Suolo e Salute

Category: Agroalimentare

Epidemia Xylella: decisioni e proposte nell’Europarlamento

Si torna ancora a parlare di Xylella. La scorsa settimana, il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione comune sull’emergenza Xylella. I punti principali del provvedimento sono: maggiori controlli alle frontiere, indennizzi agli agricoltori e potenziamento della ricerca.

Secondo quanto riportato da Il Corriere, l’Ue ha in gran parte confermato le decisioni prese lo scorso 28 aprile, puntando a rafforzare gli interventi.

Prevista quindi l’estirpazione di qualsiasi pianta (indipendentemente dallo stato di salute) nel raggio di 100 metri dalle piante infettate dalla Xylella, rimozione di qualsiasi impedimento all’azione di eradicazione, zona cuscinetto di 10 chilometri per isolare la provincia di Lecce, divieto di impianto delle piante ospiti nella zona infetta, divieto di importazione di vegetali da Costa Rica e Honduras, divieto di spostamento di qualsiasi pianta coltivata in una zona infetta.

emergenza xylella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rosa D’Amato (M5s) ha così commentato la decisione: “Si potranno eradicare alberi sani solo perché potenzialmente ospiti a prescindere da eventuali controlli, misure miopi e con conseguenze europee“.

La D’Amato ha sottoscritto, insieme a FederBio (Federazione italiana per l’agricoltura biologica e biodinamica), Copagri (Confederazione dei produttori agricoli), Cia (Confederazione italiana agricoltori) e l’Ong Pan Europe (Pesticide Action Network), un documento che contiene una serie di proposte alternative all’uso su larga scala di pesticidi, previsto per gestire e ridurre il contagio della Xylella fastidiosa.

Il documento mira anche a ridurre il più possibile le estirpazioni degli alberi malati e delle piante “potenzialmente” ospiti, in favore di soluzioni agronomiche alternative, in particolare quelle dell’agricoltura biologica.

Come ha spiegato la D’Amato, che è membro della Commissione parlamentare Agricoltura, “Con questo documento chiediamo di attuare una strategia alternativa che affronti realmente il problema del disseccamento degli ulivi senza creare più danni di quelli che già gli agricoltori pugliesi si trovano ad affrontare. Le parole chiave sono biologico, ricerca, buone pratiche. Parole che, purtroppo, non abbiamo ancora riscontrato nelle decisioni a livello nazionale e comunitario”.

Oltre a limitare l’uso di pesticidi, vietando sostanze già revocate a livello nazionale a favore di tecniche e pratiche biologiche, nel documento si sollecita anche la Commissione e l’Ue a escludere la vite dalle piante suscettibili di divieto di esportazione e rivedere l’obbligo di eradicare le piante che si trovano nel raggio di 100 metri rispetto agli ulivi infetti, privilegiando pratiche alternative come il monitoraggio e l’isolamento.

Il documento, infine chiede di garantire risorse umane e finanziarie adeguate per attuare le strategie di contenimento della Xylella, prevedendo compensazioni per il settore, e di assicurare fondi adeguati per la ricerca, l’analisi e i rimedi contro la Xylella e i suoi vettori.

Fonti:

http://www.europarl.it/it/succede_pe/news_2015/maggio_2015/ulivi_compensazioni.html

http://www.askanews.it/regioni/puglia/da-federbio-copagri-e-cia-no-a-uso-pesticidi-contro-xylella_711512195.htm

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/cronaca/15_maggio_21/xylella-commissione-europea-conferma-taglio-piante-sane-1372d04c-ffc2-11e4-80e9-2fa6ce8b2f3d.shtml

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/05/21/risoluzione-contro-la-xylella-l-europarlamento-approva/43195

Piacenza: vini da meditazione tra storia, gusto e cultura

Lo scorso 17 maggio, in Piazza Duomo a Piacenza, si è svolta la manifestazione “Vini da meditazione, spirito e spiritualità“. L’evento, organizzato dall’Associazione Domus Justinae e Anspi Domus, si è caratterizzato come un percorso permeato di storia, gusti e cultura, alla riscoperta delle produzioni piacentine di vini dolci.

Durante la manifestazione è stato possibile degustare vin santo, “vino da messa”, passito e vino dolce in genere, ma non solo: ampio spazio è stato dato agli approfondimenti storici e tematici. Nella seconda parte della giornata, l’associazione Domus Justinae ha guidato la visita alla suggestiva Cattedrale.

Nel pomeriggio la Tavola rotonda sul tema “Storia, cultura, civiltà del vino piacentino” ha permesso di delineare un quadro più ampio all’interno del quale inserire la caratterizzazione delle produzioni vinicole locali.

manifestazione piacenza

 

 

 

 

Al dibattito hanno partecipato: Giampietro Comolli (patron di UnPOxExPO2015), Stefano Pronti (storico della gastronomia e scrittore), Ilaria Saltari (Suolo e Salute) e, nel ruolo di moderatore, Giorgio Lambri (capo redattore quotidiano Libertà).

Ricco e articolato il panorama delle aziende vitivinicole del territorio che hanno aderito all’iniziativa. Tra queste, infatti,erano presenti: l’Associazione Produttori Vin Santo di Vigoleno, l’ Associazione Vitivinicoltori Val Chiavenna, l’Azienda Agricola La Pagliara, l’Azienda Agricola Monferrina di Paolo Sforza Fogliani società agricola, l’Azienda Agricola Solenghi Gaetano, l’Azienda Biologica Illica Vini, l’ Azienda Vitivinicola Lusenti Cantina Valtidone, La Stoppa, Mossi aziende agricole vitivinicole, Origine tradizione natura s.r.l Coltivazione di uva, Podere Pavolini, Torre Fornello azienda agricola e Villa Rosalba azienda agricola. Molte di queste aziende producono vini biologici certificati da Suolo e Salute.

Fonti:

http://www.ilpiacenza.it/eventi/vini-meditazione-spirito-spritualita-piazza-duomo-piacenza-17-maggio-2015.html

http://www.liberta.it/2015/05/15/vini-da-meditazione-spirito-e-spiritualita-domenica-di-degustazione-in-piazza-duomo/

Progetto innovativo del CNR di Sassari per la produzione di grano autoctono biologico

Negli ultimi anni la ricerca di cibo biologico, in Sardegna è triplicata, ecco che grazie a questo dato nasce dalla ricerca del CNR di Sassari, una sperimentazione applicata per percorrere una terza via possibile e remunerativa per gli agricoltori europei.  Il CNR in  collaborazione con due aziende del settore agroalimentare ha curato il progetto “Biofregola” per la produzione di pasta tradizionale sarda con metodo bio. Il sistema oggetto della sperimentazione, finanziato con i fondi del PSR 2007/2013 asse uno misura 124, prevede l’utilizzazione delle “precessioni” per ottenere ottimi raccolti in modo naturale, biologico e senza l’utilizzo di pesticidi chimici.  Con questo grano sardo autoctono il Karalis, si possono produrre semole perfette per la pastificazione, oltre che per la panificazione, superando uno sbagliato pregiudizio sulla possibilità di lavorare in autosufficienza rispetto ai grani duri importati e prevalentemente OGM.

La Biofregola, ancora non sul mercato, e’ il primo prodotto sperimentale ricavato con l’alternanza di coltivazioni di favino con frumento e interamente realizzato con grani sardi.

biofregola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Cnr sostiene che sono possibili ambiti di miglioramento nell’impiego delle leguminose per la fertilita’ del suolo. Al processo di produzione sono state apportate numerose modifiche, tra cui una fase di pretostatura che ha migliorato sia il gusto che il colore del prodotto, ottenuto con grani Karalis e Amsicora. In futuro il progetto proseguira’ per migliorare ulteriormente le produzioni e allargarle anche al pane e alla pasta classica. I contenuti del progetto rivelano ancora una volta che la Sardegna è al vertice mondiale dell’innovazione in agricoltura. Questi risultati possono aiutare le imprese agricole sarde ad incrementare il proprio reddito e possono legare le nostre eccellenze gastronomiche alla materia prima locale.

Fonti

http://www.buongiornoalghero.it/contenuto/0/29/73161/bio-fregola-progetto-innovativo-del-cnr

https://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/alimentazione_cnr_sassari_biofregola_per_produzione_pasta-201505201427-eco-rt10123

http://www.sassarinotizie.com/articolo-32780-il_cnr_di_sassari_colloca_la_sardegna_al_vertice_mondiale_dell_innovazione_in_agricoltura.aspx#.VVwqAsbimJo.twitter

Mipaaf: istituito il Registro unico dei controlli ispettivi a carico delle aziende agricole

Lo scorso 7 maggio, il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha reso nota l’approvazione, da parte della Conferenza Unificata, del decreto ministeriale che istituisce il Registro unico dei controlli ispettivi a carico delle aziende agricole, previsto da Campolibero, nella Legge Competitività.

Come ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina: “Evitare la duplicazione dei controlli nelle aziende e rendere più efficiente il lavoro degli organismi che svolgono le verifiche. Sono questi i principali obiettivi che il Registro unico dei controlli ci consentirà di ottenere, raggiungendo un risultato atteso dalla imprese da troppi anni. Semplificare è un imperativo per consentire al settore agricolo di essere più competitivo, senza abbassare la guardia sulla necessità di tutela, che anzi con questo strumento rafforziamo. Ringrazio le Regioni per il contribuito determinante che hanno dato nell’approvazione di questo strumento che rappresenta una delle azioni strategiche del provvedimento Campolibero”.

aziendaagricola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Registro unico dei controlli ispettivi a carico delle aziende agricole (RUCI) è uno strumento di supporto alle amministrazioni pubbliche per effettuare i controlli ispettivi a carico delle aziende agricole di propria competenza e per una più razionale programmazione degli stessi. Ferma restando, ovviamente, l’attuazione dei controlli straordinari ed urgenti.

Questo archivio informatico contiene per ogni controllo:

  • data;
  • anno di riferimento;
  • ente competente;
  • ente esecutore;
  • nominativo del controllore;
  • impresa agricola controllata;
  • settore;
  • tipologia;
  • documentazione controllata o riproduzione elettronica dei verbali;
  • esiti;
  • estremi dei verbali o riproduzione elettronica dei verbali.

Nel Registro unico dei controlli ispettivi, affluiscono i dati concernenti i controlli effettuati da parte di organi di polizia, organi di vigilanza, organismi pagatori, nonché da organismi privati autorizzati allo svolgimento di controlli a carico delle imprese agricole.

Le informazioni presenti nei Registri unici di controllo istituiti dalle regioni e quelle presenti all’interno del RUCI nazionale sono condivise in maniera costante e con stretto coordinamento.

Il pubblico funzionario, prima di effettuare una nuova ispezione, verifica attraverso il RUCI gli esiti dei controlli precedenti al fine di evitare sovrapposizioni e di intralciare l’esercizio dell’attività d’impresa.

Fonti:

http://www.ilvelino.it/it/article/2015/05/07/semplificazione-mipaaf-conferenza-unificata-approva-registro-unico-con/7685eed8-6c8c-4977-89b4-0fcec4dafe5d/

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8631

Italia sempre più calda: ulivi e viti si spostano ad alta quota

Frutta esotica prodotta in Italia e uliveti e vino che si spostano sulle Alpi, tra le vette. Sono questi gli effetti del cambiamento climatico descritti da Coldiretti in un’analisi pubblicata qualche giorno fa.

L’innalzamento delle temperature porta con sé vari cambiamenti, tra cui quello delle colture portate avanti in Italia. Il Bel Paese, infatti, non solo si è dato alla coltivazione di banane, avocado e altri frutti esotici, ma negli ultimi 30 anni ha visto aumentare di un grado il proprio vino.

Di questo e di altro ha parlato Coldiretti che, nei giorni addietro, con l’arrivo del caldo ha messo in mostra dal vivo i nuovi “frutti” Made in Italy del cambiamento climatico. L’evento si è tenuto ad Expo nel padiglione “No farmers no party” all’ingresso sud all’inizio del Cardo sul lato opposto all’albero della vita.

Secondo l’analisi della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti, non solo le coltivazioni nostrane sono cambiate, ma si sono anche spostate a causa del surriscaldamento di questi ultimi anni.

Nove dei dieci anni più caldi della storia si sono registrati dopo il 2000. Il 2014 detiene il primato di anno più “bollente” di sempre, seguono, in ordine: 2003, 2007, 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011, 2000 e 2008, sulla base dei dati Isac Cnr.

Come dicevamo all’inizio, il surriscaldamento ha portato a un aumento di gradazione del vino italiano e a un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre. Non solo: la distribuzione delle colture si è spostata, portando i vigneti a espandersi verso l’alto, con la presenza della vite anche a quasi 1200 metri di altezza, in provincia di Aosta, dove viene prodotta l’uva per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.

ulivi e vigne

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche l’olivo ha iniziato a “migrare”, raggiungendo le Alpi. In provincia di Sondrio, oltre il 46esimo parallelo, si trova infatti l’ultima frontiera nord dell’olio d’oliva italiano.

Come affermato da Coldiretti, negli ultimi dieci anni, la coltivazione dell’ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese è passata da zero a circa diecimila piante, su quasi 30 mila metri quadrati di terreno.

Circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinata a conserva e di grano duro per la pasta è effettuata nella Pianura Padana. Coltivazioni tipicamente mediterranee.

In Sicilia, come abbiamo visto, zona sempre più calda si è iniziato a coltivare i primi avocado biologici Made in Italy, un frutto tipicamente tropicale che oggi si trova a Giarre, ai piedi dell’Etna.

A Palermo hanno iniziato a prendere vita anche le prime banane nostrane.

Gli effetti del surriscaldamento potrebbero però avere effetti negativi sui prodotti tipici, trasformando le condizioni ambientali e facendo diventare a rischio estinzione alcune delle colture tradizionali del Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo unito ai fattori umani.

Fonti:

http://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/Pagine/IlcambioclimaportaivignetisullevetteegliulivialNord.aspx

http://ambientebio.it/in-sicilia-si-produce-lavocato-biologico-solidale/

Zootecnia da latte: pro e contro del decreto che divide gli allevatori

L’ultimo decreto ministeriale sugli aiuti finanziari europei al settore lattiero, stabilisce dei premi Pac in abbinamento all’iscrizione dei capi nei libri genealogici o nel registro anagrafico delle razze bovine, tenuti dall’Aia (Associazione Italiana allevatori). Questo ha creato uno scontro fra Cia e Confagricoltura, i quali hanno presentato ricorso al Tar di Roma, contro il ministero delle Politiche agricole e contro l’Aia “In un momento in cui il settore lattiero caseario si trova in una fase d’incertezza dettata dalla fine delle quote produttive – si legge nella nota stampa di Cia e Confagricoltura – l’esclusione di una vasta platea di beneficiari dai premi accoppiati della Pac  non può essere tollerata”. Secondo Cia e Confagricoltura, quindi, i provvedimenti attuativi delle disposizioni comunitarie, invece di prospettare un premio per tutti gli allevatori e per le zone marginali, vanno a vantaggio delle sole aziende che fanno riferimento all’Associazione Italiana Allevatori. “Tra l’altro – continuano le due Organizzazioni professionali – l’iscrizione nei libri genealogici o nei registri anagrafici (detenuti entrambi dall’Aia) non è obbligatoria ed è riservata alle vacche da latte di razza pura.

Quote-latte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Resterebbero quindi escluse, dagli 84,6 milioni di euro stanziati per la zootecnia bovina da latte, tutte le razze ibride”.

Valutando i pro e i contro vediamo che nei pro il legame fra premi accoppiati al settore latte e Libri Genealogici ha dalla sua il pregio di favorire le aziende più attente ai valori della genetica. E’ anche un invito ad iscrivere ai Libri (e dunque ad Aia) le stalle che ancora non lo fossero. Una via verso il miglioramento genetico che si sposa con l’obiettivo della qualità delle produzioni. Per di più un “toccasana” per l’associazione degli allevatori, reduce dai drastici tagli dei contributi pubblici e alle prese con una difficile e profonda riorganizzazione.
Nei contro invece per gli allevatori comporta altre spese (i costi per l’iscrizione ad Aia e per i controlli sugli animali) o peggio la possibilità di vedersi negare i premi accoppiati per la mancata iscrizione ai Libri dei propri animali. Un’evenienza inevitabile per le stalle che non hanno capi in purezza. Motivazioni che hanno indotto, come dicevamo in precedenza,  Confagricoltura e Cia a prendere posizione per contestare l’abbinamento fra premi accoppiati e Libri Genealogici
Fonti

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/zootecnia/2015/05/06/e-scontro-sui-premi-per-la-zootecnia-da-latte/42950

http://confagricoltura.sardegna.it/news/zootecnia-74/zootecnia-76/premi-pac-latte-1866

http://saperefood.it/6premi-pac-latte-solo-se-iscritti-al-libro-genealogico-pro-e-contro-del-decreto-che-divide-gli-allevatori38/