Suolo e Salute

Autore: admin

Tasi, per Martina l’esenzione conferma la strategicità dell’agroalimentare

Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri delle misure relative alla Tasi per terreni e fabbricati rurali, il ministro Maurizio Martina commenta la decisione del Governo. “L’esenzione dei terreni agricoli dal pagamento della  Tasi è una dimostrazione della consapevolezza da parte del governo della strategicità del settore agroalimentare e del fatto che questo sia il principale strumento di produzione per gli agricoltori: per questo voglio esprimere soddisfazione per la conferma dell’esclusione dal pagamento della Tasi per i terreni agricoli e per il fatto che la possibilità di aumentare l’aliquota all’8 per mille non riguarderà nemmeno i fabbricati rurali, per i quali continuerà ad applicarsi l’aliquota ridotta dell’1 per mille”.
Fonte: Agrapress

Etichettatura a semaforo, continua il braccio di ferro

Continua la querelle in merito alla cosiddetta “etichettatura a semaforo” voluta dal governo inglese, e che già aveva provocato dure reazioni da parte di molti Stati Membri, Italia in testa. Dopo i due ricorsi recapitati a Bruxelles da parte dell’industria agroalimentare italiana, è adesso l’Atla, l’Associazione francese dei trasformatori e delle industrie lattiero casearie, che insieme all’Ania, Associazione delle industrie agroalimentari francesi, a far sentire la propria voce. Parimenti Copa e Cogeca, le organizzazioni agricole e cooperative dell’UE, puntano il dito contro un sistema di etichettatura considerato penalizzante nei confronti del criterio anglosassone, che classificando i prodotti in base al contenuto in grassi, penalizzano prodotti di eccellenza gastronomica favorendo magari prodotti ben meno salubri e di provenienza non altrettanto genuina. Già nei giorni scorsi la Commissione europea ha preso in esame la risposta di Londra alla lettera di richiesta d’informazioni inviata dal vicepresidente all’industria Antonio Tajani, lettera che precede l’apertura eventuale di una procedura di infrazione. Ciò che viene contestato al governo britannico è il fatto che l’indicazione di un bollino verde, arancione o rosso sull’imballaggio dei prodotti rischia di discriminare determinati prodotti ostacolando la libera circolazione delle merci, uno dei pilastri su cui si fonda l’UE stessa. Secondo fonti vicine all’Esecutivo UE “l’etichettatura volontaria inglese non può in nessun modo interferire con l’unicità del mercato interno. Si tratta quindi di verificare se, in termini concreti, la presenza dell’etichetta detta “a semaforo” ha o meno un impatto in termini di mercato interno, circolazione dei prodotti e altri elementi”. A rischio, perché classificati con il bollino rosso, prodotti agroalimentari di assoluta qualità, quali il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di San Daniele. Una situazione che continua ad essere in evoluzione e lascia intravedere ulteriori sviluppi, dato che nel frattempo la quasi totalità della GDO britannica ha adottato il sistema. Una situazione sottolineata anche dalla Ueapme, l’Associazione delle Piccole e Medie Imprese Europee, ferma nel denunciare “la grande pressione che nel Regno Unito il nuovo sistema di etichettatura sta mettendo sugli operatori alimentari, in particolare le piccole ditte con basso potere negoziale”.
Fonte: Ansa, Winenews

A Trieste dal 7 marzo “Olio Capitale 2014”

Arriva a Trieste il prossimo 7 marzo “Olio Capitale 2014” ottava edizione del Salone degli Oli Extra Vergini Tipici e di Qualità, organizzato dalla Camera di Commercio di Trieste tramite l’Azienda Speciale Aries e patrocinato dal Mipaaf. La manifestazione sarà ospitata nella bellissima Stazione Marittima nel cuore del capoluogo friulano, dopo il successo dell’edizione precedente che ha visto la presenza di oltre 10mila visitatori provenienti da ben 26 nazioni. All’edizione 2014 parteciperanno oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia, oltre che da paesi esteri quali Croazia, Albania e Grecia. Nel corso dei quattro giorni di “Olio Capitale” si terranno incontri B2B tra professionisti del settore, conferenze, incontri, promozioni e molte altre iniziative per far conoscere al pubblico le tante realtà dell’olivicoltura italiana e internazionale. Una serie di eventi collaterali completano il cartellone, compresa la la “Scuola di Cucina di Olio Capitale”, dove grandi chef si alterneranno ai fornelli proponendo pietanze in cui l’olio sarà protagonista. Molti altri gli “showcooking” in programma, in cui i visitatori potranno scoprire interessanti e inaspettati abbinamenti tra gli oli e le tante specialità tipiche regionali del territorio.
Sarà anche possibile visitare l’inedito Oil Bar, dove scoprire e assaggiare le tante novità presenti in fiera, grazie anche alle indicazioni e alle degustazioni guidate proposte dagli assaggiatori dell’ONAOO, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio di Oliva. E prendere parte a mini corsi d’assaggio dove affinare le proprie competenze in materia.
Grazie anche alla media partnership con Olive Oil Times USA e alla collaborazione con l’Italian Olive Oil Day, iniziativa interamente dedicata all’olio d’oliva in programma a Tokyo il 17 maggio 2014, Olio Capitale si candida a diventare un vero e proprio punto di riferimento per l’olio di qualità. In programma anche il Concorso Olio Capitale, con ben tre differenti giurie a valutare gli oli: una di assaggiatori professionisti, una di cuochi e ristoratori e una di consumatori, che possono proporsi per far parte della giuria direttamente in fiera o tramite il sito web www.oliocapitale.it.
Fonte: Degusta

USA, Michelle Obama alla guerra contro le etichette alimentari

Prosegue la battaglia per far cambiare le abitudini alimentari agli americani, fortissimamente voluta da Michelle Obama, che da sempre ha scelto di associare la propria immagine e attività ad una “guerra” incruenta contro l’obesità. È stato annunciato nei giorni scorsi infatti dalla first lady un piano che prevede l’indicazione delle calorie per porzione sulle etichette alimentari, oltre ad una rimodulazione della cosiddetta “serving size”, ovvero della dimensione delle porzioni. E’ la prima vera modifica che la Fda, la Food and Drug Administration mericana (l’ente governativo che norma i prodotti alimentari e farmaceutici) affronta da moli anni a questa parte, dato che le etichette, obbligatorie degli USA a partitr dagli anni ’90, erano ancora basate su abitudini alimentari vecchie oramai di 30 a 40 anni e mai aggiornate. “Si tratta di una trasformazione incredibile” ha dichiarato al New York Times il  Commissario dell’FDA Margaret Hamburg: “per esempio le dimensioni di un muffin sono cambiate enormemente. E’ importante che le informazioni nutrizionali sulle etichette riflettano la realtà”. Ora insomma le aziende non potranno più riportare indicazioni riferite a porzioni troppo piccole, scelte per non allarmare i consumatori circa il vero contenuto calorico degli alimenti commercializzati.
Fonte: TMNews

OGM, un ricercatore francese denuncia le manovre occulte della Monsanto

Forse questa volta i “complottisti” qualche ragione ce l’hanno. Chi pensa infatti che poteri economici e politici più o meno occulti condizionino le nostre vite in maniera subdola e spesso invisibile trova una conferma ai propri timori in quanto dichiarato da Gilles-Eric-Séralini, ricercatore francese che l’anno scorso aveva pubblicato su Food and Chemical Toxicology uno studio riguardante un esperimento condotto su ratti alimentati con mais OGM secondo il quale l’insorgenza di tumori era decisamente superiore a quanto registrato per animali alimentati con altri tipi di cibo. Ora però alla direzione della rivista è giunto un ex dirigente Monsanto e la ricerca rischia di essere ritirata dalla rivista.
Lo studioso ha assunto una posizione molto netta in merito: “Accusiamo la rivista di aver stretto accordi con la Monsanto, una compagnia che ha commesso frodi, oltre a evidenti errori nell’ottica di ottenere le autorizzazioni necessarie ai propri prodotti. Accusiamo anche la Commissione europea che considera validi solo questi dati”. Altrettanto allarmato il commento dell’eurodeputata Corinne Lepage, secondo la quale “se questa rivista, che ha appena assunto uno degli ex uomini di punta della Monsanto, riuscirà a ottenere il ritiro dello studio, tutto il lavoro di Séralini non sarà praticamente mai esistito. Significa anche che le nostre richieste di condurre analisi sui rischi a lungo termine per la salute umana del consumo di Ogm e dei pesticidi cadranno nel vuoto”.
E forse non a caso proprio in questi giorni Bruxelles ha deciso di riaprire la discussione sul tema OGM con l’intenzione di lasciare agli stati membri la decisione ultima riguardo alla possibilità o meno di coltivare un nuovo tipo di mais OGM.
Fonte: Euronews

Crisi, è boom dei farmer market

Cambia l’abitudine agli acquisti degli italiani, complice soprattutto la morsa della crisi che, malgrado molte dichiarazioni di facciata, sembra al momento non attenuarsi. E così gli italiani, secondo quanto rivela un’analisi Coldiretti elaborata a partire dal rapporto della fondazione Campagna Amica, a fronte di una contrazione del 4% dei consumi alimentari, hanno aumentato del 67% i loro acquisti presso i mercati degli agricoltori, i cosiddetti “farmer market”, dove è possibile acquistare direttamente dal produttore senza intermediazioni. Nel corso del 2013, sottolinea Coldiretti, hanno acquistato ben 15 milioni di italiani (il 25% in più rispetto all’anno precedente), con una crescita molto significativa anche nel valore medio degli acquisti. Un settore, quello dei mercati degli agricoltori, che oggi vanta un fatturato complessivo stimato in circa 1,5 miliardi di euro, grazie anche alla fondazione Campagna Amica promossa di Coldiretti che ha incentivato molto la presenza sul territorio con oltre 1.200 mercati in tutta Italia.
Nell’anno appena trascorso, ben 28mila agricoltori hanno portato agli italiani il meglio di quanto coltivato su circa 280mila ettari, con una crescita del 40% rispetto all’anno precedente.
Come spiega una nota Coldiretti, nei mercati di Campagna Amica “si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo. I mercati degli agricoltori promuovono la conoscenza della stagionalità dei prodotti, ma anche la filosofia del km zero, con i cibi in vendita che non devono percorrere lunghe distanze, riducendo le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio. Gli effetti si fanno sentire anche sugli sprechi che vengono ridotti per la maggiore freschezza della frutta e verdura in vendita che dura anche una settimana in più, non dovendo rimanere per tanto tempo in viaggio. Oltre a cio’, svolgono una importante azione di recupero di varietà a rischio di estinzione”. Secondo Coldiretti infatti, “almeno 100 varietà vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 30 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta trovino sbocco nell’attuale rete di mercati e delle botteghe degli agricoltori”.
In cima alle preferenze di acquisto frutta e verdura, ma anche formaggi, salumi, vino, latte e pane, ma anche dolci, biscotti, conserve e agricosmetici. A ribadire l’importanza dell’iniziativa e il valore, anche sociale, che sta assumendo nel nostro paese questo ritrovato rapporto tra produttore e acquirente il presidente Coldiretti Moncalvo: “I nostri mercati degli agricoltori stanno creando nuove economie e nuova occupazione rappresentando nel contempo un formidabile strumento di coesione sociale, animazione sociale ed educazione alimentare, perché ricreano un legame profondo tra consumatore e produttore, tra il luogo di consumo e il luogo di produzione, tra città e campagna”. “Oltre all’ottimo rapporto prezzo/qualità – prosegue Moncalvo –  il segreto del successo sta nella sincera volontà di un numero crescente di cittadini di aiutare con i propri atti di acquisto il lavoro e l’economia nazionale e di comportarsi in modo sostenibile per la società e l’ambiente”.
Fonte: Agrapress, Coldiretti