A Roma si è tenuto il seminario “Accrescere la reputazione del biologico: la tracciabilità alla luce delle nuove frontiere tecnologiche”, organizzato da Anabio-Cia con esperti del settore. Durante il seminario si è discusso sull’applicazione di tecnologie smart per rendere più competitivo e resiliente il mondo del biologico.
Un prodotto biologico ha il vantaggio di essere un prodotto certificato e soprattutto tracciato. La tracciabilità diventa un elemento fondamentale per mantenere e accrescere la reputazione del biologico.
I consumatori sono disposti sempre più a pagare per i prodotti bio, in virtù della loro garanzia di qualità, salubrità ed ecosostenibilità. Una garanzia di trasparenza che si confronta con le innovazioni tecnologiche, come la Blockchain. Questa tecnologia è considerata come la nuova Internet delle transazioni: è un’infrastruttura digitale utile a gestire banche dati in maniera diffusa, senza la presenza di un’autorità di controllo dei dati e di gestione dei flussi di informazione, in grado di garantirne la tracciabilità.
Ass.O.Cert.Bio, mentre si aspetta che il governo metta a disposizione una propria piattaforma pubblica così come previsto dal Decreto Legislativo n° 20 del 20 febbraio 2018, si è mossa per attivare la rete OIP, un sistema informatico di tracciabilità per i prodotti biologici con particolare riferimento alla verifica delle produzioni e delle transazioni delle filiere considerate a maggior rischio di frode (es. le granaglie).
“Il settore agroalimentare, e in particolare quello del biologico, può considerarsi in linea con la tendenza della Blockchain, avendo già avviato la raccolta dei dati, integrabili lungo tutto il processo produttivo -ha evidenziato Federico Marchini-. La Blockchain arriva a supportare il mondo agricolo anche in materia di sicurezza alimentare e tutela il rapporto con i cittadini-consumatori ai quali è data la possibilità, grazie allo sviluppo di specifiche funzionalità, di consultare in totale trasparenza tutte le informazioni raccolte lungo la filiera e relative al prodotto”.