Suolo e Salute

Autore: admin

Al via a Bari l’Ottavo Congresso Europeo del Biologico

Ha preso il via oggi a Bari l’ottavo Congresso Europeo del Biologico, dove gli addetti del settore si riuniscono per confrontarsi con politici e decisori della presidenza italiana del consiglio europeo, della commissione e del parlamento europeo  riguardo il futuro del biologico in Europa. Suolo e Salute partecipa all’evento in qualità di sponsor.
Il convegno è organizzato da Ifoam EU insieme al Centro di Alti Studi Agronomici Mediterranei (Ciheam) di Bari, unitamente alla presidenza italiana del Consiglio Europeo e al Mipaaf sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e di Expo 2015. Al centro della discussione in particolare i nuovi programmi di sviluppo rurale, il partenariato europeo per l’innovazione in agricoltura e la revisione del regolamento del bio, al centro del dibattito negli ultimi mesi.
Alla giornata inaugurale, oltre al Ministro delle Politiche Agricole Martina e al Segretario Generale Ciheam Cosimo Lacirignola, sono intervenuti tra gli altri il vice capo gabinetto della DG agricoltura della Commissione Europea Alina-Stefania Ujupan, il coordinatore del gruppo S&D della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro e il presidente Ifoam Christopher Stopes.
La Ujupan ha ricordato che “il settore biologico ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e c’e’ ancora ampio margine di crescita soprattutto se rimane salda la fiducia dei consumatori”. “Il pacchetto biologico proposto dalla commissione – ha proseguito – intende migliorare il quadro in cui il settore biologico può svilupparsi. Tutto ciò e’ importante per mantenere la credibilità del marchio biologico europeo”.
Secondo il Vice Capo Gabinetto “la Commissione è consapevole dell’importanza di questo pacchetto e di un dialogo continuo e proficuo con tutti coloro che sono coinvolti in questo settore”.
Sul tema della riforma del biologico che tante perplessità ha destato nel mondo del biologico, De Castro in collegamento da Bruxelles ha ribadito che “il biologico continua a svilupparsi in modo dinamico in tutta Europa” e che “ il parlamento e’ consapevole delle preoccupazioni nel settore biologico relative alla proposta della commissione di un nuovo regolamento”. “Vi garantisco – ha ribadito l’ex presidente Comagri – una partecipazione attiva del settore in ogni fase del processo per assicurare un regolamento che equilibri principi e fattibilità, e assicuri la crescita continua dell’agricoltura biologica”.
Per Lacirignola “i numeri confermano che il biologico rappresenta una grande opportunità non solo per l’agricoltura italiana, ma anche per l’Europa e per il bacino del mediterraneo: produrre più cibo inquinando di meno e’ la sfida globale che deve essere affrontata attraverso una crescita intelligente.
Dello stesso tenore il commento del presidente Ifoam UE Christopher Stopes, che ha ricordato che “la commissione ha rinnovato il proprio impegno nei confronti dell’agricoltura biologica lanciando un nuovo programma operativo europeo sottolineando l’importante ruolo svolto dalla produzione biologica per lo sviluppo sostenibile dell’agricoltura”. “È pertanto fondamentale la commissione e gli stati membri attuino un piano concreto per stimolare la crescita della produzione biologica in Europa”. Per Stopes “tutto ciò può essere realizzato avviando un programma biologico innovativo nell’ambito di Horizon 2020, linee di ricerca transnazionali, fornendo supporto alla produzione biologica nel nuovo programma di sviluppo rurale e tramite un approccio equilibrato allo sviluppo del regolamento biologico europeo lavorando in sintonia con i decisori politici”.
Fonte: Agrapress

Mais OGM: l’Europa dice no alla richiesta di divieto di coltivazione

E’ stata respinta dall’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, la richiesta del governo francese di vietare la coltivazione di mais GM nel territorio dell’Unione. Secono l’Efsa, i nuovi documenti prodotti a sostegno della richiesta non contengono elementi nuovi rispetto ai rischi potenziali per la salute umana o animale o per l’ambiente, considerando ancora valido quanto emerso dalla valutazione di rischio del 2009, che aveva portato ad emettere un parere favorevole, pur con alcune raccomandazioni.

Per la Francia coltivare mais OGM comporta un “rischio di danno grave e irreversibile per l’ambiente” e per questo motivo nel maggio scorso il parlamento transalpino ha definitivamente vietato questo tipo di coltivazioni sul territorio francese. In particolare, sostiene Parigi, il rischio deriverebbe dalla possibilità che alcuni parassiti bersaglio della tossina Cry1Ab (presente appunto nell’oramai celebre mais Mon 810) sviluppino una specifica resistenza alla tossina stessa, la quale al tempo stesso esporrebbe alcuni insetti ed altri invertebrati a potenziali danni significativi. Di diverso avviso invece l’Efsa, che per queste ragioni ha ritenuto non necessario al momento porre limitazioni alla coltivazione di mais OGM analoghe a quelle adottate dal parlamento francese.

Fonte: Il Fatto Alimentare

FederBio e Banca Etica insieme per agevolare l’accesso al credito delle aziende bio

Sarà più facile d’ora in poi accedere al credito per gli operatori del biologico: grazie ad una convenzione tra FederBio e Banca Etica infatti sarà più semplice e immediato ottenere finanziamenti per tutti gli associati alla federazione. A comunicarlo la stessa FederBio, che ha presentato l’accordo in anteprima in occasione del Sana. “A fronte di una crescita sempre più rilevante del mercato sono propri i produttori agricoli nelle aree più vocate del paese, come le regioni meridionali – spiega il presidente Carnemolla – a fare fatica ad accedere al credito e a trovare sbocchi di mercato stabili e soddisfacenti”. “Le opportunità di finanziamento che derivano dall’accordo sono disponibili per tutte le imprese biologiche italiane e realizzano finalmente  un primo esempio di mutualità a dimensione di filiera e di settore per il biologico che potenzia le garanzie anche per i produttori e le imprese più deboli e che si affacciano a questo mercato”. Secondo il presidente di Banca Pololare Etica Ugo Biggeri  “la convenzione con FederBio valorizza le sinergie all’interno della filiera produttiva e permette di finanziare anche le aziende piu’ fragili dal punto di vista economico-patrimoniale”.

Fonte: FederBio, Agrapress

Coldiretti ER: il bio salverà l’agricoltura in montagna

Sarà il biologico a salvare l’agricoltura delle zone collinari e montane in Emilia-Romagna. A sostenerlo la Coldiretti regionale che sottolinea l’incidenza del bio sulla produzione agricola di queste aree: “due aziende biologiche su tre dell’Emilia Romagna operano in collina e montagna” Ben il 65,7% delle circa 3.000 aziende agricole bio emiliano-romagnole infatti sono situate in zone svantaggiate di collina e montagna fornendo “grazie all’uso di tecniche agricole biologiche un contributo importante per la salvaguardia dell’ambiente e la difesa del suolo”. Per Coldiretti scegliere la qualità e le produzioni tipiche significa valorizzare il territorio sia da un punto di vista sociale che economico, consentendo la permanenza ad aziende che altrimenti rischierebbero l’abbandono. Un ruolo di particolare importanza è ricoperto dai giovani, come confermano i dati di Coldiretti Giovani impresa regionale: il 30 per cento delle imprese biologiche infatti è condotto da titolari al di sotto dei 40 anni e ben il 50% delle aziende bio ha almeno un giovane all’interno del nucleo familiare.

Fonte: Coldiretti, Agrapress

Il CRA dedica un talk show alla biodiversità agricola

Malgrado costituisca una delle risorse più notevoli del nostro Paese, la biodiversità agraria è troppo spesso misconosciuta nella sua importanza, non solo economica. Manca infatti una consapevolezza diffusa della ricchezza senza uguali del territorio italiano e dell’importanza che ricopre questo patrimonio. Proprio per queste ragioni il CRA, il Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura, ha deciso di organizzare un talk show pubblico invitando scienziati e giornalisti chiamati a confrontarsi sui temi della ricerca e dell’informazione. Obiettivo dell’iniziativa quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema e far comprendere ad una percentuale crescente di persone quanto sia importante tutelare e valorizzare questa ricchezza. All’incontro sono intervenuti tra gli altri il presidente del Cra Giuseppe Alonzo e il Direttore Scientifico Stefano Bisoffi. Alonzo ha ricordato in particolare che “l’Italia ha una biodiversità olivicola eccezionale che la rende unica, ma ancora non siamo riusciti a metterla a frutto”, auspicando un’operazione di valorizzazione analoga a quella compiuta per il settore vitivinicolo.

Fonte: Agrapress

Contro la crisi la ricetta è bio & km0

La crisi che sta attraversando il paese ha colpito duramente anche il settore agroalimentare, che ha fatto registrare un calo ulteriore dei consumi mai così bassi da 33 anni a questa parte. In questo scenario è ancor più significativo e in controtendenza il dato ascrivibile all’agricoltura “verde e di qualità”: secondo quanto riporta un dossier Coldiretti presentato nei giorni scorsi al Sana, infatti,  “dal biologico al chilometro zero, dai prodotti sfusi fino alle denominazioni di origine, vola la spesa ‘green’ che raggiungerà complessivamente per la prima volta i 20 miliardi di fatturato nel 2014”.

Un dato in assoluta controtendenza  che conferma le radici sempre più solide e profonde di questo vero e proprio cambiamento culturale: “se gli acquisti di prodotti biologici confezionati fanno registrare un incremento record del 17,3 per cento nei primi cinque mesi del 2014, quindici milioni di persone – riferisce la nota Coldiretti – mettono nel carrello prodotti locali a chilometri zero, mentre solo per i prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) si stima una spesa di 13 miliardi di euro, nonostante le difficoltà economiche”.

Dello stesso tenore il commento della Cia, che rimarca il fatto che, oltre ai consumi,  “aumentano anche gli ettari dedicati e le imprese coinvolte, soprattutto al sud”. Per la Confederazione “il biologico non è più un fenomeno circoscritto o una moda ma e’ diventato un’abitudine di spesa tendenzialmente di massa a cui non si rinuncia nemmeno con la crisi, complici le vendite di ‘bio’ anche nei discount (+25 per cento in un anno)”.  “Ma la vera novità – prosegue la confederazione – sta nella gamma di offerta raggiunta ormai dai prodotti biologici nel largo consumo: se e’ vero che ortofrutta e uova rappresentano ancora le merci più acquistate, con un’incidenza sulla spesa complessiva di ‘bio’ rispettivamente del 30 per cento e del 10 per cento circa, ad aver trascinato così in alto il settore nella prima parte del 2014 sono le nuove categorie di ‘pasta, riso e sostituti del pane’ (a base di kamut, farro o grano saraceno) con un aumento record del 73 per cento, seguiti dalle voci ‘zucchero, caffè e the” (+37,2 per cento) e dagli omogeneizzati (+21,3 per cento). una linea completa – chiarisce la Cia – che e’ frutto anche dello sviluppo di uno stile alimentare ‘etico’ ed ecosostenibile che interessa soprattutto i giovani e coinvolge sempre più spesso i neo-genitori”.

Tutto questo si traduce nel fatto che quasi un italiano su due (il 45%, secondo le stime del’indagine Coldiretti / Ixè) scelgono di mettere nel carrello almeno qualche volta un prodotto bio, per il quale si prevede un fatturato a fine 2014 pari a 3,5 miliardi di euro. Analogamente positivi i risultati dei prodotti a chilometro zero delle aziende agricole o dei mercati degli agricoltori, superiore secondo le stime ai 3 miliardi di euro.

Fonte: Coldiretti, Agrapress