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Category: Agricoltura

Regione Toscana: tempo fino al 15 maggio per presentare le domande per premi Pac e Psr

La Regione Toscana apre le porte alla presentazione delle domande per i Premi Pac e Psr 2017.

Le aziende agricole avranno tempo fino al 15 maggio 2017 per presentare le istanze relative sul portale di Artea, l’Ente pagatore in agricoltura.

I settori che potranno usufruire degli aiuti sono superfici agricole e “capo animale”.

I Premi Pac e Psr rappresentato spesso un sostegno importante per le aziende agricole, in alcuni casi una vera e propria boccata d’ossigeno. Nella Regione Toscana, gli aiuti, tra i più importanti messi in atto dalla Politica Comune Europea, potranno coinvolgere circa 38mila imprese agricole, per un importo complessivo che supera i 160 milioni di euro.

Come saranno erogati i Premi Pac della Regione Toscana

La Regione Toscana prevede di erogare i Premi Pac e Psr in più fasi, seguendo una precisa articolazione definita dal Regolamento UE 2013/1307.

La prima fase è contraddistinta dal “pagamento di base”, una quota di aiuti calcolata in base alla superficie agricola ammissibile a tale regime. Si tratta di seminativi, prati e colture permanenti.

La seconda fase, che prende il nome di “inverdimento” o “greening”, riguarda la remunerazione destinata a tutte quelle Aziende beneficiarie che mettono in atto pratiche agricole sostenibili a beneficio del clima e dell’ambiente.

Tramite l’accesso alla Riserva Nazionale Titoli, saranno invece messi a disposizione i premi per “nuovi agricoltori”. Si tratta, in sostanza, di un’integrazione di premio nelle aziende formate da “giovani agricoltori”, beneficiari con età non superiore a 40 anni.

Infine, sono previsti dei sostegni specifici definiti “accoppiati” e destinati a sostenere tutte quelle misure inerenti i settori della zootecnia (bovini ed ovi-caprini), frumento duro, colture proteiche e proteaginose, riso, barbabietola da zucchero, pomodoro da industria, olio di oliva (quest’ultimo per superfici iscritte alle denominazioni IGP e DOP).

Domande Psr Regione Toscana

Al via anche la compilazione delle domande di pagamento del Programma di Sviluppo Rurale. In particolare, sono attive le Misure 214a e 214b1 della programmazione 2007-2013 e le nuove Misure 11 e 10.1.4 della programmazione 2014-2020, riguardanti le aziende con impegni agro-ambientali (agricoltura biologica, agricoltura integrata, razze in via di estinzione).

Le imprese agricole della Regione Toscana interessate dagli interventi sono circa 5 mila.

Anche in questo caso, le domande dovranno essere presentate entro il 15 maggio 2017.

 

Fonti:

http://www.agi.it/regioni/toscana/2017/03/09/news/agricoltura_toscana_via_alle_domande_per_i_premi_pac_e_psr-1568479/

http://www.toscana-notizie.it/-/agricoltura-via-alle-domande-per-i-premi-pac-e-psr

Psr 2014-2020: Italia “guadagna” il penultimo posto in Europa

Psr 2014-2020: l’Italia guadagna la maglia nera in termini di risorse erogate.

Sembrerebbe, infatti, che il sistema italiano non funzioni al pieno delle sue potenzialità, arrecando un grave danno agli agricoltori del Bel paese.

Ad affermarlo, l’Informatore Agrario, sulla base dei dati inerenti la quota di risorse comunitarie spese per gli interventi di Psr 2014-2020 a tutto dicembre 2016.

Il nostro Paese guadagna infatti la penultima posizione, con appena il 6,2% dei fondi erogati ai beneficiari. Peggio di noi fa soltanto Malta. Una magra consolazione, considerato che la media europea complessiva è del 14,2%.

Le statistiche europee ufficiali, afferma il giornale, attestano che l’Italia corre a velocità dimezzata rispetto agli altri Paesi, non riuscendo a investire i fondi a disposizione.

In testa alla classifica la Finlandia, con il 35,2% delle risorse spese. Seguono l’Austria (26,9%), il Portogallo (26,4%), la Francia e la Germania a pari merito con il 14,7% di fondi investiti.

Psr 2014-2020: quanto hanno speso le Regioni?

Se guardiamo più da vicino i dati del nostro Paese, ci accorgiamo che soltanto due tra Regioni e Province viaggiano a una velocità di spesa superiore alla media europea. Tra queste, le migliori sono la provincia di Bolzano, che è riuscita a erogare il 19,8% dei fondi a disposizione, e la regione Veneto, a quota 15,6%.

Le situazioni più critiche sono quelle del Friuli Venezia Giulia, con soltanto lo 0,76% di spesa, e della Valle d’Aosta, ferma allo 0,67%.

Anche le Regioni che si affidano a un proprio organismo pagatore non riescono a stare al passo con gli altri stati membri. Il Piemonte ha erogato solo il 4,9% dei fondi, con una intensità di spesa tre volte inferiore rispetto alla media dell’intera UE.

Un grave ritardo che penalizza gli agricoltori italiani. I dati, sottolinea l’Informatore Agrario, evidenziano infatti come risorse finanziarie essenziali per aumentare la competitività del settore, le prestazioni ambientali, la sostenibilità, ma anche per la vitalità dei territori rurali, l’innovazione e l’informazione stentino a essere trasferite a favore dei beneficiari. Un sistema lento che non consente di trasformare i fondi a disposizione in investimenti concreti e azioni virtuose a vantaggio di tutti, della collettività, dell’ambiente e delle imprese.

Fonti:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3229

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/38384/mercati-e-imprese/psr-italia-maglia-nera-in-europa

Biometano: il Governo punta a licenziare il decreto in estate

Novità sul fronte del decreto interministeriale sul biometano italiano. Giovanni Perrella del Ministero dello Sviluppo Economico, è intervenuto in occasione di Biogas Italy, evento annuale organizzato dal “Consorzio italiano biogas”, confermando la prossima approvazione del provvedimento.

Biometano: cosa prevede il decreto

Dal 15 dicembre 2016 al 13 gennaio di quest’anno il MISE ha avviato una consultazione pubblica sulla bozza del decreto interministeriale su biometano e biocarburanti. Conclusa questa fase di auditing aperta agli stakeholder del settore, il Ministero si dice pronto all’approvazione, che dovrebbe arrivare entro l’estate.

L’occasione per l’annuncio sono stati gli Stati generali del biogas e del biometano, andati in scena a Roma.

«Il nuovo decreto in preparazione prevede un sostegno ai biocarburanti avanzati che pone il biometano in prima linea», ha spiegato Perrella in occasione di Biogas Italy. «Il decreto prevede un tetto di 1,1 miliardi di metri cubi, sufficiente a raggiungere il target di consumo al 2020 del 10% sul totale dei carburanti. Secondo le stime esposte proprio a Biogas Italy, le potenzialità del biometano saranno maggiori, ma siamo disponibili a rivedere i limiti se dovesse esserci uno sviluppo più consistente».

Il settore del biogas in Italia

Sul tema è intervenuto Piero Gattoni, presidente CIB. Mentre si attende il provvedimento ministeriale, ha dichiarato, «le aziende sono già pronte». Il settore infatti «ha mobilitato investimenti per 4 miliardi di euro, creando oltre 1.200 impianti a biogas e 12.000 occupati stabili». Ad oggi, la potenza installata è pari a circa 1200 mega Watt. L’80% dell’energia prodotta è derivata dal mondo agricolo, grazie alla valorizzazione dei reflui e dei sottoprodotti. Numeri che rendono l’Italia seconda in Europa per la produzione di biogas.

Il decreto del MISE potrebbe quindi dare nuovo impulso a un settore già in forte espansione:

«Ci auguriamo che il processo normativo si concluda al più presto», conclude Gattoni. «L’obiettivo è di dare concretezza a una potenzialità che nel prossimo futuro può rappresentare fino al 15% del fabbisogno nazionale di gas naturale».

FONTI:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3226

http://www.adnkronos.com/sostenibilita/risorse/2016/12/15/biometano-via-consultazioni-pubbliche-sul-nuovo-decreto_vCgXGEbb6FKmCg49r4TSyH.html?refresh_ce

http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2016/11/09/via-ecomondo-piattaforma-tecnologica-nazionale-sul-bio-metano_3Jlh1Ee1X9sDOpjCW2pYhL.html?refresh_ce

Hogan, commissione europea: “La nuova PAC? Non prima del 2018”

La nuova PAC, la politica agricola comunitaria, non vedrà la luce prima del 2018. Ma l’iter legislativo che porterà all’approvazione definitiva potrebbe richiedere tempi ancora maggiori. È quanto suggerisce il commissario europeo all’agricoltura Philip Hogan, che ha di recente presentato la consultazione pubblica sulla Pac post 2020.

Nuova PAC: prima Comunicazione alla fine del 2017

Come preannunciato, il commissario Hogan ha avviato una consultazione pubblica sulla nuova PAC post 2020. Una consultazione che è partita il 2 febbraio e che durerà 12 settimane, quasi tre mesi. Un percorso che terminerà con una grande conferenza a Bruxelles, sui risultati del dibattito. In un primo momento, l’evento conclusivo era previsto per maggio o giugno. Ora apprendiamo che sarà spostato a luglio 2017.

La prima Comunicazione sulla consultazione non sarà pubblicata fino al novembre 2017.

«Questo significa che nel 2018 saremo pronti a formulare una proposta legislativa», ha spiegato Hogan a margine della presentazione della consultazione pubblica. Non è escluso, però, che il processo di riforma possa incontrare degli intoppi: esistono, infatti dei fattori esterni di cui tener conto.

«Sono anche nelle mani dei co-legislatori», precisa il commissario, «e del Consiglio che dovrà decidere sul prossimo bilancio pluriennale». Non si sbilancia Hogan, che alle domande dei giornalisti spiega che esistono «molte questioni da risolvere nel 2018, prima di dire con certezza quando il processo potrà essere concluso».

Hogan si è detto comunque soddisfatto della partenza della consultazione pubblica. Una consultazione che coinvolgerà agricoltori, allevatori, cittadini comuni e organizzazioni non governative, che insieme contribuiranno alla definizione della nuova PAC.

«Oggi facciamo un ulteriore passo in avanti verso la modernizzazione e la semplificazione della Politica Agricola Comune per il 21esimo secolo. La PAC sta già fornendo grandi benefici a tutti i cittadini europei, in termini di sicurezza alimentare, vitalità delle aree rurali, ambiente rurale, nonché un importante contributo alle sfide poste dai cambiamenti climatici. Progettando una roadmap per il futuro, sono sicuro che la PAC potrà contribuire con ancora maggiori benefici».

Nuova PAC: le richieste del mondo bio

Nelle scorse settimane IFOAM aveva pubblicato una lettera aperta al commissario Hogan per mettere al centro della nuova politica agricola europea la sostenibilità ambientale.

La federazione proponeva contributi pubblici per agricoltori e allevatori che garantiscano servizi ambientali e socio-economici sostenibili; misure di sostegno per contribuire alle necessità di assistenza e formazione sul tema per tutti gli attori della filiera agroalimentare; la creazione di una struttura pubblica, di respiro europeo, che abbia come core business la promozione di tecniche agroecologiche.

FONTI:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3177

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-187_en.htm

http://www.suoloesalute.it/ifoam-ue-mettiamo-lagricoltura-sostenibile-al-centro-della-pac-post-2020/

Festuca: la soluzione che salverà le colture da freddo e siccità?

Secondo i ricercatori, la festuca arundinacea, pianta con un’incredibile resistenza a freddo e siccità, potrebbe racchiudere la soluzione che salverà le colture dai cambiamenti climatici.

La Festuca arundinacea è una pianta erbacea con una spiccata resistenza al freddo e agli stress idrici. È molto utilizzata nella realizzazione dei tappeti erbosi, proprio per le sue caratteristiche che le consentono di tollerare bene caldo, siccità, malattie e scarsa manutenzione. È una delle specie che meglio si adatta al clima italiano.

I ricercatori dell’Università di Pisa hanno esaminato la pianta per carpire il segreto della sua longevità e applicarlo alle colture agrarie, sempre più minacciate dai cambiamenti climatici.

Lo studio

Lo studio, condotto dal professor Lorenzo Guglielminetti ha portato a degli sviluppi interessanti.

In un’intervista rilasciata ad “Agronotizie”, Guglielminetti spiega il comportamento della Festuca e le sue possibili applicazioni in campo agrario.

Questa pianta, afferma, “è in grado di sopravvivere per più di un anno in completa assenza di risorse energetiche, ma con i tessuti idratati”.

La Festuca unirebbe in sé il comportamento delle piante che vivono in ambienti desertici, e che trascorrono lunghi periodi di inattività, a quello delle piante erboree che, per affrontare l’arrivo dell’autunno, conservano il nutrimento in steli e radici sotto forma di zuccheri.

Durante i test, i ricercatori hanno fatto germinare la Festuca al buio. La pianta è cresciuta per circa 200 giorni. Dopo aver esaurito il nutrimento presente nel seme è entrata in letargo, per poi riprendere la propria attività una volta esposta nuovamente alla luce. Tutto il processo è durato 650 giorni.

Cosa determina la sua resistenza

All’interno della Festuca sono presenti dei geni incredibilmente forti che le consentono di resistere agli stress esterni. La pianta utilizza la fase di letargo per evitare di esaurire tutte le riserve accumulate e morire in assenza di fotosintesi.

Secondo Guglielminetti la scoperta ha un valore rilevante anche per le altre colture. “Se noi riuscissimo a trasferire questi meccanismi, che ancora non sono chiari, nelle colture agrarie saremmo in grado di rendere le piante più resistenti”, spiega il professore. Si potrebbero ottenere specie che consumano meno risorse idriche e che non temono le gelate primaverili.

Nuovi Ogm quindi?

Alla domanda se trasferire i geni della Festuca alle altre colture possa determinare la creazione di Ogm, l’esperto risponde che non è detto. L’ingegneria genetica è una soluzione, ma esistono altre vie: una volta individuato esattamente il gene di resistenza di questa pianta, è possibile ricercarlo in altre varietà presenti tra le colture agrarie non ancora valorizzate commercialmente. Poi, le proprietà potrebbero essere trasferite attraverso incroci tradizionali alle altre varietà più commercializzate ma meno resistenti.
Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2017/01/19/freddo-e-siccita-non-fanno-piu-paura-grazie-ad-un-erba/52500

https://it.wikipedia.org/wiki/Festuca_arundinacea

Cambiamenti climatici e agricoltura in Emilia-Romagna

Lunedì 30 gennaio 2017 si terrà un incontro a Bologna che avrà come argomento i cambiamenti cliamtici e l’agricoltura in Emilia Romagna, ecco il programma:

Dalle ore 10-13 in Viale Antonio Silvani 6, Bologna, piano terra, sala 5

10.00 Introduzione, Giuseppe Bortone, direttore generale Arpae

10.10 Il Servizio idrometeoclima per l’agricoltura regionale, Carlo Cacciamani, direttore Arpae Simc

10.30 Siccità e Clima, il ruolo degli osservatori, Lucio Botarelli, Arpae Simc

10.50 Il nuovo atlante climatico regionale, Gabriele Antolini, Arpae Simc

11.10 Il futuro del clima regionale, Rodica Tomozeiu, Arpae Simc

11.30 Da iColt a Moses: servizi climatici per l’agricoltura, Vittorio Marletto, Arpae Simc

11.50 La strategia climatica regionale, Patrizia Bianconi, Regione Emilia-Romagna

12.10 Mitigazione agricola: il progetto Climate changE-R, Mario Montanari, Regione Emilia-Romagna

12.30 Conclusioni, Simona Caselli, assessore Agricoltura Caccia e Pesca, Regione Emilia-Romagna

13.00 Rinfresco