Suolo e Salute

Autore: admin

Il SANA 2017 di Suolo e Salute

SANA 2017

Si chiude la 29° edizione di SANA – il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale – per Suolo e Salute l’occasione principe per mettere in evidenza il proprio ruolo di guida del settore del controllo e della certificazione del biologico italiano.

SANA 2017 è stato organizzato da BolognaFiere, in collaborazione con FederBio e con i patrocini di Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e del MIPAAF – Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, il supporto di IFOAM – International Federation of Organic Agriculture Movements, di Cosmetica Italia e di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese.

Partiamo dai numeri sicuramente in crescita, dato fondamentale nell’anno che precede il trentennale. Rispetto allo scorso anno, in aumento sia la superficie espositiva, con +13% e la presenza di aziende e operatori (+10) con un afflusso di pubblico in linea con l’anno precedente. Ricordiamo la presenza di più di 750 giornalisti con una rappresentanza importante dei Paesi esteri.

SANA 2017 si è svolto su ben 6 padiglioni, con i tre settori merceologici – Alimentazione biologica, Cura del corpo naturale e bio e Green lifestyle – e Suolo e Salute è stata presente in 2 di questi con lo Stand istituzionale al Pad.25 -b99.c100- e con la Certificazione Biocosmesi al Pad.21 -a81/b82.

Numerosi gli eventi da segnalare, tra i quali ad esempio gli workshop Federbio ai quali il personale di Suolo e Salute ha partecipato.

L’apertura dei ciclo di convegni è avvenuta con ”Quale regolamento per potenziare la crescita del biologico europeo?”, che ha visto la presenza del vice ministro Andrea Olivero e la presentazione dell’Osservatorio SANA, promosso e finanziato da BolognaFiere con il patrocinio di FederBio e AssoBio.

Di notevole importanza segnaliamo lo workshop:Servizi alle imprese: Il salto di qualità per il biologico italiano?L’incontro ha dato risposte a tutte quelle istanze riguardanti la gestione di impresa e l’assistenza finanziaria e legale per le aziende della filiera; si sono approfonditi i temi del management e della promozione aziendale, nell’ottica della ricerca-sviluppo che consenta anche la commercializzazione internazionale.

Ricordiamo anche l’iniziativa benefica per aiutare i territori colpiti dal terremoto, per la “Rinascita dell’Agrinido della Natura nella Terra dei Bambini”, attraverso un crowfounding per il progetto di ricostruzione di questa scuola nel maceratese, al quale anche Suolo e Salute darà il giusto rilievo e supporto nei suoi canali di comunicazione.

Momento cardine di SANA 2017 è stata la conferenza stampa di presentazione di Ass.O.Cert.Bio, l’associazione dei principali Organismi di Certificazione italiani del biologico a cui ha aderito anche Suolo e Salute in qualità di socio fondatore.

La grande e continua crescita del settore bio ha reso necessaria ed improcrastinabile la costituzione di un’associazione indipendente in grado di collaborare con tutte le componenti del settore e, soprattutto, le Autorità Pubbliche. L’evento è stato tra i più partecipati di questa edizione di Sana e la nuova Associazione è stata accolta dal mondo del biologico con grande plauso e con molte aspettative.

Suolo e Salute esprime la sua estrema soddisfazione per la partecipazione al SANA 2017, dove ha confermato, con la partecipazione ai numerosi incontri e meetings, il proprio ruolo leader nell’ambito del controllo e certificazione del biologico nazionale. D’altronde visti i numeri e lo status di primo organismo di controllo in Italia non poteva non avere una presenza attiva all’evento appena concluso.

Con lo stesso entusiasmo Suolo e Salute vi dà appuntamento all’edizione SANA 2018, in occasione del trentennale della manifestazione.

SANA 2017

Francia contro il glifosato: voterà no al rinnovo in UE

La scadenza arriverà il 31 dicembre del 2017. Entro questa data le autorità europee devono decidere se rinnovare o meno l’autorizzazione all’impiego del glifosato per ulteriori 10 anni.

I negoziati sull’argomento sono ripresi già a luglio, quando si riuniva il il Paff, comitato europeo permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi. In quella sede, la Commissione faceva sapere che il rinnovo dovrà essere condiviso dalla maggioranza dei Paesi membri. In questi giorni, la Francia ha ribadito il suo no netto all’utilizzo del formulato.

Si tratta di un passo in avanti importante, in attesa del voto definitivo, che dovrebbe arrivare a ottobre. Nel frattempo si attende una presa di posizione anche da parte del governo italiano. “Segua l’esempio di Macron”, insistono gli ambientalisti italiani.

Ecco tutte le ultime novità.

Glifosato: la Francia rinnova il suo NO

Già nell’aprile del 2016, la Francia poneva per la prima volta una serie di misure restrittive alla diffusione del glifosato, elemento contenuto in numerosi erbicidi in commercio, tra cui il RoundUp di Monsanto.

La decisione diventava operativa con una lettera dell’ANSES, l’agenzia per la sicurezza e la salute d’Oltralpe. Nella missiva, inviata a tutti i produttori dell’agente chimico, il vice-direttore generale dell’agenzia, Francoise Weber, avvertiva dell’intenzione di ritirare l’autorizzazione a tale prodotto.

In particolare, l’ente francese sottolineava i rischi potenziali per la salute dati dalla combinazione del glifosato con l’ammina di sego. Oggi la Francia rinnova la propria posizione contraria al formulato, annunciando il proprio no al rinnovo dell’autorizzazione in sede europea.

«La Francia voterà contro la riautorizzazione del glifosato, visti i dubbi che restano circa la sua pericolosità», ha spiegato un funzionario del Ministero dell’Ambiente. Che ha inoltre confermato come un voto sul tema è in vista per l’8 ottobre prossimo.

Si tratta di una decisione estremamente importante. La decisione del rinnovo dell’autorizzazione all’erbicida, infatti, si ottiene solo con il 55% dei Paesi membri che sono rappresentativi del 65% della popolazione del continente. La decisione della Francia avrà quindi sicuramente un peso nei negoziati.

Gli ambientalisti: “Italia segua l’esempio della Francia”

La scelta del Ministro dell’Ecologia francese, Nicolas Hulot, ha dato adito agli ambientalisti italiani per pungolare il governo Gentiloni sull’argomento. La Coalizione StopGlifosato, per esempio, che racchiude 45 associazioni ambientaliste italiane, ha invitato l’esecutivo a dare una risposta chiara sul tema:

«Rispettando gli impegni a favore dell’ambiente espressi in campagna elettorale – dichiara in una nota Maria Grazia Mammuccini, portavoce della Coalizione – Macron e il suo ministro dell’Ecologia stanno prendendo una decisione a favore della salute umana. Alla fine di luglio abbiamo scritto una lettera appello ai ministri Martina e Lorenzin perché l’Italia si schieri contro il glifosato. Non abbiamo ancora ricevuto risposta. Chiediamo che il Governo italiano dica con chiarezza come intende schierarsi e ci auguriamo veramente che segua l’esempio di Macron e Hulot».

La Coalizione ricorda che lo IARC ha definito l’erbicida come “probabile cancerogeno per l’uomo”. Mentre EFSA ed ECHA, pur dando parere di non cancerogenicità, hanno comunque riconosciuto “la dannosità per l’uomo e gli ecosistemi provocati dall’utilizzo agricolo” del glifosato. Malgrado ciò, ricorda Mammuccini, “la comunità scientifica è fortemente scettica sull’assoluzione del glifosato dal rischio di cancerogenicità”.

La portavoce ribadisce inoltre come “un milione e 300mila cittadini europei abbiano firmato l’Iniziativa di legge europea per bandire l’erbicida”. E conclude con un richiamo sull’importanza del settore agroalimentare della Penisola:

«Per un paese come l’Italia che fonda la sua produzione agricola e alimentare sulla qualità sarebbe un clamoroso autogol schierarsi a fianco delle multinazionali».

FONTI:

http://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2017/08/31/glifosato-la-francia-dira-no-a-rinnovo-autorizzazione-ue_465ca9ff-da81-4e9a-a415-6d2ad2cd57cf.html

http://www.reuters.com/article/us-france-glyphosate/france-to-ban-some-glyphosate-weedkillers-amid-health-concerns-idUSKCN0X512S

https://www.reuters.com/article/us-health-france-glyphosate/france-to-vote-against-license-renewal-for-weedkiller-glyphosate-idUSKCN1BA242

http://www.suoloesalute.it/autorizzazione-glifosato-autunno-lue-vota-rinnovo-decennale/

 

Agricoltura 4.0 è compatibile con il bio?

L’Agricoltura 4.0 è compatibile con l’agricoltura biologica e biodinamica? Sarà questo, in sintesi, il tema centrale del convegno che si terrà a Bologna Fiere – Sana 2017, il prossimo 9 settembre.

L’evento, che prende il nome di “Agricoltura 4.0: compatibilità e adattamento all’agricoltura biologica e biodinamica”, è organizzato da CIA e ANABIO.

Agricoltura 4.0 e bio: si può

L’obiettivo del convegno, fanno sapere gli organizzatori, è verificare la compatibilità e l’adattamento di nuove soluzioni tecnologiche all’agricoltura di precisione.

Esperti scientifici e tecnici di primo livello del settore discuteranno della fattibilità di un connubio tra i due sistemi, presentando un caso aziendale che ha concretamente iniziato a utilizzare queste soluzioni.

Secondo le Linee Guida del Ministero delle Politiche Agricole, entro il 2021, il 10% della superficie agricola dovrà essere occupata da agricoltura di precisione. Ad oggi, solo l’1% delle superfici lo è. Per riuscire ad avere una spinta significativa in questa direzione, secondo gli organizzatori dell’evento, le filiere agroalimentari italiane hanno l’esigenza di investire in soluzioni digitali (agricoltura 4.0 per l’appunto) e di gestire le numerose informazioni metriche che ne derivano. Gli scenari che possono aprirsi grazie al connubio Agricoltura 4.0 e agricoltura di precisione sono molteplici e votate a garantire un approccio più solido ai mercati.

Il programma dell’evento

I lavori inizieranno sabato mattina alle ore 10:00 con la registrazione dei partecipanti. Seguirà il saluto di Federico Marchini, Presidente Anabio.

Dopo questa prima parte, avranno inizio i vari interventi programmati. Alle 10:30, sarà la volta di Andrea Berton (CNR – IFC Firenze) e di Alessandro Matese (CNR – Istituto di Biometereologia di Firenze, che parleranno di “Nuove tecnologie di monitoraggio in agricoltura di precisione”.

A seguire, Filippo Renga, Responsabile Smart Agrifood, che tratterà di “Innovazione digitale nella Filiera del Latte”. Chiuderà questa parte, Raffaella Mellano, Presidente Cooperativa Natura e Alimenta, che presenterà il caso aziendale “Cooperativa Natura e Alimenta”.

Alle 11:30, si aprirà il dibattito durante la Tavola rotonda coordinata da  Lorenzo Tosi, Seguirà poi un dibattito conclusivo (ore 12:30) e le conclusioni del Vicepresidente Cia, Antonio Dosi.

Fonti:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1211

http://www.feder.bio/files/2019.pdf

Sana 2017 : tutti gli appuntamenti con la Federazione del biologico italiano

Torna per la 29esima edizione il salone internazionale del biologico e del naturale. A partire da venerdì 8 settembre e fino a lunedì 11, il Sana 2017 ospiterà eventi, workshop, esposizioni e prodotti green a Bologna Fiere, sede storica dell’appuntamento. Suolo e Salute sarà presente e vi aspetta al Padiglione 25 Stand B99/C100.

Durante il salone saranno coinvolte aziende e associazioni di settore. Tra loro, anche FederBio, la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, che collabora attivamente all’organizzazione del Salone. Ecco tutti gli appuntamenti organizzati dalla Federazione o a cui parteciperanno i suoi rappresentanti.

Sana 2017: gli appuntamenti FederBio

Sei gli eventi da ricordare.Si parte venerdì 8 settembre con il Convegno inaugurale Sana 2017. Presso la Sala Concerto (Centro Servizi, 1°piano, Blocco D), FederBio organizza un convegno dal titolo “Quale regolamento per potenziare la crescita del biologico europeo?”, sulla discussa riorganizzazione normativa del settore.

Maggiori info sull’evento.

Sempre di venerdì, è la volta del mercato bio italiano. Nomisma e Sana 2017, in collaborazione con Sinab, ISMEA, FederBio e Assobio, snocciolano “Tutti i numeri del Bio Italiano”, presentando i dati dell’Osservatorio SANA.Appuntamento: ore 15, Sala Notturno (Centro Servizi, 1°piano, Blocco D).

Alle 16:30, invece, FederBio organizza il convegno “Servizi alle imprese: Il Salto di Qualità per il Biologico Italiano”, sempre presso la Sala Notturno. Qui si discuteranno tematiche d’interesseper le aziende bio italiane: accesso al credito, sviluppo dei mercati, aggregazioni d’imprese, tracciabilità, innovazione, R&D.

Ulteriori info clicca qui.

Sabato 9 settembre, secondo giorno di Sana 2017, si svolgeranno due eventi con la Federazione.

Il primo, dalle 10, presso la Sala Allegretto (Centro Servizi, 1°piano, Blocco C-D). Il tema: “I biodistretti per lo sviluppo e l’attuazione di strategie collaborative di sostenibilità ambientale”. Il convegno è organizzato da ENFAP Emilia Romagna, con il sostegno di FederBio e si concentrerà sulle opportunità e le prospettive dei Biodistretti e delle associazioni di categoria.

Per info clicca qui.

Rappresentanti della Federazione parteciperanno inoltre, alle 15, al convegno “Attenti a quei due. Il mercato biologico nel canale specializzato e nella GDO” (Sala Notturno). L’evento è organizzato da AssoBio e Nielsen.

Ultimo appuntamento segnalato da Federbio, durante la giornata conclusiva del Sana 2017, lunedì 11: “Biologico 3.0: stato dell’arte e casi studio di buone pratiche nel mediterraneo”. Ifoam Agribiomediterraneo e Organic Action Network Italia illustrano alcune delle best practice nel settore bio nel mediterraneo.

INFO clicca qui.

Sana 2017: attesi quasi 50mila visitatori

L’ultima edizione del Salone ha fatto registrare 47.221 visitatori, con 833 aziende espositrici e 50mila metri quadrati di rassegna. Eventi e workshop erano stati più di 60 (a cui hanno partecipato 4.800 persone). 2.300 sono stati infine gli incontri con buyer internazionali. Visto il buon andamento del comparto – +20% le aziende italiane nel settore nel 2016, +300mila gli ettari convertiti a bio – è possibile aspettarsi la conferma e il superamento di tali cifre.

Al tema tradizionale dell’agricoltura biologica, a cui il Sana 2017 dedicherà i padiglioni 25, 26 e 32, quest’anno la kermesse si concentrerà su altre due tematiche, che riflettono trend e nicchie di mercato: Salute e bellezza al naturale, a cui saranno dedicati i padiglioni 21 e 22, e Green Lifestyle nel padiglione 16. L’ultimo tema sarà a sua volta suddiviso in 7 sottocategorie (Home & Office, Mom & Kids, Mobility, Clothing & Textiles, Pet & Garden, Hobby & Sport, Travel & Wellness).

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1204

http://www.sana.it/home/1229.html

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/39914/mercati-e-imprese/sana-2017-scalda-i-motori-le-novita-di-settembre

http://www.suoloesalute.it/aziende-agricole-biologiche-boom-3-regioni-del-sud-italia/

Grano e riso, origine in etichetta: dopo l’Italia, si muove anche l’Ue

I decreti del governo italiano sull’origine obbligatoria in etichetta per riso e grano per la pasta hanno scatenato ampio dibattito sul tema, a livello comunitario.

FoodDrinkEurope, associazione che rappresenta gli operatori dell’industria alimentare europea, ha dichiarato l’illegittimità dei provvedimenti. Facendo poi appello alla Commissione Europea affinché agisca contro le nuove norme.

Una scossa che potrebbe portare l’Ue all’adozione di regolamenti simili. Ecco le ultime novità.

Origine obbligatoria: le proteste di FoodDrinkEurope

Secondo l’associazione, i decreti sull’origine obbligatoria metterebbero a rischio il mercato unico europeo. I provvedimenti, lo ricordiamo, sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale ad agosto e diventeranno definitivamente operativi a fine febbraio.

I due decreti riguardano le nuove regole per l’etichettatura del riso e della pasta, con particolare riferimento al grano utilizzato per produrla. Entrambi prevedono che siano indicati con chiarezza i Paesi di coltivazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti.

L’intervento si era reso necessario a causa della crisi attraversata dai due settori, provocata presumibilmente dalle eccessive quantità di prodotto importate dai paesi extra-Ue a dazio zero. Non solo. Il governo italiano sottolinea come esista da tempo un regolamento UE sul tema, mai attuato. Si tratta del 1169/2011, che prevede appunto l’inserimento obbligatorio dell’origine in etichetta. Una norma disattesa: per l’applicazione si attendono ancora gli atti di esecuzione della Commissione Europea.

Ragioni che hanno spinto i ministri Maurizio Martina (agricoltura) e Carlo Calenda (Sviluppo Economico) a forzare la mano. I due decreti, approvati a maggio, infatti, attendevano ancora l’ok di Bruxelles, che sarebbe arrivato entro tre mesi dall’invio alle autorità europee. Timing che il governo italiano ha deciso di ignorare. Martina e Calenda hanno quindi firmato i provvedimenti, rendendo probabile una procedura d’infrazione europea nei confronti dell’Italia.

Tempi e modalità che non sono piaciuti a FoodDrkinkEurope:

«Al di là del fatto che sono state ignorate le procedure dell’Ue, [i decreti] avranno un effetto negativo sulla competitività del settore food, minando il funzionamento regolare del mercato unico e ostacolando il commercio internazionale e tra Paesi Ue», ha dichiarato un portavoce dell’associazione.

Origine in etichetta, Martina: “Pronti ad affrontare la Commissione”

Il ministro Martina ha rincarato la dose. I due decreti, dice, sono stati adottati per “spronare la Commissione a dare piena attuazione al regolamento Ue”:

«Siamo pronti ad affrontare la Commissione, come è già noto a Bruxelles. Ma, per essere chiari, è stata una scelta dell’Ue non procedere tempestivamente con la piena attuazione del regolamento 1169 sull’etichettatura. Per troppo tempo, Bruxelles ha evitato di scegliere su questo punto strategico. Rispettiamo le scelte europee e siamo pronti a dare il nostro contributo utile, ma non abbiamo intenzione di farci fermare ulteriormente».

Un atteggiamento che, pare, abbia in qualche modo spronato la Commissione Europea ad agire. Secondo un portavoce dell’istituzione, infatti, “le regole di implementazione saranno adottate dalla Commissione nella seconda metà del 2017”.

Sulla scelta dell’Italia di adottare i decreti, il portavoce di Bruxelles ha inoltre affermato:

«I servizi della Commissione stanno raccogliendo tutti i fatti e le informazioni rilevanti dalle autorità italiane riguardo l’adozione della legislazione nazionale».

Una volta acquisiti tutti gli elementi, le autorità europee decideranno “i prossimi step.

FONTI:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3440

https://www.euractiv.com/section/agriculture-food/news/food-industry-upset-with-rome-over-obligatory-labelling-of-origin-of-pasta-and-rice/

http://www.suoloesalute.it/pasta-riso-origine-obbligatoria-etichetta-ai-produttori-6-mesi-adeguarsi/

Pasta e riso, origine obbligatoria in etichetta: ai produttori 6 mesi per adeguarsi

pasta

Pasta e riso: l’indicazione di origine in etichetta diventa obbligatoria.

Il Ministero per le politiche agricole rende nota l’approvazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di due decreti sui prodotti cerealicoli e risicoli. Al centro dei provvedimenti, la tutela degli alimenti Made in Italy.

L’approvazione è arrivata dopo una lunga crisi che ha interessato i due settori in Italia. Una crisi provocata soprattutto dal crollo dei prezzi, causato a sua volta dall’importazione massiccia di prodotti a dazio zero dai Paesi extra Ue, soprattutto nel comparto del riso.

Ma i provvedimenti hanno l’obiettivo di lanciare un messaggio chiaro anche ai consumatori. Un messaggio che punta su trasparenza e sicurezza delle materie prime utilizzate, fattori sempre più importanti nelle scelte di acquisto degli italiani. Come informa lo stesso Mipaaf, infatti, secondo una consultazione pubblica online svolta dallo stesso ministero, l’85% dei nostri connazionali “considera importante conoscere l’origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare”. All’indagine hanno partecipato 26mila cittadini.

Ecco cosa prevedono le nuove norme e come rispondono al bisogno di trasparenza emerso dal sondaggio.

Pasta e riso Made in Italy: 180 giorni per adeguarsi

I decreti pubblicati in Gazzetta Ufficiale, sono stati firmati da Maurizio Martina, Ministro dell’agricoltura, e da Carlo Calenda, Ministro dello sviluppo economico. Come accennato, i provvedimenti interministeriali introducono l’obbligo di indicazione dell’origine di riso e grano per la pasta in etichetta.

Dal momento della pubblicazione, avvenuta il 20 e 21 agosto, le aziende hanno 180 giorni di tempo per adeguarsi al nuovo sistema e smaltire etichette e confezioni già prodotto. Nello specifico, gli obblighi definitivi scatteranno quindi il 16 febbraio (riso) e il 17 febbraio (pasta).

Un periodo di transizione previsto anche per una normativa simile, applicata alle etichette dei prodotti lattiero-caseari ed entrata in vigore il 19 aprile scorso.

Sempre imitando la norma relativa al latte, la sperimentazione andrà avanti per due anni. Oppure, fin quando non vedrà piena attuazione l’articolo 26, paragrafo 3 del regolamento UE 1169/2011, che prevede l’indicazione del paese d’origine o del luogo di provenienza dell’ingrediente primario utilizzato negli alimenti. La normativa comunitaria risulta però disattesa: l’applicazione è infatti subordinata all’adozione di atti di esecuzione da parte della Commissione Europea. Atti che, ad oggi, non sono stati emanati.

Pasta e Riso: i due decreti in dettaglio

Entrambi i decreti prevedono che le indicazioni di origine vadano apposte in etichetta “in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili”.

Esistono poi delle regole specifiche che contraddistinguono i due tipi di prodotti.

Grano e Pasta

Il decreto su grano e pasta Made in Italy prevede l’obbligo in etichetta delle seguenti diciture:

  • Paese di coltivazione del grano
  • Paese di molitura (macinazione del grano)

A seconda della provenienza, se le due fasi avvengono in più Paesi, potranno essere applicate le diciture:

  • Paesi UE
  • Paesi NON UE
  • Paesi UE E NON UE

Se il grano duro utilizzato per la produzione di pasta è coltivato almeno per metà in un solo Paese – per esempio l’Italia – si potrà ricorrere alla dicitura “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.

Riso

Sono 3 invece le indicazioni di origine obbligatorie per le etichette del riso:

  • Paese di coltivazione del riso
  • Paese di lavorazione
  • Paese di confezionamento

Nel caso in cui le 3 fasi avvengano in uno stesso Paese – ad esempio l’Italia – sarà possibile utilizzare la dicitura “Origine del riso: Italia”. In caso contrario, vanno applicate le 3 diciture previste anche per la pasta: UE, NON UE, UE E NON UE.

Martina: “Obiettivo: massima trasparenza”

A commentare la pubblicazione dei decreti, il ministro Martina:

«Da metà febbraio avremo finalmente etichette più trasparenti sull’origine di riso e grano per la pasta. È una scelta decisa compiuta insieme al Ministro Calenda, che anticipa la piena attuazione del regolamento europeo 1169 del 2011. Il nostro obiettivo è dare massima trasparenza delle informazioni al consumatore, rafforzando così la tutela dei produttori e dei rapporti di due filiere fondamentali per l’agroalimentare Made in Italy. Non rinunceremo a spingere ancora in Europa perché questi provvedimenti vengano presi per tutta l’Ue».

FONTI:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/11589

http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-08-16&atto.codiceRedazionale=17A05698&elenco30giorni=true

http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-08-17&atto.codiceRedazionale=17A05704&elenco30giorni=true

http://www.suoloesalute.it/riso-italiano-decreto-del-mipaaf-la-salvaguardia-del-comparto/

http://www.suoloesalute.it/latte-formaggio-origine-certa-le-nuove-etichette/