Suolo e Salute

Autore: admin

Legge di stabilità, De Girolamo “molto soddisfatta”

“Il governo e il parlamento hanno dimostrato, in questa fase di approvazione della legge di stabilità, di mantenere alta l’attenzione sull’agricoltura”. A dichiararlo il Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, che ha espresso grande apprezzamento per l’operato del governo nei confronti del settore agricolo. “Dopo l’abolizione per il 2013 dell’IMU agricola, abbiamo raggiunto altri importanti risultati, che avranno come effetto quello di liberare risorse per il comparto: a partire dal 2014 i fabbricati rurali sono esentati dall’IMU e avranno aliquota TASI fissata con un limite massimo dell’uno per mille. È ridotto, poi, da 110 a 75 il moltiplicatore per i terreni agricoli di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola”. De Girolamo si è detto “molto soddisfatta per le norme che, grazie al proficuo lavoro che abbiamo svolto insieme al parlamento, saranno introdotte e che avranno riflessi positivi sul settore”, che ha ricordato anche gli altri provvedimenti a favore del comparto agricolo: dall’inserimento delle attività agricole tra quelle finanziabili in conto capitale per le calamità, alla quota del 20% dei  terreni agricoli demaniali destinati all’affitto agli under 40 al ripristino del diritto per le società agricole di optare tra reddito catastale e a bilancio, alla possibilità di utilizzare anche nel settore agricolo il 5% delle risorse del fondo di sviluppo e coesione per interventi di emergenza con finalità di sviluppo. “Tutti segni di attenzione importanti per un settore che deve restare protagonista nel sistema economico del nostro paese”, ha dichiarato De Girolamo. Il Ministro ha ricordato inoltre che sono state destinate specifiche risorse per il contrasto alla criminalità agro ambientale, che è stata riportata a 5 milioni di euro la quota per il fondo bieticolo saccarifero (precedentemente ridotta a 4 al senato) e che sono stanziati ulteriori 5 milioni di euro (per un totale di 10) per l’acquisto di derrate alimentari per gli indigenti.

Fonte: Agrapress

Al via il progetto “Safety for Food”

E’ stato presentato a Roma nei giorni scorsi presso il Mipaaf il progetto “Safety for Food”, un’innovativa piattaforma tecnologica creata con lo scopo di fornire piena tracciabilità dei prodotti della filiera agro-alimentare. L’idea è quella di fornire una sorta di “passaporto digitale” in grado di certificare la tracciabilità di gni prodotot Made in Italy, contrastando in questo modo alla radice i tentativi di frode alimentare. Condividendo le informazioni della filiera, dalla produzione fino alla distribuzione ai punti vendita, Safety for Food è una piattaforma tecnologica al servizio dei consumatori e degli enti preposti al controllo in grado di assumere appieno il ruolo di “centro informativo sulla tracciabilità. Un’esigenza particolarmente avvertita nel caso dell’Italia, in cui il alore dell’industria agroalimentare ammonta a ben 250 miliardi di euro, pari al 15% dell’intero Pil nazionale e che coinvolge quasi 900.000 aziende e oltre 1,7 milioni di addetti.

Fonte: repubblica.it

L’Italia in prima linea contro l’etichettatura inglese “a semaforo”

Non smette di far discutere il sistema di etichettatura alimentare “a semaforo” raccomandato dal governo britannico. Il sistema classifica come più o meno salutare un prodotto riportando sull’imballaggio un codice verde, giallo o rosso a seconda della presenza di grassi, sali e zuccheri. Ma il criterio con cui il governo di Londra intende classificare i prodotti alimentari ha suscitato un vero e proprio vespaio di polemiche e una levata di scudi senza precedenti, in cui l’Italia è in prima linea in queste ore. Una procedura definita “fuorviante e distorsiva”, con conseguenze potenzialmente molto pesanti per molti prodotti Dop e Igp e moltissime eccellenze alimentari del belpaese (e non solo). Ultimo atto della vicenda la netta presa di posizione del Ministro per le Politiche agricole De Girolamo, che in occasione del Consiglio dei Ministri UE lancia un preciso attacco alla proposta inglese: “Non intendo arretrare di un millimetro – ha dichiarato il Ministro – e farò sentire forte la voce dell’Italia  sull’etichetta alimentare inglese a “semaforo” che usa un codice verde o giallo o rosso per classificare gli alimenti. Sicuramente  sarà ampliata la platea degli Stati che aderiranno a questa iniziativa e sono certa che le istituzioni Ue difenderanno la maggioranza dei partner”. Le conseguenze del sistema a semaforo sono realmente paradossali, se solo si pensa che un olio extravergine d’oliva, con questo sistema, potrebbe ricevere il bollino rosso per l’elevata presenza di grassi mentre il bollino verde sarebbe destinato all’olio di semi. Un paradosso che non ha visto l’Italia da sola nella ferma opposizione alla proposta inglese, ma che  ha visto l’adesione di altri nove Stati membri: Francia, Spagna, Cipro, Portogallo, Grecia, Lussemburgo, Romania, Slovacchia e Slovenia. E appare debole l’obiezione del rappresentante britannico, che ha dichiarato che la normativa europea sull’etichettatura non esclude la possibilità di etichette alternative e che quindi a suo giudizio non vi è violazione da parte di Londra.

Ma per farsi un’idea abbastanza chiara della scarsissima validità del sistema, che porterebbe all’esclusione ad esempio di Parmigiano, Prosciutto di Parma, Lardo di Colonnata, la mozzarella di bufala e svariati altri prodotti dell’agroalimentare italiano. Al punto da far dichiarare al Rappresentante permanente aggiunto dell’Italia presso l’UE Marco Peronaci che ci si trova di fronte ad un meccanismo  “in  contrasto con le finalità di un’informazione corretta al consumatore che finisce per essere deresponsabilizzato e seguire gli allarmi colorati” anziché affidarsi all’etichetta Ue, ben più chiara e affidabile. Per parte sua, il  commissario europeo alla sicurezza alimentare Tonio Borg ha promesso un’analisi attenta della situazione aggiungendo che vigilerà su eventuali violazioni nelle norme che regolano il mercato unico.  “Io sono qui a Bruxelles – ha dichiarato De Girolamo – per rappresentare i tanti lavoratori italiani e le tante produzioni di eccellenza che potrebbero avere un danno da un’etichettatura ingannevole, e credo ingiusta per chi vuole fare gli Stati uniti d’Europa>”. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua, secondo il quale “il consenso di 16 Paesi alla posizione  italiana nel corso della riunione odierna del Consiglio  è un’importante vittoria diplomatica del Governo italiano, cui va il nostro plauso  e un chiaro segnale che la Ue lancia a Londra: il semaforo in etichetta proposti dal Regno Unito è infatti discriminatorio e fuorviante, perché non esistono cibi buoni  e cattivi in sé, ma soltanto diete giuste o sbagliate, a seconda di come i diversi alimenti vengono combinati. Classificando alimenti e bevande senza evidenze scientifiche appropriate c’è il rischio di dare giudizi semplicistici ed erronei sul singolo prodotto”. Secondo Ferrua il sistema a semaforo mette a rischio “il 28,3% dei nostri prodotti esportati in Gran Bretagna,   pari a oltre 630 milioni di euro. Si tratta di una quota molto importante, il 2,6% di tutto l’export italiano 2012 nel mondo, analoga a quella coperta dall’intero nostro export alimentare su mercati importanti come Canada e Giappone>>. Cifre rincarate dalla Coldiretti, secondo la quale “il semaforo in etichetta varato dagli inglesi mette ingiustamente a rischio circa 2,5 miliardi di export di prodotti Made in Italy”, definendo quella inglese “una scelta dettata dalla volontà di diminuire il consumo di grassi, sali e zuccheri ma che non basandosi sulle quantità effettivamente consumate ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti come l’olio extravergine d’oliva e promuove, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale”.

Fonte: Il Sole 24 Ore, Ansa, Agrapress

Riforma PAC ultimo atto, il commento di De Castro

Il Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo Paolo De Castro ha commentato l’approvazione della PAC da parte del Consiglio Agricolo UE, dichiarando che con questo atto si è compiuto l’ultimo passaggio formale di riforma della PAC, e che si tratta di “una conferma dell’importante lavoro portato avanti in quasi tre anni di negoziati insieme a consiglio e commissione”. De Castro ha ribadito l’impegno del Parlamento Europeo rispetto agli impegni assunti con la Riforma: “nei prossimi mesi, questo parlamento, e in particolare la Commissione Agricoltura, vigileranno affinché nella stesura degli atti delegati applicativi della PAC sia rispettato l’accordo politico che Consiglio e Parlamento hanno così faticosamente raggiunto”. Parlamento che, ha continuato De Castro, “come istituzione democraticamente eletta, non si sottrarrà al ruolo di verifica dei poteri di delega che ha conquistato grazie al trattato di Lisbona”. Un impegno volto a “dare agli agricoltori e ai cittadini europei una politica agricola più equa e sostenibile, in grado di rispondere alle sfide del futuro”.

Fonte: Agrapress

Il Tribunale UE ferma il commercio della patata OGM Amflora

Stop alla messa in commercio della patata OGM Amflora della Basf: questa la decisione del Tribunale dell’Unione Europea che ha osservato una violazione nelle procedure di autorizzazione degli OGM nell’Unione da parte della Commissione. Sul provvedimento, molti i commenti da più parti. Per Coldiretti “lo stop alla patata geneticamente modificata e’ accolto positivamente da 8 cittadini su 10 (76 per cento) che sono contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati nell’agricoltura in Italia, dove si e’ giustamente fatta la lungimirante scelta di non coltivare biotech”. “Con questa decisione – prosegue il comunicato della Confederazione – nonostante le proprietà miracolistiche propagandate dalle grandi multinazionali che producono OGM sono rimasti solo cinque su ventisette i paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare OGM nell’ Unione Europea, con appena 129mila ettari di mais transgenico mon810 piantati nel 2012”. “Gli OGM in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che e’ il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distinti vita’ e del Made in Italy”. Dello stesso avviso la CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, che sottolinea tuttavia il fatto che “ancora una volta ci troviamo davanti all’assoluta mancanza di una linea di condotta coerente tra le istituzioni comunitarie su questo tema delicato”. “L’omologazione a cui gli organismi geneticamente modificati conducono – secondo le stime della stessa CIA – metterebbe a rischio gli oltre 5.000 prodotti tipici che rappresentano la spina dorsale dell’enogastronomia italiana”. “La nostra posizione sugli OGM insomma – ribadisce la confederazione – non scaturisce da una scelta ideologica, ma dalla consapevolezza che la loro utilizzazione può annullare la nostra idea di agricoltura e, quindi, l’unico vantaggio competitivo dei suoi prodotti sui mercati: qualità, origine, tracciabilità, biodiversità, tipicità”.

Fonte: Agrapress, CIA, Coldiretti