Suolo e Salute

Autore: admin

L’agricoltura biologica non è filosofia ma coscienza per questo mondo e alta competenza

L’agricoltura biologica non è filosofia ma coscienza per questo mondo e alta competenza

Il Presidente  di Federbio racconta le sue riflessioni e ci mostra un quadro generale della situazione dell’agricoltura biologica in Italia, evidenziandone pregi e criticità.

“Sono un agronomo, uno di quei pochi che in tempi non sospetti scelse di occuparsi di agricoltura biologica per il semplice motivo che mi appariva il modo migliore per applicare ciò che avevo studiato con passione e impegno, senza dover dipendere nella mia professione da “calendari” di gestione del suolo e delle colture decisi da altri e finalizzati a massimizzare anzitutto il profitto certo dei produttori dei mezzi tecnici.
E questo con meno attenzione al reddito degli agricoltori e scarsissima attenzione agli impatti sull’ambiente e sulla salute di operatori e cittadini, che non solo mangiano ciò che l’agricoltura produce, ma bevono anche l’acqua e respirano l’aria che, soprattutto in alcuni territori e periodi dell’anno, sono altamente contaminati dalla chimica di sintesi, come da anni dimostrano i dati di ISPRA.

La mia attività professionale nel settore biologico è iniziata nel 1991, quando l’Unione Europea emanò il Reg. CEE n. 2092/1991. Nulla d’ideologico o mistico, ma concreta e severa realtà normativa e tecnica per imprese agricole, allevamenti e industria agroalimentare, con tutti i limiti della mancanza di ricerca e di esperienza consolidata, soprattutto nella nostra realtà mediterranea, tuttavia la più vocata per un’agricoltura che fa dell’agroecologia la sua base. Quell’agroecologia che ora stanno riscoprendo in molti, anche chi non vuole smettere di utilizzare glifosato (e altri erbicidi) o OGM, finalmente consapevole dei danni creati dalla monocoltura e dalla semplificazione estrema degli ambienti agrari tanto care ai venditori di chimica e di cavalli vapore.
Fa dunque semplicemente sorridere leggere gli appassionati sfoghi di colleghi ormai pensionati, dopo una vita dedicata a fare i commessi viaggiatori per imprese sementiere o dell’agrochimica, che si ostinano a ignorare la realtà dei fatti e a tentare di trascinare il settore biologico sul piano di una polemica ideologica che è solo nella loro testa, completamente rivolta all’indietro e fuori dal pianeta in cui viviamo. La realtà oggettiva e incontestabile è che anche nel 2018 l’agricoltura biologica è l’unica forma di agricoltura sostenibile con dignità di legge nell’Unione europea, con tanto di norme tecniche, di etichettatura e di certificazione di processo agricolo, zootecnico e agroindustriale. Sono i governi dei Paesi UE e la Commissione europea che le hanno stabilite e codificate, come per l’unico altro sistema di qualità regolamentata certificata esistenti nell’UE (DOP/IGP). Altrettanto è avvenuto negli USA, in Cina e nella grande maggioranza dei Paesi del pianeta dove si pratica un’agricoltura avanzata e che vivono nella dimensione moderna del mercato.

Se una critica può essere mossa a questo processo di normazione e regolazione dei mercati è, eventualmente, che la componente ideale e filosofica è scemata a favore di un approccio tecnico e scientifico rigoroso e a volte non così coerente con i principi. Ciò premesso, il costo del cibo si può calcolare in tanti modi, di certo quello del cibo ottenuto con la chimica di sintesi e sistemi monocolturali intensivi costa apparentemente meno solo perché esternalizza su tutti i consumatori i propri costi ambientali e sociali. Per fare un’agricoltura biologica efficiente anche sul piano delle rese e del reddito degli agricoltori non servono una laurea in filosofia, la militanza in sette esoteriche o movimenti ideologici, ma robuste conoscenze agronomiche e una notevole professionalità. Nell’agricoltura biologica non ci sono “calendari” o “bollettini” di trattamento, linee tecniche standard e sementi tossicodipendenti che deresponsabilizzano tecnici e agricoltori e consentono di rimediare a mancanze o errori in campagna o in stalla, sfruttando al massimo la nutrizione e la protezione artificiali delle colture per ottenere prodotti con molta acqua e tessuti e assai pochi nutrienti essenziali. Del resto perché l’economia circolare cara all’industria chimica/farmaceutico/sementiera funzioni, mangiare alimenti davvero sani e nutrienti, vivendo in un ambiente pulito, non è strettamente necessario, anzi.
Insomma, noi tecnici e i tanti agricoltori e imprenditori che in questi anni hanno investito in miglioramento delle conoscenze e delle tecniche avremmo necessità, da parte dei colleghi più anziani e delle Università, non di dispute su chi produce più chili di mele per pianta, ma di uno sforzo corale per percorrere al meglio e il più velocemente la strada della conversione all’agricoltura biologica dell’agricoltura italiana. Che, per sua natura e per vocazione dei suoi addetti, non può che andare in questa direzione, magari producendo qualcosa meno per unità di superficie per singola coltura, ma assai di più in termini di biomassa e di beni comuni nella dimensione pluriennale di una rotazione (obbligatoria), a cominciare dal sequestro di carbonio, dalla tutela della biodiversità e della qualità delle acque, dal miglioramento della qualità nutrizionale degli alimenti, del benessere e del reddito degli agricoltori e delle comunità rurali.”

Fonte: http://www.teatronaturale.it/pensieri-e-parole/editoriali/25816-l-agricoltura-biologica-non-e-ideologia-ma-il-futuro.htm

IFOAM EU E FIBL PRESENTANO IL LORO STUDIO: IMPATTI SOCIOECONOMICI DEGLI OGM SULL’AGRICOLTURA EUROPEA

IFOAM EU E FIBL PRESENTANO IL LORO STUDIO: IMPATTI SOCIOECONOMICI DEGLI OGM SULL’AGRICOLTURA EUROPEA

Gli OGM sono massicciamente importati nell’Unione europea e in alcuni paesi europei vengono anche coltivati.

A causa dell’elevato rischio di presenza accidentale nelle diverse fasi della catena di produzione e nonostante il principio “chi inquina paga”, il settore biologico e il settore NO-OGM devono attuare misure adeguate e costose per evitare la contaminazione.

Ecco perché IFOAM EU e FiBL hanno studiato l’impatto socioeconomico degli OGM sull’agricoltura europea.

Lo studio conclude che la coesistenza nell’allevamento e nella produzione di semi non è fattibile. I costi più alti legati alla coesistenza sono i costi di collaudo e certificazione. Inoltre, lo studio mette in luce la situazione insostenibile del settore biologico quando i rischi di contaminazione sono molto alti: gli operatori sono obbligati ad adeguare la produzione e ad abbandonare determinati tipi di produzioni.

Una tale situazione è inaccettabile: il settore biologico non dovrebbe sostenere i costi relativi alle biotecnologie e dovrebbe essere libero di produrre senza OGM. IFOAM EU continuerà il proprio lavoro di sostegno per sollevare tale preoccupazione nei confronti dei responsabili politici europei.

Lo studio si concentra su quattro diverse catene di produzione in cinque diversi paesi ed è stato condotto sulla base di interviste con 17 rappresentanti di aziende. I principali risultati dello studio sono stati presentati a Biofach il 13 febbraio.

Questa ricerca faceva parte del progetto IFOAM EU “Mantenimento degli OGM dal cibo”

 

Fonte: http://www.ifoam-eu.org/en/news/2018/03/28/ifoam-eu-and-fibl-present-their-study-socioeconomic-impacts-gmos-european

Convegno: “Agricoltura biologica modello di sviluppo rurale”

Convegno: “Agricoltura biologica modello di sviluppo rurale”

All’interno della I° edizione di Firenze Bio, mostra mercato dei prodotti biologici e biodinamici, che si terrà a Firenze dal 23 al 25 marzo 2018, presso la Fortezza da Basso di Firenze, si svolgerà il Convegno “Agricoltura biologica modello di sviluppo rurale”.

Organizzato in collaborazione e con il patrocinio della Regione Toscana, in cui si parlerà di agricoltura biologica e biodinamica a livello, europeo, nazionale e regionale, con interventi programmati di tutti gli attori del settore biologico.

Sarà un importante momento di confronto fra i vari soggetti anche al fine di favorire una crescita armoniosa e rispettosa dell’ambiente.

Fonte: http://www.regione.toscana.it/-/convegno-agricoltura-biologica-modello-di-sviluppo-rurale-

Anche la ricerca punta sul bio

Anche la ricerca punta sul bio

Una rete di laboratori a cielo aperto in tutta Italia per produrre frutta e verdura biologica sempre più amici dell’ambiente, ma anche del portafoglio, per fare in modo di abbassare i costi di produzione e quindi nello scaffale per il consumatore finale. La ricerca scommette così sull’agricoltura bio.

Grazie all’accresciuta coscienza ecologica e al cambiamento degli stili di vita e dei consumi, secondo Federbio nel 2017 il 78% degli italiani ha acquistato almeno un prodotto biologico, contro il 53% del 2012. Un mercato in continua crescita, basti pensare che le vendite dei prodotti biologici sono aumentate del 10,3% nei primi sei mesi del 2017, a conferma del +13,4% registrato nei 12 mesi precedenti. E come altri settori, anche per il biologico la crescita deve essere supportata dall’innovazione di cui le aziende agricole sentono particolarmente bisogno.

I laboratori, dispositivi sperimentali di lungo termine (LTE), sono sette e fanno parte del progetto Retibio finanziato dal Ministero delle Politiche agricole e coordinato dal Crea. Si tratta di appezzamenti controllati dove i ricercatori condurranno in piena sicurezza esperimenti per testare innovazioni e buone pratiche di processo e di prodotto in agricoltura biologica.

Oltre alla Ricerca serve anche tanta professionalità per supportare la rapida crescita del mercato del biologico dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Per questo Federbio e Cepas, l’Istituto leader nella certificazione delle professionalità e competenze, hanno siglato un’intesa per creare un percorso di formazione per ispettori e consulenti impegnati ad attestare l’affidabilità del settore in forte crescita.

Fonte: http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/in_breve/2018/03/19/ricerca-scommette-su-cibi-bio-con-laboratori-sentinella_ed55b696-c041-4863-9192-3adc3fe7ca84.html

IFOAM EU CHIEDE UN QUADRO EUROPEO CHIARO PER UNA RIFORMA AMBIZIOSA DELLA PAC

IFOAM EU CHIEDE UN QUADRO EUROPEO CHIARO PER UNA RIFORMA AMBIZIOSA DELLA PAC

BRUXELLES, 20 MARZO 2018 – Lunedì 19 marzo, i ministri dell’agricoltura non sono stati in grado di concordare conclusioni comuni sulla comunicazione della Commissione su “Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura“, un’importante pietra miliare nella discussione sulla riforma della politica agricola comune (PAC) per il 2020.

Il disaccordo sui pagamenti del sostegno al reddito ha comportato da un lato, le conclusioni della Presidenza che hanno riconosciuto l’importanza della PAC come uno strumento chiave per raggiungere gli obiettivi europei e globali per la protezione dell’ambiente, l’azione per il clima e lo sviluppo socioeconomico. D’altro canto, i ministri hanno chiesto di semplificare la PAC nel corso degli obiettivi e della pianificazione, nonché di offrire ampia flessibilità a ciascuno Stato membro per scegliere le proprie priorità.

Jan Plagge, vicepresidente IFOAM UE ha dichiarato: “La nuova PAC deve abbandonare gli agricoltori per compensare la perdita di reddito, premiandoli per la consegna di beni pubblici essenziali per tutti gli europei, come acqua pulita, più biodiversità e la prosperità di animal.

Il primo pilastro, in particolare, deve fornire risultati per l’ambiente e “l’inverdimento” dovrebbe essere sostituito da un più ecologico schema ecologico che incoraggi tutti gli agricoltori a passare a pratiche più sostenibili e che consenta lo sviluppo di modelli agricoli altamente sostenibili come l’agricoltura biologica “.

Laurent Moinet, presidente IFOAM EU, del gruppo IFOAM EU Farmers ha ribadito questo messaggio aggiungendo: “È necessario dare ai paesi una certa flessibilità per attuare la PAC, ma ciò non dovrebbe portare a frammentare il sistema agricolo in Europa. La flessibilità e la semplificazione non dovrebbero andare a scapito di un quadro comune europeo che fissi obiettivi chiari, ambiziosi e misurabili. La PAC deve rimanere una politica europea che fissa obiettivi comuni a beneficio degli agricoltori, delle comunità rurali, dei consumatori e dell’ambiente “.

Fonte: http://www.ifoam-eu.org/en/news/2018/03/20/ifoam-eu-calls-clear-eu-framework-ambitious-cap-reform

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo 23 febbraio 2018, n. 20 “Disposizioni di armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui controlli in materia di produzione agricola e agroalimentare biologica”

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo 23 febbraio 2018, n. 20 “Disposizioni di armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui controlli in materia di produzione agricola e agroalimentare biologica”

In G.U . n. 67 del 21 marzo 2018, è pubblicato il Decreto Legislativo 23 febbraio 2018, n. 20: Disposizioni di armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui controlli in materia di produzione agricola e agroalimentare biologica, predisposto ai sensi dell’articolo 5, comma 2, lett. g), della legge 28 luglio 2016, n. 154, e ai sensi dell’articolo 2 della legge 12 agosto 2016, n. 170.

Fonte: http://www.gazzettaufficiale.it/showNewsDetail%3Bjsessionid=tv1asqTdRdzgE+AZhh-TQQ__.ntc-as3-guri2a?id=1031&provenienza=home