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Category: Agricoltura

Kendall dell’NFU nuovo presidente dell’OMA

E’ Peter Kendall, della britannica National Farmers’ Union, il nuovo presidente dell’OMA; l’Oganizzazione Mondiale degli Agricoltori. Kendall e’ stato eletto nel corso dell’assemblea generale delle confederazioni appartenenti all’OMA riunite nei giorni scorsi a Buonoe Aires per il forum mondiale WFO-OMA. Nel corso dell’assemblea è stato anche eletto un board composto da sei membri: Mailan Rahmanbin per l’Asia,   Evelyn Nguleka per l’Africa, Brent Finlay in rappresentanza dell’area Australia, Luis Miguel Etchevehere per l’America Latina), Piet Vanthemsche per l’Europa) e Ron Bonnet in rappresentanza del Nord America.
Fonte: Agrapress

Il Mipaaf proroga al 30 aprile il termine per la stipula delle polizze agevolate

Con comunicato apposito il Ministero delle Politiche Agricole rende noto che “il termine del 31 marzo 2014 fissato dal piano assicurativo 2014 per la stipula delle polizze assicurative agevolate sulle colture autunno-primaverili e’ stato prorogato al 30 aprile”. Secondo il Ministro dell’Agricoltura Martina “la proroga consentirà uno svolgimento sereno della campagna assicurativa agricola, in considerazione delle difficoltà segnalate dagli agricoltori nella fase di avvio della campagna”. “in questo modo  continua il Ministro – sarà consentito un adeguato rodaggio delle nuove regole che si dovranno adottare, in vista dell’imminente passaggio degli interventi di sostegno economico al settore nel nuovo programma di gestione dei rischi finanziato dai fondi PAC/FEASR per il periodo 2015/2020”.
Fonte: Agrapress

L’OMA si riunisce a Buenos Aires

E’ iniziata ieri mercoledì 26 marzo 2014 l’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori (WFO-OMA), riuniti a Buenos Aires per confrontarsi su sicurezza alimentare, cambiamento climatico, innovazione, agricoltura giovanile e filiera agricola. I lavori proseguiranno fino a sabato prossimo 29 marzo e vedranno anche la partecipazione dei rappresentanti di molte importanti organizzazioni internazionali come FAO, IFAD, GFAR, UPOV, WMO, NWP, OIE, IMS, UNIDROIT, IFC. Nella capitale argentina sono giunte circa 100 confederazioni agricole provenienti da 80 Paesi diversi riunite presso la Sociedad Rural Argentina (SRA), l’organizzazione agricola designata ad ospitare l’evento dopo la Ja Zenchu, Central Union of Agricultural Cooperatives in Giappone. Per discutere le principali sfide cui è chiamato il mondo agricolo internazionale, pertanto, l’assemblea è stata preceduta da quattro workshop di approfondimento dedicati al benessere animale negli allevamenti, al miglioramento dei contratti agricoli, ai processi innovativi nel settore e ai servizi dell’agricoltura legati al clima. “Come ogni anno – ha dichiarato Marco Marzano, Direttore Esecutivo dell’OMA –  l’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori sarà un’importante momento di confronto per il mondo dell’agricoltura internazionale che, a Buenos Aires, discuterà delle grandi sfide che ci aspettano nel prossimo futuro. Verso quale direzione si sta muovendo l’agricoltura globale, come sta cambiando per far fronte agli effetti del cambiamento climatico, quali strade innovative dovrà percorrere per intraprendere un nuovo rinnovamento e far fronte alla crisi economica: saranno questi i temi sui cui gli agricoltori di tutto il mondo si confronteranno per delineare quale futuro è possibile per l’agricoltura”. Oltre a costituire occasione di confronto, l’Assemblea Generale di Baires rappresenterà inoltre un importante appuntamento politico per l’Organizzazione Mondiale degli Agricoltori che eleggerà un nuovo presidente per i prossimi tre anni. La nomina che avverrà nel corso dell’assemblea di domani, 28 marzo, e coinvolgerà tutti i membri chiamati a scegliere  il successore dell’attuale presidente, l’ americano Robert Carlson.
Per ulteriori informazioni: http://omabs.com.ar/ e www.wfo-oma.org

Cambiamento climatico: nuovi scenari per l’agricoltura

Secondo uno studio realizzato da Andy Challinor dell’Università di Leeds (UK), il cambiamento climatico in atto avrà conseguenze più rapide e significative del previsto sull’agricoltura, in special modo nelle aree temperate del pianeta, Nord America e Europa in primis. Dai modelli di Challinor emerge che anche un aumento relativamente contenuto di due soli gradi (scenario considerato fin troppo ottimista da molti scienziati) contrariamente a quanto ipotizzato fino ad ora potrebbe comportare un calo nella produzione dell’ordine del 25% già a partire dal 2030, quindi entro una quindicina d’anni. Mentre al contrario fino ad oggi si considerava l’aumento di 2 gradi centigradi sostanzialmente tollerato dal sistema-agricoltura. I dati elaborati provengono da ben 1.700 diversi studi che sono stati comparati e utilizzati per elaborare una simulazione sofisticata e accurata. Per gli scienziati, l’emergenza climatica è quindi ancor più pressante e rischia di avere conseguenze molto serie anche nel’ipotesi che le temperature non salissero di 4 o 5 gradi come negli scenari peggiori. Su Nature Climate Change, Challinor ha dichiarato: “La nostra ricerca mostra che i raccolti saranno influenzati negativamente dai cambiamenti climatici molto prima del previsto. L’impatto dei cambiamenti climatici sulle colture varierà di anno in anno e da zona a zona. Questa variabilità aumenterà al crescere delle temperature”.
Fonte: Freshplaza, cbc.ca

Crisi, è boom dei farmer market

Cambia l’abitudine agli acquisti degli italiani, complice soprattutto la morsa della crisi che, malgrado molte dichiarazioni di facciata, sembra al momento non attenuarsi. E così gli italiani, secondo quanto rivela un’analisi Coldiretti elaborata a partire dal rapporto della fondazione Campagna Amica, a fronte di una contrazione del 4% dei consumi alimentari, hanno aumentato del 67% i loro acquisti presso i mercati degli agricoltori, i cosiddetti “farmer market”, dove è possibile acquistare direttamente dal produttore senza intermediazioni. Nel corso del 2013, sottolinea Coldiretti, hanno acquistato ben 15 milioni di italiani (il 25% in più rispetto all’anno precedente), con una crescita molto significativa anche nel valore medio degli acquisti. Un settore, quello dei mercati degli agricoltori, che oggi vanta un fatturato complessivo stimato in circa 1,5 miliardi di euro, grazie anche alla fondazione Campagna Amica promossa di Coldiretti che ha incentivato molto la presenza sul territorio con oltre 1.200 mercati in tutta Italia.
Nell’anno appena trascorso, ben 28mila agricoltori hanno portato agli italiani il meglio di quanto coltivato su circa 280mila ettari, con una crescita del 40% rispetto all’anno precedente.
Come spiega una nota Coldiretti, nei mercati di Campagna Amica “si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo. I mercati degli agricoltori promuovono la conoscenza della stagionalità dei prodotti, ma anche la filosofia del km zero, con i cibi in vendita che non devono percorrere lunghe distanze, riducendo le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio. Gli effetti si fanno sentire anche sugli sprechi che vengono ridotti per la maggiore freschezza della frutta e verdura in vendita che dura anche una settimana in più, non dovendo rimanere per tanto tempo in viaggio. Oltre a cio’, svolgono una importante azione di recupero di varietà a rischio di estinzione”. Secondo Coldiretti infatti, “almeno 100 varietà vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 30 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta trovino sbocco nell’attuale rete di mercati e delle botteghe degli agricoltori”.
In cima alle preferenze di acquisto frutta e verdura, ma anche formaggi, salumi, vino, latte e pane, ma anche dolci, biscotti, conserve e agricosmetici. A ribadire l’importanza dell’iniziativa e il valore, anche sociale, che sta assumendo nel nostro paese questo ritrovato rapporto tra produttore e acquirente il presidente Coldiretti Moncalvo: “I nostri mercati degli agricoltori stanno creando nuove economie e nuova occupazione rappresentando nel contempo un formidabile strumento di coesione sociale, animazione sociale ed educazione alimentare, perché ricreano un legame profondo tra consumatore e produttore, tra il luogo di consumo e il luogo di produzione, tra città e campagna”. “Oltre all’ottimo rapporto prezzo/qualità – prosegue Moncalvo –  il segreto del successo sta nella sincera volontà di un numero crescente di cittadini di aiutare con i propri atti di acquisto il lavoro e l’economia nazionale e di comportarsi in modo sostenibile per la società e l’ambiente”.
Fonte: Agrapress, Coldiretti

Martina: necessario cambiare passo per l’agroalimentare italiano

Intervenuto alla Tavola rotonda di presentazione del secondo numero di “AgrOsserva”, l’Osservatorio trimestrale sulla congiuntura dell’agroalimentare italiano realizzato da Ismea e Unioncamere, il neoministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina ha proposto la sua visione dell’agricoltura italiana prossima ventura: “Credo che non sia più il tempo per discutere di vecchi schemi, lo scenario muta in modo veloce e profondo. Dobbiamo averne piena consapevolezza e agire di conseguenza. I dati che sono stati illustrati oggi ci aiutano a farlo: con questa fotografia del sistema agroalimentare italiano abbiamo una base comune per impostare un dialogo e occuparci delle strategie che devono essere messe in atto. Nell’agroalimentare italiano c’è il meglio dell’innovazione del Paese e dispiace vedere che quel potenziale si incastra in dinamiche che impediscono a questa energia ad esplodere. Dobbiamo cambiare passo e dobbiamo farlo adesso, mettendo in chiaro che questo mondo è un pilastro fondamentale della ripresa del Paese, che può dettare la sua agenda”. “Abbiamo a disposizione – ha proseguito Martina – diversi strumenti. Mi riferisco alle scelte sulla nuova Pac e al Collegato agricoltura, che possono far assumere all’agroalimentare la centralità che merita. Il primo grande tema che deve essere affrontato a breve è legato al costo del lavoro. Bisogna ridurre la discrasia tra quanto viene speso dalle imprese e quanto rimane al lavoratore e quella tra il prezzo del prodotto e il reddito che resta in mano agli agricoltori. Su questo ci giochiamo una partita importante”.“Adesso possiamo fare scelte tutt’altro che banali, possiamo dare l’avvio a un piano di azione ragionato, coordinato e strategico. Si coglie ovunque, da Nord a Sud la necessita di costruire un piano strategico complessivo. Quando quel tessuto formidabile di piccole e medie imprese, che adesso ha subito un colpo tremendo, ha sperimentato l’aggregazione vera sono state fatte azioni molto efficaci. Non abbiamo oggi grandi player nazionali in grado di farlo, quindi bisogna che spingiamo su questa direzione. Mi piacerebbe essere il celebrante di un matrimonio che possa portare a una visione unitaria nazionale da parte di tutti gli attori in campo”, ha concluso il Ministro.
Fonte: AIOL