà modificata in modo incisivo dal Parlamento e dall’intervento degli Stati Membri, l’agricoltura europea nel prossimo decennio è a rischio arretratezza sui temi della conversione ecologica e climatica. Quando invece potrebbe, grazie anche al proprio ruolo territoriale nella gestione del 47% dell’intero territorio dell’Unione, trasformare questo settore economico nel principale alleato nella lotta al cambiamento climatico.

Fonte: http://www.greenreport.it/news/agricoltura/gentili-la-proposta-di-nuova-pac-non-risponde-alle-esigenze-di-unagricoltura-rispettosa-degli-ecosistemi-naturali/

http://www.greenreport.it/news/agricoltura/politica-agricola-comune-gli-ambientalisti-delusi-dal-nuovo-regolamento/

Parte la campagna informativa del CREA: “Fish&Chicken” biologico

Parte la campagna informativa del CREA: “Fish&Chicken” biologico

Il CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria evidenzia la scarsa consapevolezza che c’è su queste produzioni da parte dei consumatori ed ha promosso la campagna informativa ‘Fish&Chicken’.

Allevare con metodi biologici significa dare agli animali spazi più larghi nelle gabbie dove il pesce in mare e il pollo in terra possono sviluppare una muscolatura più soda; e ciò produce carni più sane, compatte e quindi ‘diverse’ e saporite.

I numeri della produzione di pesci bio sono ancora esigui, 5 mila tonnellate per i mitili, 910 tonnellate per la trota e 100 tonnellate tra spigola e orate, mentre per il pollo il fronte è più avanzato con circa 4 milioni su un totale di 520 milioni; numeri destinati a crescere, visto che la grande distribuzione stima che tra il 2016 e il 2018 i consumi di questa carne cresceranno del 30%.

Fonte: http://www.greenplanet.net/fishchicken-campagna-pro-bio-del-crea

Coltiviamo la diversità. Un mese di cereali 2018.

Coltiviamo la diversità. Un mese di cereali 2018.

Presso l’ Azienda Agricola Biologica Floriddia, certificata da Suolo e Salute,  si ripeterà il consueto appuntamento di confronto tra le nuove figure di filiera cerealicola.

Approfondimenti sul campo sperimentale che ospita gli esperimenti sul frumento del progetto DIVERSIFOOD e parcelle di riproduzione della Casa delle sementi di RSR.

Rilievi sulle parcelle sperimentali e un confronto tra fornai sull’utilizzo di farine di popolazioni evolutive con Isabelle Goldringer, Salvatore Ceccarelli e Stefano Benedettelli.

Il Programma

8 – 9 giugno 2018

Azienda agricola Floriddia

Via della Bonifica 171, Peccioli (PI)

Fonte: http://www.sinab.it/bionovita/coltiviamo-la-diversità-un-mese-di-cereali-2018

I dati sul biologico per il 2017 in UK pubblicati da DEFRA

I dati sul biologico per il 2017 in UK pubblicati da DEFRA

Il DEFRA (Department for Environment Food & Rural Affairs) ha pubblicato le informazioni annuali sulle colture biologiche e sugli animali biologici prodotti nel Regno Unito e sul numero di produttori o trasformatori biologici registrati presso gli organismi di certificazione biologica nel Regno Unito.

Sebbene la superficie agricola coltivata biologicamente sia di nuovo aumentata, la crescita è ancora lenta rispetto ai nostri vicini europei.

Dati principali:
• 517 mila ettari sono coltivati biologicamente nel Regno Unito (2,9% della superficie agricola totale).
• Il 64% delle terre biologiche del Regno Unito è rappresentato da pascoli permanenti.
• Il 7% dell’intera area biologica del Regno Unito viene utilizzato per coltivare cereali.
• Il 58% della superficie totale del Regno Unito è in Inghilterra
• Il 2,7% della popolazione totale di bovini del Regno Unito è allevato in modo biologico.
• 6,6 mila operatori biologici nel Regno Unito. + 3,5% dal 2016.

Tendenze:
• L’area di terra coltivata col metodo biologico è aumentata dell’1,9% rispetto al 2016
• L’area del terreno in conversione come percentuale dell’area agricola totale ha mostrato un lieve aumento nel 2017, il terzo aumento consecutivo dal 2014
• L’area di cereali e ortaggi biologici (comprese le patate) è diminuita leggermente nel 2017, continuando la tendenza al ribasso dal 2008. Tuttavia, l’area degli “altri seminativi” ha registrato un leggero aumento nel 2017

Fonte: http://www.sinab.it/bionovita/uk-il-defra-ha-pubblicato-i-dati-sul-biologico-il-2017

Gli antibiotici nella carne potrebbero danneggiare il nostro equilibrio intestinale

Gli antibiotici nella carne potrebbero danneggiare il nostro equilibrio intestinale

La Food and Drug Administration ha vietato l’uso di antibiotici per la promozione della crescita negli animali l’anno scorso. Un allevatore di bestiame biologico è sicuro che il divieto sia stato violato.

Nel 2015, Sandy Lewis, un piccolo agricoltore di bestiame biologico nella parte settentrionale dello stato di New York, ha acquistato 13 tori, per circa $ 5000 ciascuno, da un allevatore dell’Oklahoma. Due dei tori acquistati, arrivarono già morti, probabilmente per le ferite inflittesi l’un l’altro, in un combattimento. Poco tempo dopo altri due si ammalarono, così il signor Lewis li spedì alla Cornell University per essere esaminati. Uno morì lungo la strada, ma un esame del sangue sul toro vivente fornì la risposta: aveva l’anaplasmosi, una malattia batterica che distrugge i globuli rossi e priva gli animali di ossigeno, causando a volte delle reazioni violente.

L’esperienza costosa ha spinto Lewis in un viaggio investigativo di due anni sull’uso di antibiotici negli allevamenti di animali americani.

L’utilizzo massiccio di antibiotici sul bestiame è molto diffuso, poiché è risaputo che  gli antibiotici possono aiutare a far ingrassare più rapidamente gli animali.

All’inizio del 2017, la Food and Drug Administration ha vietato l’uso di antibiotici per la promozione della crescita negli animali  poiché i ceppi batterici resistenti che si formano inevitabilmente, possono essere trasferiti all’uomo attraverso il contatto con animali o carne cruda e probabilmente attraverso il consumo di carne poco cotta.  La crescente resistenza dei batteri agli antibiotici causa circa 23.000 decessi americani all’anno.

Inoltre, gli antibiotici che assumiamo possono disturbare il nostro cosiddetto microbioma intestinale, i batteri che vivono felicemente nello stomaco e nell’intestino e che sono la chiave per la nostra capacità di digerire correttamente i grassi alimentari e di processo. Questa interruzione è stata collegata all’aumento di malattie non trasmissibili come l’obesità, il diabete giovanile, l’asma e le allergie. Alcuni ricercatori ritengono inoltre che le alterazioni del microbioma intestinale abbiano portato ad un aumento dell’incidenza di autismo, morbo di Alzheimer e Parkinson.

Oggi il signor Sandy Lewis dedica gran parte del suo tempo cercando di persuadere allevatori, veterinari, esperti di agricoltura dei pericoli dell’abuso di antibiotici. Esiste ormai, un ampio consenso sul fatto che l’uso eccessivo di antibiotici sia nel bestiame sia nelle persone sta distruggendo la nostra capacità di combattere determinate malattie e infezioni.  E ha un messaggio per i suoi compagni allevatori di bestiame. Il loro uso improprio di antibiotici, dice, rende “onesto ciò che è arbitrario”.

Fonte: https://www.nytimes.com/2018/05/25/opinion/sunday/meat-antibiotics-organic-farming.html

Riforma Pac: il punto di Paolo De Castro

Riforma Pac: il punto di Paolo De Castro

Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale si esprime sul voto del Parlamento Europeo sulla futura riforma della Pac.

«L’Assemblea – afferma Paolo De Castro – è favorevole alla semplificazione, ma non accetterà mai una ri-nazionalizzazione della Politica agricola comune. La relazione votata a grande maggioranza sostiene che il futuro della nostra agricoltura deve rimanere ‘Comune’, garantendo crescita, produttività, sostenibilità e competitività a tutti i nostri agricoltori, senza rischi di distorsioni di concorrenza tra Stati o addirittura tra Regioni differenti».

«Purtroppo, questa presa di posizione – si rammarica De Castro – non è stata recepita nella proposta di riforma della Pac post-2020, ormai pubblica, e che la Commissione europea presenterà ufficialmente il primo giugno. Nel testo infatti, si è preferito imprimere una forte accelerazione all’iter decisionale scavalcando le prerogative del normale dialogo inter-istituzionale che rischia di liquidare con troppa facilità la più grande esperienza di politica sovranazionale della storia dell’Ue. Caro Commissario – ha concluso De Castro rivolgendosi a Hogan, il responsabile agricolo UE – la sola responsabilità dei controlli all’Unione europea non basta per definire la Pac una politica davvero comune. Serve invece un messaggio forte di ancora maggiore integrazione: lo dobbiamo agli 11 milioni di agricoltori e agli oltre 500 milioni di cittadini europei».

Fonte: https://terraevita.edagricole.it/featured/de-castro-il-parlamento-ue-vuole-che-la-pac-resti-comune/?utm_term=312107+-+https%3A%2F%2Fterraevita.edagricole.it%2Ffeatured%2Fde-castro-il-parlamento-ue-vuole-che-la-pac-resti-comune%2F&utm_campaign=Campagne+B-NBM+Terra+e+Vita&utm_medium=email&utm_source=MagNews&utm_content=65533+-+31056+%282018-05-30%29