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Biologico USA, levata di scudi contro le decisioni dell’USDA

L’USDA, il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense, ha annunciato recentemente di aver modificato alcuni criteri di esclusione di sostanze precedentemente vietate in alimenti classificati come biologici. Secondo molte organizzazioni di produttori biologici e consumatori americani, la decisione (entrata in vigore il 17 settembre scorso) rischia di rendere assai più semplice l’uso di sostanze ed ingredienti artificiali, mettendo a repentaglio in questo modo l’integrità del marchio biologico. Tra le contestazioni del mondo bio anche l’assenza di una consultazione pubblica in merito e il fatto che questo nuovo provvedimento sia entrato in vigore subito dopo la pubblicazione, modificando un regolamento in vigore dall’ormai lontano 2005. La legge precedente imponeva una durata massima di cinque anni per le deroghe all’utilizzo di determinate sostanze in agricoltura biologica, proprio con lo scopo di incoraggiare lo sviluppo di alternative biologiche o comunque naturali. Dette esenzioni scadevano dopo il periodo indicato, e non potevano essere prorogate se non con il voto favorevole di due terzi della maggioranza del National Organic Standards Board (NOSB), comprendendo anche un riesame pubblico della proroga. Ora l’ USDA ha dichiarato invece che questa procedura non avrà più seguito  che, al contrario, l’uso di una determinata sostanza potrà essere consentito a tempo indeterminato a meno che una maggioranza dei due terzi dei voti NOSB ne decreti l’esclusione. In questo modo, affermano i critici della riforma, l’USDA è libero di inserire nella lista di eccezioni una serie di sostanze di sintesi senza un avallo da parte di un board indipendente e senza alcuna consulta pubblica, come invece richiesto dalla normativa. Beyond Pesticides, Consumers Union, Center for Food Safety, e Food and Water Watch, Quattro tra le più importanti associazioni di consumatori impegnate nella tutela della salute, dell’ambiente e dell’alimentazione, hanno prodotto un duro comunicato congiunto che critica frontalmente il cambio di rotta del Dipartimento: “La decisione del USDA minimizza tutti gli incentivi per la creazione di prodotti e ingredienti naturali e biologici e abbassa decisamente gli standard di ciò che un consumatore può aspettardi dietro l’etichetta di “biologico”. Consentire all’USDA di rimettere automaticamente in un elenco di sostanze consentite prodotti che non hanno ricevuto parere favorevole da parte del NOSB erode l’autorità legale del Board, privando i consumatori di un elemento chiave per il mantenimento della loro fiducia nel marchio biologico. Il fatto che il Dipartimento abbia preso questa decisione senza alcun confronto pubblico non fa che aggravare il senso di violazione avvertito dai gruppi che esercitano funzione di controllo e dai consumatori stessi”. “Consentire la redazione di un elenco potenzialmente indefinito di ingredienti non naturali e richiedere una super-maggioranza per il ritiro di una determinata sostanza al termine dei cinque anni previsti dalla legge mina lo spirito stesso della normativa originaria. Non è giusto sia per i produttori che cercano di realizzare un prodotto veramente biologico e non è giusto tantomeno per i consumatori che cercano di effettuare scelte d’acquisto quanto più possibile informate e consapevoli.  In poche parole, questo provvedimento abbassa significativamente lo standard di tutela per gran parte del mercato biologico “.

Fonte: eNews Parks Forests

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