Finanziamenti più equi e trasparenti, maggiori contributi per i giovani e i piccoli agricoltori, misure ambientali più flessibili, diminuzione della burocrazia e sanzioni più equilibrate, flessibilità nel settore per far fronte alle sfide dei mercati; aiuti ai produttori di latte ma nessuna proroga delle quote latte, mantenimento delle quote per lo zucchero e proroga fino almeno al 2030 del diritto d’impianto della vite. Questi alcuni dei punti più significativi della Riforma della PAC approvata mercoledì 13 marzo dall’Europarlamento, la prima in cui il Parlamento, insieme agli Stati membri, è depositario di pieni poteri legislativi.
Per quanto riguarda i finanziamenti agli agricoltori, la linea adottata è quella di ridurre le differenze esistenti e far si che nessuno possa ricevere meno del 65% della media Ue. Un sostegno particolare viene riservato ai giovani agricoltori, che dovrebbero poter beneficiare di un 25% in più sui pagamenti fino al limite massimo di 100 ettari; parallelamente, per i piccoli agricoltori i singoli Stati membri dovrebbero essere liberi di mobilitare maggiori risorse, riducendo invece i finanziamenti a quelli più grandi. Il Parlamento ha appoggiato infatti la proposta della Commissione di stabilire nella cifra di 300.000 € il tetto massimo per i pagamenti diretti a qualunque azienda, riducendo in maniera significativa i pagamenti per ci riceve più di 150.000 € (eccezion fatta per le cooperative, in quanto queste ultime ridistribuiscono ai membri i pagamenti). “Questa decisione riflette il pensiero dei cittadini europei su come dovrà essere la futura politica agricola dell’Ue. Dobbiamo fare in modo di mantenere e promuovere le economie rurali e di assicurare che competitività e protezione dell’ambiente siano compatibili. In questo modo saremo in grado di utilizzare al meglio il denaro pubblico per fornire beni pubblici per tutti“, ha dichiarato Luis Manuel Capoulas Santos, relatore per i regolamenti su pagamenti diretti e sviluppo rurale.
I deputati dell’Europarlamento concordano inoltre sul fatto che il 30% dei bilanci nazionali dovrebbero essere subordinati al rispetto delle misure di greening obbligatorie, pur sottolineando che le misure ambientali devono essere introdotte gradualmente ed essere più flessibili. Resterebbero confermate le tre misure ambientali principali (diversificazione delle colture, conservazione dei pascoli permanenti e creazione di aree di interesse ecologico), pur con qualche eccezione (ad esempio, inserendo nelle valutazioni le dimensioni dell’azienda). Inoltre, come azioni volte a sostenere gli agricoltori sul mercato, secondo l’Europarlamento le organizzazioni degli agricoltori dovrebbero essere dotate di nuovi strumenti ed essere autorizzate a negoziare direttamente i contratti per conto dei loro membri. Sul tema, il relatore per il regolamento sull’organizzazione dei mercati comuni Michel Dantin ha sottolineato la filosofia dell’indirizzo dato dai parlamentari: secondo Dantin queste regole “non devono consentire la formazione di cartelli, ma delle organizzazioni di produttori forti dovrebbero aiutare gli agricoltori a liberarsi dalla dipendenza economica e garantire loro un tenore di vita dignitoso“.
Al termine del voto, il presidente della commissione agricoltura Paolo De Castro ha così commentato: “Oggi abbiamo raggiunto un giusto equilibrio tra sicurezza alimentare e miglioramento della protezione ambientale, in modo che la nuova politica agricola dell’Ue sia in grado di fornire ancora più beni pubblici ai cittadini dell’Ue. Ma deve anche essere resa meno burocratica e più equa per gli agricoltori, non da ultimo per rafforzarli per far fronte a situazioni di crisi. Questa sarà la nostra posizione al momento di negoziare la sua forma definitiva con gli Stati membri”.
Fonte: AIOL