Suolo e Salute

Category: Bio News

Un nuovo rapporto “fotografa” il bio europeo

Il biologico europeo sta vivendo una stagione di grande crescita, caratterizzata da aziende agricole mediamente più grandi di quelle convenzionali e gestite da imprenditori agricoli più giovani. Questo in estrema sintesi il quadro del settore biologico che emerge dal rapporto della Commissione ”Facts and figures on organic agriculture in the European Union”, che fotografa l’andamento del biologico negli ultimi anni. Dai dati del rapporto risultano oltre 186.000 le aziende biologiche in tutta l’Unione Europea, per una superficie interessata totale pari a 9,6 milioni di ettari (grosso modo un terzo dell’intera superficie dell’Italia), il 5,4% di tutta la superficie agricola europea, quasi raddoppiata se paragonata ai 5,7 milioni di ettari nel 2002, con una crescita media annua di 500.000 ettari (più dell’estensione del Molise).

Per quanto riguarda la distribuzione delle aziende bio in europa, l’83% di esse appartengono ai cosiddetti UE-15, ovvero a quegli Stati che hanno aderito all’Unione prima del 2004. La superficie bio interessata da queste aziende è pari al 78% del totale. Malgrado il ritardo dei paesi che hanno aderito all’UE nel 2004 (chiamari anche UE-N12), anche qui comunque il biologico sta crescendo sensibilmente, ad un tasso medio annuo del 13% e una crescita di dieci volte nel numero di aziende dal 2003 al 2010.

Per quanto riguarda le colture, il pascolo con il 45% di superficie interessata è di gran lunga in testa alla classifica, seguita dai cereali con il 15% e dalle colture permanenti (pari a circa il 13%). A livello di zootecnia biologica, gli ovini (46%) e i bovini (30%) restano i tipi di produzione animale bio più importanti, seguiti dal pollame.

Il report nella sua interezza può essere scaricato in lingua inglese a questo indirizzo

 

Fonte: Commissione Europea, Sinab

Sardegna e Emilia-Romagna, fondi disponibili per il biologico

Nuovi finanziamenti a livello regionale per la promozione di attività di sensibilizzazione e divulgazione riguardanti l’agricoltura biologica. I finanziamenti saranno erogati a favore di quegli agricoltori che nella loro attività svolgono anche una specifica funzione di presidio e tutela dell’ambiente e del territorio.

In particolare, la Regione Sardegna attraverso l’Agenzia Laore Sardegna (Detreminazione n. 609/2013 del 5/11/2013) intende realizzare, nel prossimo biennio, attività di sensibilizzazione e divulgazione delle qualità delle produzioni agricole biologiche della Sardegna in collaborazione con le Associazioni ed i Consorzi dei produttori agricoli che organizzano e gestiscono mercati di vendita diretta. La Regione Emilia-Romagna invece ha messo a disposizione 10.800.000 euro per attività di agricoltura sostenibile, all’interno delle quali ricadono sia il biologico che le produzioni a lotta integrata. I fondi sono accessibili attraverso due diversi bandi aperti fino al 16 dicembre prossimo.

Ulteriori dettagli sulle due iniziative regionali sono consultabili ai seguenti link:

Sardegna

Emilia-Romagna

Fonte: SINAB

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/comunicati-stampa/2013/novembre/psr-10-8-milioni-di-20ac-per-biologico-biodiversita-e-tutela-del-paesaggio-agrario

L’agenda del 115° SCOP del 29 e 29 novembre

E’ in programma il 28 e il 29 novembre prossimi a Bruxelles la prossima riunione dello SCOF, Standing Committee on Organic Farming, il Comitato permanente per l’Agricoltura Biologica dell’Unione Europea. All’ordine del giorno tra l’altro la proposta di regolamento di esecuzione che dovrebbe modificare e rettificare il regolamento n.889/2008, recante modalità di applicazione del regolamento 834/2007 per quanto riguarda la produzione biologica, l’etichettatura dei controlli.

Verrà altresì discusso l’accreditamento degli organismi di controllo nel settore della produzione biologica e la proposta da parte della EA, l’European cooperation for Accreditation, della nuova politica nel settore che dovrebbe essere implementata a partire dal primo gennaio 2014.  Inoltre sarà affrontato il tema delle frodi nel settore biologico, le strategie da attuarsi per far fronte al problema a livello comunitario e le prospettive sul tema.

L’agenda in dettaglio è consultabile a questo link, in lingua inglese.

Fonte: SINAB

Al via un bando europeo per la ricerca nel biologico

Nell’ambito del progetto Core Organic Plus, che vede la cooperazione di 24 paesi europei grazie al support finanziaio della Commissione Europea, è stata anticipate nei giorni scorsi la “Call” (letteralmente “chiamata”) per la presentazione di progetti di ricerca nel settore dell’agricoltura biologica, prevista a partire dal prossimo 1° dicembre. La Call, che rientra nel novero delle azioni ERANET del progetto, prevede la pubblicazione di un bando per tutti i progetti di ricerca transnazionali che verranno finanziati dai Paesi partecipanti al Consorizo e dalla stessa Commissione, secondo quanto previsto per le azioni ERANET PLUS.

Anche l’Italia partecipa con uno stanziamento di 650.000 euro da parte del Mipaaf, che andranno a sostenere i tre progetti risultati vincitori per le tre tematiche (sulle quattro totali presenti a livello europeo) supportate dal Mipaaf stesso: Crop, Functional Bodiversity, Food quality.  Dato che è tuttora in corso di perfezionamento la definizione delle diverse aree tematiche, si attendono chiarimenti definitivi in merito in occasione della pubblicazione del bando prevista per inizio dicembre 2013. Sempre nell’ambito di Core Organic Plus il 18 dicembre è in programma a Bruxelles un evento sostenuto dalla dalla Piattaforma Europea TP Organics avente l’obiettivo di agevolare i contatti tra i partners potenziali dei progetti di ricerca. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del progetto (in lingua inglese) http://www.coreorganic2.org/

Fonte: Mipaaf – Sinab

OGM Friuli: secondo il CFS inquinamento generico fino al 10 percento

Secondo quanto dichiarato dal Capo del Corpo Forestale dello Stato cesare Patrone, ascoltato in Commissione Agricoltura dellla Camera riguardo alle attività del CFS in materia di OGM, in Friuli Venezia Giulia “l’attività’ di campionamento del CFS ha riguardato anche i terreni limitrofi ai campi seminati con mais Mon810, allo scopo di verificare eventuali contaminazioni ambientali a carico dei terreni coltivati con mais tradizionale; i risultati analitici ottenuti dimostrano, in effetti, un ‘inquinamento genetico’ del mais transgenico che arriva anche fino al 10%”. “Le analisi – ha proseguito Patrone –  affidate all’Istituto Zooprofilattico delle Marche e dell’Umbria hanno confermato che la varietà di mais impiegata e’ il Mon810”, aggiungendo che “la mancanza di tracciabilità delle sementi utilizzate ha comportato l’irrogazione della sanzione amministrativa di 16.000 euro nei confronti dell’imprenditore agricolo” secondo quanto previsto dal d.lgs. 70/2005. Il Corpo Forestale “sta continuando nello svolgimento delle indagini tese a evidenziare i danni ambientali emergenti e a verificare l’esistenza sul territorio nazionale di altre piantagioni di mais OGM”, ha dichiarato lo stesso Patrone nel corso dell’audizione. Sulla vicenda, molti i commenti preoccupati, tra cui quello della Coldiretti secondo la quale in Friuli “stiamo andando incontro ad un vero disastro ambientale per la mancata assunzione di responsabilità nei confronti di una provocazione”. “La situazione – si legge in un comunicato della confederazione – e’ gravissima con reale pregiudizio del valore e dell’identità’ del patrimonio agroalimentare non solo regionale”. “in ragione di ciò  e’ necessario che l’amministrazione regionale del Friuli condivida al più presto un percorso comune e coordinato con i ministeri della salute, dell’ambiente e dell’agricoltura che hanno adottato il decreto anti contaminazione da OGM, con gli enti di ricerca che ne hanno motivato la valutazione di rischio e con il corpo Forestale dello Stato che ha accertato l’avvenuta contaminazione in campo”.

Fonte: Agrapress

OGM, la Commissione sostiene la “proposta sulla coltivazione”

Il Tribunale dell’UE con sentenza del 26 settembre 2013 ha dichiarato la Commissione Europea carente per non aver dato seguito ad una richiesta di coltivazione di OGM del 2001. Per queste regioni, la Commissione stessa il 6 novembre u.s. ha trasmesso la domanda di coltivazione al Consiglio dei Ministri dell’Unione, che dovrà pronunciarsi in merito. In merito l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha già espresso parere positivo per sei volte, nel 2005, 2006, 2008, 2011 e 2012.

Trattandosi di una domanda risalente al 2001 (quindi una procedura pre-Lisbona), se il Consiglio non sarà in grado di deliberare la Commissione avrà l’obbligo di rilasciare l’autorizzazione. Allo stesso tempo la Commissione ha avanzato la richiesta di avviare un dibattito in seno allo stesso Consiglio dei Ministri nel merito della cosiddetta “proposta sulla coltivazione”, che consentirebbe agli Stati membri di decidere se limitare o vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio per motivi che siano diversi dalla tutela contro i rischi per la salute e l’ambiente. Sulla vicenda, ha espresso il proprio parere il Commissario per la Salute Tonio Norg, secondo il quale “la sentenza del Tribunale in merito al mais 1507 conferma l’urgenza di conciliare norme di autorizzazione europee rigorose e certe in materia di coltivazione di OGM con la giusta considerazione dei contesti nazionali. Tre anni fa la Commissione ha presentato una proposta, largamente sostenuta sia dal Parlamento sia dal Consiglio, per superare l’attuale stallo riguardo al processo di autorizzazione. Sollecito pertanto gli Stati membri a adoperarsi per sostenere la proposta della Commissione, in modo che la Presidenza e il Consiglio possano giungere a un compromesso che consenta di far avanzare la proposta sulla coltivazione di OGM.”

Sulla questione è intervenuto anche il Ministro dell’Ambiente Orlando, secondo il quale “la proposta della Commissione Europea di lasciare ai paesi membri più autonomia sugli rafforza la posizione dell’Italia, contraria all’uso di prodotti transgenici nella sua agricoltura”. Secondo Orlando “l’italia ha un’agricoltura fatta di qualità, di colture biologiche, di prodotti apprezzati nel mondo, gli OGM invece sono produzioni massive, commodity per l’agroindustria multinazionale, e non sono convenienti per la crescita della green economy, che aiuta le imprese italiane a intercettare la ripresa”. “Per questo motivo – ha proseguito il Ministro – nelle scorse settimane ho scritto al Ministro De Girolamo, per ricordarle il divieto italiano alla coltivazione del granturco geneticamente modificato e le sanzioni. Ma soprattutto e’ urgente che si muovano le regioni, varando quelle ‘regole di coesistenza’ che difendano le produzioni tradizionali, uno dei valori dell’Italia nel mondo, dai nuovi prodotti transgenici.

Il Presidente della CIA Giuseppe Politi, intervenendo sulla proposta della Commissione, ha dichiarato che “ l’autorizzazione del mais biotech 1507 deve essere respinta, in quanto rappresenterebbe l’ennesima sconfitta per l’Europa, per i suoi cittadini, per i suoi produttori agricoli”. “Ancora una volta siamo davanti all’assoluta mancanza di una linea di condotta coerente tra le istituzioni comunitarie su questo particolare tema”, ha commentato Politi, secondo il quale “l’italia deve far sentire la sua voce per impedire la coltivazione di OGM sull’intero territorio nazionale, seguendo anche l’indicazione delle regioni che hanno espresso la loro completa contrarietà agli organismi geneticamente modificati”. “Il governo – ha concluso – deve al più presto procedere all’attivazione della clausola della salvaguardia”.

Fonte: Agrapress