Suolo e Salute

Category: Agroalimentare

Dal 13 dicembre in vigore le nuove norme UE sulle etichette alimentari

Scatta il 13 dicembre l’applicazione del regolamento UE n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Il regolamento modifica le disposizioni vigenti in materia di etichettatura degli alimenti, per garantire al consumatore la massima sicurezza nell’uso degli alimenti. In sintesi, per quanto riguarda gli alimenti preimballati, le informazioni obbligatorie saranno direttamente poste sull’imballaggio o su un’etichetta posta sull’imballaggio stesso. Nel caso di imballaggi multipli, le indicazioni obbligatorie devono apparire direttamente sull’imballaggio multiplo o su un’etichetta ma, nel caso di articoli per i quali è prevista anche la vendita della singola unità, le informazioni dovranno essere riportate su ogni articolo. Nell’elenco degli ingredienti va riportato in evidenza il nome della sostanza o del prodotto, evidenziando tutti i prodotto o le sostanze che possono provocare allergie o intolleranze. Agli Stati membri è concessa libertà di adottare specifiche misure nazionali riguardo le modalità di comunicazione delle informazione. Vanno riportate nell’elenco degli ingredienti anche tutte le sostanze presenti sottoforma di nanomateriali ingegnerizzati facendo seguire all’ingrediente la dicitura “nano”. Per i prodotti congelati vanno riportati la data di congelamento e il luogo di provenienza. Nel caso di presenza di acqua aggiunta in percentuali superiori al 5% questa va riportata sia nei prodotti a base di carne e preparati di carne (taglio, fetta, porzione o carcassa) che nei prodotti della pesca e relativi preparati. Inoltre deve essere riportata la dichiarazione nutrizionale obbligatoria, che riporti il valore energetico, la quantità di grassi, di acidi grassi saturi, di carboidrati, di zuccheri, di proteine e di sale presenti nel prodotto. La dichiarazione può inoltre essere completata da indicazioni relative alle quantità eventualmente presenti di acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi polinsaturi, polioli, amido e fibre alimentari. Per vitamine e sali minerali possono essere indicati se presenti in quantità significative.

Fonte: Quotidiano Sanità

Concluso il progetto di twinning con la Macedonia

Si è svolta il 17 novembre scorso a Skopje, Macedonia, la conferenza di chiusura del progetto “Produzione biologica e protezione della qualità dei prodotti agroalimentari”. Si tratta di un’iniziativa di gemellaggio amministrativo (“twinning”) finanziato dall’Unione Europea e nato con l’intento di supportare lo sviluppo del settore agricolo macedone tramite il sostegno ed il rafforzamento delle strutture istituzionali e amministrative deputate allo sviluppo agricolo e rurale. Per ottenere questi risultati, il progetto si è avvalso del supporto del Mipaaf insieme al Direttorato Generale Agricoltura della Regione Emilia – Romagna, mentre sul fronte macedone il beneficiario principale del progetto è stato il Mafwe, il Ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e della Gestione delle Acque della Repubblica di Macedonia. Il progetto, avviato nell’aprile 2013 e conclusosi nel novembre di quest’anno ha avuto una durata complessiva di 19 mesi ed ha potuto beneficiare di un budget di quasi 700.000 euro. Partner operativi del progetto numerosi stakeholders sia pubblici che privati: l’Ispettorato statale per l’agricoltura, l’Agenzia per la sicurezza alimentare e veterinaria, il Laboratorio fitosanitario statale, l’Istituto per l’accreditamento, gli Organismi di controllo privati, le associazioni di produttori, le associazioni di consumatori, le federazioni di produttori e le università. Tra gli esiti del progetto, un netto avanzamento sul fronte dell’armonizzazione della normativa, conformemente ai regolamenti europei vigenti, un importante contributo alla strategia nazionale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (anche grazie a misure quali i progetti di filiera integrati), un prezioso supporto sul fronte dei controlli sulla produzione sia convenzionale che biologica, e l’importante accreditamento del laboratorio fitosanitario macedone per l’analisi dei residui di pesticidi sui prodotti ortofrutticoli. Inoltre, nell’ambito del progetto, sono state realizzate diverse attività di divulgazione, sensibilizzazione e informazione rivolte sia al mondo agricolo che ai consumatori macedoni, per aggiornarli circa le novità introdotte grazie al progetto.  Chi volesse approfondire può consultare la scheda informativa del progetto a questo indirizzo.

Fonte: Sinab, Mipaaf

Si terrà a Rimini Macfrut 2015

Al termine di una lunga seduta del Consiglio comunale di Cesena, è stato approvato a maggioranza lo spostamento dell’edizione 2015 di Macfrut a Rimini, preferita a Bologna. Il Comune di Cesena detiene infatti il 71% della fiera ed era chiamato a decidere rispondendo alla nota congiunta estesa dalla stragrande maggioranza delle associazioni economiche del territorio (tra queste CNA Forlì-Cesena, Confartigianato Forlì, Confartigianato Cesena, Confcommercio Forlì, Confesercenti Forlì, Confesercenti Cesena, Unindustria, Agrinsieme Romagna: Confcooperative, Legacoop Romagna, AGCI, CIA, Confagricoltura) che si erano espresse chiaramente riguardo alla sede futura della manifestazione. Nella nota si sottolineava linfatti ’importanza di scegliere con cura la sede per l’edizione 2015 della kermesse dedicata al mondo dell’ortofrutta. “Consideriamo l’argomento in oggetto particolarmente sentito e importante, come la discussione in atto dimostra, sia per le implicazioni sul territorio che per l’idea di futuro che si vuole pianificare. Nel merito, riteniamo condivisibile una valutazione per l’anno 2015, alla luce dell’Expo, che consideri l’alternativa di una diversa collocazione del Macfrut. In tale valutazione, concordiamo debba essere privilegiata una soluzione romagnola quale Rimini è, che tenga però conto di Cesena come riferimento in termini di area diffusa e specialistica sugli elementi di benessere che la connotano. Per gli anni a seguire e, per le ulteriori iniziative da intraprendere per Macfrut, in termini di sviluppo, riteniamo che ogni azione debba essere rinviata a maggiori approfondimenti sulla base di una pianificazione dell’intera proposta fieristica”.

Il placet per la soluzione romagnola era arrivato, poco prima del Consiglio Comunale, proprio dal presidente di Cesena Fiera Renzo Piraccini, secondo il quale “Rimini è una delle migliori fiere italiane che, con l’alta velocità, potrebbe fare un vero e proprio salto di qualità. Rispetto a Bologna, poi, ci permette di correre da soli e questa è una bella sfida. Per non parlare di tutto l’indotto di area vasta legato a infrastrutture, servizi, ecc.”. A Rimini quindi il compito di raccogliere il testimone:  una sfida che, come ha avuto modo di dichiarare il sindaco Paolo Lucchi, costituisce “un’occasione unica per riaffermare come a Cesena si riesca a far squadra, favorendo una connessione di intenti e un’assenza di paura che da sempre rappresentano la nostra ricchezza più grande”.

Fonte: Freshplaza

Sulla G.U i regolamenti IGP per salama da sugo e piadina romagnola

Sono stati pubblicati nella G.U: dell’UE i regolamenti di esecuzione che riportano le iscrizioni delle IGP “salama da sugo” e “piadina romagnola/piada romagnola” nel registro delle DOP e delle IGP. Per il ministro Martina “con questi due nuovi riconoscimenti l’Italia conferma la posizione di leader internazionale per numero di marchi di qualità assegnati dall’Europa, salendo a 266 tra Dop e Igp iscritte nel registro comunitario”, “Un ottimo risultato a cui deve affiancarsi un serio lavoro per la valorizzazione e tutela di tutto il patrimonio agroalimentare per rendere sempre sicure e riconoscibili le produzioni Made in Italy nel mondo”.
Fonte: Agrapress

De Castro nominato referente Comagri per i TTIP

Paolo De Castro, già presidente Comagri e attuale coordinatore del gruppo S&D della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo, è stato nominato referente della stessa Comagri per i TTIP (il Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti), ovvero i negoziati di libero scambio tra UE e USA A dare l’informazione un comunicato in cui si precisa che “la designazione, decisa oggi dalla stessa Comagri, consentirà all’europarlamentare PD di partecipare alle riunioni negoziali dell’esecutivo UE e di entrare a far parte del bureau della commissione per il commercio internazionale (INTA), presieduto da Martin Schulz, insieme agli altri relatori designati per le rispettive aree di competenza”. Per de Castro “si tratta di un riconoscimento importante che conferma la necessità di una maggiore partecipazione democratica ai processi decisionali dell’Unione”. Lo stesso De Castro ha ribadito che “il sistema agroalimentare europeo sarà centrale nel TTIP ed e’ nostro compito difendere con tenacia gli alti standard qualitativi ai quali i consumatori europei sono abituati, tutelando allo stesso tempo le produzioni che rappresentano una fondamentale leva di mercato per molti paesi comunitari, Italia in primis”, prosegue de castro.
Per l’ex presidente Comagri è senza dubbio necessario “fare chiarezza sull’andamento dei lavori negoziali, eliminando dallo scenario possibili ‘zone grigie’ che rischiano di farlo percepire in maniera errata all’opinione pubblica”. Per questo, ha proseguito, “lavoreremo ad un negoziato trasparente e capace di creare concrete opportunità di crescita per un settore di grandissimo valore economico, ma anche sociale e ambientale, come quello agricolo e alimentare europeo”.
Fonte: Agrapress

Il “Modello Italia” al centro del dibattito a Cremonafiere

Nella cornice delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona si è tenuto un convegno dedicato al “Modello Italia”, promosso da Assalzoo e Cremonafiere. Al centro del dibattito internazionalizzazione, aggregazione di filiera, organizzazione del Mipaaf e molti altri temi di stretta attualità. Ospite illustre il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, insieme a molti altri rappresentanti dei settori agricolo ed agroalimentare italiani: insieme ai presidenti di Assalzoo Allodi e Cremonafiere Piva, il presidente Cia Scanavino, quello di Confagricoltura Mario Guidi e del Consorzio Grana Padano Cesare Baldrighi insieme al vicepresidente Fedagri Perini e a Flavio Fornari della direzione commerciale food di Coop Italia. Secondo Piva l’intero settore agricolo è in sofferenza, sostenendo che l’industria tende a schiacciare il settore primario e che manca la necessaria fiducia delle banche nei confronti del mondo agricolo. Il presidente dell’Enpaia  su questo punto ha proposto un percorso di investimenti nel settore agroalimentare da parte dell’ente da lui rappresentato che Martina ha accolto con grande interesse, ribadendo che il Mipaaf svolgerà un ruolo attivo su questo punto Il direttore del Crefis, Canali, ha posto invece l’accento sulla necessità di una filiera efficiente ed equilibrata, senza la quale “non c’è strategia”, ponendo poi la spinosa questione dell’italian sounding. Canali ha ricordato che è il Nord America il territorio in cui prodotti di questo tipo sono maggiormente diffusi, e che questo elemento rappresenta anche un’interessante potenzialità per l’export del settore. Allodi per parte sua ha dichiarato che il “modello Italia” è ancora incompiuto, e che proprio il fenomeno dell’italian sounding rappresenta una delle prove più significative in questo senso. Sula stessa lunghezza d’onda l’intervento di Baldighi, secondo il quale”quello che ci attende e’ un percorso lento e tutt’altro che semplice, ma la missione che dobbiamo portare a compimento e’ una sola: fare un’intensa promozione e divulgare correttamente il valore e le caratteristiche di quei prodotti unici che chiunque ci invidia”. Baldighi ha ricordato che i prodotti che imitano il made in Italy sono spesso di bassa qualità e prezzo molto basso, e che anche qui si può giocare una parte del futuro del settore, ammonendo però che “in parte possiamo recuperare questa domanda, ma non possiamo pensare di sommarla automaticamente all’export attuale”. Secondo il presidente del Consorzio è possibile aumentare le esportazioni ma si tratta di un “processo lento perché richiede di ‘educare’ i consumatori stranieri ai nostri gusti”. Il vicepresidente Fedagri Perini ha indicato nella cooperazione un modello vincente, portando a sostegno della sua posizione il fatto che malgrado la crisi l’export “ha tenuto bene” e sottolineando che la programmazione produttiva costituisce lo “strumento principe per la difesa delle nostre produzioni agricole”. Sul tema dell’italian sounding Perini ha citato come esempi positivi la tutela delle Dop ex officio (introdotta di recente nel mercato europeo) e l’accordo col Canada che tutela 11 Dop del settore caseario, esprimendo invece alcune perplessità in merito al cosiddetto TTIP, ovvero il negoziato USA-Unione Europea. Per il presidente CIA Scanavino il vero problema resta quello dell’assenza di una vera “organizzazione della filiera, un sistema agroalimentare italiano che valorizzi tutte le sue componenti”, citando il tema delle quote latte (sul quale ha espresso molti dubbi, soprattutto in vista della fine del regime previsto per il 2015) come situazione tipica in cui una filiera meglio strutturata dovrebbe incidere. Toni polemici invece quelli usati dal presidente Confagricoltura Guidi, che non ha usato certamente giri di parole: “penso che per poter ricostruire lo stato agricolo italiano ci vorrebbe prima una opera di distruzione”, annunciando grandi novità per la prossima conferenza econimica di Agrinsieme (di cui lo stesso Guidi è coordinatore). “Abbiamo perso tempo a difenderci dalla globalizzazione” e ad “approvare norme nazionali che non entreranno mai in vigore”, anzichè “stare ai tavoli internazionali che contano”, che non ha nascosto le proprie preoccupazioni circa il finanziamento del piano Mipaaf-Mise per l’internazionalizzazione delle imprese. Sul tema, è arrivata la rassicurazione di Martina, che ha confermato la disponibilità dei fondi necessari per il piano di internazionalizzazione nella legge di stabilità: “ormai il mondo e’ piccolo per cui la scala con cui ti devi rapportare e’ il mercato globale”, ha detto Martina,  sostenendo che il governo è pronto a fornire alle imprese gli strumenti per affrontare questi nuovi scenari, ma senza snaturare “la radice della piccola e media impresa italiana, anche agricola”.

IL Ministro ha anche parlato della ridefinizione del Mipaaf, un’azione che si rende necessaria per un ministero “costruito secondo una logica che non e’ più quella attuale”. Per Martina il Mipaaf va ripensato, ma al tempo stesso è necessario “aprire una discussione  su rappresentanza e associazionismo”. Per il Ministro servono maggiore unità e coesione del mondo agricolo, per il bene del Paese.

Fonte: Agrapress