Suolo e Salute

Category: Bio News

L’Italia chiede lo stop al mais OGM Mon810

Facendo seguito alla richiesta del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e al dossier predisposto dal Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA) in merito al Mais OGM Mon810 della multinazionale Monsanto, il Ministero della salute ha chiesto alla Commissione Europea la sospensione d’urgenza dell’autorizzazione alla messa in coltura di sementi di Mais Mon810 nel nostro paese e nel resto dell’Unione europea. Commentando l’iniziativa del Ministro Balduzzi, il Ministro Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali  Mario Catania ha espresso grande soddisfazione, rimarcando la delicatezza del tema e l’importanza di tenere nella debita considerazione la forte contrarietà della stragrande maggioranza dei cittadini all’utilizzo di Organismi Geneticamente Modificati: “Quando parliamo della possibilità di coltivare Ogm in Italia, dobbiamo tenere ben presente – ha dichiarato Catania – che l’opinione pubblica, i consumatori e le stesse rappresentanze degli agricoltori hanno espresso una posizione negativa sulla questione. Abbiamo il dovere di essere particolarmente rigorosi, a tutela dei consumatori e degli agricoltori italiani”. “Prendo anche atto con grande soddisfazione – ha proseguito il Ministro – del mutato atteggiamento del Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sugli organismi geneticamente modificati. Questo ci consentirà – ha spiegato Catania – di proseguire con maggiore forza nella direzione che era stata già intrapresa, collaborando con tutte le istituzioni e le rappresentanze politiche e sociali, allo scopo di salvaguardare l’identità e la ricchezza che sono alla base del successo dell’agroalimentare italiano”.

Fonte: AIOL

Nuove conferme sulla tossicità dei pesticidi per le api

Nuovi studi arricchiscono le conoscenze riguardo gli effetti gravi dei neonicotinoidi sulle api e, più in generale, sugli insetti impollinatori. Gli ultimi due in ordine di tempo sono stati pubblicati da due riviste prestigiose come Nature Communications e The Journal of Experimental Biology. Il primo lavoro, intitolato “Cholinergic pesticides cause mushroom body neuronal inactivation in honeybee” è stato realizzato da un gruppo di ricerca della Division of neuroscience, medical research nstitute, Ninewells medical school dell’università di Dundee e del Centre for behaviour and evolution, Institute of neuroscience dell’università di Newcastle. Secondo il team, “i pesticidi che hanno come target la neurotrasmissione colinergica sono molto efficaci, ma il loro uso è coinvolto nel declino della popolazione di insetti impollinatori”. Grazie all’analisi di alcune cellule del cervello delle api si è potuto appurare che «i neonicotinoidi imidacloprid e clothianidin e l’acaricida organofosfatio Coumaphos oxon causano un blocco della depolarizzazione neuronale e inibiscono le risposte ai nicotinici. Questi effetti sono stati osservati a concentrazioni che si incontrano nelle api bottinatrici e all’interno dell’alveare e che si sommano con l’applicazione combinata».

“I nostri risultati – conclude la ricerca – dimostrano un meccanismo neuronale che può spiegare i deficit cognitivi causati dai neonicotinoidi, e prevedono che l’esposizione a molteplici pesticidi, che ha per target la segnalazione colinergica, provoca una maggiore tossicità negli impollinatori”.

Il secondo studio, intitolato “Exposure to multiple cholinergic pesticides impairs olfactory learning and memory in honeybees” condotto da Sally M. Williamson e Geraldine A. Wright dell’università di Newcastle, ha rivelato l’esposizione ad entrambi i pesticidi ha portato le api a non essere più n grado di ricordare gli odori floreali necessari per il sostentaemtno. “Gli impollinatori mentre cercano il cibo attuano comportamenti sofisticati che richiedono loro di imparare e ricordare le caratteristiche floreali associate al cibo, ma sappiamo relativamente poco sul modo in cui l’esposizione combinata ai pesticidi interessi maggiormente la funzione neurale e il comportamento». Secondo la ricerca «L’esposizione prolungata a concentrazioni realistiche sul campo di neonicotinoidi, imidacloprid, e dell’organofosfato inibitore dell’acetilcolinesterasi, coumaphos, e la loro combinazione ostacola l’apprendimento olfattivo e la formazione della memoria nelle api».

Le api esposte ad imidacloprid, coumaphos, o ad una combinazione di questi composti, risultavano meno reattive rispetto allo stimolo provocato da un odore associato alla ricompensa. “ I nostri risultati dimostrano che l’esposizione a dosi sub-letali di pesticidi colinergici combinati ostacola seriamente importanti comportamenti coinvolti nella ricerca di cibo, il che implica che il calo demografico degli impollinatori potrebbe essere il risultato di un fallimento della funzione neurale di api esposte ai pesticidi nei territori agricoli”.

Un effetto rinforzato dall’azione sinergica, come ribadito da uno degli autori del primo studio citato, Christopher Connolly, dell’università scozzese di  Dundee: “Abbiamo trovato che i  neonicotinoidi provocano un’immediata iper-attivazione,  quindi un’attività di tipo epilettico, questo viene preceduto da un’inattivazione neuronale, nella quale il cervello va in quiete e non possono comunicare più Gli stessi effetti si sono  verificati quando abbiamo usato gli organofosfati. E se li abbiamo usati insieme, l’effetto è stato additivo, aumentando così la tossicità: l’effetto era maggiore quando erano presenti entrambi”.

Fonte: Greenreport

PAC: al via i triloghi

Al via dall’11 aprile prossimo le trattative per la PAC 2014-2020., che continueranno fino al 20 giugno in tempo per concludere l’iter entro la conclusione della presidenza irlandese, in concomitanza con l’ultimo consiglio dei ministri agricoli in programma il 24 e 25 giugno prossimi. “Quella del Trilogo – ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania – è certamente una fase delicata ma siamo sereni perché, a parte l’esclusione di alcune produzioni dagli aiuti accoppiati sui quali lavoreremo, il compromesso raggiunto costituisce un buon risultato negoziale. Dobbiamo solo vigilare per evitare che ci siano passi indietro e quindi lavorare per una rapida ed efficace applicazione della riforma in ambito nazionale operando in maniera equilibrata tutte quelle scelte che la riforma delega agli Stati membri come la scelta dei prodotti ai quali destinare gli aiuti accoppiati, la definizione delle caratteristiche dell’agricoltore attivo e la programmazione dei Psr”.

Fonte: Agrapress

Riforma PAC, in vista un taglio dei pagamenti diretti

Secondo quanto emerge dal Rapporto annuale sulla distribuzione dei pagamenti diretti negli Stati membri nel 2011, recentemente pubblicato dalla Commissione europea, ad oggi in media i quattro quinti dei fondi stanziati per la PAC sono destinato ad un solo quinto dei produttori europei. Con situazioni di squilibrio anche più evidenti, come nel caso di Romania e Blugaria, dove l’80% dei finanziamenti sono distribuiti al 15% dei produttori. Una situazione alla base delle azioni che Bruxelles ha ora intenzione di promuovere per rendere la Politica Agricola Comunitaria più equa. Tra gli strumenti a disposizione, il tetto di 300mila euro come contributo massimo teorico per ogni produttore, una misura questo che se da un lato gode dell’appoggio della Commissione e del Parlamento Europeo, dall’altra è osteggiata dai rappresentanti dei governi nazionali nel Consiglio.

Per quanto riguarda il nostro paese, l’Italia risulta con 4 miliardi di euro al quarto posto per finanziamenti ricevuti, dietro a Francia (8 miliardi), Germania (5,3) e Spagna (5,2). Oltre un milione di agricoltori riceve mediamente una cifra compresa entro i 500 euro, che diventano  1250 euro per 290mila produttori, salgono in un range compreso tra i 2 e i 10mila euro per circa 240 mila produttori e solo per tremila aziende sono compresi tra i 100 e i 500 mila euro.

In conseguenza dei tagli al budget 2014-2020 deciso  nel Vertice dello scorso febbraio tra i leader dei 27 paesi Membri, per la prima volta è stata avanzata al Parlamento e alConsiglio la proposta di ridurre di quasi il 5% gli aiuti diretti per l’anno in corso, con l’esclusione solamente dei primi 5mila euro dei sussidi, a beneficio dei piccoli agricoltori.

Fonte: Agronotizie

Suolo e Salute interviene ad un convegno sul bio a Saragozza

La Cátedra Bantierra-Ruralia dell’Università degli Studi di Saragozza organizza un convegno dal titolo “Alimenti biologici: un futuro promettente”, in programma l’11 aprile prossimo. L’evento, che vede tra i partner Sloow Food Saragozza e Comite Aragones de Agricultura Ecologica, si pone l’obiettivo di conoscere i sistemi e gli organismi di certificazione nell’Unione europea, in particolare nei tre principali mercati di prodotti biologici spagnoli: Germania, Francia e Italia. Con lo scopo di aumentare la fiducia nella qualità della produzione, distribuzione e consumo degli alimenti biologici e con l’obiettivo di indagare le possibilità del biologico nel contesto della crisi socio-economica e alimentare attuale. Tra gli interventi in programma, relazionerà Alessandro D’Elia, Direttore Marketing, Sviluppo e Rapporti Istituzionali di Suolo e Salute che parlerà in particolare della realtà italiana. Aprirà il convegno Manuel José López Pérez, Rettore dell’Università di Saragozza. Oltre a Suolo e Salute, parteciperanno all’incontro BCS-Oko, Ecocert Francia e e il Comité Aragonés de Agricultura Ecológica.

Fonte: Suolo e Salute

A Vinitaly un convegno FederBio sul vino bio

Nell’ambito del 47° Vinitaly, il Salone Internazionale del vino e dei distillati in programma a Verona dal 7 al 10 aprile prossimi, è in programma un incontro dedicato al vino biologico e agli aspetti normativi, di mercato e comunicazione che lo riguardano. Il convegno, organizzato da FederBio, dal titolo “Il vino biologico e gli “altri-Norme tecniche, mercato e comunicazione trasparente al consumatore”, è previsto per lunedì 08 aprile 2013 dalle ore 15.00 presso il Centro Congressi Arena-Sala Puccini. L’incontro mette al centro le novità introdotte dal regolamento UE n. 203/2012, che ha ufficializzato la categoria del vino biologico. A un anno dall’entrata in vigore del regolamento, nel corso della giornata si discuteranno i primi cambiamenti ottenuti dalla normativa, mettendo a confronto cantine biologiche, tecnici e l’organizzazione interprofessionale di rappresentanza del settore.

L’iniziativa di FederBio sarà anche l’occasione per discutere del fenomeno delle nuove denominazioni “di fantasia” (come ad esempio vino “naturale”, vino “libero”, ecc.), adottata da alcuni operatori del settore come strategia di posizionamento intermedio tra i vini a denominazione di origine protetta e quelli biologici. Il primo intervento sarà quello di Roberto Pinton, Segretario ASSOBIO, dal titolo “Lo stato dell’arte della normativa, fra biologico, “naturale” e “libero”. A seguire il Prof.Roberto Zironi dell’Università di Udine interverrà sulle prospettive per il vino biologico fra regolamento europeo e disciplinari privati.

Dopo che Silvano Brescianini, dell’azienda Barone Pizzini, parlerà dell’esperienza e del punto di vista di un’azienda vitivinicola, sarà la volta del Presidente FederBio Paolo Carnemolla, che relazionerà sul ruolo di FederBio per il sostegno e la promozione del vino biologico. A seguire il dibattito moderato da Lorenzo Tosi, giornalista del Gruppo Sole 24 Ore.

Fonte: FederBio