Suolo e Salute

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Sostenibilità e sicurezza alimentare: la grande sfida alla COP 21 insieme al clima

COP21-cambiamenti-climatici“Abbiamo ridotto il testo dell’accordo da 43 a 29 pagine”, ha annunciato il ministro Laurent Fabius, presidente della conferenza, nel consegnare alle 195 delegazioni del mondo la prima bozza ufficiale del trattato che dovrebbe essere firmato entro oggi. “E siamo riusciti – aggiunge con soddisfazione – a ridurre le parentesi quadre di due terzi”, ovvero circa del 66 per cento. In realtà pare che l’accordo sia ancora molto lontano, o che si debba ricorrere a un compromesso privo di efficacia sostanziale per arrivare alla firma di tutti gli stati partecipanti. Ma guardiamo l’accordo anche dal punto di vista del problema della sostenibilità e sicurezza alimentare.

Senza food-security uno sviluppo sostenibile è molto improbabile. Sicurezza alimentare e cambiamenti climatici portano indirettamente alla domanda: quale futuro si prospetterà per le popolazioni più vulnerabili?

Il tema della sicurezza alimentare, ossia la possibilità di accedere costantemente e senza limiti ad azioni ed a cibo nutriente e sicuro è uno dei temi protagonisti delle discussioni che ruotano attorno ai negoziati della COP21, la 21esima “Conference of Parties”, in corso in questi giorni a Parigi.

Infatti, i disastri legati ai cambiamenti climatici sono una delle principali cause di denutrizione e malnutrizione nei paesi in via di sviluppo.

I Paesi devono pertanto volgere i propri sforzi nell’adattare maggiormente i loro sistemi di produzione agricola per garantire l’accesso ad una adeguata offerta di cibo alle popolazioni più vulnerabili. Si è parlato di questo nel corso del side event “Food security under a changing climate”di oggi pomeriggio (ieri per il lettore, ndr), dove professionisti di alto livello ed esperienza hanno rimarcato la necessità di agire subito per fare sì che i nostri sistemi agricoli siano all’altezza delle sfide che i cambiamenti climatici stanno ponendo oggi, e che porranno sempre più in futuro.

I Paesi devono agire attraverso un approccio olistico che punti all’eradicazione della povertà e della fame cronica entro il 2030, che oggigiorno riguarda 80 milioni di individui”. Questo è ciò che Maria Helena Semedo, General Deputy Director della FAO (Food and Agriculture Organisation), ha affermato rifacendosi al secondo Sustainable Development Goal (SDG 2).

Tutto questo ricordando anche come la “UN family” deve lavorare assieme e con la collaborazione di tutte le nazioni per rispondere alle sfide dei cambiamenti climatici. A lei si è unito Sebastian Marcucci, ministro dell’agricoltura del Guatemala, sostenendo che la creazione dei sistemi agricoli sostenibili con il relativo aumento della produzione sia la chiave per adattarsi ai cambiamenti climatici.

Il portavoce del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), sostiene che sia stata intrapresa la giusta direzione in tal senso, in quanto più di 100 paesi hanno incluso il tema dell’agricoltura nei propri Intended Nationally Determined Contributions, INDCs. Allo stesso modo la consapevolezza dei consumatori sull’importanza di un’agricoltura sostenibile sta avendo un grande impatto sulle corporations e sui governi, ma questo non basta. È necessario accelerare questo processo attraverso finanziamenti mirati alla creazione di sistemi agricoli più resilienti e sostenibili, come ha infatti evidenziato Granger Jones, delegato per la Global Environmental Facility (GEF). Tali finanziamenti dovrebbero essere volti ai piccoli produttori, in particolare a quelli più vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico.

Purtroppo nel presunto accordo di Parigi non si vedrà esplicitamente inserita la sezione relativa alla sicurezza alimentare. Tuttavia, l’inclusione del settore agricolo negli INDCs segna indubbiamente un grande passo avanti che lascia ben sperare in una discussione più approfondita ai prossimi tavoli negoziali di Marrakesh.

 

Fonte: Ilfattoquotidiano.it

Biofach 2016: Il primo Salone Europeo dei prodotti biologici e naturali

Dal 10 al 13 febbraio 2016 il Centro Esposizioni Norimberga si focalizzerà di nuovo interamente sul biologico: sul bio di oggi e su quello del domani. Al Salone Leader Mondiale degli Alimenti Biologici BIOFACH il settore internazionale si presenterà nella sua totalità, esponendo tutto ciò che il mercato ha oggi da offrire a proposito di prodotti deliziosi, innovativi e fonte di ispirazione, nonché scambiando opinioni e visioni sul biologico del futuro. I visitatori professionali troveranno il bio di oggi agli stand degli oltre 2.400 espositori attesi (200 dei quali al VIVANESS, il Salone Internazionale della Cosmesi Naturale). Sul bio del domani, invece, si discuterà soprattutto nell’ambito del congresso incentrato sul tema Organic 3.0 – Agire per più bio. Ai segmenti del vino, dell’olio d’oliva e del vegan saranno dedicate apposite aree espositive anche nel 2016. Cook + Talk, un forum speciale per l’alimentazione fuori casa, sarà il punto d’approdo per i cuochi di professione: nel corso di conferenze e show di cucina il pubblico scoprirà qui, tra le altre cose, come impiegare in modo congruo e con successo nella ristorazione sia il vino e l’olio d’oliva biologici, sia i prodotti vegani biologici. Nel 2015 al BIOFACH e VIVANESS si sono informati ben 44.624 visitatori professionali.

BF16_302x425_IT_Suolo_e_Salute.inddDanila Brunner, responsabile di BIOFACH e VIVANESS: “Il settore biologico si occupa da sempre intensamente di soluzioni a 360 gradi. È proprio con questo approccio che desideriamo convincere anche i nostri clienti al BIOFACH. La vasta offerta di prodotti biologici certificati da tutto il globo mostra l’intera varietà proposta dal settore: dai prodotti freschi come latticini, formaggio, frutta e verdura, i prodotti secchi come cereali, legumi, noci e dolciumi fino alle bevande. Ci fa inoltre particolarmente piacere che il tema chiave del congresso, Organic 3.0, evidenzi ancora una volta con decisione come al BIOFACH, nonché partendo proprio dal salone leader mondiale, si dia forma al futuro del biologico!”.
Top seller bio a portata di mano e di palato: olio d’oliva, vegan e vino
Sia nel commercio che nell’alimentazione fuori casa: l’olio d’oliva biologico, gli alimenti biologici vegani e il vino bio giocano un ruolo sempre maggiore. Per questa ragione il salone leader mondiale BIOFACH dedica a questi segmenti apposite mostre speciali: oltre alle presentazioni prodotto, le degustazioni e i workshop attenderanno qui i visitatori molteplici opportunità di networking e di scambio con gli esperti.
La presentazione di un variegato ventaglio internazionale di oli d’oliva con i rispettivi produttori sarà al centro dell’Erlebniswelt Olivenöl (Pianeta olio d’oliva). Gli oli migliori riceveranno un proprio riconoscimento nel quadro del premio del pubblico Olive Oil Award: quale primo premio dell’anno, a febbraio esso segna l’inizio di stagione per la community dell’olio d’oliva biologico al suo maggiore salone su scala internazionale. I rivenditori che desiderano appassionare la loro clientela con particolari rarità e qualità di olio d’oliva troveranno qui la proposta ideale in merito.
Nell’Erlebniswelt Wein (Pianeta vino) si presenteranno al pubblico viticol­tori di tutto il mondo. Nella zona riservata alle degustazioni si potranno
assaggiare sia i loro prodotti d’annata sia i vincitori del Concorso internazio­nale del vino biologico MUNDUS VINI BIOFACH. Nell’area ristorazione del
forum attenderanno di essere scoperte dai visitatori mille originali combinazioni culinarie a base di vino.
La più giovane delle aree dedicate del BIOFACH è l’Erlebniswelt Vegan (Pianeta vegan). Nel 2016 i prodotti biologici vegani saranno al centro dell’interesse del salone leader mondiale per ben la terza volta. Come già nel Pianeta olio d’oliva e in quello del vino, il pubblico troverà qui molto più di una semplice esposizione di prodotti: infatti in quest’area si cucinerà, si assaggerà e si discuterà di aspetti tecnici.
Bio fuori casa: nella ristorazione collettiva e in quella individuale
Gli attori che operano nella ristorazione attenta alla qualità sono da tempo concordi sul fatto che, ormai, non sia più possibile immaginare né
un’alimentazione fuori casa né una ristorazione collettiva e individuale senza alimenti biologici. Con Cook + Talk il BIOFACH 2016, supportato dal partner Bioland, offrirà già per la seconda volta un punto d’approdo tutto proprio a ristoratori e cuochi professionali.
Novità 2016: il ponte di collegamento tra Cook + Talk e i segmenti espositivi del vino, dell’olio d’oliva e del vegan. Quale vino si accompagna al meglio con quale creazione culinaria, quale olio d’oliva conferisce il tocco finale più raffinato a quale pietanza e quale piacere del palato vegano disegna un sorriso particolarmente lieto sulle labbra degli ospiti? I visitatori professionali appartenenti ai comparti dell’alimentazione fuori casa, della ristorazione collettiva e della ristorazione individuale troveranno la risposta a queste e a molte altre domande dal 10 al 13 febbraio 2016 al Salone Leader Mondiale degli Alimenti Biologici.

Maggiore congresso internazionale del biologico agisce per più bio
Ogni anno il BIOFACH non offre soltanto una vastissima proposta internazionale di alimenti biologici, bensì anche cibo a non finire per la mente. Nel 2016, sotto il titolo conduttore Organic 3.0, il congresso si concentrerà sull’aspetto “Agire per più bio”. L’ente patrocinatore internazionale del BIOFACH, l’IFOAM – Organics International, nonché il suo promotore nazionale, il Bund Ökologische Lebensmittelwirtschaft – BÖLW (Unione tedesca degli operatori economici del settore ecologico alimentare) porranno appunto l’accento del congresso su questo tema proiettato al futuro, sposando così la linea adottata dal salone leader mondiale. Gli obiettivi del settore: più agricoltura ecologica e prodotti biologici pregiati in tutto il mondo.

Per maggiorni informazioni è possibile consultare il sito dell’evento direttamente a questo link

Contatto per la stampa e i media
Barbara Böck, Helen Kreisel-Gebhard, Marie-Claire Ritzer
Tel. +49 (0) 9 11. 86 06-86 46
Fax +49 (0) 9 11. 86 06-12 86 46
marie-claire.ritzer@nuernbergmesse.de

Tutti i comunicati stampa, maggiori informazioni e fotografie sono disponibili alla pagina:
www.biofach.de/press

FEDERBIO: Approvata la nuova struttura di federazione di sistema dell’agricoltura biologica e biodinamica italiane

Sì è tenuta il 1° dicembre l’assemblea dei soci di FederBio, che ha definito il nuovo assetto statutario e organizzativo della Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica quale organizzazione interprofessionale di riferimento per il settore biologico e biodinamico italiani e ha confermato Paolo Carnemolla come Presidente alla guida di un nuovo Ufficio di Presidenza composta da Matteo Bartolini (CIA), Andrea Bertoldi (coordinatore sezione bio di Alleanza Cooperative Italiana) e Carlo Triarico (Associazione per l’agricoltura biodinamica) come Vicepresidenti e quattro consiglieri con specifiche deleghe (Marco Lamonica,  Roberto Pinton, Maria Grazia Mammuccini e Paolo Frigati).

federbio comunicatoLa federazione “ombrello” a federazione “sistema”, che rappresenti in modo strutturato tutte le componenti della filiera, dei servizi e culturali dell’agricoltura biologica e biodinamica e avvii la costruzione di un sistema nazionale integrato di servizi, in uno scenario in cui il bio ha sempre più consenso sia sul piano di valori e di ideali che di mercato, come confermato dal trend di forte crescita degli acquisti di prodotti a marchio bio.  La sinergia tra le diverse categorie di soci diventa l’elemento centrale per rafforzare il ruolo interprofessionale della federazione e le relazioni di filiera del biologico e del biodinamico Made in Italy.
“Con l’assemblea di oggi diamo seguito e concretezza all’esperienza unitaria del forum del biologico in EXPO nato al Parco della Biodiversità dell’esposizione universale, per cogliere fino in fondo la sfida di rappresentare il biologico come modello innovativo di agricoltura e alimentazione che si candida a diventare protagonista del futuro di tutta l’agricoltura italiana –  ha sottolineato Paolo Carnemolla – Il mio impegno come Presidente per i prossimi tre anni è quello di coordinare una squadra dinamica e motivata che si compone di un mix di esperienze e storie anche molto diverse per realizzare una nuova struttura di rappresentanza e di servizi che si rivolge a un sistema d’imprese in forte evoluzione e che dovrà gestire una transizione epocale per un settore economico che vuole dare un contributo rilevante alla ripresa economica del Paese e all’occupazione, nel contempo contribuendo alla lotta al cambiamento climatico, alla salute dei cittadini e alla valorizzazione de
ll’ambiente. Ci candidiamo per questo a rappresentare il meglio che l’Italia può offrire anche a livello internazionale come modello di economia in grado di valorizzazione del ruolo dell’agricoltura e il Made in Italy.”

Agricoltura biologica: unica strada contro i cambiamenti climatici

L’agricoltura biologica è la soluzione ai cambiamenti climatici. Ne sono fermamente convinti Aiab e FederBio, che riportano alcuni dati di uno studio pubblicato nel 2013 e diretto da Andreas Gattinger (FiBL – Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica). Secondo lo studio, infatti, se tutte le superfici agricole fossero coltivate con metodi biologici, le emissioni di CO2 potrebbero ridursi del 23% in Europa e del 36% negli Usa.

Una provocazione, e al tempo stesso una proposta, che arriva mentre gli occhi di tutto il mondo sono puntati sulla COP21 di Parigi.

Che agricoltura e allevamenti intensivi generino un forte impatto nocivo sull’ambiente è ormai cosa risaputa. In questi giorni, ad esempio, l’Enpa ha distribuito a tutti i nostri deputati un documento ricco di autorevoli riferimenti scientifici che evidenzia come il 20% dei gas serra provenga proprio dagli allevamenti intensivi. E le coltivazioni non sono da meno. Ma scegliere il tipo giusto di agricoltura potrebbe ridimensionare il problema.

Lo studio diretto da Gattinger ha esaminato i risultati di 74 indagini internazionali che hanno messo a confronto gli effetti sul terreno delle coltivazioni biologiche e di quelle convenzionali. L’analisi ha portato alla conclusione che l’agricoltura biologica permette di fissare nel terreno quantità di carbonio significativamente superiori, offrendo un importante contributo per frenare il riscaldamento globale. Coltivare biologico corrisponderebbe a circa il 13% della riduzione complessiva di CO2 necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici fissati per il 2030.

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Ma non è tutto. Un altro studio comparso sulla rivista Critical reviews in plant sciences, e realizzato dai ricercatori del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova in collaborazione con l’Università di Cornell, conferma che i terreni coltivati con metodo biologico hanno una maggiore capacità di stoccaggio di CO2 e al tempo stesso trattengono acqua, generando un miglior rendimento in caso di siccità.

Le tecniche agricole sostenibili garantiscono non solo un’attività produttiva duratura, ma accrescono la fertilità dei suoli, salvaguardano la biodiversità. Accrescere il tasso di sostanza organica nel terreno, inoltre, rappresenta il più importante sistema di assorbimento di carbonio sul nostro pianeta.

Promuovere metodi di coltivazione sostenibili non è solo una possibilità è un’esigenza.

Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio afferma: “Come abbiamo dimostrato con la Carta del Bio in EXPO, il modello agricolo e alimentare biologico è la risposta più efficace alle sfide del futuro in quanto capace di conciliare la tutela dell’ambiente, la salute e la nutrizione adeguata della popolazione con un’economia rurale equa e migliore. Questo anche perché le tecniche di agricoltura e allevamento biologico possono concretamente contribuire alla lotta al cambiamento climatico“.

Il modello biologico, dunque, è l’unico in grado di salvare il pianeta dai cambiamenti climatici. Per poter abbracciare il cambiamento, però, è necessario l’intervento delle forze politiche in gioco, affinché diano il sostegno economico che necessita e una normativa seria e rigorosa che non dia più voce a nessuna ambiguità.

Fonti:

http://www.adnkronos.com/sostenibilita/world-in-progress/2015/11/30/clima-soluzione-bio-con-agricoltura-naturale-solo-usa_3zytgXenGcUsWY6b3WTgKO.html?refresh_ce

http://www.askanews.it/cop-21/clima-cia-cop21-valorizzi-ruolo-agricoltura-anti-effetto-serra_711676626.htm

http://www.repubblica.it/ambiente/2015/11/27/news/pericoli_industria_carne-128274534/

I volontari da tutta Europa incontrano il biologico direttamente nelle aziende agricole

volontari europeiCome parte della loro esperienza della durata un anno, i volontari europei della IFOAM UE hanno alloggiato in una fattoria biologica locale
per conoscere meglio la realtà della produzione biologica.
Hanno avuto a che fare con alimenti e mangimi per una settimana intera nel mese di settembre del 2015.
Questa è la loro esperienza dalle loro stesse parole:
“La fattoria dove abbiamo alloggiato era davvero impressionante. Oltre al fatto che il proprietario stava producendo quasi
tutti i tipi di verdure che si può pensare, ha un negozio biologico davvero bello, dove sta vendendo non solo i suoi
prodotti, ma anche prodotti delle aziende biologiche della regione. E ‘davvero interessante vedere come sono
uniti e come si aiutanoi a vicenda. Fondamentalmente nel mezzo del nulla, si ha la possibilità di sperimentare
più che osservare come esattamente il biologico viene applicato ai lavori agricoli, ad esempio attraverso l’utilizzo di determinati fiori.

L’esperienza nella fattoria all’interno del nostro Volontariato Europeo in IFOAM EU  potrebbe essere divisa in due parti. In primo luogo, è stata una grande possibilità di vedere lo
stile di vita degli agricoltori locali e il loro modo di vivere per una settimana. Per me è stata una grande sorpresa come un agricoltore (con l’aiuto di soli
2  lavoratori permanenti a part time) sia in grado di gestire un così grande fattoria (e in più con 3 serre, gli animali domestici, una panetteria
e un negozio). Mi sono reso conto che l’agricoltura biologica per una agricoltore non è solo un’etichetta, è un modo di vivere. Incluso anche
la responsabilità in più circa l’uso e le tecniche gestione dei rifiuti.

Il servizio volontario europeo è finanziato dal programma Erasmus + dell’Unione europea.

Agroalimentare: finanziamenti Ue per promuovere latte, olio e comparto biologico

La Commissione Europea ha approvato 33 nuovi programmi volti ad aprire nuovi mercati ai prodotti dell’agroalimentare UE e ad aumentarne il consumo nell’Unione. In tutto saranno stanziati fondi pari a 108 milioni di euro su tre anni, di cui la metà (54 milioni) provenienti dal bilancio Ue.

Le misure finanziate possono consistere in campagne pubblicitarie diverse sui pregi dei prodotti dell’Unione, soprattutto in termini di qualità, igiene e sicurezza alimentare, nutrizione, etichettatura, benessere degli animali, metodi di produzione rispettosi dell’ambiente.

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In particolare, i programmi italiani che riceveranno i fondi europei sono quattro:

  • Apo Conerpo per la promozione di prodotti agroalimentari freschi in Italia, che riceverà un finanziamento Ue di 1 milione e 856mila euro;
  • l’unione dei consorzi Parmigiano Reggiano, Gorgonzola e Asiago per la promozione dei prodotti caseari in Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Austria, con un finanziamento Ue di 1 milione e 483mila euro;
  • l’Unaprol per la promozione dell’olio d’oliva e delle olive in Germania, Italia e Gran Bretagna, finanziato con 2 milioni e 147mila euro;
  • Federbio per i propri prodotti biologici in Cina, Giappone e Nord America, con un finanziamento di 2 milioni e 290mila euro.

I programmi selezionati riguardano varie categorie di prodotti. In particolare, si è cercato di intervenire su quegli alimenti colpiti da recenti difficoltà all’interno dei mercati, come ad esempio quelli appartenenti al settore lattiero-caseario, ortofrutticolo, l’olio d’oliva e il comparto biologico.

Come accennato all’inizio, i programmi sono volti alla promozione dei prodotti agricoli Ue all’interno degli Stati membri, ma anche al di fuori, verso nuovi scenari di mercato. Dei 33 programmi selezionati, infatti, 20 sono destinati al mercato interno e 13 a regioni e Paesi terzi: Cina, Medio Oriente, Nord America, Sud Est asiatico, Giappone, Corea del Sud, Africa, Russia, Bielorussia, Kazakhstan, Australia, Norvegia e Paesi Balcani non appartenenti all’Ue.

Secondo Phil Hogan, commissario Ue per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale “questi nuovi programmi sono assai benvenuti nel contesto delle recenti difficoltà incontrate dai mercati: occorre infatti creare nuove opportunità di mercato, in particolare nei mercati non appartenenti all’Ue, per contribuire a stimolare crescita e occupazione nel settore agroalimentare“.

Si tratta di proseguire la campagna dei prodotti unionali nei paesi terzi iniziata con i programmi approvati durante il primo ciclo promozionale del 2015. Questo finanziamento è l’ultimo ciclo di programmi del “vecchio” regime (regolamento 3/2008). Dal 1° dicembre, le nuove norme in ambito promozionale introdurranno vari importanti cambiamenti (tra cui un più ampio spettro di beneficiari e prodotti ammissibili, modifiche procedurali, un programma di lavoro annuale e inviti a presentare proposte, l’aumento del bilancio e delle percentuali di cofinanziamento UE) e un bilancio di 111 milioni di euro per il 2016.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/11/23/agroalimentare-in-arrivo-108-milioni-dall-ue-per-la-promozione/46400

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-6061_it.htm