Suolo e Salute

Autore: admin

OGM, le reazioni del mondo del bio italiano

Pur riconoscendo l’importanza del voto del Parlamento Europeo riguardo allle limitazioni alla coltivazione di OGM nei territori dell’Unione, il mondo del bio italiano ribadisce le proprie preoccupazioni, sostenendo che l’esito del voto di Bruxelles “ rischia di essere un regalo alle multinazionali del biotech che mirano a tenere in ostaggio la sovranità alimentare. Allo stesso tempo, ponendo limiti all’obbligo di etichettatura, si ignora la volontà di gran parte dei cittadini che, a più riprese, hanno detto ‘no’ agli OGM”.Per alcuni Paesi europei questo voto può rappresentare senz’altro un passo avanti. Gli Stati sono un po’ più liberi di decidere ed esiste un nuovo modello per il resto del mondo. Per un paese come l’Italia, però, che ha nell’agricoltura biologica e di qualità un fiore all’occhiello della produzione, si tratta di un pericoloso arretramento. Ulteriore elemento di debolezza, come sottolinea anche IFOAM UE, è che i paesi che non opteranno per il divieto, non sono obbligati a prendere misure di tutela verso l’agricoltura non transgenica”. A detta di AIAB, FederBio e Associazione Agricoltura Biodinamica, permangono troppi punti vaghi soprattutto per quanto riguarda le motivazioni che uno Stato membro può ora addurre a sostegno del divieto. Lo Stato non potrà appellarsi a ragioni ambientali per vietare gli Ogm ma solo a ragioni socio-economiche. Un modo per rendere giuridicamente deboli i singoli paesi e per lasciare un pericoloso spazio di contestazione alle multinazionali che acquisiscono, così, un grande potere. Inoltre, la possibilità che l’etichettatura obbligatoria sia considerata un ostacolo alla libera circolazione delle merci diventa, con il testo approvato, un pericolo reale che mette a rischio il diritto dei consumatori a essere correttamente informati“.
Per il presidente AIAB Vizioli il voto del Parlamento “indica chiaramente una volontà da parte dei governi europei di spianare la strada al TTIP, la cui trattativa sta andando avanti in segreto tra Usa e UE”.Un notevole danno anche economico – secondo Carlo Triarico, presidente dell’ Associazione Agricoltura Biodinamica – se si pensa al boom di domanda interna ed esportazioni che ha avuto negli ultimi anni l’agricoltura biologica e biodinamica. Così si tagliano le gambe a uno dei pochi settori in crescita, che fa dell’Italia un gioiello nella produzione dell’agroalimentare di qualità”.
FederBio parla per bocca del presidente Carnemolla, che auspica “che il Governo italiano utilizzi al meglio il nuovo quadro normativo e anche in relazione al voto odierno confermi il divieto di coltivazioni OGM in Italia anche dopo la scadenza del decreto interministeriale attualmente vigente, sulla cui legittimità già a suo tempo si è pronunciato il TAR Lazio”. “Non resta che ribadire che il biologico rimane l’unico sistema agricolo e di filiera alimentare che vieta gli OGM” ha concluso Carnemolla.

Fonte: Agrapress, FederBio, AIAB

Martina: l’accordo sugli OGM successo della Presidenza Italiana

La modifica alla direttiva comunitaria sugli OGM approvata dal Parlamento Europeo è un successo della presidenza italiana, del ministro Galletti, con cui abbiamo lavorato a stretto contatto e che ha presieduto in questi mesi il consiglio dei ministri dell’ambiente competente sulla materia OGM”. A sostenerlo il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, secondo il quale si tratta di un risultato per nulla scontato su cui si lavorava da più di 4 anni. n accordo che, secondo Martina, “risponde alle attese degli agricoltori, dei territori e di tutti gli italiani che hanno a cuore la qualità, la tipicità dei nostri prodotti alimentari e la distintività del nostro modello agricolo”. In italia rinnoveremo il divieto di coltivazione del mais Mon810 e proprio nei prossimi giorni ci confronteremo con i ministri Lorenzin e Galletti per procedere”.

In una nota, il Mipaaf sottolinea come l’accordo raggiunto con il Parlamento Europeo abbia “migliorato il testo approvato in prima lettura dal Consiglio Europeo nel giugno scorso sotto tre aspetti rilevanti: le valutazioni sui rischi ambientali e sanitari, di competenza dell’agenzia europea per la sicurezza alimentare, dovranno essere aggiornate ogni due anni per tener conto del progresso scientifico e del principio di precauzione che è un pilastro del diritto ambientale internazionale; gli stati membri possono chiedere, tramite la commissione europea, alle imprese produttrici di OGM, di escludere i loro territori dal novero dei paesi nei quali intendono chiedere l’autorizzazione europea alla coltivazione; ma questa fase di “negoziato” con le imprese non è più obbligatoria, e gli stati membri potranno decidere di passare direttamente al divieto di coltivazione per le motivazioni indicate nella direttiva; gli stati membri, prima di introdurre il divieto di coltivazione, dovranno comunicare il relativo provvedimento alla commissione europea ed attendere 75 giorni per il parere, ma durante questo periodo di attesa gli agricoltori non potranno comunque procedere alla semina dei prodotti interessati dall’ipotesi di divieto”, conclude la nota.

Fonte: Agrapress

OGM, La Via: assicurata certezza del diritto e sovranità degli Stati Membri

Dopo una fase di stallo durata quattro anni, oggi è stata approvata la nuova legislazione che permetterà agli stati membri di limitare o vietare in piena autonomia la coltivazione di colture contenenti organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio, anche dopo l’approvazione a livello europeo”. A dichiararlo il presidente della commissione ambiente del parlamento europeo Giovanni La Via: “quello di oggi e’ un accordo che aspettavamo da tempo, arrivato dopo un lungo negoziato”. “A mio avviso tale compromesso rappresenta l’unico accordo possibile, e come ogni buon compromesso lascia un po’ di amaro in bocca a tutte le parti coinvolte. ma con la nuova legislazione, abbiamo assicurato flessibilità e certezza del diritto, dando ascolto ai nostri cittadini e alle loro esigenze, visto che quello degli OGM è un tema molto sensibile e su cui c’e’ un forte dibattito nell’opinione pubblica”. Secondo La Via si tratta di un accordo che “assicura e riconosce la sovranità di ogni stato membro, fornendo loro la libertà di scelta, sulla base di criteri rigorosi, non in contrasto con la valutazione della salute e del rischio ambientale effettuata dall’autorita’ europea per la sicurezza alimentare (EFSA)”. “Sarà inoltre possibile per gli stati membri, basare il divieto sulla scorta di motivazioni relative a politiche ambientali, oltre che a quelli relativi ai rischi di impatto per la salute e l’ambiente, gia’ testati durante la fase autorizzativa. Gli stati membri da oggi potranno vietare la coltivazione ogm senza correre il rischio di essere citati dinanzi alla corte di giustizia, ma dovranno anche assicurare che le coltivazioni non contaminino altre aree interessate dalla coltivazione di prodotti non OGM, e di impegnarsi per evitare contaminazioni transfrontaliere con paesi confinanti”.

Tra i punti evidenziati da La Via, anche lil fatto che, entro 4 anni dall’entrata in vigore della direttiva, “la Commissione Europea, presenterà una relazione sull’efficacia della stessa, anche in relazione alla valutazione del rischio ambientale e alla effettiva compensazione dei danni ambientali dovuti alla coltivazione di ogm negli stati membri”, i quali “potranno chiedere alla società che presenta domanda di autorizzazione per la coltivazione di colture ogm a livello UE, di modificare la portata geografica della propria richiesta, con l’effetto di escludere la totalità o una parte del proprio territorio. Ma potranno anche procedere al divieto o alla limitazione della coltura OGM anche senza aver prima formulato la domanda di modifica dell’ambito geografico”.

Fonte: Agrapress

UE, OGM: in primavera entra in vigore nuova legge che ne limita la coltivazione

I membri del Parlamento europeo hanno approvato una nuova legge che permetterà agli Stati membri dell’UE di limitare o vietare la coltivazione di colture geneticamente modificate sul loro territorio, anche se questo è consentito a livello europeo. La legislazione, originariamente presentato nel 2010, era rimasta in stallo per quattro anni a causa di un disaccordo tra gli stati pro e anti-OGM: grazie all’accordo raggiunto tra Parlamento e Consiglio nel mese di dicembre, entrerà finalmente in vigore nella primavera del 2015. L’eurodeputato belga Frédérique Ries, che sta seguento l’iter legislativo in Parlamento ha detto: “Questo accordo garantirà una maggiore flessibilità per gli Stati membri che desiderano limitare la coltivazione di OGM sul loro territorio. Sarà, inoltre, oggetto di un dibattito che è tutt’altro che finito tra le posizioni pro e anti-OGM”.
Attualmente solo il mais Mon810 è coltivato nei territori dell’Unione, dopo che nel 2013 il Tribunale UE ha vietato la coltivazione della patata OGM “Amflora” dopo un iniziale via libera della Commissione europea.

Fonte: Crop Biotech

Bio sotto accusa in UK

E’ polemica in Gran Bretagna per le dichiarazioni di Lord Krebs, già direttore della Food Standard Agency dal 2000 al 2005 e attualmente consigliere del governo riguardo i cambiamenti climatici. Krebs ha dichiarato infatti che l’agricoltura biologica, richiedendo maggiori estensioni di terreno per avere la stessa resa del convenzionale, non è da questo punto di vista benefica per l’ambiente. Perorando al contempo la causa dell’agricoltura cosiddetta “no till”, che contempla l’uso di OGM e di erbicidi. Un punto di vista, quello sulla scarsa produttività del biologico, recentemente confutato da una ricerca di Berkeley secondo la quale la produttività del bioogico è superiore alle previsioni tanto da essere potenzialmente in grado di sostituirsi a quella convenzionale per soddisfare le esigenze dell’intero pianeta. A Krebs ha risposto a stretto giro Helen Browning, direttore generale della Soil Association, che promuove l’agricoltura biologica. LA Browing si è detta “confusa” dall’ostilità di Krebs ricordando come gli studi più recenti dimostrino che le rese del biologico in molti casi sono paragonabili a quelle del convenzionale.Aggiungendo che il metodo biologico ha l’importante funzione di arricchire di materia organica il suolo e migliorare l’efficienza d’uso dei fertilizzanti. Senza contare che agricoltura intensiva è sotto accusa proprio per l’erosione dei suoli che Krebs invece imputa all’agricoltura biologica.

Fonte: Greenbiz.it

Boom del bio siciliano

Cifre da record quelle fatte segnare dall’agricoltura biologica in Sicilia, in grado di passare dai 7.918 operatori del 2012 ai 9.888 nel 2013, con un aumento del 24,9% in dodici mesi.Una crescita senza paragoni nella penisola: al secondo posto per crescita del bio in Italia infatti è la regione Marche, con una cresicta di “solo” il 7,7%. A rivelarlo la Coldiretti, commentando i dati elaborati dal Sinab. I produttori esclusivi siciliani sono 8.954, per una superficie coltivata a bio complessiva di 280.448 ettari nel 2013: il comparto dove si concentra la maggiore produzione è quello cerealicolo, con 41.793 ettari, ma ottimi dati riguardano anche la viticoltura (con 25.153 ettari), l’olivicoltura (24.470 ettari) e la produzione di agrumi (15.824 ettari).Ancora migliori i dati per quanto riguarda la zootecnia biologica, con una aumento del 38,7% delle aziende, cresciute dalle 1.735 nel 2012 alle 2.407 nel 2013. Un dato ripreso e sottolineato dal presidente della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli, che sottolinea tuttavia alcune contraddizioni : “E’ un quadro positivo che dimostra la scelta compiuta dai produttori siciliani che guardano al mercato per rispondere ad una richiesta pressante. Ma anche nel biologico la nostra Regione conferma il modus operandi: produciamo, inviamo per la trasformazione e tutto torna nei nostri confini a prezzi doppi. I nostri prodotti bio, certificati, naturali, sono all’avanguardia anche per le scelte compiute dagli agricoltori al di la’ dell’aiuto comunitario, indispensabile negli anni di conversione”.

Fonte: Agi.it