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Category: Acquacoltura

L’acquacoltura italiana verso la transizione al bio: appuntamento a Roma

Anche l’acquacoltura può essere biologica: in Italia il mercato è di nicchia, ma ci sono buone prospettive di crescita. Ecco perché il CNR e il CRA (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura), hanno lanciato a inizio 2014 il progetto SANPEI II. La sigla è un acronimo che sta per: SANo come un PEsce biologico Italiano. L’obiettivo? Valorizzare i prodotti da acquacoltura biologica italiana nella ristorazione collettiva.

Concluso il progetto, a gennaio 2017, ora è il momento di tirare le somme. Appuntamento a Roma con un workshop sul tema, il prossimo 27 febbraio.

SANPEI II: l’acquacoltura bio si incontra a Roma

Il Workshop finale del progetto SANPEI II avrà come tema “L’acquacoltura Biologica: le opportunità di un settore in evoluzione”. L’appuntamento sarà l’occasione per discutere con gli attori della filiera, le istituzioni e i ricercatori, sullo stato di salute del settore e sui possibili sviluppi futuri.

L’evento comincerà alle ore 10 con un coffe break di benvenuto e la registrazione dei partecipanti. Proseguirà con gli interventi di esperti e addetti ai lavori. Introdurrà l’appuntamento Stefano Bisoffi del Crea, che ha diretto le Attività Scientifiche di SANPEI nel corso degli ultimi 3 anni.

Seguirà un intervento di un delegato del Dipartimento delle politiche competitive della qualità alimentare e della pesca del MIPAAF. A seguire, Fabrizio Capoccioni e Domitilla Pulcini presenteranno il progetto SANPEI II, proiettando un video divulgativo.

A seguire, i seguenti interventi:

  • Lo stato dell’acquacoltura biologica in Italia” di Domitilla Pulcini
  • Le attività sperimentali del Progetto Sanpei II” di Fabrizio Capoccioni e Domitilla Pulcini
  • L’esperienza della sede di Monterotondo del CREA nella produzione animale biologica” di Monica Guarino Amato (CREA)

Dopo la pausa pranzo, sarà la volta di Patrizia di Marco, ISPRA, che illustrerà le “Performance dell’allevamento biologico di spigola e orata”. Seguiranno le testimonianze di alcuni produttori: Eraldo Rambaldi, Direttore dell’Associazione Mediterranea Acquacoltori (AMA), sullo “Stato dell’acquacoltura nazionale – opportunità e criticità”; Carla Giansante e Riccardo Caprioli (IZS), interverranno sulla “Esperienza dell’IZSAM nel campo della biologia delle acque e della molluschicoltura”.

Concluderà gli interventi Simone Venturini, Responsabile del Settore Ittico e Ricerca e Sviluppo di Nutritech, che relazionerà sull’esperienza della ditta nella mangimistica. Seguirà Question Time.

Le attività di SANPEI II

Nei suoi 3 anni di attività il SANPEI II ha cercato di contribuire al rilancio dell’acquacoltura nazionale. Un obiettivo perseguito attraverso la transizione verso modelli economici sostenibili, tra cui soprattutto l’allevamento ittico biologico.

Obiettivo secondario, la conquista di nuovi mercati, tra cui la ristorazione collettiva pubblica.

Durante le attività degli enti di ricerca coinvolti, è emersa soprattutto l’esigenza di una revisione dell’attuale regolamentazione dell’acquacoltura biologica europea. A normare il settore c’è oggi il Regolamento CE 710/2009, che è però in fase di revisione. Secondo i partecipanti di SANPEI II, dovrebbero essere almeno 3 gli aggiornamenti necessari per rispondere adeguatamente alle esigenze del mondo produttivo:

  1. Messa a punto di protocolli di allevamento bio per le gli stati larvali e giovanili delle specie oggetto di acquacoltura.
  2. Definizione corretta delle densità specie-specifiche, con l’obiettivo di assicurare il benessere animale.
  3. Definizione di standard qualitativi specifici per i prodotti da acquacoltura bio.

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1122

http://www.feder.bio/files/1874.pdf

http://sanpei.ceris.cnr.it/index.php?option=com_content&view=article&id=17&Itemid=34

http://sanpei.ceris.cnr.it/index.php?option=com_content&view=article&id=19&Itemid=37

Agricoltura biologica contro acquaponica. È scontro negli Stati Uniti

acquaponicaIn America è scontro tra i sostenitori della coltura acquaponica e quelli della “tradizionale” agricoltura biologica. Ad accendere la miccia delle proteste, un provvedimento del governo federale di Washington che mette a rischio la certificazione delle colture “senza terra”.

Fino ad oggi, infatti, chi coltivava negli Stati Uniti utilizzando acquaponica e idroponica poteva legittimamente richiedere, per i propri prodotti, il marchio “organic”, corrispondente alla nostra dicitura “biologico”. Questo perché, nonostante il metodo di coltivazione sia diverso da quello comunemente adoperato, i prodotti coltivati nelle vasche rispettano a tutti gli effetti le norme in vigore e quindi possono essere certificati come biologici.

L’acquaponica è una particolare tecnica che coniuga  l’acquacoltura, ovvero l’allevamento di pesci e crostacei, alla coltivazione idroponica di vegetali.

Con le colture acquaponiche, ad esempio, è possibile associare l’allevamento di pesci commestibili alla coltivazione di pomodori, zucchine e insalata, senza il bisogno di occupare terreno.

In sintesi, in un impianto acquaponico l’acqua della vasca dove vengono allevati i pesci viene utilizzata per irrigare speciali letti di crescita, privi di terra e concime, dove si trovano le piante.

L’acqua, ricca di sostanze nutrienti provenienti dal metabolismo degli animali, viene adoperata per lo sviluppo delle piante, grazie anche all’azione biochimica di alcuni microrganismi coltivati all’interno dei letti di crescita. Così, sostanze considerate di rifiuto vengono trasformate in fertilizzanti naturali e assorbiti dalle radici delle colture.

Le piante a loro volta purificano l’acqua delle vasche, garantendo il benessere degli animali e determinando un continuo scambio reciproco di benefici. Questo sistema porta con sé diversi vantaggi, perché si traduce in un risparmio idrico del 90% e la fertilizzazione costante accelera notevolmente la crescita dei vegetali.

Secondo gli addetti ai lavori, una delle motivazioni che hanno portato il governo federale a mettere a rischio la certificazione dipende proprio dalla costante diffusione di queste tecniche, a discapito del comparto agricolo “tradizionale”.

I sostenitori della coltura acquaponica hanno così deciso di avviare una petizione online che chiede di non modificare la legge.

Fonti:

http://www.rinnovabili.it/ambiente/usa-biologico-guerra-acquaponica-222/

http://www.freshplaza.it/article/55915/Aquaguide-impianti-di-acquaponica-per-la-produzione-sostenibile-e-biologica-di-verdure

https://petitions.whitehouse.gov/petition/usda-dont-ban-aquaponics-and-organic-hydro-organic-farming

I consumatori europei confusi sul mercato del pesce biologico

foglia-europea-biologicoUn sondaggio tra i consumatori in Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia dimostra che la maggior parte della gente non sa che cosa si intende per “pesce biologico”.

Come parte del progetto OrAqua nell’UE, l’indagine ha avuto 500 partecipanti provenienti da ciascuno dei più grandi mercati di pesce biologico in Europa, che ha fornito le loro risposte attraverso un questionario on-line.

“L’acquacoltura biologica non è una novità, ma è stata solo di recente oggetto di una regolamentazione specifica a livello dell’UE. Da quanto ci rivelano le idee dei consumatori di pesce biologico, possiamo vedere che non sono in linea con la normativa “, ha detto il ricercatore Nofima Pirjo Honkanen

Per molti intervistati, “naturalità” è la definizione più importante di biologico. Ma nella produzione pratica, è una storia completamente diversa.

“La definizione di acquacoltura biologica è per molti versi simile a quello che accade in agricoltura. Si tratta di mantenere il pieno controllo della produzione, nessun farmaco o pesticidi, e la rigorosa regolamentazione delle condizioni di produzione e qualità delle acque “, ha detto Honkanen.

Si tratta del processo per il quale il pesce biologico sarà ancora immaginato in una vasca, ma non può nuotare liberamente come fa un pesce selvatico.

I consumatori intervistati affermano che mangiano farine biologiche una volta per due volte al mese, ortaggi biologici da due a quattro volte al mese, e il pesce biologico da una a tre volte al mese.

Il consumo di pesce biologico ha il consumo più alto in Italia, e il più basso in Germania. È anche emerso che la Gran Bretagna e la Germania hanno il maggior numero di consumatori che non mangiano pesce biologico.

“Sono molto pochi quelli che sono consapevoli del marchio biologico ufficiale dell’UE, la foglia verde formata dalle stelle dei paesi europei. L’etichetta è stata lanciata per rendere più facile per i consumatori per trovare i prodotti biologici, ma pochi non si rendono davvero conto di ciò che il simbolo significa “, ha detto Honkanen.

Riso biologico: 1 milione di dollari per la ricerca di soluzioni sostenibili ed economiche

Il riso biologico è una sfida che sempre più agricoltori cercano di intraprendere. Coltivare il riso con tecniche sostenibili, però, è una decisione rischiosa e faticosa che comporta una dura battaglia quotidiana contro insetti, malattie e piante infestanti.

Proprio per questo, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha messo a disposizione di un team internazionale di scienziati di comprovata esperienza 1 milione di dollari di finanziamenti. L’obiettivo è quello di trovare soluzioni che rendano il riso biologico una coltura redditizia per gli agricoltori e più sicura e disponibile per i consumatori.

riso biologico

 

 

 

 

 

 

 

 

Una soluzione che arriva in risposta alla difficoltà degli agricoltori degli Stati Uniti di tenere il passo alla domanda crescente del mercato interno.

Il Dr. Xin-Gen “Shane” Zhou, esperto in patologia delle piante e leader del progetto, ha spiegato la necessità di ottenere nuovi risultati nel settore. La ricerca in questi anni, spiega, si è soffermata poco su questo prodotto “e gli studi biologici effettuati su altre colture non possono applicarsi al riso, perché la maggior parte di esso viene coltivato nei campi allagati“. Questo sottopone le colture a una diversa gamma di malattie, erbe infestanti e insetti che non ci sono nelle zone aride o nelle colture irrigue.

L’obiettivo della ricerca, dunque, è quello di aiutare gli agricoltori ad affrontare problematiche come la gestione dei nutrienti, il controllo dei parassiti e delle piante infestanti, con soluzioni sostenibili, ma anche economicamente approcciabili.

Non a caso, il team è composto da esperti in patologie vegetali, in scienza botanica e delle piante infestanti, in fitopatologia, economisti, entomologi.

Come afferma Zhou: “Abbiamo ideato questa nuova proposta per sviluppare ulteriormente metodi redditizi per coltivatori di riso biologico. Abbiamo intervistato gli agricoltori biologici e abbiamo scoperto che i principali problemi a cui vanno incontro sono la gestione delle piante infestanti, la fornitura di azoto“.

Ad esempio, gli agricoltori vorrebbero usare meno fertilizzanti azotati, perché i fertilizzanti biologici sono molto più costosi rispetto a quelli tradizionali. Ma l’applicazione di azoto naturale in modo improprio può dare alle erbacce la possibilità di crescere e di competere con le piante di riso.

Zhou ha anche affermato che il team ha in programma di sviluppare una strategia economica per la produzione di riso biologico. Il piano sfrutterà la creazione di uno strumento di analisi economica sul web, basato su bilanci interattivi. Lo scopo è quello di aiutare gli agricoltori a prendere decisioni per la produzione di riso biologico.

Avremo il collegamento diretto con i coltivatori di riso biologico per mostrare loro che tipo di pratiche o strumenti possono utilizzare per la gestione dei parassiti e per aumentare la resa“, ha concluso Zhou.

Fonti:

http://www.laboratoryequipment.com/news/2015/10/scientists-team-farmers-improve-organic-rice-production

http://phys.org/news/2015-10-rice-demand-scientists-farmers-production.html

Oggi a Roma seminario sull’acquacoltura bio

Si intitola “Produzioni semintensive di giovanili di specie ittiche marine per l’innovazione nelle produzioni biologiche” il seminario in corso di svolgimento oggi a Roma presso la sede del CRA dia via del Caravita. Nel corso dell’incontro saranno presentati i risultati del programma di ricerca PROSEGAB (MiPAAF SAQ X – PAN 2008-2009 – Az. 2.2) e presentato e distribuito il “Manuale di tecniche semintensive per la produzione di giovanili di specie ittiche marine in acquacoltura biologica”. Nel corso dell’incontro si parlerà anche della posizione italiana riguardo la revisione dei regolamenti del settore bio, in particolare per quanto riguarda le avannotterie, come discusso anche nel recente RCOP di cui abbiamo dato notizia in un altro nostro articolo.

Fonte: CRA, FederBio

Rapporto Fao-Ocse: l’acquacoltura cresce più del previsto

Secondo un recente rapporto congiunto punnlicato da Fao e Ocse e disponibile in lingua inglese a questo link (http://www.fao.org/3/a-i3822e.pdf), l’acquacoltura nei prossimi anni è destinata a crescere ben al di sopra del 2,54% annuo previsto, attestandosi intorno ad un 4,14% fino al 2022. La pubblicazione presenta in particolare una serie di proiezioni riguardanti l’ approvvigionamento alimentare per i prossimi 15 anni, partendo dall’analisi dei dati esistenti, e si concentra sui nuovi scenari che riguardano la produzione ittica e l’allevamento, in particolare per i prossimi 8 anni.

Secondo lo studio, nel prossimo futuro proprio l’acquacoltura avrà un ruolo sempre più importante nel rispondere alle nuove sfide dell’approvvigionamento alimentare, anche in conseguenza delle grandi trasformazioni demografiche cui stiamo assistendo: aumento progressivo dei redditi medi, dimensioni mutate dei nuclei familiari, invecchiamento crescente della popolazione, urbanizzazione. Tutti elementi che, insieme alle diverse tendenze di consumo e al crescente interesse verso forme di alimentazione più sane e sostenibili, determineranno senza dubbio grandi cambiamenti sia nella domanda che nell’offerta di cibo. Con impatti di enorme rilevanza che richiederanno un aumento sia quantitativo che qualitativo della produzione, dato che la crescita richiesta dovrà necessariamente inquadrarsi all’interno dei vincoli dettati dalla disponibilità delle risorse naturali e dalle tecnologie esistenti.

Fonte: Fao, Agrapress