Suolo e Salute

Autore: admin

Il 15 giugno a Expo per parlare di Dop, Igp, tutela e valorizzazione dei prodotti italiani

Lunedì 15 giugno, nell’ambito di Expo, si terrà un incontro sugli Stati Generali delle Indicazioni Geografiche Italiane, organizzato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.

L’incontro sarà articolato su tre aree tematiche dal titolo: “L’evoluzione delle Dop e Igp in Italia”, “La garanzia per i consumatori”e “Le politiche di tutela e valorizzazione”.

L’incontro si svolgerà durante la mattinata. Previsti interventi e discussioni per ogni area tematica.

In particolare, parleranno de “L’evoluzione delle Dop e Igp in Italia”:

  • Giuseppe Liberatore – Presidente Aicig
  • Riccardo Ricci Curbastro – Presidente Federdoc
  • Lorenzo Beretta – Vice Presidente lsit
  • Cesare Baldrighi – Presidente Afidop
  • Daniele Salvagno – Presidente Federdop Olio
  • Nicola Levoni – Presidente Assica
  • Cesare Mazzetti – Presidente Comitato Nazionale Acquaviti

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Si parlerà di azioni coordinate e collettive delle produzioni tutelate della salumeria italiana, sistema dei grandi formaggi italiani a denominazione di origine, DOP e IGP dell’olio, “Il sistema delle IG nel settore delle bevande spiritose”.

La seconda parte sulla garanzia per i consumatori sarà trattata da:

  • Stefano Vaccari – Capo Dipartimento ICQRF
  • Cesare Patrone – Capo del Corpo Forestale dello Stato
  • Gianluca Dell’Agnello – Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari
  • Filippo Trifiletti – Direttore generale Accredia

I temi caldi saranno: le azioni di contrasto al fenomeno di contraffazione e Italian Sounding, prevenzione e repressione dei reati agroalimentari, lotta alle frodi perpetrate ai danni del patrimonio agroalimentare.

La terza sezione, invece, vedrà gli interventi di:

  • Luca Bianchi, Mipaaf – Capo Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare e dell’ippica
  • Ezio Castiglione – Presidente lsmea
  • Riccardo M. Monti – Agenzia ICE
  • Alberto Mattiacci – Università La Sapienza di Roma
  • Mauro Rosati – Direttore Generale Fondazione Qualivita

In questa fase dell’incontro si parlerà di numeri e valori del settore agroalimentare e vitivinicolo, strategie di internazionalizzazione a sostegno del Vino e del Food italiani e valorizzazione dei prodotti.

Apriranno l’incontro, l’On. Luca Sani,  Presidente Commissione Agricoltura della Camera, e il sen. Roberto Formigoni, Presidente Commissione Agricoltura del Senato. A concluderlo, invece, gli interventi dell’On. Paolo De Castro, Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo e relatore permanente per Expo 2015, e di Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.

Fonti:

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8682

Lombardia, bando PSR 2014-2020: 7milioni a disposizione dell’agricoltura biologica

Pubblicate sul BURL n.22 del 27.05.2015 le disposizioni attuative regionali del primo bando del nuovo PSR 2014-2020 che interessa il territorio lombardo.

Il bando riguarda le aziende agricole in periodo di conversione o che sono già biologiche al momento della data di presentazione della domanda di aiuto.

La Misura 11 promuove l’introduzione e lo sviluppo di sistemi di coltivazione e allevamento, nonché di pratiche colturali, che si limitano all’uso di prodotti consentiti dal metodo biologico. Tra gli obiettivi della misura, anche quello di ridurre lo sfruttamento dei terreni e degli animali, migliorando in questo modo la qualità del suolo agricolo e delle acque superficiali e favorendo la diversificazione colturale, la biodiversità e il benessere degli animali.

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Le operazioni proposte nell’ambito della Misura 11 contribuiscono al soddisfacimento delle seguenti priorità:

  • salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità, compreso nelle zone Natura 2000, nelle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, nell’agricoltura ad alto valore naturalistico, nonché dell’assetto paesaggistico dell’Europa;
  • migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi;
  • prevenzione dell’erosione dei suoli e migliore gestione degli stessi.

Le disposizioni sono inoltre volte a incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale.

La Misura 11 finanzia gli impegni derivanti dall’adesione al metodo di produzione biologica in conformità al regolamento CE n. 834/07 e s.m.i. e al regolamento CE n. 889/08.

Il finanziamento consiste in un “premio” annuo che compensa il richiedente per i minori redditi e/o i maggiori costi che derivano dall’esecuzione degli impegni connessi alla conversione al metodo di produzione biologico o al suo mantenimento. La superficie aziendale oggetto di pagamento è quella compresa nel territorio della Regione Lombardia. Sono ammessi a pagamento anche i terreni aziendali situati in altre regioni confinanti, qualora contigui a quelli situati nel territorio della Lombardia.

La misura 11 è articolata in due sottomisure:

  • Pagamento al fine di adottare pratiche e metodi di produzione biologica
  • Pagamento al fine di mantenere pratiche e metodi di produzione biologica

La Misura 11 si applica su tutto il territorio regionale e la durata degli impegni per le aziende che aderiscono nell’anno 2015 è di 6 anni.

Le aziende che possono aderire alla presente operazione devono essere iscritte nell’elenco regionale degli operatori biologici alla data di presentazione della domanda di aiuto. La perdita della certificazione come operatore biologico, durante il periodo di impegno, comporta la decadenza totale della domanda con conseguente restituzione dei premi percepiti.

Le risorse finanziarie disponibili per il presente bando ammontano a 7milioni di euro.

Le domande possono essere presentate, in via telematica, entro il 15 giugno oppure entro il 15 luglio con riduzione del contributo.

Fonti:

http://www.consultazioniburl.servizirl.it/ConsultazioneBurl/

http://www.adnkronos.com/fatti/pa-informa/economia/2015/05/28/psr-misura-agricoltura-biologica_gyUKzVxgEdHqalCUSQgwKP.html?refresh_ce

http://www.finanziamentinews.it/article/05684/2014-2020-milioni-euro-agricoltura-biologica

Expo: il 10 giugno si parla di prospettive e opportunità del settore biologico

Mercoledì 10 giugno all’interno dell’Expo di Milano, presso il Teatro della Terra all’interno del Parco della Biodiversità, si terrà l’assemblea costitutiva di Eco-Bio Confesercenti, il nuovo sindacato rappresentante le attività commerciali e turistiche del mondo del biologico, naturale ed eco-sostenibile.

Durante l’evento, alle ore 11:30, si terrà un convegno dal titolo “Le prospettive e le opportunità del settore biologico e naturale”.

I relatori saranno: Paolo Carnemolla, Presidente Nazionale di Federbio, con cui Eco-Bio Confesercenti è associata, Roberto Pinton, Segretario Nazionale AssoBio, l’Associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali, Massimo Govoni, segretario AssispeBio, l’Associazione nazionale dei tecnici ispettori per le produzioni biologiche, e Marco Mascagni, Presidente Eco-Bio Confesercenti Bologna.

Eco Bio Confesercenti è una associazione nata nel 2012 all’interno della Confesercenti di Bologna che accoglie trasversalmente tutte le attività legate al mondo del biologico, naturale e sostenibile, con l’obiettivo di rappresentare e valorizzare il settore in ambito istituzionale e promuovere le attività associate. Nel 2013 ha accolto anche l’Associazione Negozi Biologici, categoria che raggruppa i negozi e supermercati specializzati nella vendita di prodotti biologici al dettaglio.

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Quanti fossero interessati a partecipare dovranno compilare la scheda di partecipazione allegata ed inviarla, entro e non oltre giovedì 4 giugno, alla segreteria di Confesercenti.

Per informazioni e per visualizzare il programma, potete visitare il sito: http://www.ecobio.bo.it/page_1/Home.html

Fonti:

http://www.ecobio.bo.it

http://www.federbio.it/agenda.php?nid=935

Etichettatura alimenti: passo indietro dell’Ue sull’origine obbligatoria

Nei giorni scorsi, la Commissione Europea ha reso noti due rapporti sull’indicazione di origine obbligatoria in etichetta per alcune categorie di prodotti alimentari. I report riguardano: il primo, latte, prodotti a base di latte e carni “minori”, come carne di coniglio, cavallo e cacciagione; il secondo, i prodotti non trasformati, “mono-ingrediente” o che contengono un ingrediente che rappresenta oltre il 50% dell’alimento (riso, pasta, succhi, conserve di pomodoro).

Secondo l’esecutivo Ue, per queste tipologie di alimenti è consigliabile “un’etichettatura volontaria, in combinazione con regimi di etichettatura obbligatoria per alcune categorie di prodotti “, al posto di un obbligo a livello comunitario.

La ragione addotta sembrerebbe essere il fatto che, secondo la Commissione Europea,  l’etichettatura obbligatoria per i prodotti lattiero-caseari avrebbe un “impatto diseguale” per i produttori, rendendola più onerosa per alcuni rispetto ad altri. Cosa che varrebbe anche per le carni minori, per la pasta, per la passata di pomodoro, il succo d’arancia e così via.

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Un parere criticato da molti, a partire dal nostro ministero delle Politiche Agricole e che andrebbe contro la volontà dei consumatori italiani di conoscere l’origine delle materie prime presenti in tutti gli alimenti.

Queste le parole del ministro Maurizio Martina: “Ci aspettavamo molto di più dalla Commissione europea, faremo sentire forte la nostra voce nel Consiglio dei ministri dell’agricoltura Ue perché riteniamo fondamentale dare informazioni trasparenti al consumatore sulla provenienza delle materie prime. Il rapporto purtroppo non ci soddisfa, ma affronteremo con determinazione la questione tenendo conto delle risposte dei consumatori italiani alla nostra consultazione pubblica”.

Enrico Brivio, portavoce per la Salute e la Sicurezza alimentare della Commissione europea, ha spiegato che “l’etichetta d’origine volontaria è consigliabile perché non impone carichi amministrativi non necessari alle autorità nazionali e agli operatori del settore“.

Anche Paolo De Castro, coordinatore S&D della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ha espresso il suo disappunto sul parere dell’esecutivo europeo: “Noi siamo molto negativi nei confronti di questi due report perché vanno nettamente contro ciò che avevamo votato in Parlamento e in particolare in Commissione Agricoltura. Appena i rapporti arriveranno in aula all’Europarlamento faremo rumore e difenderemo la nostra linea. Noi siamo a favore dell’indicazione d’origine per garantire informazioni trasparenti al consumatore. In particolare avevamo approvato un documento sul mono-ingrediente proprio per tutelare le conserve alimentari. Del resto la Commissione conosce bene casi come quello dei pomodori provenienti dalla Cina, non mi spiego questa chiusura totale“.

Secondo Coldiretti, l’indicazione della Commissione Europea sarebbe contraddittoria rispetto al percorso intrapreso fino adesso e che ha portato all’obbligo, in vigore dal primo aprile 2015, di indicare in etichetta il luogo di allevamento e macellazione delle carni di maiale, capra e pecora. Il presidente Roberto Moncalvo ha infatti affermato che “in un difficile momento di crisi bisogna portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza per dare a tutti la possibilità di fare scelte di acquisto consapevoli e sostenere l’agricoltura e il lavoro delle imprese agricole del territorio”.

I rapporti dell’esecutivo Ue saranno inviati a Europarlamento e Consiglio, per un’eventuale discussione in materia.

Fonti:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=2324

http://www.repubblica.it/economia/2015/05/21/news/latte_pasta_e_riso_dietrofront_dell_europa_sull_etichette_d_origine-114922896/

http://www.coldiretti.it/news/Pagine/335—20-Maggio-2015.aspx

http://ec.europa.eu/agriculture/newsroom/205_en.htm

Suolo e Salute transita con successo alla norma ISO 17065

Obiettivo raggiunto e con successo. L’11 maggio scorso, il Comitato settoriale di Accreditamento ha deliberato per Suolo e Salute la transizione alla norma ISO 17065/2012. Alla base di tale decisione vi sono le risultanze positive rilevate da ACCREDIA, Ente nazionale di accreditamento, durante le visite ispettive presso l’organismo di controllo.

La norma ISO/IEC 17065:2012, “Conformity assessment – Requirements for bodies certifying products, processes and services”, pubblicata il 15 settembre 2012, ha sostituito la UNI CEI EN 45011:1999, che è stata contestualmente ritirata, sebbene continui a valere nel periodo di transizione dei 36 mesi dalla data di pubblicazione della nuova norma.

La ISO 17065:2012 recepisce e rende più espliciti dei concetti già contenuti nella guida GD5 dello IAF che forniva la base delle linee guida per l’applicazione e interpretazione della norma UNI 45011 e quindi non ha stravolto l’operatività degli Organismi di controllo ma ha comportato una serie di modifiche e integrazioni alla documentazione di sistema necessarie per l’adeguamento.

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La principale novità introdotta riguarda il concetto di “meccanismo di salvaguardia dell’Imparzialità” in cui viene data grande enfasi al principio di imparzialità e all’individuazione di parti significativamente interessate che devono garantire la salvaguardia dell’imparzialità dell’organismo di controllo.

Ai fini dell’adeguamento alla nuova norma Suolo e Salute ha predisposto uno specifico piano di transizione per definire e successivamente apportare al proprio Sistema di gestione qualità le modifiche ritenute necessarie al soddisfacimento dei nuovi requisiti. Tale piano di transizione è stato attuato da Suolo e Salute tra luglio e Agosto 2014 ed è stato valutato da Accredia nella verifica di sorveglianza svoltasi a settembre 2014 a fronte della nuova norma.

Suolo e Salute risulta essere tra i primi Organismi di Controllo in Italia ad aver raggiunto a pieno titolo la transizione alla nuova norma.

Fonte : http://www.suoloesalute.it/

The Guardian: l’Ue fa marcia indietro su pesticidi pericolosi a causa di pressioni Usa

Funzionari americani avrebbero fatto pressioni sull’Ue affinché venisse accantonata l’idea di regolamentare la presenza di sostanze chimiche che sarebbero collegate con cancro e sterilità maschile, in vista degli accordi del TTIP, il partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti. Questo, almeno, quanto affermato da The Guardian, a seguito della diffusione di alcuni nuovi documenti.

Secondo quanto riportato dal giornale inglese, le bozze dell’Ue prevedevano il divieto di 31 pesticidi contenenti EDC (Endocrine Disrupting Chemicals), perturbatori endocrini. Una linea che sarebbe stata abbandonata a causa delle pressioni esercitate dagli Stati Uniti e scoperte dall’accesso ad alcuni documenti informatici ottenuti dalla Pesticides Action Network (PAN) Europe.

Il 26 giugno 2013, una delegazione di alto livello della AmCham (la Camera di Commercio statunitense) avrebbe fatto visita alla propria controparte europea per spingere l’UE a rinunciare ai propri criteri scientifici usati per identificare gli EDC, a favore di un nuovo studio.

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In quell’occasione, i rappresentanti statunitensi si sarebbero lamentati dell’inutilità di creare categorie e quindi “elenchi” di sostanze proibite. Un messaggio ribadito anche successivamente, quando il segretario generale della commissione, Catherine Day, avrebbe inviato una lettera a Karl Falkenberg, direttore del dipartimento dell’Ambiente, per chiedere l’abbandono dei criteri contenuti nelle bozze Ue.

Secondo The Guardian queste pressioni sarebbero state sufficienti per far slittare la normativa prevista per il 2014, al 2016, nonostante i costi sanitari in Europa collegati a patologie connesse ai perturbatori endocrini, come ad esempio perdita di QI, obesità e criptorchidismo (una condizione che colpisce i genitali dei bambini maschi), siano stimati intorno ai 150 mld l’anno.

Sembra che prima della decisione, inoltre, la AmCham avesse chiesto uno studio per fissare limiti meno severi sull’esposizione ritenuta accettabile a queste sostanze. Il presidente della commissione ambiente dell’AmCham avrebbe infatti scritto in una lettera indirizzata alla commissione: “Siamo preoccupati di vedere che questa decisione, che è la fonte di molti dibattiti scientifici, potrebbe essere presa su un terreno politico, senza prima valutare quali potrebbero essere i suoi effetti sul mercato europeo“.

Come ricorda The Guardian, all’inizio di quest’anno, 64 europarlamentari hanno presentato delle interrogazioni alla Commissione circa il ritardo nella classificazione degli EDC, a seguito di altre rivelazioni fatte dallo stesso giornale. La Svezia, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno proposto un ricorso giurisdizionale contro la commissione per l’impasse legislativa.

Ma non è tutto: qualche settimana prima che venisse messa da parte la bozza Ue inerente i limiti severi previsti per i pesticidi, alcune grandi aziende europee, come Dupont, Bayer e BASF avrebbero espresso il loro “disappunto” su una legislazione troppo restrittiva che potrebbe danneggiare i negoziati commerciali Usa-Ue.

Funzionari Ue hanno affermato che la procedura di valutazione non è legata ai negoziati TTIP e che i criteri definitivi per identificare le sostanze dannose saranno fissati in maniera indipendente.

Fonti:

http://www.theguardian.com/environment/2015/may/22/eu-dropped-pesticide-laws-due-to-us-pressure-over-ttip-documents-reveal

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+OQ+O-2015-000017+0+DOC+XML+V0//EN

http://www.pan-europe.info/