Suolo e Salute

Autore: admin

Oggi è la Giornata internazionale delle foreste

Si celebra oggi 21 marzo la prima Giornata internazionale delle foreste, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della tutela e salvaguardia del patrimonio forestale del Pianeta. Dopo la celebrazione, nel 2011, dell’Anno Internazionale delle Foreste, un nuovo richiamo dell’ONU affinché si preservino tutti i tipi di foreste, indispensabili per il mantenimento della biodiversità terrestre.

Grazie alla produzione di ossigeno, al prelievo di anidride carbonica atmosferica e al rilascio di vapore acqueo, le foreste di fatto costituiscono un elemento essenziale per il mantenimento degli equilibri su cui si basa l’intero sistema-Terra. Purtroppo, nel corso degli ultimi anni, le foreste primarie, ovvero quelle non intaccate dall’attività dell’uomo, costituiscono ad oggi poco più di un terzo dell’intera superficie forestale del pianeta, e solo negli ultimi anni sono andati perduti oltre 40 milioni di ettari. Considerando invece anche altre tipologie forestali, più o meno modificate dall’intervento umano, la loro superficie sale ad oltre 4 miliardi di ettari, pari ad una “disponibilità” teorica di circa 0,6 ettari per abitante.

Attualmente, sono Russia, Brasile, Canada, USA e Cina gli stati che ospitano le superfici forestali più importanti rispettivamente con 809, 520, 310, 304 e 207 milioni di ettari.

Continua, anche se con una flessione che apre qualche spiraglio di speranza per il futuro, la deforestazione del pianeta: solo negli ultimi dieci anni abbiamo perduto 13 milioni di ettari di foreste l’anno, 3 milioni in meno  rispetto al  decennio 1990/2000 ma pur sempre troppi. Aumentano invece le foreste (e gli alberi) piantati dall’uomo: oggi costituiscono circa il 7% dell’area totale forestale, per una superficie complessiva di  264 milioni di ettari. Tra il 2000 e il 2010, la superficie di foreste piantate è aumentata di circa 5 milioni di ettari all’anno,, soprattutto in seguito agli imponenti rimboschimenti effettuati in Cina.

Nel nostro paese, nell’ultimo ventennio il patrimonio forestale è cresciuto di circa 1,7 milioni di ettari, raggiungendo oltre 10 milioni e 400 mila ettari di superficie. In Italia attualmente crescono circa  12 miliardi di alberi che ricoprono un terzo dell’intero territorio nazionale, secondo quanto riportato dall’ultimo “Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di carbonio” del Corpo forestale dello Stato (Cfs), realizzato con la consulenza scientifica del Cra. Un patrimonio in grado di assorbire  1,2 miliardi di tonnellate di carbonio, pari a 4 miliardi di tonnellate di Co2, e che viene costantemente minacciato da incendi, fenomeni erosivi, piogge acide e dalla crescente presenza di specie alloctone (ovvero aliene, estranee alla nostra flora autoctona).Una minaccia particolarmente seria soprattutto nell’Italia meridionale e nelle isole, che mette a rischio intere formazioni forestali e l’enorme carico di biodiversità che esse custodiscono.

Fonte: AIOL

Watson (ex Ipcc): prepariamoci ad un mondo sensibilmente più caldo

La sfida ai cambiamenti climatici è persa: non siamo più in tempo per evitare che le temperature del pianeta salgano di oltre due gradi, e dobbiamo prepararci ad un mondo più caldo anche di 5 gradi. Queste parole, che hanno il sapore di un vero e proprio de profundis, sono state recentemente pronunciate da Sir Robert Watson, ex presidente dell’Ipcc (l’ Intergovernmental panel on climate change), intervenuto recentemente ad un convegno  organizzato dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine. Secondo lo scienziato britannico, abbiamo ancora il 50% di possibilità di impedire un aumento delle temperature medie mondiali superiore ai 3 gradi rispetto all’epoca pre-industriale, ma di certo «un aumento di 5 gradi è altrettanto possibile”. Secondo Watson (e con lui l’oramai totalità degli scienziati che hanno studiato le dinamiche complesse legate ai cambiamenti climatici)  “ciò significherebbe un riscaldamento della Terra maggiore di quanto sia mai stato dalla fine dell’ultima era glaciale. In ogni caso, nonostante tutte le promesse fatte al mondo, non saremo in grado di realizzare un mondo con un aumento di soli  2 gradi centigradi. Tutte le prove, secondo la mia opinione, suggeriscono che siamo sulla strada per un mondo fra  3° C e 5° C in più.” Le soluzioni, secondo Watson, non sono a buon mercato: “abbiamo certamente bisogno di un sacco di ricerca. Non ci sono soluzioni economiche ed eque per affrontare il cambiamento climatico, ma sono necessarie volontà politica e leadership morale, i cambiamenti di  politiche, prassi e  tecnologie necessari devono essere sostanziali e attualmente non stanno  avvenendo».In un’intervista a Climate News Network, Watson ha sottolineato che «”ora sappiamo che non possiamo escludere un possibile aumento della temperatura di 5° C, e abbiamo bisogno di iniziare a prepararci. Quando presiedevo l’Ipcc eravamo tutti molto ottimisti sul fatto che avremmo raggiunto un accordo globale per limitare le emissioni, anche se sapevamo che sarebbe stato difficile. Ma eravamo fiduciosi che le emissioni non sarebbero salite al livello tremendo dell’attuale aumento”.

Secondo Alex Kirby, fondatore di Climate Network News, “in un mondo di 5° C più caldo di oggi potremmo  aspettarci raccolti fallimentari nei Paesi in via di sviluppo e sviluppati, un innalzamento del livello del mare che minaccerà  molte grandi città e significative carenze di acqua. Ancora più specie saranno a rischio di estinzione (il 10% delle specie sono considerati a rischio per ogni 1° C di riscaldamento), ci sarebbero più (e più intensi) eventi meteorologici estremi ed un crescente rischio di bruschi e rilevante cambiamenti irreversibili in termini di sistema climatico”.

Attualmente Watson è direttore scientifico del Tyndall Centre for Climate Change Research dell’Università di East Anglia e Chief Scientific Adviser  del Department of Environment, Food and Rural Affairs del governo britannico. Fu rimosso dalla presidenza dell’Ipcc nel 2002 e, come si è appreso da un articolo del New Scientist fu George W. Bush, fresco di elezione alla Casa Bianca, a ricevere da un dirigente della ExxonMobil (una delle più importanti compagnie petrolifere del mondo) il seguente messaggio : «Può sostituire immediatamente Watson, su richiesta degli Usa?»

Fonte: Greenreport

Carnemolla (FederBio): la riforma della PAC non valorizza il bio

“L’agricoltura bio, sinonimo di sostenibilità per l’ambiente e per l’uomo ma anche per il reddito degli agricoltori europei, non è stata efficacemente valorizzata dal voto sulla riforma della PAC del Parlamento Europeo”, commenta Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio, che ribadisce: “L’agricoltura bio non è sostenibile solo per l’ambiente, ma anche per il benessere dell’uomo e per l’economia. I dati più recenti sui consumi bio – rilevazione del panel famiglie ISMEA/GFK EURISKO – riferito agli acquisti di prodotti biologici confezionati presso i punti vendita della grande distribuzione organizzata – dimostrano che l’agricoltura bio è una ottima opportunità per affrontare la crisi dell’agroalimentare e più in generale la crisi economica. FederBio ha più volte invitato la politica e le rappresentanze del mondo agricolo e agroalimentare a considerare le potenzialità del bio e a favorirne lo sviluppo. Ha preso parte all’importante campagna per la riforma della PAC sostenuta da 14 Associazioni italiane, che in pochi giorni ha raccolto 90.000 firme, con l’obiettivo di raggiungere una profonda riforma dell’agricoltura. I risultati non sono in linea con le esigenze dei cittadini e degli agricoltori più giovani e dinamici, il voto si è rivelato deludente perché si è persa una ulteriore occasione per attuare una vera riforma della PAC, utile a superare la crisi ambientale ed economica che affrontiamo tutti i giorni”.

Fonte: FederBio

Le associazioni scrivono a Monti e Catania

Le associazioni aderenti alla “Campagna per la riforma della PAC” (tra le quali FederBio,Slow Food e AIAB), in concomitanza con il Consiglio Agricolo, svoltosi il 18e 19 marzo a Bruxelles, hanno scritto una lettera al presidente del consiglio Mario monti ed al ministro delle politiche agricole Mario Catania, auspicandosi che “nel rappresentare il nostro paese nel consiglio agricolo, tengano conto delle nostre richieste e sostengano il reale interesse della collettività, per un’autentica riforma ‘verde’ della PAC in grado di riconciliare economia ed ecologia”, ha dichiarato la portavoce della Campagna Maria Grazia Mammuccini. L’iniziativa all’indomani del sì espresso dal Parlamento europeo alla riforma della Politica Agricola Comune 2014-2020, alla base dei negoziati nell’ambito del Consiglio Europeo nei prossimi mesi.

Maria Grazia Mammuccini, portavoce delle 14 Associazioni, parla di un voto “deludente per quelli che come noi chiedono una profonda riforma della politica agricola”. Anche se, prosegue nella sua analisi, “ è positivo che l’assemblea plenaria del Parlamento europeo abbia bloccato i peggiori aspetti della proposta della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, compresi i doppi sussidi illegali e la cancellazione dalla condizionalità di metà dei requisiti esistenti in materia di ambiente e di salute pubblica”.

Particolarmente penalizzante, secondo Mammuccini, il fatto che “non sono state inserite adeguate misure per premiare le pratiche agricole veramente sostenibili come l’agricoltura biologica e biodinamica né si è fatto nessun passo in avanti per rafforzare il secondo pilastro che è il vero strumento per investire in progetti innovativi per il territorio rurale. Ancora una volta si è persa un’occasione strategica per una vera riforma della Pac in grado di dare un contributo al superamento della crisi economica e ambientale che stiamo vivendo. La proposta uscita dal parlamento non e’ ciò che serve per sostenere adeguatamente sistemi agricoli in grado di produrre cibo sano, natura, paesaggio ed occupazione per i giovani. La proposta votata dal parlamento e’ ancora molto annacquata e di fatto continua a premiare vecchie posizioni di rendita”. La richiesta rivolta ai rappresentanti del nostro governo è ”di sostenere una serie di obiettivi ancora in discussione a Bruxelles, tra cui misure minime per un greening efficace come l’obbligo delle rotazioni colturali, del mantenimento dei pascoli e delle aree di interesse ecologico e la riduzione del tetto massimo ai pagamenti aziendali (da 300 a 100.000 euro) in modo da assicurare risorse sufficienti per le piccole aziende multifunzionali, che sono il tessuto predominante e più vitale dell’agricoltura italiana ed europea”. Le associazioni sottolineano che “ le aziende agricole che reggono meglio l’impatto della crisi sono le aziende biologiche e multifunzionali, che realizzano attività innovative con modelli di produzione e consumo basati sulla sostenibilità ambientale, in grado di garantire efficienza economica, equità sociale, tutela e valorizzazione delle risorse naturali e del paesaggio”. Ma la direzione imboccata dalla riforma non soddisfa la Campagna: la maggior parte dei sussidi della politica agricola comune sono stati distribuiti tra gli agricoltori in modo diseguale a favore delle produzioni intensive ad alto impatto ambientale negativo, senza garantire la sostenibilità economica delle imprese e l’occupazione”. A questo punto, è si ribadisce nella lettera indirizzata a Mario Monti e Mario Catania “servono decisioni responsabili e lungimiranti per un cambiamento reale in grado di assicurare che con i fondi pubblici siano premiate le aziende agricole più virtuose, che producono maggiori benefici per la società, cibo sano, tutela dell’ambiente e della biodiversità, manutenzione del territorio, salvaguardia del paesaggio, mitigazione dei cambiamenti climatici e creano lavoro per i giovani dando un contributo fondamentale al superamento della crisi economica. Al presidente Monti e al Ministro dell’Agricoltura Catania le 14 associazioni ricordano che i cittadini europei si aspettano una vera riforma della politica agricola comune in grado di favorire questo tipo di agricoltura”.

Fonte: Agrapress, Terra Nuova

De Castro: la riforma PAC opportunità importantissima contro la volatilità dei mercati

A margine della seduta della Commissione Agricoltura di lunedì scorso 18 marzo, nel corso della quale si è discusso nel merito della regolamentazione dei prodotti finanziari legati alle materie prime e delle pratiche commerciali nella catena alimentare, il Presidente Paolo De Castro, commentando l’incontro, ha parlato di un “appuntamento di grande importanza per l’analisi e l’individuazione di possibili soluzioni al fenomeno della volatilità dei mercati agricoli. L’instabilita’ dei mercati agricoli, legata alle speculazioni sui mercati finanziari – ha detto De Castro – rappresenta un fenomeno destinato a diventare sempre più sistematico e pressante per gli agricoltori. Ecco perché l’incontro di oggi, durante il quale il commissario (Michel Bariner,  commissario competente per il mercato interno e i servizi,  Ndr) ci ha presentato le sue osservazioni in merito alla regolamentazione dei prodotti finanziari sulle materie prime agricole e le conclusioni sui risultati del forum ad alto livello per un migliore funzionamento della catena di approvvigionamento alimentare, ha rappresentato un momento di riflessione di grande interesse. Tutti gli interventi dei colleghi deputati hanno posto l’accento sulla riforma della politica agricola comune che abbiamo votato la scorsa settimana in aula, un’opportunità’ importantissima per arginare la diffusione della volatilità’ dei prezzi e rendere il futuro dei nostri agricoltori più certo e ottimistico”.

Fonte: Agrapress

”È tempo di cambiare”, la prima rassegna nazionale di teatro eco-sostenibile. Suolo e Salute tra gli sponsor

Per cinque sabati, a partire dal 6 aprile prossimo e fino al 18 maggio, ambiente e sostenibilità saranno al centro di ”È tempo di cambiare”, prima rassegna nazionale di teatro eco-sostenibile in programma a Pesaro e Urbino. Cinque spettacoli che vedranno sul campo nomi quali Jacopo Fo, Patrizio Roversi, Andrea Segrè, Diego Parassole e Massimo Cirri. Il primo appuntamento è in programma sabato 6 presso la Sala Capponi di Cantiano con Jacopo Fo con lo spettacolo “Ecologia, follia e dintorni”. Il successivo sabato 13 aprile al Castello Brancaleoni di Piobbico “Waterfront – Dialogo sull’acqua” di Patrizio Roversi e Andrea Segrè. Il 20 aprile al Teatro Comunale di Apecchio sarà l’associazione Eco-fatto, organizzatrice della rassegna, a cimentarsi dello spettacolo omonimo con Massimiliano Martini. Il 4 maggio invece al Teatro Conti di Acqualagna andrà in scena “I consumisti mangiano i bambini” di Diego Parassole. Giornata conclusiva della manifestazione il 18 maggio con Andrea Segrè e Massimo Cirri che, al Teatro Comunale di Cagli, porteranno in scena“-SPR+ECO”, dall’omonimo testo di Segré, Preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna e fondatore di “Last Minute Market”. Gli spettacoli saranno accompagnati da degustazioni di prodotti tipici locali a km zero eincontri formativi con le scuole.

La rassegna è realizzata con il contributo e il patrocinio di Provincia di Pesaro Urbino; Comunità Montana Catria e Nerone; Ambito Sociale 3 Comuni di Cagli, Cantiano, Acqualagna, Apecchio, Piobbico, Serra Sant’Abbondio, Frontone; Istituzione Teatro di Cagli. Suolo e Salute partecipa all’iniziativa tra gli sponsor della manifestazione.

Info e prenotazioni: ass.eco-fatto@libero.it – telefono 333.9833151/329.3271880

Biglietti 10€ – Pre-vendita: on-line www.liveticket.it oppure in teatro entro due giorni dallo spettacolo.

Fonte: Suolo e Salute