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Category: Agricoltura

Italia terza potenza agricola dell’Ue: bene biologico e inquinamento

agricoltura italiana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Italia è la terza potenza agricola dell’Unione Europea. A confermarlo, i dati diffusi da Eurostat e contenuti nell’edizione 2015 del dossier “Agriculture, forestry and fishery statistics”.

Il documento dipinge un quadro generale del settore, inteso non solo come produzione agricola, ma anche come allevamento, coltivazioni biologiche e persino l’inquinamento prodotto dall’agricoltura.

Secondo Eurostat, nel 2013, l’Italia avrebbe fatturato oltre 43 miliardi di euro. Terza in classifica, il primo posto è ricoperto dalla Francia, che ha sfiorato i 57 miliardi di euro, seguita dalla Germania, con 46,2 miliardi di fatturato.

Secondo un’analisi dei dati effettuata da Il Sole 24 Ore, ciò che ha influenzato maggiormente il settore del Bel Paese, garantendo il primato a Francia e Germania, è la frammentazione del comparto agricolo.

Parigi e Berlino, infatti, coltivano una superficie maggiore di territorio, impiegando meno persone: in Francia coltivazione e pascolo occupano circa 27,7 milioni di ettari di territorio, dando lavoro a 725mila persone; in Germania gli ettari sono 17 milioni, per 523mila unità impiegate. In Italia, invece, gli ettari di terreno destinati all’agricoltura sono 12 milioni e gli occupati raggiungono quota 817mila, il terzo valore più alto dell’UE dopo quelli di Polonia e Romania.

In Italia, quindi, c’è la tendenza a preferire le piccole e medie imprese: sono più di un milione le proprietà agricole, un numero nettamente superiore alla Francia, dove sono 472mila, e alla Germania, dove sono invece 285mila. Per una dimensione media delle aziende che in Italia è circa un quinto degli altri due Paesi.

Una frammentazione che però non impedisce all’Italia di primeggiare in altri settori. Come quello della coltivazione di agrumi e delle pesche (siamo il secondo produttore europeo dopo la Spagna in entrambi i comparti).

Ma è sul fronte dell’agricoltura biologica che il Bel Paese guadagna terreno: con i suoi 1,4 milioni di ettari coltivati senza l’uso di pesticidi si piazza al secondo posto dietro la Spagna, che ha raggiunto quota 1,7 milioni. Secondo posto dietro il Regno Unito per quel che riguarda ovini bio.

Anche sotto l’aspetto dell’inquinamento l’Italia ha ottenuto risultati nettamente migliori rispetto ai colleghi transalpini: gli agricoltori italiani emettono in atmosfera la metà del metano e degli ossidi di azoto di Francia e Germania.

Fonti:

http://www.infodata.ilsole24ore.com/2016/03/09/litalia-e-la-terza-potenza-agricola-dellue-ma-il-nodo-e-la-frammentazione-piu-di-un-milione-di-proprieta/

http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Agriculture,_forestry_and_fishery_statistics

 

12 milioni di euro per l’agricoltura biologica. La Lombardia punta sulla sostenibilità

lombardia sostenibile

Sono 12 milioni i fondi che la regione Lombardia ha messo a disposizione dell’agricoltura biologica per il 2016.

Il sostegno al bio, previsto all’interno del bando della Misura 11 e suddiviso in due sezioni, conversione emantenimento, avviene tramite la compensazione dei maggiori costi e dei ricavi che la scelta di un sistema produttivo sostenibile comporta per gli operatori di settore.

Coloro che risulteranno ammessi ai benefici della Misura riceveranno, per ogni anno, un premio per ettaro di superficie oggetto di impegno. I soggetti che desiderano accedere ai fondi possono presentare domanda di aiuto o di pagamento. Nel primo caso, la richiesta va inoltrata da chi non ha mai aderito alla Misura 11 e intende partecipare ai sensi del regolamento n.1305/2013 dell’Ue. Nel secondo caso, la domanda è riservata a chi è stato ammesso ai benefici previsti dalla Misura 11 nel 2015 e chiede il pagamento da parte delle autorità nazionali a norma del regolamento sopracitato.

Ricordiamo che la Misura 11 promuove l’introduzione e lo sviluppo di sistemi di coltivazione e allevamento che prevedono un impiego ridotto di sostanze per la difesa delle colture e la fertilità del terreno, limitandole ai prodotti consentiti dal metodo biologico, finanziando gli impegni che i richiedenti assumono volontariamente aderendo al metodo di produzione biologica in conformità ai regolamenti comunitari di settore.

Entrambe le richieste devono essere indirizzate alla Regione Lombardia e presentate a partire dal 31 marzo ed entro il 15 maggio 2016. La modalità di compilazione delle domande va effettuata esclusivamente online, tramite la piattaforma Sis.Co (Sistema delle conoscenze, portale dedicato alle imprese agricole).

Per maggiori informazioni, gli interessati possono controllare bandi e istruzioni sul sito della Regione,all’indirizzo www.agricoltura.regione.lombardia.it, oppure rivolgersi a Chiara Carasi, Direzione generale Agricoltura, all’indirizzo email chiara_carasi@regione.lombardia.it.

Fonti: http://www.ow7.rassegnestampa.it/RassegnStampaCia/PDF/2016/2016-03-16/2016031632705945.pdf

http://www.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=News&cid=1213772559880&childpagename=Regione%2F

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Giovani e agricoltura: in arrivo bandi per 160milioni di euro

Agricoltura come volano per combattere la disoccupazione giovanile. Sono 160 i milioni a disposizione per gli under 40.

L’agricoltura, nell’ultimo anno, è stato uno dei settori che ha contribuito a creare occupazione giovanile: fra settembre 2014 e 2015, ha visto un aumento della forza lavoro di circa 35mila unità. Di queste, quasi 20mila sono state occupate da under 30.

Mutui a tasso zero, credito per favorire l’imprenditoria giovanile, fondi per supportare la nascita e lo sviluppo di start up agri-food, ma anche innovazione e commercio elettronico di prodotti agroalimentari. Un piano da 160 milioni, tra risorse interne e fondi Ismea-Bei, che ha l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale, sostenendo il comparto e creando nuovi sbocchi occupazionali.

In particolare, Giovanni Cremonesi, direttore di Coldiretti Piacenza, spiega ad Agronotizie le opportunità fornite dai bandi Ismea nell’ambito dell’autoimprenditorialità e del ricambio generazionale.

Come afferma Cremonesi, tra le misure rivolte agli under 40, “uno strumento senza dubbio importante è quello del primo insediamento [che] andrà a premiare i giovani che intendono insediarsi per la prima volta in un’azienda agricola in qualità di capo azienda. Per ottenere gli aiuti, è necessario essere in possesso o comunque acquisire entro 36 mesi dall’insediamento, adeguate capacità e competenze professionali. Il richiedente dovrà insediarsi quale capo azienda entro 3 mesi dalla data di comunicazione della determinazione di ammissione individuale alle agevolazioni e dovrà inoltre risultare iscritto al regime previdenziale agricolo”.

Six seedlings growing from soil

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’altro importante strumento fornito da Ismea ai giovani agricoltori sono le agevolazioni per il subentro: “Le ultime due misure sono rivolte a giovani che vogliono subentrare in azienda e a coloro che sono già conduttori ma intendono presentare un progetto di sviluppo e consolidamento delle proprie attività“, continua Cremonesi. “Chi vincerà il bando potrà accedere a un mutuo a tasso zero della durata massima di 15 anni che copre fino al 75% della spesa ammissibile, per investimenti complessivi con un tetto massimale di 1,5 milioni di euro“.

Interventi che potrebbero portare beneficio non solo all’occupazione giovanile, ma all’intero comparto agricolo. Secondo il delegato nazionale dei giovani Coldiretti Maria Letizia Gardoni “C’è un intero esercito di giovani che hanno preso in mano un settore considerato vecchio, saturo e inappropriato per immaginare prospettive future e ne hanno fatto un mondo di pionieri, rivoluzionari, innovatori e attivisti impegnati nel costruire un mondo migliore per se stessi e per gli altri“. Una speranza contro la disoccupazione e la decrescita del Paese.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/03/07/140-milioni-per-autoimprenditorialita-e-ricambio-generazionale/47811

http://www.askanews.it/regioni/lavoro-coldiretti-con-piano-giovani-agricoltori-75-fatturato_711744888.htm

http://www.repubblica.it/economia/2016/02/25/news/agricoltura_giovani-134198261/

http://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4652

#Stop #Glifosato: l’appello al Governo di 32 Associazioni Ambientaliste e dell’Agricoltura Biologica

glifosatoNei prossimi giorni, la Commissione Europea potrebbe rinnovare l’autorizzazione per l’utilizzo del glifosato, un pesticida molto diffuso e definito potenzialmente cancerogeno dallo IARC, l’Istituto per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Proprio per questo, 32 Associazioni Ambientaliste e dell’Agricoltura Biologica del nostro Paese hanno lanciato un appello al Governo italiano per la messa al bando della produzione, commercializzazione ed uso di questa sostanza in Europa.

Secondo le associazioni: “Quello del glifosato è un autentico scandalo: senza pareri univoci sul piano scientifico in merito alla sua pericolosità per la salute umana, la Commissione Europea sta per procedere ad una nuova autorizzazione del prodotto chimico per altri 15 anni”.

Il glifosato è il pesticida più utilizzato nel mondo. Presente in 750 formulati tra i quali il Glinet® e il Roundup®, è stato definito nel 2015 dallo IARC un probabile cancerogeno.

Il Roundup® in particolare è un prodotto commercializzato dalla Monsanto in abbinamento a sementi Ogm.

L’autorizzazione all’uso del Glifosato a livello europeo, scaduta il 31 dicembre scorso e prorogata a giugno 2016, sarà votata nella prossima commissione permanente del PAFF(comitato per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi).

Dopo il parere dell’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), che ha decretato la non cancerogenicità per l’uomo del Glifosato in contrasto con quello dello Iarc – sottolinea nella lettera inviata ai tre ministri italiani competenti in materia di pesticidi (Agricoltura, Ambiente e Salute) la portavoce del tavolo delle 32 Associazioni, Maria Grazia Mammuccini – in assenza di un consenso scientifico sul tema della pericolosità del prodotto chimico per la salute umana, la Commissione e gli Stati membri hanno prima di tutto la responsabilità di proteggere la salute dei cittadini adottando il principio di precauzione“.

La 32 Associazioni chiedono innanzitutto che il Governo assuma una posizione chiara in sede europea contro la produzione, commercializzazione e uso di glifosato e, in secondo luogo, che le Regioni si impegnino a rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere le aziende che ne fanno uso da qualsiasi premio nell’ambito dei PSR 2014-2020.

L’Italia è uno dei Paesi che utilizza maggiormente questo pesticida ed è incluso nel Piano d’Azione Nazionale  per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN). Il che significa che tutti i Programmi regionali per lo sviluppo rurale(PSR 2014-2020), nei prossimi anni, promuoveranno come sostenibile e incentiveranno l’uso di un prodotto che in realtà è considerato certamente cancerogeno per gli animali e potenzialmente cancerogeno per l’uomo. Oltre a essere stato correlato in passato con il linfoma di non-Hodgkin e agli aumenti di leucemie infantili e malattie neurodegenerative (come il Parkinson).

Le alternative al Glifosato ci sono, e vanno rese note e incentivate  – dichiara ancora la  portavoce del tavolo delle associazioni Maria Grazia Mammuccini – sia in agricoltura che per la manutenzione del verde pubblico. Si tratta di buone pratiche agronomiche ecologiche, a partire dai metodi di coltivazione biologici e biodinamici, che risultano sostenibili anche nel rapporto costi-benefici, sia a breve che a medio termine”.

Nel frattempo, il ministro francese dell’Ambiente, Ségolène Royal, ha chiesto all’Agenzia per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione, dell’ambiente e del lavoro (Anses) di riesaminare  la sicurezza dei prodotti fitosanitari che contengono glifosato e ammina di sego. La decisione segue un parere pubblicato dall’Anses il 12 febbraio scorso che evidenzia la pericolosità di queste sostanze per la salute dei cittadini e degli agricoltori.

Il ministro ha anche chiesto di revocare entro la fine di marzo le autorizzazioni al commercio dei preparati fitosanitari contenenti questi coformulanti. Il provvedimento potrebbe riguardare anche il Roundup.

Fonti:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=989

http://www.adnkronos.com/sostenibilita/risorse/2016/02/22/stop-glifosato-pesticida-cancerogeno-appello-associazioni-governo_VZFl24cQuBgR8aMm1Lta2N.html?refresh_ce

http://www.lemonde.fr/planete/article/2016/02/12/royal-demande-l-interdiction-d-herbicides-contenant-du-glyphosate-melange-a-certains-adjuvants_4864688_3244.html

Agricoltura biodinamica: antidoto alla siccità e risorsa per l’economia

agricoltura biodinamicaAgricoltura biodinamica come antidoto alla siccità e all’intensificarsi di eventi climatici estremi. È questo quanto emerso durante il Convegno “Per l’Economia della terra, la nostra casa comune”, che si è tenuto a Milano, dal 18 al 20 febbraio.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica con il patrocinio, fra gli altri, del Ministero delle Politiche Agricole e del Fai.

Il Convegno ha dato la parola a 13 agricoltori biologici e biodinamici messi a confronto con figure di primissimo piano, decisori politici, scienziati e rappresentanti di importanti istituzioni culturali e di settore.

Durante gli incontri, sono emersi dati importanti che attestano l’agricoltura biologica come la soluzione alla siccità e all’intensificarsi di eventi climatici estremi.

Uno studio dell’Università di Sydney e dell’Istituto Elvetico Fibli ha evidenziato come i terreni coltivati con l’agricoltura biodinamica, rispetto a quelli coltivati con i metodi tradizionali, siano in grado di trattenere mediamente il 55% in più di acqua. Questa proprietà dipende essenzialmente dalla ricchezza nel terreno (fino al +70%) di humus, un componente organico del suolo capace di trattenere acqua fino a 20 volte il suo peso.

I dati confermano che coltivare i terreni con il metodo biodinamico non solo consente di produrre cibo in maniera sostenibile, ma contribuisce alla creazione di un’infrastruttura verde capace di resistere agli effetti dei cambiamenti climatici.

Come afferma Carlo Tricarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica: “L’agricoltura ecologica è uno dei più potenti strumenti per sanare gli squilibri ecologici ed è allo stesso tempo lo strumento per produrre innovazione, tenuta sociale e salute per l’uomo. La biodinamica è un pezzo importante di questo processo, anche grazie alle piccole e grandi aziende che hanno intrapreso un nuovo modello agricolo capace di aprire nuovi orizzonti anche sul piano dell’economia“.

La biodinamica è una scelta abbracciata da sempre più coltivatori che operano in zone colpite da terribile siccità. Il suo vantaggio però non risiede solo nel fatto che trattiene più acqua nel terreno: i campi coltivati diventano più fertili e resistenti.

Nel mondo sono più di 2 milioni gli ettari coltivati in modo biodinamico e certificati, ma sono molto più numerose le aree agricole dove si produce secondo le pratiche agronomiche biodinamiche. L’Italia è al terzo posto (dopo Germania e Francia) tra i Paesi europei per superficie destinata all’agricoltura biodinamica e raggruppa le aziende più significative del settore biologico.

I vantaggi, però, vanno ben oltre. Secondo Giulia Maria Mozzoni Crespi, una delle pioniere del settore, “mantenere la salute della terra significa ottenere alimenti più sani, e quindi abbassare le spese sanitarie“.

Fonti:

http://www.askanews.it/regioni/lombardia/agricoltura-biodinamica-antidoto-a-siccita-e-squilibri-ecologici_711739965.htm

http://www.repubblica.it/ambiente/2016/02/22/news/biodinamica_fuga_da_campi-133987160/

Perché l’agricoltura biologica è la scelta migliore per nutrire il mondo

L’agricoltura biologica potrebbe essere la chiave per nutrire il mondo durante l’era del riscaldamento globale.

La conferma arriva da una ricerca che aggiunge nuove prove alla teoria che, sul lungo termine e soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, questo modello di agricoltura sia la risposta migliore ai cambiamenti climatici.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Plants, è stato condotto dal professor John Reganold della Washington State University che, con il suo team di ricerca, ha esaminato centinaia di pubblicazioni risalenti agli ultimi 40 anni.

Osteggiata per anni dalla scienza ufficiale e dalle lobby, l’agricoltura biologica potrebbe veramente essere ciò di cui il pianeta ha bisogno.

Come evidenziano i ricercatori nel loro lavoro, bevande e alimenti biologici rappresentano un segmento di mercato in rapida crescita: tra il 1999 e il 2014, il loro valore è aumentato di ben 5 volte. Oggi, valgono 72 miliardi di dollari e si prevede un raddoppio entro il 2018.

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Anche se i rendimenti sono più bassi rispetto a quelli dell’agricoltura tradizionale, il divario tra le due colture è minore di quanto si pensi. Un altro studio effettuato presso l’Università della California, ad esempio, ha dimostrato che il deficit potrebbe essere più che dimezzato attraverso la rotazione delle colture ed evitando le monoculture.

Per leguminose come fagioli, piselli e lenticchie, invece, non vi è alcuna differenza tra le due tecniche colturali; anzi, in questo caso, il biologico potrebbe essere “un’alternativa molto competitiva rispetto all’agricoltura industriale“.

Ma è il cambiamento climatico il punto più importante che accresce il valore delle colture sostenibili.

Come sottolinea la ricerca, in casi di siccità, “le aziende agricole gestite col metodo biologico hanno spesso dimostrato di produrre rendimenti più elevati rispetto ai loro omologhi convenzionali“, perché i concimi utilizzati trattengono l’umidità nel terreno. E la siccità è una condizione sempre più diffusa a seguito dell’aumento delle temperature.

Le tecniche biologiche, inoltre, sono ancora più efficaci nei paesi in via di sviluppo, dove la maggior parte degli agricoltori non può permettersi di comprare fertilizzanti o pesticidi chimici.

Un rapporto delle Nazioni Unite che ha esaminato 114 progetti, che coinvolgono quasi due milioni di aziende agricole africane, ha scoperto che il rendimento dei terreni privi di sostanze chimiche è raddoppiato.

Tutto questo, dando per scontato che l’agricoltura biologica è il tipo di coltura migliore per la tutela della natura e della fauna selvatica e riduce l’esposizione a pesticidi tossici, sia in azienda che negli alimenti.

Fonti:

http://www.independent.co.uk/environment/climate-change/organic-farming-could-be-key-to-feeding-the-world-as-global-warming-takes-hold-a6872501.html

http://www.nature.com/articles/nplants2015221