Suolo e Salute

Autore: admin

Coldiretti: 15 percento delle campagne perso negli ultimi 20 anni

All’indomani degli eventi meteorologici catastrofici che hanno coinvolto diverse regioni del paese, Coldiretti in una nota stigmatizza il malgoverno che per troppo tempo ha colpevolmente ignorato i problemi e le emergenze del territorio, contribuendo in maniera fondamentale alla situazione critica attuale: “l’Italia ha perso negli ultimi venti anni il 15% delle campagne per effetto della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto di 2,15 milioni di ettari la terra coltivata”, si legge nella nota. “Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) e quella disponibile non riesce più  ad assorbire adeguatamente la pioggia”.

Coldiretti non dimentica anche il tema global warming e le conseguenze sempre più tangibili di queste trasformazioni: “siamo di fronte ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest’anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d’acqua: il risultato è che in Italia oltre 5 milioni di cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni che riguardano ben il 9,8% dell’intero territorio nazionale”. “Per proteggere il territorio ed i cittadini che vi vivono deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle citta’ e dall’abbandono nelle aree marginali con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola che ha visto chiudere 1,2 milioni di aziende negli ultimi venti anni”.

Fonte: Coldiretti, Agrapress

Il Consiglio dei ministri UE respinge la proposta di ridurre i budget 2015

Netto rifiuto quello espresso unitariamente dal Consiglio dei Ministri dell’agricoltura UE riguardo la proposta della Commissione europea di ridurre il Feaga, il Fondo europeo agricolo di garanzia (Feaga): la proposta è stata giudicata eccessivamente penalizzante per un settore, quale quello agricolo, già pesantemente condizionato dall’impatto delle vicende legate all’embargo russo. Per il ministro Martina “l’agricoltura europea non può pagare due volte per le conseguenze dell’embargo russo. Per ribadire questo orientamento, espresso dal Consiglio, invierò una lettera al presidente dell’Ecofin, affinché tenga conto della posizione dei ministri dell’agricoltura in sede di procedura di conciliazione in corso con il Parlamento europeo”. Secondo Agrinsieme, il coordinamento di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, è “assolutamente inaccettabile ogni operazione contabile che porti ad una riduzione della disponibilità finanziaria per l’agricoltura europea. Stiamo subendo le conseguenze dell’embargo russo e le misure sinora assunte sono largamente insufficienti, in parte inattive, ed escludono alcune produzioni chiave come quelle di alcuni comparti zootecnici. L’agricoltura non può solo subire le conseguenze di posizioni politiche dell’Ue senza almeno avere adeguate contromisure in termini di strumenti e risorse dedicate. Né tantomeno avere delle decurtazioni in bilancio”.

Fonte: Agronotizie

Al Consiglio dei ministri agricoltura UE la proposta italiana a sostegno dei giovani

La presidenza italiana ha presentato durante il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura e della Pesca dell’Ue tenutosi la settimana scorsa a Bruxelles un documento contenente una serie di misure a sostegno dei giovani agricoltori. Sono in particolare tre i punti centrali della proposta: un sostegno economico per i giovani agricoltori che intendano accedere a finanziamenti attraverso la Bei la Banca europea degli investimenti, che si integrerà con quanto eventualmente previsto dagli strumenti nazionali vigenti; misure destinate ad agevolare l’acquisto di terreni agricoli da parte dei giovani; la creazione di una sorta di “progetto Erasmus” per i giovani agricoltori, con lo scopo di facilitare gli scambi di esperienze a livello europeo attraverso il sostegno delle reti rurali nazionali e della rete rurale europea. La proposta è stata accolta con grande favore dagli Stati membri, come ha confermato il ministro Martina commentando l’esito del confronto: “Sono soddisfatto perché anche gli altri Stati membri hanno compreso che la disoccupazione giovanile va contrastata mettendo in campo provvedimenti urgenti e straordinari. Nell’area dei 28 Paesi Ue, secondo i dati dello scorso maggio, circa 5 milioni di giovani non hanno un lavoro. L’ultimo censimento europeo in agricoltura del 2010 ci segnala inoltre che la percentuale di agricoltori under 35 era del 7,5%, a fronte di un 30% di over 65. Bisogna invertire la rotta e adottare provvedimenti per il ricambio generazionale, sia con un’iniziativa comune europea, ma anche attraverso interventi nei singoli Stati”. “Ci siamo già mossi a livello nazionale su questo aspetto adottando un piano giovani in 10 azioni – ha proseguito Martina – dalla concessione di mutui a tasso zero, alle detrazioni per l’affitto di terreni agricoli, agli sgravi fiscali di 1/3 della retribuzione lorda per la stabilizzazione di giovani under 35, alle deduzioni Irap al 50% per le assunzioni di giovani nelle regioni del Mezzogiorno, fino ai crediti di imposta per investire nell’innovazione, nelle reti di impresa e nell’e-commerce. Adesso il nostro auspicio è che la Commissione europea recepisca l’orientamento del Consiglio e formuli una proposta concreta”.

Fonte: Agronotizie

A Parigi la 3a conferenza sulla trasformazione degli alimenti bio

E’ in programma il 17 e 18 novembre prossimi a Parigi 3 ° Conferenza sulla trasformazione degli alimenti biologici, organizzata da Ifoam EU in collaborazione con Synabio. Obiettivo della conferenza, dal titolo 3rd Organic Processing Conference: Future Challenges: Sustainability, Quality, Integrity & New Regulation, quello di condividere le esperienze pratiche su sostenibilità, integrità (Control & import), qualità (Additivi e Aromi – lavorazione accurata – Etichettatura). Gli argomenti in questione verranno affrontati alla luce della proposta di nuovo regolamento del bio europeo, in discussione in questo periodo. L’appuntamento di Parigi costituirà un’occasione di dialogo e confronto tra esperti del settore, produttori, certificatori, aziende e istituzioni sia nazionali che comunitarie, con l’obiettivo di costruire una grande rete europea degli operatori del settore. Ulteriori informazioni sul sito dell’evento a questo indirizzo.

Fonte: Ifoam EU, FederBio

A Tokyo dal 20 al 22 novembre Biofach Japan

E’ previsto dal 20 al 22 novembre prossimi l’edizione 2014 di Biofach Japan, la prima manifestazione “gemella” in ordine di tempo ad essere stata organizzata a partire dalla fiera mondiale di Norimberga. Nata nell’oramai lontano 2001, Biofach Japan è la prima e unica fiera di settore in Giappone. Faxcendo parte del circuito Organic Expo ospita eslcusivamente espositori ci cui prodotti rispondono rigorosamente a precisi criteri di ammissione, aumentando conseguentemente la trasparenza nei confronti del visitatore.

Maggiori informazioni su Biofach Japan sono disponibili al seguente indirizzo:

http://organic-expo.jp/en

USA: uno studio indaga i motivi per cui molti agricoltori si oppongono alla conversione bio

 Un recente studio pubblicato dal Journal of Marketing indaga sui motivi per cui negli Stati Uniti ancora   molti agricoltori faticano ad accettare l’idea di convertire la propria azienda all’agricoltura biologica, pur   trattandosi di un metodo di coltivazione sempre più redditizio rispetto a quello convenzionale. Secondo   quanto emerge dalla ricerca, i motivi sono fondamentalmente psicologici, in quanto il passaggio ad   un’agricoltura di tipo bio comporterebbe la rinuncia ad una serie di posizioni e convinzioni sostenute con   convinzione fino a quel momento.  In buona sostanza, per l’agricoltore industriale “medio” americano,   rinunciare ai prodotti chimici di sintesi significa anche rinunciare “a fare soldi” e per questo continuano a   non fidarsi dell’agricoltura biologica. Di più, spesso e volentieri la diffidenza di fondo mostrata nei confronti   del biologico assume quasi i contorni di una contrapposizione ideologica, quasi che il metodo biologico   fosse qualcosa a metà tra la superstizione e l’ideologia, e non un modo di lavorare che si fonda su precise   basi scientifiche.   Per gli autori della ricerca, la svolta culturale potrebbe avvenire solo a condizione che gli agricoltori   convenzionali riconoscessero che sono i filtri distorcenti del preconcetto ad impedire loro una riconversione   sempre più richiesta anche dai mercati (si pensi che per il 2015 il mercato del biologico dovrebbe sfiorare   quota 100 miliardi di dollari). Ma, come è noto, cambiare la mentalità delle persone è una delle sfide più   complesse da affrontare…
Fonte: Greenbiz