Suolo e Salute

Autore: admin

OGM, da FederBio cauto ottimismo

Parere positivo, ma al tempo stesso prudente, quello espresso dal presidente FederBio Paolo Carnemolla in merito alla questione OGM in discssione attualmente nell’agenda europea: “per ora non possiamo che commentare positivamente l’accordo di principio raggiunto tra consiglio, commissione e parlamento UE, che segue il netto pronunciamento della commissione ambiente, salute pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento Europeo, che già aveva emendato l’accordo raggiunto dai ministri lo scorso giugno, reintroducendo il potere decisionale degli stati membri sull’autorizzazione all’uso di OGM nel proprio territorio”. Ma, sottolinea Carnemolla, “in ambito europeo nel passato non sono mancate retromarce dell’ultima ora, per cui, in materia di OGM è bene attendere l’emanazione dell’atto conclusivo”. “Attendiamo ora che il comitato dei rappresentanti permanenti presieduto dall’Italia confermi questa decisione di civiltà”, prosegue Carnemolla, che esprime al contempo grande apprezzamento “per la posizione netta dell’Italia sostenuta con determinazione dai ministri Martina e Galletti”. “Auspichiamo – conclude il presidente FederBio – che il governo saprà predisporre strumenti per valorizzare l’assenza di OGM dalle nostre filiere agroalimentari e la ricchezza della biodiversità della nostra campagna, che potranno apportare un contributo cruciale al rafforzamento del Made in Italy”.

Fonte: FederBio, Agrapress

Clima, nuovo allarme Coldiretti

Torna a farsi sentire, preoccupata, la voce di Coldiretti, che sottolinea l’eccezionalità dell’anno in corso da un punto di vista meteorologico e climatico e in particolare le temperature insolitamente alte registrate negli ultimi tempi. Con conseguenze molto serie sui cicli vitali delle piante e degli animali. In un comunicato infatti la Confederazione ribadisce che “gli effetti del caldo si fanno sentire sulla natura, con le piante che quest’autunno hanno ancora le foglie perché non sono entrate nella fase di riposo vegetativo caratteristico della stagione, che aiuta a difenderle dal freddo”. Ma a preoccupare, in apparente contraddizione, ora è il freddo, che rischia di cogliere impreparate ai rigori invernali le piante, “con pesanti effetti sui raccolti”. “L’autunno più caldo dal 1800 con temperature superiori alla media di 2,1 gradi ha mandato la natura in tilt con gli insetti che prolificano come dimostra la presenza insolita di zanzare e mosche in gran quantità ma ha anche ritardato il letargo di molti animali”. E ora “l’arrivo del grande freddo troverà dunque le piante indebolite ed impreparate con il rischio di pesanti danni, soprattutto se la temperatura scenderà abbondantemente sotto lo zero come annunciato”.

Fonte: Agrapress, Coldiretti

Pubblicato il Reg. di esecuzione (UE) n.1287/2014 sull’ importazione di prodotti bio dai paesi terzi

È stato pubblicato il 5 dicembre u.s. sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento di esecuzione (UE) n. 1287/2014 della Commissione, del 28 novembre 2014, che modifica e rettifica il regolamento (CE) n. 1235/2008 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio in merito al regime di importazione di prodotti biologici dai paesi terzi. Tra le modifiche più significative apportate al Reg. n.1235/2008, vi è la proroga al 31 ottobre 2015 del termine per la presentazione da parte degli organismi e delle autorità di controllo della domanda di riconoscimento ai fini della conformità. L’attuazione delle disposizioni relative all’importazione dei prodotti conformi è infatti tuttora in fase di valutazione e i relativi strumenti ancora in via di elaborazione.

Il regolamento è entrato in vigore il 5 dicembre 2014.

Testo integrale del Reg. (UE) n. 1287 /2014 (documento pdf)

Fonte: UE, Sinab

Banca della Terra, in Toscana si celebra il primo anno di vita e di risultati

Ad un anno dalla nascita, è stato presentato lunedì scorso a Firenze presso la sede della Regione il primo bilancio della “Banca della Terra”. L’iniziativa, come recita la legge istitutiva (LR 80/2012), nasce con lo scopo di “rafforzare le opportunità occupazionali e di reddito delle aree rurali”, promuovere l’agricoltura e tutelare il paesaggio e la biodiversità mantenendo la risorsa forestale anche con azione preventiva contro i dissesti idrogeologici, grazie ad uno “strumento che comprende anche un inventario completo e aggiornato dell’offerta dei terreni e delle aziende agricole di proprietà pubblica e privata disponibili per essere immessi sul mercato tramite operazioni di affitto o concessione, nonché terreni agricoli resi temporaneamente disponibili in quanto incolti”. Grande soddisfazione è stata espressa dall’Assessore regionale all’Agricoltura Gianni Salvadori che, nel corso di una conferenza stampa, ha sottolineato l’impegno profuso nell’iniziativa, prima di questo genere in Italia e anche in Europa, sottolineando che “oggi i risultati ci danno ragione e premiano il nostro impegno”. “Sono orgoglioso perché – ha proseguito Salvadori – non solo la “Banca della Terra” funziona e serve, come dimostrano i dati, a recuperare alla coltivazione, all’attività di allevamento e in genere alle attività agroalimentari, terreni e fabbricati che erano stati abbandonati, ma anche perché si è dimostrata uno strumento importante per dare la terra ai giovani che vogliono fare gli agricoltori, ma finora non avevano i mezzi per procurarsela”. “Questi risultati sono così positivi che la ‘banca “Banca della Terra” entra ufficialmente a far parte delle misure del progetto ‘Giovanisì’ della regione Toscana”.

Salvadori ha sottolineato il ruolo importante svolto dalla “Banca2 anche in chiave di prevenzione del dissesto idrogeologico: tramite il recupero dei terreni abbandonati e incolti infatti “è possibile contenere il degrado ambientale, salvaguardare il suolo e gli equilibri idrogeologici, limitare gli incendi boschivi, favorire l’ottimale assetto del territorio”. La legge attribuiva ai Comuni l’onere di censire i terreni abbandonati e/o improduttivi, azione propedeutica alla creazione della Vanca vera e propria: tramite il lavoro di dieci operatori, uno per provincia, l’operazione è stata portata a compimento e grazie alla Banca ad oggi sono già stati assegnati oltre 270 ettari di terreni pubblici, ed altri proseguiranno nei prossimi mesi.

Fonte: Agrapress, Regione Toscana

A Bruxelles il convegno CIA sul biologico

Si è svolto ieri a Bruxelles il convegno “La riforma dell’agricoltura biologica nell’Ue”, organizzato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori presso il Comitato economico e sociale europeo, alla presenza di numerosi membri della Commissione e del Parlamento Ue, del presidente Cia Scanavino e di numerosi rappresentanti del mondo del biologico, a cominciare dal presidente FederBio Carnemolla. Un’occasione importante per fare il punto sulla situazione del settore e confrontarsi riguardo le misure di rafforzamento e innovazione possibili. Il biologico, come noto, è uno dei pochi settori che continua a crescere malgrado la crisi: crescono i fatturati (+6%), con un giro d’affari a livello europeo pari a 18 miliardi di euro l’anno. In Germania il mercato del “bio” supera i 7 miliardi di euro l’anno, seguito dalla Francia (4 miliardi) e dal Regno Unito (2 miliardi). Subito dopo l’Italia, con 1,9 miliardi di valore del mercato interno (3,1 comprendendo anche l’export). Crescono le superfici coltivate a biologico, anch’esse del 6%. E continua a crescere la richiesta di biologico da parte dei consumatori. Sia per motivi legati alla sicurezza e qualità alimentare, sia per una maggiore sensibilità rispetto ai temi della sostenibilità ambientale, di cui il biologico è indubbiamente una delle espressioni più compiute. Si rende pertanto necessario un adeguamento delle norme che regolano il settore, per poter consentire uno sviluppo armonico del comparto e per far fronte alle sfide future. In particolare, favorendo un processo di conversione delle aziende agricole convenzionali verso metodi colturali biologici, pur preservando la fiducia dei consumatori nei confronti del bio. Perché senza ombra di dubbio negli ultimi 10-15 anni il biologico si è trasformato “da movimento circoscritto, per lo più locale e poco organizzato, a fenomeno esteso e tendenzialmente di massa”, come si legge in un comunicato della Confederazione. “Proprio per questo, però, è fondamentale giungere al più presto a una nuova regolamentazione del settore, che elimini gli ostacoli alla produzione biologica ancora presenti nell’Ue. Secondo la Cia serve una normativa uniforme a livello europeo, che favorisca i consumatori ma che sia anche strumento più efficace di contrasto delle frodi. E’ necessario inoltre un processo di semplificazione degli adempimenti, snelliti di tutte le disposizioni poco utili e/o efficaci, e un sistema di controllo più efficiente e incisibo. Inoltre, è importante puntare ad un miglioramento delle performance ambientali del metodo produttivo, anche come risposta al problema sempre più pressante dei cambiamenti climatici in atto. Anche sulla riforma del bio proposta a livello europeo la Cia ha una posizione chiara: apprezzamento per una serie di novità introdotte dalla proposta (come la riduzione delle disposizioni, l’uniformità europea, le norme sulle importazioni e sull’etichettatura), critica su altri aspetti. Secondo la Cia ad esempio è fondamentale introdurre una soglia di “declassamento” da bio a convenzionale unica per tutta l’UE e superiore a quella attualmente in vigore in Italia (0,01 mg/kg), considerata dalla confederazione oggettivamente troppo bassa. In più, ad avviso della Cia, “è necessario tendere verso aziende che siano integralmente biologiche e non miste, ma prevedendo deroghe per situazioni eccezionali, specie per colture permanenti o per particolari allevamenti”. Chiara e netta resta l’opposizione all’uso di OGM, anche se a giudizio della Cia è necessario un sistema di deroghe dinamico in grado di consentire all’agricoltore di coltivare “ specie e varietà non ancora consolidate nella filiera sementiera biologica”.

Accordo con la Commissione circa l’obiettivo di ridurre i costi della certificazione per le piccole imprese, ma restano le perplessità riguardo le certificazioni di gruppo, che per la Cia sono possibili solo per quelle aziende associate a un’unica impresa di commercializzazione che vende a suo nome il prodotto conferito dai soci. Infine, secondo la Confederazione è importante una rapida approvazione del nuovo Regolamento Ue sul bio, assicurando però una fase ordinata e controllata di transizione verso la nuova normativa”. Chiudendo il convegno, il presidente Cia Scanavino ha dichiarato che “l’obiettivo strategico, che vorremo che con quest’iniziativa fosse condiviso, è quello di far crescere le dimensioni della base produttiva e imprenditoriale del biologico a livello nazionale e comunitario. Perché il bio, oggi, rappresenta una grande opportunità strategica per un’agricoltura che vuole rispondere alle attese dei consumatori, ma capace anche di interpretare le sfide del futuro che richiedono sempre di più un equilibrio tra produttività e sostenibilità”.

Fonte: CIA

Oggi a Roma seminario sull’acquacoltura bio

Si intitola “Produzioni semintensive di giovanili di specie ittiche marine per l’innovazione nelle produzioni biologiche” il seminario in corso di svolgimento oggi a Roma presso la sede del CRA dia via del Caravita. Nel corso dell’incontro saranno presentati i risultati del programma di ricerca PROSEGAB (MiPAAF SAQ X – PAN 2008-2009 – Az. 2.2) e presentato e distribuito il “Manuale di tecniche semintensive per la produzione di giovanili di specie ittiche marine in acquacoltura biologica”. Nel corso dell’incontro si parlerà anche della posizione italiana riguardo la revisione dei regolamenti del settore bio, in particolare per quanto riguarda le avannotterie, come discusso anche nel recente RCOP di cui abbiamo dato notizia in un altro nostro articolo.

Fonte: CRA, FederBio