Suolo e Salute

Category: Agricoltura

Un’Igp e una Dop nuove si aggiungono al ricco patrimonio italiano di eccellenze agroalimentari

In seguito alla pubblicazione da parte dell’Unione Europea dei Regolamenti di iscrizione nel registro delle Denominazioni di Origine Protette e delle Indicazioni Geografiche Protette della “Mela Rossa Cuneo” Igp e del “Ficodindia di San Cono” Dop, salgono a 249 le produzioni tipiche italiane, consolidando il primato del nostro paese a livello europeo. La Mela Rossa Cuneo viene prodotta utilizzando solamente  le varietà Red Delicious, Gala, Fuji e Braeburn e i loro cloni. Il frutto è caratterizzato da una specifica sovra colorazione rossa della buccia, che la rende ben identificabile nei mercati. Alla Dop Ficodindia di San Cono sono invece ascrivibili unicamente i frutti provenienti dalle cultivar Surfarina (nota anche come Gialla o Nostrale) , Sanguigna (o Rossa), Muscaredda (conosciuta anche come Sciannarina o Bianca). E’ altresì ammessa la presenza di ecotipi locali delle selezioni di Trunzara in percentuale non superiore al 5%. Il Ficodindia di San Cono e caratterizzato da frutti di grandi dimensioni, colori vivi della buccia, profumo delicato e sapore particolarmente dolce, caratteristica quest’ultima che, insieme alle maggiori dimensioni, sono tra i parametri distintivi più importanti di questa denominazione di origine.

Fonte: AIOL

generic viagra

Carnemolla (FederBio): la riforma della PAC non valorizza il bio

“L’agricoltura bio, sinonimo di sostenibilità per l’ambiente e per l’uomo ma anche per il reddito degli agricoltori europei, non è stata efficacemente valorizzata dal voto sulla riforma della PAC del Parlamento Europeo”, commenta Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio, che ribadisce: “L’agricoltura bio non è sostenibile solo per l’ambiente, ma anche per il benessere dell’uomo e per l’economia. I dati più recenti sui consumi bio – rilevazione del panel famiglie ISMEA/GFK EURISKO – riferito agli acquisti di prodotti biologici confezionati presso i punti vendita della grande distribuzione organizzata – dimostrano che l’agricoltura bio è una ottima opportunità per affrontare la crisi dell’agroalimentare e più in generale la crisi economica. FederBio ha più volte invitato la politica e le rappresentanze del mondo agricolo e agroalimentare a considerare le potenzialità del bio e a favorirne lo sviluppo. Ha preso parte all’importante campagna per la riforma della PAC sostenuta da 14 Associazioni italiane, che in pochi giorni ha raccolto 90.000 firme, con l’obiettivo di raggiungere una profonda riforma dell’agricoltura. I risultati non sono in linea con le esigenze dei cittadini e degli agricoltori più giovani e dinamici, il voto si è rivelato deludente perché si è persa una ulteriore occasione per attuare una vera riforma della PAC, utile a superare la crisi ambientale ed economica che affrontiamo tutti i giorni”.

Fonte: FederBio

Le associazioni scrivono a Monti e Catania

Le associazioni aderenti alla “Campagna per la riforma della PAC” (tra le quali FederBio,Slow Food e AIAB), in concomitanza con il Consiglio Agricolo, svoltosi il 18e 19 marzo a Bruxelles, hanno scritto una lettera al presidente del consiglio Mario monti ed al ministro delle politiche agricole Mario Catania, auspicandosi che “nel rappresentare il nostro paese nel consiglio agricolo, tengano conto delle nostre richieste e sostengano il reale interesse della collettività, per un’autentica riforma ‘verde’ della PAC in grado di riconciliare economia ed ecologia”, ha dichiarato la portavoce della Campagna Maria Grazia Mammuccini. L’iniziativa all’indomani del sì espresso dal Parlamento europeo alla riforma della Politica Agricola Comune 2014-2020, alla base dei negoziati nell’ambito del Consiglio Europeo nei prossimi mesi.

Maria Grazia Mammuccini, portavoce delle 14 Associazioni, parla di un voto “deludente per quelli che come noi chiedono una profonda riforma della politica agricola”. Anche se, prosegue nella sua analisi, “ è positivo che l’assemblea plenaria del Parlamento europeo abbia bloccato i peggiori aspetti della proposta della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, compresi i doppi sussidi illegali e la cancellazione dalla condizionalità di metà dei requisiti esistenti in materia di ambiente e di salute pubblica”.

Particolarmente penalizzante, secondo Mammuccini, il fatto che “non sono state inserite adeguate misure per premiare le pratiche agricole veramente sostenibili come l’agricoltura biologica e biodinamica né si è fatto nessun passo in avanti per rafforzare il secondo pilastro che è il vero strumento per investire in progetti innovativi per il territorio rurale. Ancora una volta si è persa un’occasione strategica per una vera riforma della Pac in grado di dare un contributo al superamento della crisi economica e ambientale che stiamo vivendo. La proposta uscita dal parlamento non e’ ciò che serve per sostenere adeguatamente sistemi agricoli in grado di produrre cibo sano, natura, paesaggio ed occupazione per i giovani. La proposta votata dal parlamento e’ ancora molto annacquata e di fatto continua a premiare vecchie posizioni di rendita”. La richiesta rivolta ai rappresentanti del nostro governo è ”di sostenere una serie di obiettivi ancora in discussione a Bruxelles, tra cui misure minime per un greening efficace come l’obbligo delle rotazioni colturali, del mantenimento dei pascoli e delle aree di interesse ecologico e la riduzione del tetto massimo ai pagamenti aziendali (da 300 a 100.000 euro) in modo da assicurare risorse sufficienti per le piccole aziende multifunzionali, che sono il tessuto predominante e più vitale dell’agricoltura italiana ed europea”. Le associazioni sottolineano che “ le aziende agricole che reggono meglio l’impatto della crisi sono le aziende biologiche e multifunzionali, che realizzano attività innovative con modelli di produzione e consumo basati sulla sostenibilità ambientale, in grado di garantire efficienza economica, equità sociale, tutela e valorizzazione delle risorse naturali e del paesaggio”. Ma la direzione imboccata dalla riforma non soddisfa la Campagna: la maggior parte dei sussidi della politica agricola comune sono stati distribuiti tra gli agricoltori in modo diseguale a favore delle produzioni intensive ad alto impatto ambientale negativo, senza garantire la sostenibilità economica delle imprese e l’occupazione”. A questo punto, è si ribadisce nella lettera indirizzata a Mario Monti e Mario Catania “servono decisioni responsabili e lungimiranti per un cambiamento reale in grado di assicurare che con i fondi pubblici siano premiate le aziende agricole più virtuose, che producono maggiori benefici per la società, cibo sano, tutela dell’ambiente e della biodiversità, manutenzione del territorio, salvaguardia del paesaggio, mitigazione dei cambiamenti climatici e creano lavoro per i giovani dando un contributo fondamentale al superamento della crisi economica. Al presidente Monti e al Ministro dell’Agricoltura Catania le 14 associazioni ricordano che i cittadini europei si aspettano una vera riforma della politica agricola comune in grado di favorire questo tipo di agricoltura”.

Fonte: Agrapress, Terra Nuova

De Castro: la riforma PAC opportunità importantissima contro la volatilità dei mercati

A margine della seduta della Commissione Agricoltura di lunedì scorso 18 marzo, nel corso della quale si è discusso nel merito della regolamentazione dei prodotti finanziari legati alle materie prime e delle pratiche commerciali nella catena alimentare, il Presidente Paolo De Castro, commentando l’incontro, ha parlato di un “appuntamento di grande importanza per l’analisi e l’individuazione di possibili soluzioni al fenomeno della volatilità dei mercati agricoli. L’instabilita’ dei mercati agricoli, legata alle speculazioni sui mercati finanziari – ha detto De Castro – rappresenta un fenomeno destinato a diventare sempre più sistematico e pressante per gli agricoltori. Ecco perché l’incontro di oggi, durante il quale il commissario (Michel Bariner,  commissario competente per il mercato interno e i servizi,  Ndr) ci ha presentato le sue osservazioni in merito alla regolamentazione dei prodotti finanziari sulle materie prime agricole e le conclusioni sui risultati del forum ad alto livello per un migliore funzionamento della catena di approvvigionamento alimentare, ha rappresentato un momento di riflessione di grande interesse. Tutti gli interventi dei colleghi deputati hanno posto l’accento sulla riforma della politica agricola comune che abbiamo votato la scorsa settimana in aula, un’opportunità’ importantissima per arginare la diffusione della volatilità’ dei prezzi e rendere il futuro dei nostri agricoltori più certo e ottimistico”.

Fonte: Agrapress

Porto Tolle (RO), un convegno su clima e agricoltura

Appuntamento sabato 23 marzo a partire dalle 9.30 presso la Sala della Musica (Via U. Giordano, 3) a Porto Tolle (Ro) per l’incontro dal titolo “I cambiamenti climatici, come difendere l’agricoltura”. Il convegno, promosso dall’assessorato all’agricoltura del Comune di Porto Tolle, dopo i saluti delle autorità vedrà gli interventi di Giancarlo Mantovani, direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po sul tema “Bonifiche e irrigazione” e di Federico Correale di Veneto Agricoltura con un intervento dal titolo “I cambiamenti climatici”. A seguire gli interventi delle associazioni di categoria Cia, Coldiretti e Confagricoltura.

Fonte: Veneto Agricoltura

viagra

Neonicotinoidi, sei Stati “ribelli” chiedono deroghe

In conseguenza dei primi risultati provenienti dall’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, la Commissione europea aveva avanzato la proposta di ridurre l’utilizzo dei neonicotinoidi alle sole piante non da fiore e ai cereali invernali, vietandone invece l’uso su colture primaverili come mais, colza, girasole, grano, orzo e cotone. Proprio in questi giorni, il 14 e 15 marzo, la proposta dovrebbe essere esaminata dal SCoFCAH, il Comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali, che baserà la sua decisione anche sul report dell’EFSA secondo il quale queste sostanze hanno un impatto significativo sulla salute delle api. Alcuni Stati membri dell’Unione, ed in particolare Austria, Germania, Lituania, Repubblica Ceca, Spagna e Ungheria, ritengono tuttavia eccessive le misure proposte e chiedono conseguentemente che vengano introdotte deroghe a chi dimostri di essere in grado di salvaguardare la salute degli insetti. Secondo il gruppo dei sei “ribelli” l’utilizzo di questi pesticidi dovrebbe essere consentito fino al settembre 2016 e fino al 2017 nel caso dei semi trattati. Le aziende interessate (Syngenta e Bayer) hanno tempo fino al 0 giugno 2015 per produrre all’EFSA, alla Commissione e alle autorità degli Stati membri evidenza dell’effettiva diminuzione dei rischi.

Fonte: AIOL