Suolo e Salute

Category: Agricoltura

Lombardia, bando PSR 2014-2020: 7milioni a disposizione dell’agricoltura biologica

Pubblicate sul BURL n.22 del 27.05.2015 le disposizioni attuative regionali del primo bando del nuovo PSR 2014-2020 che interessa il territorio lombardo.

Il bando riguarda le aziende agricole in periodo di conversione o che sono già biologiche al momento della data di presentazione della domanda di aiuto.

La Misura 11 promuove l’introduzione e lo sviluppo di sistemi di coltivazione e allevamento, nonché di pratiche colturali, che si limitano all’uso di prodotti consentiti dal metodo biologico. Tra gli obiettivi della misura, anche quello di ridurre lo sfruttamento dei terreni e degli animali, migliorando in questo modo la qualità del suolo agricolo e delle acque superficiali e favorendo la diversificazione colturale, la biodiversità e il benessere degli animali.

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Le operazioni proposte nell’ambito della Misura 11 contribuiscono al soddisfacimento delle seguenti priorità:

  • salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità, compreso nelle zone Natura 2000, nelle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, nell’agricoltura ad alto valore naturalistico, nonché dell’assetto paesaggistico dell’Europa;
  • migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi;
  • prevenzione dell’erosione dei suoli e migliore gestione degli stessi.

Le disposizioni sono inoltre volte a incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale.

La Misura 11 finanzia gli impegni derivanti dall’adesione al metodo di produzione biologica in conformità al regolamento CE n. 834/07 e s.m.i. e al regolamento CE n. 889/08.

Il finanziamento consiste in un “premio” annuo che compensa il richiedente per i minori redditi e/o i maggiori costi che derivano dall’esecuzione degli impegni connessi alla conversione al metodo di produzione biologico o al suo mantenimento. La superficie aziendale oggetto di pagamento è quella compresa nel territorio della Regione Lombardia. Sono ammessi a pagamento anche i terreni aziendali situati in altre regioni confinanti, qualora contigui a quelli situati nel territorio della Lombardia.

La misura 11 è articolata in due sottomisure:

  • Pagamento al fine di adottare pratiche e metodi di produzione biologica
  • Pagamento al fine di mantenere pratiche e metodi di produzione biologica

La Misura 11 si applica su tutto il territorio regionale e la durata degli impegni per le aziende che aderiscono nell’anno 2015 è di 6 anni.

Le aziende che possono aderire alla presente operazione devono essere iscritte nell’elenco regionale degli operatori biologici alla data di presentazione della domanda di aiuto. La perdita della certificazione come operatore biologico, durante il periodo di impegno, comporta la decadenza totale della domanda con conseguente restituzione dei premi percepiti.

Le risorse finanziarie disponibili per il presente bando ammontano a 7milioni di euro.

Le domande possono essere presentate, in via telematica, entro il 15 giugno oppure entro il 15 luglio con riduzione del contributo.

Fonti:

http://www.consultazioniburl.servizirl.it/ConsultazioneBurl/

http://www.adnkronos.com/fatti/pa-informa/economia/2015/05/28/psr-misura-agricoltura-biologica_gyUKzVxgEdHqalCUSQgwKP.html?refresh_ce

http://www.finanziamentinews.it/article/05684/2014-2020-milioni-euro-agricoltura-biologica

Suolo e Salute transita con successo alla norma ISO 17065

Obiettivo raggiunto e con successo. L’11 maggio scorso, il Comitato settoriale di Accreditamento ha deliberato per Suolo e Salute la transizione alla norma ISO 17065/2012. Alla base di tale decisione vi sono le risultanze positive rilevate da ACCREDIA, Ente nazionale di accreditamento, durante le visite ispettive presso l’organismo di controllo.

La norma ISO/IEC 17065:2012, “Conformity assessment – Requirements for bodies certifying products, processes and services”, pubblicata il 15 settembre 2012, ha sostituito la UNI CEI EN 45011:1999, che è stata contestualmente ritirata, sebbene continui a valere nel periodo di transizione dei 36 mesi dalla data di pubblicazione della nuova norma.

La ISO 17065:2012 recepisce e rende più espliciti dei concetti già contenuti nella guida GD5 dello IAF che forniva la base delle linee guida per l’applicazione e interpretazione della norma UNI 45011 e quindi non ha stravolto l’operatività degli Organismi di controllo ma ha comportato una serie di modifiche e integrazioni alla documentazione di sistema necessarie per l’adeguamento.

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La principale novità introdotta riguarda il concetto di “meccanismo di salvaguardia dell’Imparzialità” in cui viene data grande enfasi al principio di imparzialità e all’individuazione di parti significativamente interessate che devono garantire la salvaguardia dell’imparzialità dell’organismo di controllo.

Ai fini dell’adeguamento alla nuova norma Suolo e Salute ha predisposto uno specifico piano di transizione per definire e successivamente apportare al proprio Sistema di gestione qualità le modifiche ritenute necessarie al soddisfacimento dei nuovi requisiti. Tale piano di transizione è stato attuato da Suolo e Salute tra luglio e Agosto 2014 ed è stato valutato da Accredia nella verifica di sorveglianza svoltasi a settembre 2014 a fronte della nuova norma.

Suolo e Salute risulta essere tra i primi Organismi di Controllo in Italia ad aver raggiunto a pieno titolo la transizione alla nuova norma.

Fonte : http://www.suoloesalute.it/

The Guardian: l’Ue fa marcia indietro su pesticidi pericolosi a causa di pressioni Usa

Funzionari americani avrebbero fatto pressioni sull’Ue affinché venisse accantonata l’idea di regolamentare la presenza di sostanze chimiche che sarebbero collegate con cancro e sterilità maschile, in vista degli accordi del TTIP, il partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti. Questo, almeno, quanto affermato da The Guardian, a seguito della diffusione di alcuni nuovi documenti.

Secondo quanto riportato dal giornale inglese, le bozze dell’Ue prevedevano il divieto di 31 pesticidi contenenti EDC (Endocrine Disrupting Chemicals), perturbatori endocrini. Una linea che sarebbe stata abbandonata a causa delle pressioni esercitate dagli Stati Uniti e scoperte dall’accesso ad alcuni documenti informatici ottenuti dalla Pesticides Action Network (PAN) Europe.

Il 26 giugno 2013, una delegazione di alto livello della AmCham (la Camera di Commercio statunitense) avrebbe fatto visita alla propria controparte europea per spingere l’UE a rinunciare ai propri criteri scientifici usati per identificare gli EDC, a favore di un nuovo studio.

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In quell’occasione, i rappresentanti statunitensi si sarebbero lamentati dell’inutilità di creare categorie e quindi “elenchi” di sostanze proibite. Un messaggio ribadito anche successivamente, quando il segretario generale della commissione, Catherine Day, avrebbe inviato una lettera a Karl Falkenberg, direttore del dipartimento dell’Ambiente, per chiedere l’abbandono dei criteri contenuti nelle bozze Ue.

Secondo The Guardian queste pressioni sarebbero state sufficienti per far slittare la normativa prevista per il 2014, al 2016, nonostante i costi sanitari in Europa collegati a patologie connesse ai perturbatori endocrini, come ad esempio perdita di QI, obesità e criptorchidismo (una condizione che colpisce i genitali dei bambini maschi), siano stimati intorno ai 150 mld l’anno.

Sembra che prima della decisione, inoltre, la AmCham avesse chiesto uno studio per fissare limiti meno severi sull’esposizione ritenuta accettabile a queste sostanze. Il presidente della commissione ambiente dell’AmCham avrebbe infatti scritto in una lettera indirizzata alla commissione: “Siamo preoccupati di vedere che questa decisione, che è la fonte di molti dibattiti scientifici, potrebbe essere presa su un terreno politico, senza prima valutare quali potrebbero essere i suoi effetti sul mercato europeo“.

Come ricorda The Guardian, all’inizio di quest’anno, 64 europarlamentari hanno presentato delle interrogazioni alla Commissione circa il ritardo nella classificazione degli EDC, a seguito di altre rivelazioni fatte dallo stesso giornale. La Svezia, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno proposto un ricorso giurisdizionale contro la commissione per l’impasse legislativa.

Ma non è tutto: qualche settimana prima che venisse messa da parte la bozza Ue inerente i limiti severi previsti per i pesticidi, alcune grandi aziende europee, come Dupont, Bayer e BASF avrebbero espresso il loro “disappunto” su una legislazione troppo restrittiva che potrebbe danneggiare i negoziati commerciali Usa-Ue.

Funzionari Ue hanno affermato che la procedura di valutazione non è legata ai negoziati TTIP e che i criteri definitivi per identificare le sostanze dannose saranno fissati in maniera indipendente.

Fonti:

http://www.theguardian.com/environment/2015/may/22/eu-dropped-pesticide-laws-due-to-us-pressure-over-ttip-documents-reveal

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+OQ+O-2015-000017+0+DOC+XML+V0//EN

http://www.pan-europe.info/

Epidemia Xylella: decisioni e proposte nell’Europarlamento

Si torna ancora a parlare di Xylella. La scorsa settimana, il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione comune sull’emergenza Xylella. I punti principali del provvedimento sono: maggiori controlli alle frontiere, indennizzi agli agricoltori e potenziamento della ricerca.

Secondo quanto riportato da Il Corriere, l’Ue ha in gran parte confermato le decisioni prese lo scorso 28 aprile, puntando a rafforzare gli interventi.

Prevista quindi l’estirpazione di qualsiasi pianta (indipendentemente dallo stato di salute) nel raggio di 100 metri dalle piante infettate dalla Xylella, rimozione di qualsiasi impedimento all’azione di eradicazione, zona cuscinetto di 10 chilometri per isolare la provincia di Lecce, divieto di impianto delle piante ospiti nella zona infetta, divieto di importazione di vegetali da Costa Rica e Honduras, divieto di spostamento di qualsiasi pianta coltivata in una zona infetta.

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Rosa D’Amato (M5s) ha così commentato la decisione: “Si potranno eradicare alberi sani solo perché potenzialmente ospiti a prescindere da eventuali controlli, misure miopi e con conseguenze europee“.

La D’Amato ha sottoscritto, insieme a FederBio (Federazione italiana per l’agricoltura biologica e biodinamica), Copagri (Confederazione dei produttori agricoli), Cia (Confederazione italiana agricoltori) e l’Ong Pan Europe (Pesticide Action Network), un documento che contiene una serie di proposte alternative all’uso su larga scala di pesticidi, previsto per gestire e ridurre il contagio della Xylella fastidiosa.

Il documento mira anche a ridurre il più possibile le estirpazioni degli alberi malati e delle piante “potenzialmente” ospiti, in favore di soluzioni agronomiche alternative, in particolare quelle dell’agricoltura biologica.

Come ha spiegato la D’Amato, che è membro della Commissione parlamentare Agricoltura, “Con questo documento chiediamo di attuare una strategia alternativa che affronti realmente il problema del disseccamento degli ulivi senza creare più danni di quelli che già gli agricoltori pugliesi si trovano ad affrontare. Le parole chiave sono biologico, ricerca, buone pratiche. Parole che, purtroppo, non abbiamo ancora riscontrato nelle decisioni a livello nazionale e comunitario”.

Oltre a limitare l’uso di pesticidi, vietando sostanze già revocate a livello nazionale a favore di tecniche e pratiche biologiche, nel documento si sollecita anche la Commissione e l’Ue a escludere la vite dalle piante suscettibili di divieto di esportazione e rivedere l’obbligo di eradicare le piante che si trovano nel raggio di 100 metri rispetto agli ulivi infetti, privilegiando pratiche alternative come il monitoraggio e l’isolamento.

Il documento, infine chiede di garantire risorse umane e finanziarie adeguate per attuare le strategie di contenimento della Xylella, prevedendo compensazioni per il settore, e di assicurare fondi adeguati per la ricerca, l’analisi e i rimedi contro la Xylella e i suoi vettori.

Fonti:

http://www.europarl.it/it/succede_pe/news_2015/maggio_2015/ulivi_compensazioni.html

http://www.askanews.it/regioni/puglia/da-federbio-copagri-e-cia-no-a-uso-pesticidi-contro-xylella_711512195.htm

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/cronaca/15_maggio_21/xylella-commissione-europea-conferma-taglio-piante-sane-1372d04c-ffc2-11e4-80e9-2fa6ce8b2f3d.shtml

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/05/21/risoluzione-contro-la-xylella-l-europarlamento-approva/43195

Sviluppo rurale: l’Ue approva altri 24 programmi per rilanciare l’agricoltura

Il 26 maggio scorso, la Commissione Europea ha approvato 24 programmi di sviluppo rurale (PSR), in Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Germania, Irlanda, Italia, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito.

Quest’ultima tornata lascia altri 67 PSR ancora da approvare, cosa che dovrebbe avvenire a rotazione tra la seconda metà del 2015 e, eventualmente, l’inizio del 2016.

I programmi hanno l’obiettivo di migliorare la competitività del settore agricolo dell’UE, preservare l’ambiente rurale e il clima e a rafforzare il tessuto economico e sociale delle comunità rurali per il periodo 2014-2020.

Si prevede che i programmi adottati creeranno oltre 40 000 posti di lavoro nelle zone rurali e circa 700 000 posti di formazione per promuovere l’innovazione, il trasferimento delle conoscenze, pratiche agricole più sostenibili e imprese rurali più forti.

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L’Ue rende così disponibili finanziamenti per un valore di 27 miliardi di euro, che saranno integrati dal cofinanziamento di fondi pubblici a livello nazionale o regionale e/o di fondi privati.

Tra le azioni prioritarie dei programmi nazionali e regionali adottati figurano l’ammodernamento delle aziende agricole, il sostegno ai giovani agricoltori, la gestione sostenibile dei terreni e il miglioramento delle infrastrutture a banda larga.

In particolare, per l’Italia, sono stati approvati il programma della Rete Rurale Nazionale (59,7 milioni di Fondi comunitari) e i programmi regionali di sviluppo rurale (PSR) del Veneto (510 milioni), Emilia Romagna (513 milioni), Toscana (414 milioni) e Provincia Autonoma di Bolzano (158 milioni).

Le risorse comunitarie rese così disponibili ammontano, per l’intera programmazione 2014-2020, a oltre 1,64 miliardi di euro di fondi Feasr, che salgono a circa 3,8 miliardi tenendo conto del cofinanziamento nazionale.

Il ministro Maurizio Martina ha accolto con favore l’approvazione della Commissione Europea: “Il via libera della Commissione è una buona notizia per i nostri agricoltori che avranno a disposizione risorse per investire su strumenti innovativi per la produzione e per l’ammodernamento delle aziende. Con i fondi destinati alla rete rurale saranno possibili investimenti per migliorare le attività di supporto alle imprese”.

Anche Phil Hogan, Commissario per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale ha espresso parere positivo sulle decisioni prese: “Uno dei principali punti di forza del nostro concetto di sviluppo rurale è che noi stabiliamo le priorità fondamentali, ma spetta poi ai singoli Stati membri o alle singole regioni definire il programma più consono ai loro problemi e alle loro opportunità. I programmi adottati oggi offrono finanziamenti per una serie di progetti dinamici, che vanno da progetti di ammodernamento dell’agricoltura e di incoraggiamento del rinnovo generazionale in Croazia e in Romania, alla diffusione della banda larga in zone scarsamente popolate dell’Emilia-Romagna e al sostegno all’agricoltura biologica in Svezia o alla promozione di una gestione del suolo rispettosa dell’ambiente su 1 milione di ettari di terreni agricoli in Irlanda. Rafforzare la base di conoscenze del nostro settore agricolo è un aspetto importante dei PSR. Sono lieto di constatare che quasi tutti i programmi adottati oggi sosterranno progetti di innovazione nell’ambito del Partenariato europeo per l’innovazione“.

I programmi approvati dalla Commissione Ue coprono circa il 18% delle risorse messe complessivamente a disposizione dell’Italia fino al 2020, che ammontano a circa 21 miliardi grazie al cofinanziamento nazionale.

Fonti:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2015/05/26/commission-approves-24-more-rural-development-programmes

http://www.ilvelino.it/it/article/2015/05/27/mipaaf-ok-da-commissione-ue-ai-primi-programmi-di-sviluppo-rurale/257131fa-e8fe-4500-a0f3-a2b05403e5fd/

http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-5025_it.htm

Progetto innovativo del CNR di Sassari per la produzione di grano autoctono biologico

Negli ultimi anni la ricerca di cibo biologico, in Sardegna è triplicata, ecco che grazie a questo dato nasce dalla ricerca del CNR di Sassari, una sperimentazione applicata per percorrere una terza via possibile e remunerativa per gli agricoltori europei.  Il CNR in  collaborazione con due aziende del settore agroalimentare ha curato il progetto “Biofregola” per la produzione di pasta tradizionale sarda con metodo bio. Il sistema oggetto della sperimentazione, finanziato con i fondi del PSR 2007/2013 asse uno misura 124, prevede l’utilizzazione delle “precessioni” per ottenere ottimi raccolti in modo naturale, biologico e senza l’utilizzo di pesticidi chimici.  Con questo grano sardo autoctono il Karalis, si possono produrre semole perfette per la pastificazione, oltre che per la panificazione, superando uno sbagliato pregiudizio sulla possibilità di lavorare in autosufficienza rispetto ai grani duri importati e prevalentemente OGM.

La Biofregola, ancora non sul mercato, e’ il primo prodotto sperimentale ricavato con l’alternanza di coltivazioni di favino con frumento e interamente realizzato con grani sardi.

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Il Cnr sostiene che sono possibili ambiti di miglioramento nell’impiego delle leguminose per la fertilita’ del suolo. Al processo di produzione sono state apportate numerose modifiche, tra cui una fase di pretostatura che ha migliorato sia il gusto che il colore del prodotto, ottenuto con grani Karalis e Amsicora. In futuro il progetto proseguira’ per migliorare ulteriormente le produzioni e allargarle anche al pane e alla pasta classica. I contenuti del progetto rivelano ancora una volta che la Sardegna è al vertice mondiale dell’innovazione in agricoltura. Questi risultati possono aiutare le imprese agricole sarde ad incrementare il proprio reddito e possono legare le nostre eccellenze gastronomiche alla materia prima locale.

Fonti

http://www.buongiornoalghero.it/contenuto/0/29/73161/bio-fregola-progetto-innovativo-del-cnr

https://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/alimentazione_cnr_sassari_biofregola_per_produzione_pasta-201505201427-eco-rt10123

http://www.sassarinotizie.com/articolo-32780-il_cnr_di_sassari_colloca_la_sardegna_al_vertice_mondiale_dell_innovazione_in_agricoltura.aspx#.VVwqAsbimJo.twitter