Suolo e Salute

Autore: admin

Slovenia: cresce il biologico

Il biologico diviene sempre più popolare in Slovenia: cresce la consapevolezza dei consumatori e i prodotti biologici sono sempre più spesso disponibili in negozi e supermercati specializzati. Nel corso dell’ultimo anno il numero di aziende biologiche è cresciuto del 13% e, secondo  l’Ufficio di Statistica della Repubblica di Slovenia, la superficie agricola gestita secondo i criteri dell’agricoltura biologica è risultata pari a quasi 29.000 ettari nel 2012, contro i 27.500 ettari del 2011. La maggior parte dei terreni è coltivata a prati permanenti e pascoli (circa 25.000 ha), mentre sono 750 gli ettari a frutteto e 160 quelli a vigneto. Sul fronte zootecnico, la crescita più significativa ha riguardato l’avicoltura, aumentata in un anno de 78%, seguita dall’acquacoltura (in crescita del 64%) e l’allevamento di conigli. Che il bio sia in crescita lo dimostrano anche i numeri di “Nature-Health”, la più importante fiera di settore per l’area, in programma dal 17 al 20 ottobre a Lubiana. L’anno scorso alla fiera hanno partecipato 286 aziende provenienti da 16 paesi e la manifestazione è stata visitata da 22.000 persone e per quest’anno le previsioni sono di un successo ancora più significativo.

Fonte: Organic Market

Fao, un nuovo studio lancia l’allarme-sprechi

1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno: questa ma mostruosa quantità di cibo che ogni anno viene sprecata secondo il recente rapporto Fao “Food Wastage Footprint: Impacts on Natural Resources”. La cifra è talmente grande da essere quasi inconcepibile, ma per rendersi conto più concretamente delle dimensioni in gioco, immaginiamoci per un momento che dei camion a tre assi (di quelli che spesso vediamo sulle nostre strade e autostrade impegnati in trasporti alimentari) siano riempiti a pieno carico di cibo destinato ad essere perduto (nell’esempio, piuttosto vicino alla realtà, approssimiamo a 20 tonnellate per camion il carico di alimenti). Otterremmo così un “serpente” ininterrotto di veicoli, in fila uno dietro l’altro, in grado di fare venti volte il giro dell’equatore. Forse questa proporzione restituisce meglio le proporzioni del problema messo a fuoco dallo studio Fao. Il rapporto, finanziato dal governo tedesco, costituisce il primo serio tentativo di approfondire il problema dell’impatto ambientale delle perdite alimentari sul pianeta, approfondendo le conseguenze in termini climatici, di risorse idriche sprecate, di uso del territorio e perdita di biodiversità. “Ogni anno – si legge nel testo – il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga; utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno, quasi il 30% della superficie agricola mondiale, ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. Oltre a questo impatto ambientale, le conseguenze economiche dirette di questi sprechi (esclusi pesci e frutti di mare), si aggirano secondo il rapporto intorno ai 750 miliardi di dollari l’anno”. Le cose non migliorano granché se restringiamo l’indagine alla specifica realtà italiana: secondo una nota Coldiretti sul tema, “ogni persona in Italia ha buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno, con una tendenza positiva alla riduzione provocata dalla crisi, che negli ultimi cinque anni ha ridotto di circa il 25% gli avanzi da gettare. “Il contenimento degli sprechi – prosegue la nota – e’ forse l’unico aspetto positivo della crisi che ha determinato una maggiore attenzione degli italiani alla spesa, ma anche alla preparazione in cucina ed alla riutilizzazione degli avanzi”. “Restano comunque quasi 5 milioni le tonnellate di cibo che ogni anno vengono gettate nelle case degli italiani,  un problema etico con effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo dello smaltimento, nei confronti del quale e’ giusto intervenire sia nei paesi sviluppati che in via di sviluppo”. Suolo e Salute, sensibile a queste problematiche e in particolare a modelli di sviluppo sostenibili per l’uomo come per l’ambiente, ha dedicato in passato più di un approfondimento sul tema. In particolare è stato intervistato dal nostro giornale il professor Andrea Segré, preside della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bologna, da anni impegnato con il progetto Last Minute Market proprio nella direzione di una sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema delle perdite alimentari e su una concreta riduzione degli sprechi stessi.

Fonte: Suolo e Salute, Agrapress, Greenreport

Coldiretti ER: dal biologico un contributo importante per ambiente e territorio

Circa il 66% delle 3.000 aziende agricole biologiche  dell’Emilia Romagna (ovvero quasi due su tre) sono ubicate in collina o in montagna, e forniscono un contributo fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente e la difesa del suolo. Questo quanto rilevato da Coldiretti e Campagna Amica dell’Emilia Romagna, che nei giorni immediatamente precedenti il Sana hanno organizzato a Bologna una mostra mercato di prodotti e aziende biologiche dell’agricoltura regionale. Nella stessa occasione è stato realizzato un orto verticale, in grado di avere una produzione comparabile a quella di un orto tradizionale ma con un’occupazione di suolo estremamente inferiore. La presenza di aziende bio sul territorio diviene così uno strumento particolarmente efficace e importante per salvaguardare l’ambiente e il territorio, soprattutto nelle zone svantaggiate della collina e della montagna.

Fonte: Agrsapress

Il 14 e 15 a S.Pietro in Cerro (PC) “Naturolistica 2013”

Appuntamento a San Pietro in Cerro, in provincia di Piacenza, sabato 14 e domenica 15 settembre per Naturolistica 2013, Fiera del Viver Sano e Naturale promossa dall’associazione Lumen con l’obiettivo di valorizzare le produzioni biologiche locali, aumentare la sensibilità ambientale dei consumatori, diffondere i principi della sana alimentazione e della medicina naturale. Incontri, convegni e laboratori consentiranno ai visitatori di compiere una full immersion nel mondo del viver sano, grazie ad oltre sessanta stand dedicati ai prodotti biologici e naturali, ad approfondimenti condotti da esperti del settore e ad un’ampia area welness dedicata alle discipline naturali. Giunta alla sua ottava edizione l’iniziativa, patrocinata dal Comune di San Pietro in Cerro, dalla Provincia di Piacenza, da Legambiente e da FederBio, dall’anno scorso è entrata a far parte del novero delle EcoFeste, in osservanza di quanto previsto dalla Regione Emilia-Romagna, grazie all’utilizzo di stoviglie lavabili, detersivi biologici e alimenti biologici per area ristoro, oltre che di piazzole per la raccolta differenziata e di pannelli solari per la produzione di energia elettrica. La manifestazione, ad ingresso gratuito, è prevista dalle ore 8.00 alle 20.00.

Ulteriori informazioni possono essere consultate sul sito della manifestazione a questo indirizzo.

Fonte: FederBio

Confagricoltura: il bio non è un settore di nicchia

“Ci troviamo di fronte ad una vera rivoluzione che porta a considerare il mondo del biologico non più come un settore di nicchia  ma, anzi, come una produzione ‘estesa’, che deve strutturarsi e organizzarsi, che deve saper far fronte alle richieste della trasformazione e della grande distribuzione organizzata con approvvigionamenti certi e costanti”.

Con queste parole Confagricoltura ha voluto sottolineare l’importanza crescente del settore biologico in Italia, oramai consolidato e in costante crescita. La nota Coldiretti giunge in calce alla presentazione, avvenuta nei giorni scorsi nell’ambito del “Sana”, del rapporto Ismea-Sinab “l’agricoltura biologica in cifre al 31/12/2012. operatori, superfici e colture”.

“Crediamo nel biologico dei grandi numeri”, si legge nel comunicato – “in quanto “è un settore che deve essere sempre più business”, aggiunge la confederazione. “La dinamicità del settore e’ anche testimoniata dall’andamento dei consumi che continuano a crescere”, aggiunge Confagricoltura. Anche se, come ricorda la stessa associazione, sono diminuite nell’ultimo anno le aziende che si occupano di trasformazione, mentre cresciuto il numero degli importatori

Fonte: Agrapress

Bio in Cifre 2012: il biologico continua la sua crescita in controtendenza

Tra le tante anteprime del Sana 2013, il rapporto “Bio in Cifre 2012”, presentato durante il convengo “I numeri che raccontano il biologico”, svoltosi lunedì scorso 9 settembre. Secondo i dati presentati nel corso dell’incontro, torna a crescere la superficie coltivata a biologico e di pari passo aumentano gli operatori certificati, sia agricoltori che trasformatori ed importatori. Ad oggi il settore del biologico “pesa” per circa il 9% sull’intero sistema agricolo italiano, valori questo che collocano il nostro paese tra i primi al mondo per importanza del bio. Non a caso, l’Italia è la sesta nazione in termini assoluti per superficie destinata a biologico, ed ottava per numero di aziende biologiche. Un andamento che si riflette anche sui consumi, in importante crescita pur in un periodo di crisi come quello attuale: secondo le ultime rilevazioni, riferite alla prima metà del 2013, la spesa delle famiglie per prodotti biologici è aumentata dell’8,8%, in evidente controtendenza rispetto all’andamento medio degli altri comparti. E, stando agli ultimi aggiornamenti del Panel Ismea Gfk-Eurisko, il secondo semestre dell’anno sembra in ulteriore aumento rispetto a questi valori. Al punto che la spesa per prodotti provenienti da agricoltura biologica è cresciuta del 9,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il rapporto completo è consultabile a questo link

Fonte: Sinab