Suolo e Salute

Category: Agricoltura

Via Campesina lancia l’allarme land grabbing anche in Europa

Stando ai risultati di un recente studio promosso dal Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC), quello del land grabbing sta diventando un fenomeno che interessa e coinvolge anche l’Europa. Secondo lo studio, land grabbing e accesso alla terra stanno diventando due questioni “di importanza cruciale”, due fenomeni che l’attuale PAC rischia di facilitare. Un allarme specifico e circoscritto, secondo il Coordinamento, che però sta suscitando iniziative concrete di resistenza al fenomeno. Tra gli esempi portati dal rapporto, uno in particolare riguarda il nostro paese e nello specifico la città sarda di Narbolia, dove la locale comunità, grazie anche all’azione di “Crocevia” si è mobilitata per far fronte al progetto di utilizzo dei terreni agricoli per ospitare grandi impianti di serre alimentate ad energia solare.
Via Campesina e il Centro Internazionale Crocevia fanno parte di un ampio network di associazioni di agricoltori che si battono da tempo per promuovere le istanze di un’agricoltura contadina, antitetica a quella industrializzata ed intensiva, e per questo spesso poco tutelata dalle scelte politiche dell’Unione. Le associazioni, che una volta di più con questo rapporto hanno denunciato l’allarmante fenomeno del land grabbing, si battono per un’agricoltura “a dimensione d’uomo”, custode del territorio, in grado di preservarlo dai dissesti idrogeologici, di conservare la biodiversità e di mantenere il legame con la cultura locale.
Fonte: Agrapress

Ciolos commenta i primi risultati della consultazione pubblica sul bio

In occasione del recente Meeting dell’Advisory Group on Organic Farming, tenutosi a Bruxelles l’11 aprile scorso, il Commissario europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale, Dacian Ciolos, ha voluto commentare i primi risultati della consultazione pubblica sulla politica europea in materia di agricoltura biologica, conclusasi il 10 aprile.
La consultazione, rivolta a tutti i cittadini, gli enti e le organizzazioni interessate a vario titolo al tema del riesame della politica dell’Unione riguardante l’agricoltura biologica, chiedeva agli intervistati un parere riguardo le strategie a loro giudizio più efficaci per un migliore sviluppo del bio europeo.
Le risposte al questionario on-line hanno superato quota 45.000, e sono state oltre 1.600 le proposte e le opinioni espresse sul tema. Secondo Ciolos, anche se allo stato attuale l’analisi delle risposte è ancora in una fase preliminare, si possono comunque identificare alcune tendenze di massima: “i cittadini sostengono l’agricoltura biologica, al fine di proteggere l’ambiente, convinti che l’agricoltura biologica sia più vantaggiosa dell’agricoltura convenzionale in termini di sostenibilità; i cittadini europei vogliono un settore agricolo e alimentare che non utilizzi o contenga OGM o residui di pesticidi o sostanze chimiche e sono sempre più interessati a prodotti naturali, locali e di stagione. Se vogliamo soddisfare le aspettative che sono state espresse, dovremo prendere alcune decisioni molto chiare e passare a una nuova fase per l’agricoltura biologica e il suo quadro europeo, per migliorare la legislazione, rendendola più efficiente, adattata alle nuove realtà, garantendo la credibilità a lungo termine del settore”.
Ciolos ha ricordato che oggi oltre il 5% dei terreni agricoli europei sono coltivati secondo il metodo biologico e che aumenta il numero dei giovani decisi ad impegnarsi in questo settore. In soli dieci anni il mercato del bio su scala mondiale quadruplicato arrivando alla cifra record di 44,6 milioni di euro. E, vera eccezione nel panorama di crisi che attraversa l’Europa, quello dell’agricoltura biologica ad oggi costituisce uno dei pochi settori in cui la domanda supera l’offerta. Si tratta di una grande sfida che, ha voluto sottolineare il Commissario europeo, va colta senza tradire la fiducia dei consumatori, ma anzi incoraggiando la produzione di qualità senza disattendere le aspettative di chi sceglie il biologico.
“Dobbiamo continuare a lavorare insieme al fine di continuare a progredire. Nel corso dei prossimi mesi occorrerà prestare molta attenzione alla questione della responsabilità per i prodotti biologici, i controlli e i metodi di tracciabilità. È molto importante reprimere tutti i tipi di pratiche scorrette. Dobbiamo proteggere il settore e la sua immagine di qualità”, ha concluso il Commissario.
Fonte: SINAB

Scoperta maxi truffa di falsi vini Doc. Coldiretti: grave danno d’immagine per il settore

Grazie ad un’indagine congiunta Del Servizio Antisofisticazioni Vinicole delle province piemontesi, insieme all’agenzia delle dogane di Milano, ai Nas e all’Agenzia della Dogane, è stata scoperto il commercio illegale di falsi vini Doc o Igt destinati al mercato estero e in particolare a quello inglese, per un valore stimato superiore ai 10.000.000 di euro.

Sul problema delle Doc fasulle è intervenuta anche la Coldiretti che, commentando l’operazione, in un comunicato ha manifestato la propria preoccupazione per i potenziali danni ad un settore fondamentale per l’Italia quale quello enologico. Il nostro paese, afferma Coldiretti, “ha esportato nel 2012 vini a denominazione di origine (doc/docg) per un valore che per la prima volta, grazie all’ aumento dell’8 per cento, ha superato i 2 miliardi di euro (2,086 miliardi) che ora vengono messi a rischio dal danno di immagine provocato dalla truffa del falsi vini doc esportati in Inghilterra, terzo mercato di sbocco dopo Usa e Germania”.

“Un pessimo modo – continua la nota Coldiretti – per festeggiare i 50 anni dalla produzione della prima bottiglia di vino italiano doc realizzata grazie al Dpr 930 del 1963 che ha avviato un percorso di qualificazione che ha fatto diventare l’Italia il primo esportatore mondiale di vino. Un primato che deve essere difeso a garanzia di un settore che nonostante la crisi ha realizzato nel 2012 un nuovo record del fatturato a 9 miliardi (+5 per cento) e assicurato opportunità di lavoro a un milione e duecentocinquantamila italiani (+ 3 per cento) impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto”.

Fonte: Agrapress, Coldiretti

 

Riforma PAC, cosa bolle in pentola

Prosegue l’iter della riforma della PAC che, malgrado un accordo significativo su diversi punti, presenta ancora diverse questioni ancora aperte che andranno affrontate e risolte nel corso dei triloghi attualmente in corso. Secondo la Commissione europea, in particolare, è importante che la PAC sia quanto più possibile trasparente e chiara. Inoltre, sarà importante giungere ad un livello assoluto minimo di convergenza interna, con lo scopo di sostenere maggiormente i pagamenti destinati agli agricoltori che hanno beneficiato di un minore supporto negli scorsi anni. Obiettivo questo che negli auspici della Commissione dovrebbe concretizzarsi entro il 2019. Anche sul greening, questo l’orientamento della Commissione, è necessario che le misure siano efficaci e obbligatorie, prevedendo un sistema di penalità e sanzioni nel caso di mancato rispetto del greening stesso. Altro punto “caldo” è costituito dal supporto ai giovani e ai piccoli agricoltori e alle zone svantaggiate: per questo motivo è la  Commissione intende sostenere con forza la proposta di un top-up obbligatorio del 25% per il regime per i giovani agricoltori nel 1° pilastro. Per incrementare la competitività dell’agricoltura europea, invece, la Commissione intende Incoraggiare le Op, le associazioni interprofessionali e la catena corta di approvvigionamento, affiancando gli agricoltori europei in una fase di transizione da meccanismi oramai non più efficaci e attuali come le quote zucchero e creando nuove misure di gestione delle crisi. In ultimo, per quanto riguarda il capping, l’intenzione della Commissione è quella di procedere ad una progressiva riduzione dei pagamenti di base (escluso il greening) oltre quota 150.000 €, stabilendo contestualmente un tetto a quota 300.000 €. Misure queste che dovrebbero diventare obbligatorie in tutti gli Stati membri dell’Unione.

Fonte: AIOL

Presentato a Vinitaly 2013 il progetto Eko Cantina – Eko Wine

È stato presentato nell’ambito di Vinitaly 2013 il progetto Eko Cantina – Eko Wine, avviato da FederBio insieme ad Officinae Verdi e altre associazioni di settore. Il progetto nasce con l’obiettivo, si legge in un comunicato, di  “generare valore economico e ambientale per le imprese vitivinicole che vogliono qualificarsi sotto il profilo della sostenibilità e diventare cantina sostenibile”. Questo in particolare fornendo concrete soluzioni “per ridurre i consumi di energia, acqua ed emissioni di CO2 collegate ai processi produttivi attraverso la produzione di energia e calore dagli scarti di potatura, il raffreddamento tramite lo scambio geotermico, la generazione di energia solare fotovoltaica, il riciclo e recupero delle acque (lavaggi e piovane)”.

Una sfida  quella della sostenibilità, che secondo il Presidente FederBio Paolo Carnemolla vede in pole position i produttori biologici, avvantaggiati dal fatto che “l’impegno ambientale fa parte della mission delle cantine biologiche”.

Fonte: Agrapress

De Castro: incontri preparatori in vista dei triloghi

Si è svolto martedì scorso 9 aprile l’incontro tra il Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo Paolo De Castro e il ministro francese all’agricoltura Stephane Le Foll.  Soddisfazione è stata espressa da De Castro, che ha definito “molto positivo l’incontro con Le Foll. Sul tavolo, un confronto “ sugli scenari dell’agricoltura mediterranea e sulle iniziative a Bruxelles di concerto con la commissione agricoltura”. In particolare, il Presidente della Comagri ha rimarcato il sostegno del governo francese riguardo alle proposte di riforma della PAC del Parlamento Europeo. “Sostegno evidente in particolare – ha dichiarato De Castro – sull’Ocm unica, a riguardo della quale il mandato negoziale del parlamento si e’ dimostrato molto più ambizioso rispetto a quello del consiglio europeo”. De Castro si incontrerà nuovamente con Le Foll nelle prossime settimane, in vista della fase dei triloghi formalmente avviata proprio oggi.

Sempre in merito alla fase di negoziazione tra le tre istituzioni europee, il Parlamento, il Consiglio e la Commissione, il Presidente De Castro ha visto ieri anche il Presidente di turno del Consiglio agricoltura, l’irlandese Simon Coveney. L’incontro è avvenuto “per definire gli elementi strategici e il metodo di lavoro che adotteremo nei prossimi due mesi al tavolo negoziale tra le istituzioni europee sulla riforma della politica agricola comune”, ha dichiarato De Castro.

Un incontro definito “fruttuoso”, nel corso del quale sono stati affrontati “alcuni tra i principali temi al centro della riforma, sia quelli dove si registra una larga convergenza tra mandato del parlamento e mandato del consiglio, sia quelli dove le posizioni sono distanti e sui quali ci aspettiamo un contributo maggiore dalla commissione guidata da Ciolos. Con il ministro irlandese e lo staff negoziale abbiamo convenuto sull’importanza del ruolo che giocherà la commissione esecutiva all’interno del negoziato”.

Secondo De Castro, “soltanto un approccio costruttivo e cooperativo da parte dell’esecutivo che possa venire incontro alle posizioni delle altre due istituzioni potrà consentire la conclusione del negoziato entro la fine della presidenza irlandese, obiettivo dichiarato di questa fase negoziale.

 “Domani [oggi, NdR] – ha concluso De Castro – la giornata di lavoro si aprirà la mattina con il primo trilogo sui nuovi pagamenti diretti, durante il quale si affronteranno, tra gli altri, i temi dell’agricoltore attivo, del ricambio generazionale e dei piccoli agricoltori. Nel pomeriggio, al via il confronto sull’Ocm unica per discutere di restituzioni alle esportazioni, definizioni e altro”.

Fonte: Agrapress