Suolo e Salute

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PAC 2021: PROLUNGATI I TEMPI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

PAC 2021: PROLUNGATI I TEMPI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

È slittata al 25 giugno la scadenza per la presentazione della domanda di aiuto della Pac 2021.

Il D.M. n. 264094 emesso in data 8 giugno 2021, ne rettifica i termini, in origine previsti per il 10 maggio 2021 e prorogati in un primo momento al 15 giugno, con il fine di assicurare agli agricoltori la possibilità di accedere agli aiuti della politica agricola comune.

La variazione tiene conto delle circostanze specifiche dello stato italiano, in linea con le modifiche al regolamento di esecuzione (UE) n. 809/2014 della Commissione, del 17 luglio 2014 introdotte dal regolamento di esecuzione UE 2021/540 del 26 marzo 2021, che concedono maggiore flessibilità agli Stati membri nella fissazione del termine ultimo per la presentazione delle domande, con lo scopo di tenere conto delle circostanze specifiche di ogni stato.

La nuova scadenza riguarda la presentazione di alcuni specifici documenti: la domanda unica; le domande di sostegno; le domande di pagamento per gli aiuti a superficie e misure connesse agli animali nell’ambito del sostegno allo sviluppo rurale, se le rispettive autorità di gestione legiferino in materia (per la proroga è necessaria la delibera regionale).

Per quanto riguarda i ritardi e le eventuali modifiche, le domande iniziali possono essere presentate fino a 25 giorni successivi alla scadenza del 25 giugno, con una riduzione dell’1% per ogni giorno lavorativo di ritardo. Il termine ultimo in questi termini, slitterebbe quindi al 20 luglio 2021.

Una domanda presentata entro la normale scadenza al 25 giugno, può essere oggetto di domanda di modifica fino al 12 luglio senza incorrere in penalità.

Le modifiche invece, per quanto riguarda la domanda di pagamento, in precedenza comunicabili all’autorità competente fino al 30 giugno, potranno ora essere effettuate entro il 12 luglio 2021.

Fonte: Terra e vita

NASCE GRAZIE A BIO: LA START UP CHE UNISCE SOSTENIBILITÀ, INNOVAZIONE E SOLIDARIETÀ

NASCE GRAZIE A BIO: LA START UP CHE UNISCE SOSTENIBILITÀ, INNOVAZIONE E SOLIDARIETÀ

Una start up in cui già il nome, – nella storpiatura della nota locuzione Grazie a Dio -, è evocativo della buona riuscita di qualcosa e in questo qualcosa c’entra il biologico.

L’idea è venuta a tre giovani di Firenze, tre amici, in tempo di Pandemia da Covid-19, che una volta riscontrate le difficoltà di buona metà delle imprese locali (48,5%) nel mettere in atto azioni strategiche per affrontare la crisi, (soprattutto in campo agricolo, dove il crollo dell’industria è stato del 6%), si sono interrogati su come intervenire.

La soluzione è stata l’invenzione di una start up pensata a sostegno dei piccoli produttori e delle realtà non-profit del territorio, le altre fortemente danneggiate dalla Pandemia – ben il 79% infatti, ha riscontrato una significativa riduzione delle entrate – .

Grazie a Bio è composta da pochi “ingredienti”, ben integrati tra loro: innovazione, sostenibilità e solidarietà. Mette in campo l’utilizzo del digitale, anche sul fronte tradizionale dei prodotti locali; creando le condizioni per ordinare la spesa online, con consegna a domicilio di prodotti naturali che vanno dalla frutta e verdura a prodotti per la cura del corpo e della casa.

Ma perché solidarietà? L’ingrediente è integrato dai tre fondatori in diversi modi: gli utenti possono decidere di donare “spese solidali” per una realtà del territorio a rotazione e inoltre il 5% di tutti gli acquisti effettuati, viene devoluto alla Fondazione per vittime di incidenti stradali Claudio Ciai.

Vi è infine una linea di prodotti acquistabili, realizzata da organizzazioni non-profit: i biscotti Dynamo Camp a Pistoia sono un esempio, il primo Camp in Italia di Terapia Ricreativa per bambini ammalati.

Per quanto riguarda il funzionamento: la realtà lavora su Firenze e vede i suoi prodotti cambiare in base alle proposte della stagione. Le consegne sono attive dal lunedì al venerdì e la spesa giunge a casa entro 24 ore dall’elaborazione dell’ordine. L’alternativa è ritirarla personalmente presso il magazzino sito nel quartiere de’ Le Cure all’interno della città.

Quella effettuata attraverso Grazie a Bio, è una spesa che fa bene a tutti, afferma Francesco Ciai, Presidente della Fondazione Claudio Ciai. È rispettosa dell’ambiente e salutare per chi la consuma, è calata nel contesto locale, cercando di essere utile attraverso il sostegno alle realtà agricole e non-profit del territorio, e infine, tiene conto dei più fragili, devolvendo loro una percentuale fissa attraverso ogni singolo acquisto.

Un approccio creativo dunque, elaborato da tre giovani menti, aventi a cuore la tutela del territorio, che hanno saputo fare sintesi efficace tra gli strumenti innovativi dell’epoca e valori senza tempo, quali il rispetto per l’ambiente, l’uomo e la sua salute e salvaguardia.

Fonte: Comunicati stampa

MDRO E CAMPIONI DI CARNE AL DETTAGLIO: UN’ANALISI DEI DATI RILEVA UN GRADO DI CONTAMINAZIONE PIU’ BASSA PER IL BIO

MDRO E CAMPIONI DI CARNE AL DETTAGLIO: UN’ANALISI DEI DATI RILEVA UN GRADO DI CONTAMINAZIONE PIU’ BASSA PER IL BIO

All’interno dei processi di produzione di alimenti per animali, le specie coinvolte sono spesso esposte, può quindi accadere vengano colonizzate o infettate da batteri che ne determinano la contaminazione con microrganismi multiresistenti: i cosiddetti MDRO.

La Organic Foods Production Act americana, ha ottenuto una riduzione dell’uso di antibiotici in alcune operazioni parte del processo di produzione degli alimenti, sono seguiti alcuni studi, con lo scopo di indagare le correlazioni dei metodi di produzione e lavorazione della carne con gli MDRO e la contaminazione batterica complessiva della carne al dettaglio.

Gli approfondimenti hanno confermato che la riduzione dell’uso di antibiotici è associata a una riduzione di MDRO nelle carni suddette.

Il Sistema di monitoraggio della resistenza antimicrobica, ha fornito i dati necessari per lo studio sulla contaminazione batterica relativa alle annualità comprese tra il 2012 e il 2017 per petto di pollo, carne di manzo, carne di tacchino e costolette di maiale.

Questi dati sono stati poi conteggiati attraverso modelli di regressione di Poisson con varianza robusta, per stimare le associazioni con la contaminazione da MDRO e qualsiasi contaminazione, rilevata per anno, per tipo di carne e in base al genere di batteri (Salmonella, Campylobacter, Enterococcus, Escherichia coli).

I campioni di carne totali al dettaglio sono risultati 39.349, di questi una parte è stata lavorata in 216 impianti di produzione convenzionale di carne; un’altra più piccola in 123 impianti suddivisi tra metodo di produzione convenzionale e biologico. E un’ultima parte, è stata lavorata in 3 impianti utilizzando la sola metodologia di lavorazione biologica.

La contaminazione da MDRO era più o meno similare o talvolta superiore, nelle carni prodotte convenzionalmente e negli impianti suddivisi tra i due metodi, cambiava nettamente invece nelle carni lavorate e prodotte biologicamente, riportando una contaminazione di molto inferiore.

La carne lavorata con impianti suddivisi, presentava una contaminazione da MDRO similare a quella lavorata convenzionalmente, per tutti i generi batterici testati eccetto Campylobacter.

La prevalenza di qualsiasi contaminazione è risultata inferiore nei campioni trattati in strutture suddivise rispetto a strutture convenzionali per campioni aggregati e per tutti i tipi di carne e generi batterici.

Tirando le somme, i campioni di carne al dettaglio prodotta e lavorata biologicamente avevano una prevalenza significativamente inferiore di MDRO rispetto ai campioni prodotti e lavorati convenzionalmente; mentre la carne proveniente da trasformatori suddivisi tra le due metodologie, aveva una prevalenza inferiore di contaminazione rispetto ai campioni provenienti da trasformatori convenzionali.

Al fine di indagare al meglio la questione, saranno necessari ulteriori studi di approfondimento a conferma dei risultati, per chiarificare le specifiche pratiche di produzione che potrebbero aggiungere elementi significativi all’indagine.

 

Fonte: EHP

MEZZI TECNICI IN AGRICOLTURA BIOLOGICA: QUALI GARANZIE?

MEZZI TECNICI IN AGRICOLTURA BIOLOGICA: QUALI GARANZIE?

“Suolo e Salute Inputs”: una proposta di certificazione volontaria che può unire le esigenze di chiarezza degli agricoltori biologici e quelle di trasparenza dei produttori di mezzi tecnici per il bio. Ne parliamo nel webinar del 23 giugno

Le aziende agricole biologiche e i tecnici consulenti chiedono da tempo strumenti certi per scegliere fertilizzanti, agrofarmaci – o altri prodotti ad esempio corroboranti – che risultino effettivamente ammissibili in biologico, privi di ambiguità e senza generare fraintendimenti che possano provocare gravi ripercussioni sul processo di certificazione.

Dall’altra parte molti produttori di mezzi tecnici hanno bisogno di comunicare in modo trasparente la completa ammissibilità del proprio prodotto rispetto ai requisiti fissati dalle norme del biologico.

La proposta Suolo e Salute

Suolo e Salute è il primo organismo di controllo e certificazione del biologico in Italia: certifica oltre 20.000 aziende, il 25% del totale, e oltre 650.000 ettari corrispondenti a quasi il 30% della superficie agricola nazionale in biologico.
Lo standard elaborato e proposto da Suolo e Salute, “Suolo e Salute Inputs”, sottopone il mezzo tecnico non solo ad una revisione documentale, ma ne verifica, attraverso un controllo da parte di un tecnico ispettore, il processo produttivo, la filiera di approvvigionamento delle materie prime, la composizione totale e anche la presenza di eventuali contaminanti mediante specifiche analisi di laboratorio.

Una formula che si presta ad una diffusione capillare consentendo così di minimizzate le contestazioni a carico dei produttori certificati biologici, quando riconducili all’uso di mezzi tecnici non ammissibili o contaminati, con un vantaggio non solo per gli operatori coinvolti ai vari livelli, ma per l’integrità e la credibilità del biologico in generale.

Di questo ne parleremo il 23 giugno 2021 nel webinar “Mezzi tecnici in agricolturabiologica: quali garanzie? “, organizzato da Suolo e Salute assieme a Edagricole e in collaborazione con Arvan. È prevista anche la partecipazione di Compag e del CREA.
La partecipazione all’evento è gratuita.

23 giugno 2021 – ore 15:00-18:00

gli interventi:

  • Alessandro D’Elia, Direttore Generale – Suolo e Salute
  • Michele Staiano, Responsabile di Schema – “Suolo e Salute Inputs”
  • Pier Luigi Graziano, Direttore – Arvan s.r.l.
  • Francesco Riva, Consulente – Suolo e Salute
  • Vittorio Ticchiati, Direttore – Compag
  • Giancarlo Roccuzzo, Ricercatore del CREA – Esperto in agricoltura biologica e mezzi tecnici
  • Modera: Lorenzo Tosi – Giornalista Edagricole

La partecipazione all’evento è gratuita ed è aperta a tutti i tecnici professionisti, previa registrazione entro il 21 GIUGNO 2020.

ISCRIVITI GRATUITAMENTE ALL’EVENTO

PESTICIDI: ALCUNI FUORILEGGE IN EUROPA MA LEGALI IN AFRICA

PESTICIDI: ALCUNI FUORILEGGE IN EUROPA MA LEGALI IN AFRICA

Tap, agenzia di stampa tunisina, ha recentemente reso noto un rapporto che denuncia l’utilizzo e l’importazione di pesticidi altamente dannosi per l’ambiente e per la salute in Tunisia. Il rapporto è stato realizzato dall’Aeefg – Association de l’Education Environnementale pour les Futures Générations in collaborazione con IPEN – Rete internazionale per l’eliminazione degli inquinanti.

Se il caso tunisino colpisce per il numero di importazioni: nel 2018 più di 240 tonnellate per uso agricolo, compresi 35 mila kg di cianamide (fertilizzante azotato che può causare vomito se ingerito), secondo un rapporto di Greenpeace e PublicEye; l’Unione Europea stupisce per esportazioni nei tre paesi del Maghreb, Marocco, Algeria e Tunisia. Nel 2019 infatti risulta responsabile di aver esportato 19 pesticidi vietati nel territorio europeo.

Le Ong definiscono ipocrisia tossica il comportamento assunto dai paesi dell’Unione Europea che continuano a effettuare esportazioni di questi prodotti, nonostante il divieto diffuso nei propri Stati Membri.

Entrando nel merito del caso tunisino, 33 sono le aziende attive nel settore dell’agrochimica, con un numero che ammonta a 215 pesticidi registrati sul mercato, con circa 500 marchi differenti.

La biologa e presidente dell’Aeefg, Semia Gharbi, denuncia il mancato aggiornamento dell’elenco dei pesticidi importati nel suo paese. L’ultimo dei quali risalirebbe all’anno 2017. Nonostante la digitalizzazione dei dati, segnala l’assenza di trasparenza e precisione, davanti al quale, afferma, il Ministero dell’Agricoltura dovrebbe intervenire anche in anticipo rispetto a una potenziale azione da parte dell’Unione Europea.

Il rapporto reso noto da Tap, nel quale Aeefg è attiva, mette in evidenza le carenze legate alla gestione dei pesticidi e che questi incontrano, dal processo di controllo post-approvazione alla commercializzazione, dallo stoccaggio fino alla gestione degli imballaggi vuoti.

Secondo gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) l’uso di pesticidi altamente pericolosi potrebbe in parte spiegare la recrudescenza osservata in Tunisia di vari tumori.

PublicEye, introduce punti di vista non incoraggianti, riportando l’opinione di una fonte dell’Unione Europea, che affermerebbe che: introdurre un divieto di esportazione da parte dell’UE in merito ai pesticidi non è detto impedirebbe ai paesi terzi di utilizzarli. L’esportazione potrebbe infatti avvenire attraverso altri stati. Sensibilizzare il paese invece, persuadendolo a non farne più uso, sarebbe la strategia più diretta ed efficace.

La soluzione, riteniamo, possa identificarsi in una duplice azione, all’interno del quale si possa fronteggiare il problema da ambo le parti; al fine di cercare risposta a una questione che riguarda in primis la garanzia di una salute diffusa e comune.

Fonte: Cambia la terra

IL NUOVO DDL SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA E GLI ATTACCHI AL BIODINAMICO

IL NUOVO DDL SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA E GLI ATTACCHI AL BIODINAMICO

Il nuovo disegno di legge appena entrato in campo, per legittimare e strutturare il settore biologico, è una conquista degli ultimi 15 anni.

15 anni di lotte e resistenze da parte di chi, nel mondo agricolo, ha continuato a perseguire strade meno battute, non corrispondenti a quella principale dell’agricoltura intensiva. Tra queste vie “alternative” vi è quella del metodo biodinamico, in un comma del ddl equiparato al metodo biologico.

Tale equiparazione ha sollevato polemiche importanti per l’attacco di una parte della scienza al ruolo del metodo biodinamico e della sua presenza all’interno del ddl.

Inutile dire che le polemiche si sono collocate al centro della comunicazione mediatica, andando a velare l’importanza del passaggio al Senato di una legge per il settore; con l’aggiuntiva conseguenza di un possibile stravolgimento della legge in oggetto, durante il vaglio del disegno alla Camera.

La quasi unanimità riscontrata rispetto all’approvazione della legge al Senato, conferma la necessità e forse anche una nuova maturità, nel voler realizzare un quadro di sistema che favorisca il percorso di transizione ecologica in atto, nonché misure a favore dell’ambiente, del clima e della salute alimentare in generale.

Nata circa un secolo fa – spiega Carlo Triarico, Presidente APAB – l’agricoltura biodinamica ha gettato le basi della bioagricoltura e gli stessi regolamenti europei derivano per buona parte dai disciplinari Demeter.

In questo senso il metodo biodinamico è parte costituente del metodo biologico, poiché si basa sul modello di “organismo agricolo” a ciclo chiuso, finalità dell’intero settore. I preparati tacciati di stregoneria, sono contenuti tali e quali, nei regolamenti del biologico e usati da tantissime realtà certificate a metodo bio.

Le discriminazioni inerenti il metodo biodinamico, non nascono con questa legge, racconta il Presidente dell’Associazione, ma durante il primo convegno Expo sul tema, tenutosi a Milano nel 2015.

Il congresso divenne un pretesto per concretizzare l’impegno da parte di tutte le parti del settore, a prendere in carico il futuro agroalimentare del paese.

In questa occasione iniziarono le prime accuse di stregoneria a discapito del biodinamico. Accuse che, come vediamo nel caso del ddl n. 988, possono avere il potere di rallentare il processo emancipatorio di un settore, dissuadendo le istituzioni da una possibile riforma e favorendo la caduta in prescrizione una legge che al Senato ha raggiunto l’unanimità.

La posizione della scienza all’interno del conflitto (vivo già dal 2015), dovrebbe essere di supporto, aggiunge Triarico, non di ostacolo. Il mondo del biodinamico domanda alla ricerca di approfondire gli studi sul metodo poiché in altri paesi le università in questo senso dedicate, sono numerose e le pubblicazioni censite che approfondiscono il tema forniscono risultati promettenti.

L’obiettivo di fondo, teso alla salvaguardia dell’ambiente e a provvedimenti intelligenti che lo preservino, è troppo importante perché prevalgano le parti con i loro singoli interessi.

Fonte: Slow food