Suolo e Salute

Autore: admin

Premi Glodman 2013: per la prima volta tra i vincitori un italiano

C’è anche un italiano tra i  vincitori del prestigioso premio ambientale Goldman 2013, assegnati dalla Goldman Environmental Foundation di San Francisco. Quest’anno il riconoscimento è stato dato a sei persone che, a vario titolo, hanno dato il loro contributo per difendere l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini. E, per la prima volta nei 15 anni di storia del premio, per l’Europa il vincitore è stato un nostro connazionale. Si tratta di Rossano Ercolini, insegnante di scuola elementare e promotore, anche tramite il network Rifiuti Zero, di una campagna di sensibilizzazione pubblica sui rischi connessi agli inceneritori. “Quando sentì parlare dei progetti di edificazione dell’inceneritore nel suo Comune, ritenne di avere la responsabilità, come educatore, di proteggere il benessere degli studenti e di informare la comunità in merito ai rischi dell’inceneritore e alle soluzioni per la gestione sostenibile dei rifiuti domestici del paese”.

Si tratta di un riconoscimento che assume un significato ancora più importante alla luce della Legge d’iniziativa popolare sui Rifiuti zero depositata lo scorso 27 marzo in Corte di Cassazione, con lo scopo di giungere ad una riforma organica del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti basata su sostenibilità, ambiente, salute, partecipazione. Da metà aprile, e per sei mesi, sarà possibile aderire alla raccolta firme a sostegno della proposta di legge.

Fonte: Greenme

Si insidia De Girolamo, gli auspici di Carnemolla (FederBio)

Passaggio di consegne nei giorni scorsi tra il ministro uscente Mario Catania e il neoministro Delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Nunzia De Girolamo. Nel corso dell’incontro, i due ministri hanno discusso in particolare i principali temi del comparto agroalimentare. Il mondo del biologico ha portato il proprio saluto al nuovo ministro per voce del Presidente FederBio Paolo Carnemolla, che, si legge in un comunicato, ha salutato “con speranza la nomina del Ministro De Girolamo, la cui giovane età e energia speriamo le possano consentire di affrontare con la necessaria determinazione e efficacia sia la riorganizzazione di un ministero recentemente interessato da gravi fatti giudiziari che – aggiunge Carnemolla – la rimessa in operatività del sistema delle agenzie e degli enti collegati, oltre che l’avvio della fase più delicata della programmazione nazionale dei fondi comunitari, sullo sfondo di una riforma della PAC ancora non chiusa. Auspichiamo inoltre – ha proseguito il presidente FederBio –  una forte integrazione con il sistema regionale e con i ministeri della salute, dell’ambiente e della sviluppo economico per la definizione di una politica nazionale per la conversione ‘green’ dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano che abbia come premesse la clausola di salvaguardia contro l’introduzione degli OGM e il sostegno al settore biologico, uno degli elementi trainanti per tenere assieme crescita economica e tutela della salute, dell’ambiente e del paesaggio”.

Fonte: Agrapress

Neonicotinoidi: manca ancora l’accordo

Tocca alla Commissione Europea pronunciarsi sul bando di tre neonicotinoidi (clothianidin, imidacloprid e thiametoxam) e la protezione delle api da questi pesticidi che, secondo gli studi, sarebbero dannosi per la salute di questi preziosi insetti. Il 29 aprile infatti non è stato raggiunto l’accordo tra gli Stati membri dell’UE nel corso del Comitato d’appello che ha valutato la proposta della Commissione di limitare l’uso dei 3 insetticidi neonicotinoidi. A questo punto, sarà la Commissione stessa, autonomamente, a prendere la decisione. Otto gli Stati contrari, compresa l’Italia, e quattro astenuti nel voto del Comitato d’appello. Il Commissario per la salute dei consumatori Tonio Borg ha così commentato la mancata decisione: “Anche se ora la maggioranza degli Stati membri supporta la nostra proposta, la maggioranza qualificata necessaria non è stata raggiunta. La decisione ora spetta alla Commissione. Dato che la nostra proposta si basa su una serie di rischi alla salute delle individuate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare, Efsa, la Commissione andrà avanti con il suo testo nelle prossime settimane. Mi impegno a fare del mio meglio per garantire che le nostre api, che sono così vitali per il nostro ecosistema e contribuiscono con oltre 22 miliardi di euro all’anno all’agricoltura europea, siano protette.”
Fonte: Aiol

Lunedì 29 aprile un forum dedicato alla Ciliegia dell’Etna Dop

Si terrà lunedì prossimo 29 aprile presso l’Hotel Sicilia di Giarre a partire dalle ore 18.00 il forum “La rossa piena di qualità”, dedicato alla Ciliegia dell’Etna D.O.P. L’incontro, promosso dal Consorzio di Tutela della Ciliegia dell’Etna, avrà inizio alle ore 18.00 e vedrà la partecipazione di rappresentanti delle pubbliche amministrazioni, del mondo agrario, della scuola e dell’Università. Presenterà ed introdurrà i lavori il Presidente del Consorzio Salvino Barbagallo. A seguire il giorno successivo 30 aprile una visita all’azienda agricola Casa Perotta, sita nell’area di produzione della Ciliegia dell’Etna Dop, con degustazione di prodotti trasformati a base di Ciliegia dell’Etna. La Ciliegia dell’Etna Dop rientra tra le referenze controllate da Suolo e Salute.
Fonte: Consorzio tutela Ciliegia dell’Etna

Convegno conclusivo del progetto Val.or.bio

E’ in programma il prossimo 9 maggio a Monsampolo del Tronto (AP) presso l’Unità di Ricerca per l’Orticoltura Sala Convegni “L. Natali” (Via Salaria, 1) il convegno “ “Valorizzazione della tipicità orticola attraverso l’agricoltura biologica-VAL.OR.BIO “, atto conclusivo dell’omonimo progetto di ricerca.
Val.or.bio è stato avviato con l’obiettivo di incentivare la diffusione delle tipicità orticole di Emilia Romagna, Marche ed Abruzzo, attraverso un programma di miglioramento genetico e di verifiche agronomiche, sia presso le unità operative (CRA-ORAeCRPV), che direttamente nelle aziende orticole biologiche ubicate nelle tre regioni. Al contempo, sono stati effettuati specifici studi volti a verificare la qualità alimentare, nutrizionale e nutraceutica dei prodotti ottenuti e a mettere a punto dei protocolli di tracciabilità delle produzioni. Inoltre è stata effettuata una valutazione del livello di gradimento delle produzioni da parte dei consumatori. Ulteriori informazioni si possono ottenere consultando il programma di dettaglio del convegno.
Fonte: FederBio

Un monumentale studio paleo climatico conferma i cambiamenti climatici in atto

E’ stato pubblicato recentemente da Natural Geoscience lo studio “”Continental-scale temperature variability during the past two millennia”, un lavoro monumentale che ha impegnato un nutritissimo gruppo di ben 78 ricercatori provenienti da alcuni tra i più prestigiosi istituti di ricerca del mondo.  Il lavoro ha preso in esame i dati ottenuti dall’analisi di campioni dendrocronologici (anelli di acrescimento degli alberi), polline, sedimenti, carote di ghiaccio, stalagmiti e documenti storici di oltre 500 siti diversi, in grado di fornire un’accurata ricostruzione dell’andamento delle temperature sulla superficie del pianeta negli ultimi due millenni. Il lavoro è stato avviato da Pages, acronimo per “Past global changes”, una rete di oltre 5.000 scienziati di oltre 100 Paesi che si è impegnato nello studio dell’ambiente terrestre del passato, con l’obiettivo di formulare previsioni quanto più possibile accurate per il futuro. Per questi scopi, a partire dal 2006 Pages ha avviato l’iniziativa “The Pages 2k Network (The 2K Network)”, una rete costituita da 9 gruppi di lavoro regionali tra loro collegati, che hanno condiviso i dati paleo climatici per tracciare in definitiva questo gigantesco “affresco” climatico del Pianeta Terra. Unica eccezione allo studio è rappresentata dal continente africano, dove la mancanza di un numero sufficiente di dati ha impedito una ricostruzione più accurata. Altro ambito in cui il progetto non si è spinto è l’andamento delle temperature negli oceani, altrettanto se non più significativo per le implicazioni climatiche, per il quale è attualmente in corso il progetto parallelo Ocean2k”. Il network Past è finanziato dalla Swiss national science foundations e dalla National oceanic and atmospheric administration Usa (Noaa). Le conclusioni confermano quanto ribadito più volte da ambientalisti e climatologi, confutando le posizioni dei presunti “ecoscettici”. Quelle attuali sono le temperature più alte che la superficie terrestre abbia conosciuto da 1.400 anni a questa parte. Le parole dei ricercatori sono molto chiare in questo senso: “Gli ultimi cambiamenti climatici globali hanno avuto una forte espressione regionale. Per chiarire il loro modello spazio-temporale, abbiamo ricostruito le temperature del passato negli ultimi 1 – 2 millenni per sette regioni su scala continentale. La caratteristica più coerente, in quasi tutte le ricostruzioni delle temperature regionali è una tendenza al raffreddamento a lungo termine, che si è concluso alla fine del XIX secolo. A scale multi-decadali e centenarie, la variabilità della temperatura mostra nettamente diversi patterns regionali, con più somiglianze all’interno di ciascun emisfero che tra di loro. Globalmente, non ci sono stati intervalli multi-decadali caldi o freddi sincroni che definiscono un “Medieval Warm Period” (Mwp)o una “Little Ice Age” (Lia), ma tutte le ricostruzioni mostrano condizioni generalmente fredde tra il 1580 e il 1880, scandite in alcune regioni da decenni caldi durante il XVIII secolo. Il passaggio a queste condizioni di freddo si era verificato in precedenza nella regione artica, in Europa e Asia che in Nord America o nelle regioni dell’emisfero meridionale. Il riscaldamento recente ha invertito il raffreddamento a lungo termine, durante il periodo di 1971 – 2000, l’area media della temperatura ponderata ricostruita è stato superiore rispetto a qualsiasi altro tempo in quasi 1.400 anni”. «Vi è stato un generale trend di raffreddamento, durato fino alla fine del IX secolo. Ha fatto eccezione il continente antartico, dove il fenomeno è stato più attenuato. In seguito il riscaldamento ha toccato tutto il pianeta. Abbiamo scoperto che i periodi più freddi corrispondo ad una diminuzione dell’attività solare e ad un aumento dell’attività vulcanica, che con l’emissione di aerosol nell’atmosfera blocca la radiazione solare. Entrambi questi fattori hanno un ruolo più importante di quanto si ritenesse». Nei fatti, fino a circa 100 anni fa il pianeta è stato interessato da una tendenza media al raffreffamento, che si è invertita proprio a cominciare dal secolo scorso con un riscaldamento marcato anche in conseguenza del global warming che continua ad influenzare in maniera importante l’andamento delle temperature a causa del perdurare delle emissioni di gas serra. Dichiarano infatti i ricercatori che “secondo l’instrumental temperature record, le temperature superficiali medie per il 1982 – 2012 sono state circa 0,2° C più calde rispetto alla media 1970 – 2000. Questo riscaldamento supplementare porterebbe le attuali temperature superficiali ben al di sopra qualsiasi altro momento nel corso degli ultimi 2.000 anni. Il global warming che si è verificato a partire dalla fine del XIX secolo ha invertito la persistente tendenza ad un raffreddamento globale a lungo termine. L’aumento della temperatura media tra i secoli XIX e XX ha superato la differenza di temperatura tra tutti gli altri secoli consecutivi, in ogni regione , tranne l’Antartide e il Sud America». A conferma di quanto rilevato dai climatologi, secondo i quali nel corso degli ultimi 100 anni le temperature delle terre emerse e degli oceanisono aumentate di circa 0,8 gradi, in conseguenza principalmente dell’utilizzo di combustibili fossili, della continua deforestazione, del cambiamento di utilizzo dei suoli e dell’agricoltura industriale.
Fonte: Greenreport