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Category: Bio News

PAC, Catania: fondamentale la convergenza interna

“La Convergenza interna è per noi un punto assolutamente determinante, è necessaria una maggiore flessibilità su questo punto ed il trilogo dovrà tenerne conto. Dobbiamo mantenere la necessaria tutela per i piccoli agricoltori, perché anche nel nuovo regime sia mantenuta una clausola di salvaguardia a 5000 euro, oltre la quale potranno essere effettuate le riduzioni in caso di applicazione della disciplina finanziaria, in modo da proteggere da eventuali tagli chi si trovi al di sotto di questa soglia”.
Si è espresso in questi termini il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania a margine del Consiglio dei Ministri dell’agricoltura e della pesca dell’Unione europea in corso in questi giorni in Lussemburgo. “In merito al regolamento transitorio – ha continuato il Ministro – è necessario fare chiarezza sui tempi legati ad alcune scelte che riguardano l’applicazione del nuovo regime di aiuti, come regionalizzazione, convergenza interna, aiuti accoppiati, prima assegnazione dei titoli. Un posticipo dei tempi entro i quali lo stato membro deve effettuare le sue scelte in queste materie sarebbe opportuno. Inoltre auspichiamo un’adeguata flessibilità per i programmi di sviluppo rurale nel passaggio dalla vecchia alla nuova programmazione”. “Continuiamo a ribadire alla Commissione – ha concluso Catania – l’opportunità di proseguire nell’attuazione del programma di aiuti alimentari agli indigenti nell’ambito della PAC anche per l’anno 2014.”
Fonte: AIOL

Ciolos commenta i primi risultati della consultazione pubblica sul bio

In occasione del recente Meeting dell’Advisory Group on Organic Farming, tenutosi a Bruxelles l’11 aprile scorso, il Commissario europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale, Dacian Ciolos, ha voluto commentare i primi risultati della consultazione pubblica sulla politica europea in materia di agricoltura biologica, conclusasi il 10 aprile.
La consultazione, rivolta a tutti i cittadini, gli enti e le organizzazioni interessate a vario titolo al tema del riesame della politica dell’Unione riguardante l’agricoltura biologica, chiedeva agli intervistati un parere riguardo le strategie a loro giudizio più efficaci per un migliore sviluppo del bio europeo.
Le risposte al questionario on-line hanno superato quota 45.000, e sono state oltre 1.600 le proposte e le opinioni espresse sul tema. Secondo Ciolos, anche se allo stato attuale l’analisi delle risposte è ancora in una fase preliminare, si possono comunque identificare alcune tendenze di massima: “i cittadini sostengono l’agricoltura biologica, al fine di proteggere l’ambiente, convinti che l’agricoltura biologica sia più vantaggiosa dell’agricoltura convenzionale in termini di sostenibilità; i cittadini europei vogliono un settore agricolo e alimentare che non utilizzi o contenga OGM o residui di pesticidi o sostanze chimiche e sono sempre più interessati a prodotti naturali, locali e di stagione. Se vogliamo soddisfare le aspettative che sono state espresse, dovremo prendere alcune decisioni molto chiare e passare a una nuova fase per l’agricoltura biologica e il suo quadro europeo, per migliorare la legislazione, rendendola più efficiente, adattata alle nuove realtà, garantendo la credibilità a lungo termine del settore”.
Ciolos ha ricordato che oggi oltre il 5% dei terreni agricoli europei sono coltivati secondo il metodo biologico e che aumenta il numero dei giovani decisi ad impegnarsi in questo settore. In soli dieci anni il mercato del bio su scala mondiale quadruplicato arrivando alla cifra record di 44,6 milioni di euro. E, vera eccezione nel panorama di crisi che attraversa l’Europa, quello dell’agricoltura biologica ad oggi costituisce uno dei pochi settori in cui la domanda supera l’offerta. Si tratta di una grande sfida che, ha voluto sottolineare il Commissario europeo, va colta senza tradire la fiducia dei consumatori, ma anzi incoraggiando la produzione di qualità senza disattendere le aspettative di chi sceglie il biologico.
“Dobbiamo continuare a lavorare insieme al fine di continuare a progredire. Nel corso dei prossimi mesi occorrerà prestare molta attenzione alla questione della responsabilità per i prodotti biologici, i controlli e i metodi di tracciabilità. È molto importante reprimere tutti i tipi di pratiche scorrette. Dobbiamo proteggere il settore e la sua immagine di qualità”, ha concluso il Commissario.
Fonte: SINAB

Scoperta maxi truffa di falsi vini Doc. Coldiretti: grave danno d’immagine per il settore

Grazie ad un’indagine congiunta Del Servizio Antisofisticazioni Vinicole delle province piemontesi, insieme all’agenzia delle dogane di Milano, ai Nas e all’Agenzia della Dogane, è stata scoperto il commercio illegale di falsi vini Doc o Igt destinati al mercato estero e in particolare a quello inglese, per un valore stimato superiore ai 10.000.000 di euro.

Sul problema delle Doc fasulle è intervenuta anche la Coldiretti che, commentando l’operazione, in un comunicato ha manifestato la propria preoccupazione per i potenziali danni ad un settore fondamentale per l’Italia quale quello enologico. Il nostro paese, afferma Coldiretti, “ha esportato nel 2012 vini a denominazione di origine (doc/docg) per un valore che per la prima volta, grazie all’ aumento dell’8 per cento, ha superato i 2 miliardi di euro (2,086 miliardi) che ora vengono messi a rischio dal danno di immagine provocato dalla truffa del falsi vini doc esportati in Inghilterra, terzo mercato di sbocco dopo Usa e Germania”.

“Un pessimo modo – continua la nota Coldiretti – per festeggiare i 50 anni dalla produzione della prima bottiglia di vino italiano doc realizzata grazie al Dpr 930 del 1963 che ha avviato un percorso di qualificazione che ha fatto diventare l’Italia il primo esportatore mondiale di vino. Un primato che deve essere difeso a garanzia di un settore che nonostante la crisi ha realizzato nel 2012 un nuovo record del fatturato a 9 miliardi (+5 per cento) e assicurato opportunità di lavoro a un milione e duecentocinquantamila italiani (+ 3 per cento) impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto”.

Fonte: Agrapress, Coldiretti

 

Audit della Commissione UE sul sistema di controllo

Si è svolta presso il MiPAAF la riunione di avvio dell’Audit della Commissione Europea FVO 2013-6650 riguardante il commercio, l’etichettatura e la certificazione dei prodotti da agricoltura biologica. Alla riunione oltre alla delegazione della Commissione erano presenti rappresentanti dell’Amministrazione centrale, di AGEA, dell’Agenzia delle dogane, delle Regioni e di ACCREDIA. Il coordinamento delle attività in programma sarà svolto dall’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari). Le visite interesseranno il Ministero, le Amministrazioni regionali, Organismi di controllo e aziende. In particolare saranno coinvolte le Regioni Emilia Romagna e Sicilia. L’intera visita in Italia della Commissione si concluderà il prossimo 26 aprile.

Riforma PAC, cosa bolle in pentola

Prosegue l’iter della riforma della PAC che, malgrado un accordo significativo su diversi punti, presenta ancora diverse questioni ancora aperte che andranno affrontate e risolte nel corso dei triloghi attualmente in corso. Secondo la Commissione europea, in particolare, è importante che la PAC sia quanto più possibile trasparente e chiara. Inoltre, sarà importante giungere ad un livello assoluto minimo di convergenza interna, con lo scopo di sostenere maggiormente i pagamenti destinati agli agricoltori che hanno beneficiato di un minore supporto negli scorsi anni. Obiettivo questo che negli auspici della Commissione dovrebbe concretizzarsi entro il 2019. Anche sul greening, questo l’orientamento della Commissione, è necessario che le misure siano efficaci e obbligatorie, prevedendo un sistema di penalità e sanzioni nel caso di mancato rispetto del greening stesso. Altro punto “caldo” è costituito dal supporto ai giovani e ai piccoli agricoltori e alle zone svantaggiate: per questo motivo è la  Commissione intende sostenere con forza la proposta di un top-up obbligatorio del 25% per il regime per i giovani agricoltori nel 1° pilastro. Per incrementare la competitività dell’agricoltura europea, invece, la Commissione intende Incoraggiare le Op, le associazioni interprofessionali e la catena corta di approvvigionamento, affiancando gli agricoltori europei in una fase di transizione da meccanismi oramai non più efficaci e attuali come le quote zucchero e creando nuove misure di gestione delle crisi. In ultimo, per quanto riguarda il capping, l’intenzione della Commissione è quella di procedere ad una progressiva riduzione dei pagamenti di base (escluso il greening) oltre quota 150.000 €, stabilendo contestualmente un tetto a quota 300.000 €. Misure queste che dovrebbero diventare obbligatorie in tutti gli Stati membri dell’Unione.

Fonte: AIOL

Carnemolla (FederBio) torna sulla querelle vino biologico – vino libero e naturale

In un articolo apparso su “Il Fatto Alimentare”, il presidente FederBio Paolo Carnemolla torna sulla questione vino bio vs vino “naturale” o “libero”, chiarendo le sostanziali differenze tra le due produzioni. «I vigneti di vino “libero” saranno anche liberi da fertilizzanti e diserbanti», queste le parole del presidente FederBio, «ma non lo sono da insetticidi e antricrittogamici. I solfiti saranno anche il 40% in meno di quanto consentito dalla normativa generale, ma per gli altri coadiuvanti e processi c’è – appunto – libertà. Tenuta Fontanafredda ha anche annunciato il progetto “Riserva bio” in cui il termine “bio” è associato soltanto alla “CO2 neutral” (a emissioni zero di CO2), mentre per il resto rimane una normale grande azienda, basata sull’agricoltura integrata, non certo un’azienda biologica». Proseguendo nella sua analisi, Carnemolla pone l’accento sull’incertezza e la vaghezza della definizione di vino “libero”: «Nei fatti, si tratta di una pura e semplice operazione di marketing che, contando sulla scarse conoscenze agricole e dei processi di trasformazione da parte del pubblico, tenta di accreditare una nuova categoria di prodotto a scapito di altre. La comunicazione al pubblico sul vino “libero” è assai poco trasparente e oscilla tra l’ingannevole e l’insidioso; è anche condita da affermazioni quali “Il biologico è un concetto confuso e farmaceutico che non piace a noi gourmet“. “Farinetti (patron, tra l’altro, della catena Eataly, NdR) sta lavorando per introdurre un sistema di certificazione alternativo a quello dei sistemi di qualità regolamentati dalla UE; possiamo quindi concludere che operi anche per disorientare il consumatore, causando grave danno al comparto vitivinicolo biologico». Senza dubbio, il vero vino “libero”, naturale, privo di fertilizzanti, diserbanti, fungicidi e insetticidi chimici di sintesi è, come ricorda la recente campagna di FederBio, solo il vino biologico.

Fonte: il Fatto Alimentare