Suolo e Salute

Category: Biologico (Mercato, Statistiche, Ricerca, Normativa, Estero)

Negoziati sul nuovo regolamento biologico: il parere di IFOAM

Il 24 maggio, il Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Phil Hogan ha presenziato al dibattito con i membri del Parlamento Europeo sul processo di revisione del regolamento biologico. Durante la riunione, il relatore del dossier, l’eurodeputato Martin Häusling, ha fornito un aggiornamento dei negoziati in corso.

In occasione di questo importante appuntamento, IFOAM UE ha diffuso un comunicato stampa, all’interno del quale ha espresso il proprio parere in merito ai negoziati e alla loro utilità per il settore.

Secondo di Christopher Stopes, presidente della Federazione: “I pareri del Consiglio e del Parlamento non sono così diversi, quindi non è chiaro il motivo per cui il processo stia richiedendo così tanto tempo. Inoltre, essi sono sostanzialmente d’accordo sui punti più critici: entrambe le istituzioni hanno respinto chiaramente il concetto di una soglia per le sostanze non autorizzate e sono d’accordo sul mantenere gli specifici requisiti di controllo biologico nel regolamento sul biologico, piuttosto che spostarli sulla normativa orizzontale dei ‘controlli ufficiali’“.

Stopes ha anche tenuto a precisare che, visto che i co-legislatori sono vicini a trovare un accordo, la Commissione dovrebbe svolgere un ruolo da mediatore nel dibattito. Nonostante il processo sia stato avviato con l’obiettivo di portare migliorie e sviluppo all’interno del settore, dopo 4 anni però, continuano a rimanere incertezze sulle regole che gli operatori dovranno applicare e che mettono a rischio gli investimenti. “Invece di sostenere il settore biologico europeo, il processo di revisione lo sta minando “, ha concluso il presidente di IFOAM.

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Jan Plagge, vicepresidente della Federazione, ha aggiunto che gli agricoltori biologici lavorano duramente per difendere i propri raccolti dalle sostanze utilizzate nell’agricoltura tradizionale. Il 95% dei prodotti spruzzati nei campi confinanti e coltivati tradizionalmente, infatti, è consentito dalla legislazione europea. Per questo, secondo Plagge, gli agricoltori biologici non devono essere puniti per la contaminazione causata dai vicini o per quella presente nell’ambiente, anche perché una soluzione del genere potrebbe minare la coesistenza tra diverse tipologie di operatori.

Secondo Eduardo Cuoco, direttore IFOAM UE: “Mancano ancora i benefici tangibili dati dall’opportunità di utilizzare il nuovo regolamento come strumento per lo sviluppo del biologico. Invece di prolungare la discussione sulle soglie e sul sistema di controllo, avremmo accolto maggiormente, ad esempio, un dibattito sui nuovi requisiti per aiutare gli operatori biologici a migliorare le loro prestazioni ambientali“.

Fonte:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2016/05/23/press-release-constructive-approach-needed-organic-regulation-negotiations

 

Regolamento Ue sui fertilizzanti: il parere di Javier Goni del Cacho

Lo scorso marzo, la Commissione Europea ha presentato la bozza di regolamento contenente nuove norme in materia di concimi organici e ricavati dai rifiuti. Il testo stabilisce una serie di direttive comuni per la conversione dei rifiuti organici in materie prime che possano essere impiegate per fabbricare fertilizzanti.

L’obiettivo è delineare il confine tra prodotti fertilizzanti e fitosanitari e regolare l’etichettatura, la sicurezza e la qualità che i prodotti dovranno rispettare per poter essere commercializzati liberamente nel territorio europeo.

Javier Goni del Cacho, presidente dell’associazione di categoria dell’industria dei fertilizzanti europea, ha espresso il suo parere in merito alla bozza di nuovo regolamento sul settore, durante un’intervista realizzata a margine dell’evento “Opportunities in the EU fertilizer legislation: what to look for?”, tenutosi a Bruxelles il 3 maggio 2016.

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Secondo Javier Goni del Cacho, la bozza potrebbe portare a due conseguenze: “Da un lato rappresenta un’opportunità per l’industria, darebbe più libertà di scelta agli agricoltori e promuove un approccio più innovativo al riciclo dei nutrienti nell’ambito del pacchetto sull’economia circolare. Dall’altro lato, però, siamo molto preoccupati dai limiti imposti alla presenza di cadmio per il possibile impatto sulla disponibilità di forniture di fosfato e di concimi NPK per l’industria europea“.

Per il presidente dell’associazione di categoria, la posizione dell’agricoltore, confermata dal Copa-Cogeca, è sia quella di consumatore che di produttore di concimi. Anche se appare difficile che in futuro i fertilizzanti saranno costituiti interamente da nutrienti riciclati, visto che attualmente quelli derivati da minerali contribuiscono al 50% della produzione mondiale, il riciclo sarà un elemento importante del processo, che “anche l’industria sta tentando di valorizzare con più ricerca, sviluppo e innovazione“.

Fonti:

http://ec.europa.eu/italy/news/2016/20160317_economia_circolare_it.htm

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=2767

Puglia: pubblicato il primo bando Psr 2014-2020. Sul piatto 208 milioni di euro

È stato pubblicato il primo aprile scorso il primo bando del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della regione Puglia.

Si tratta della Misura ‘Agricoltura biologica’ – Sottomisure 11.1, ‘Conversione in metodi e pratiche di agricoltura biologica’ e 11.2,  ‘Mantenimento di metodi e pratiche di agricoltura biologica’”.

Per la campagna 2016 è prevista una dotazione finanziaria di 41 milioni di euro, su un totale complessivo, per l’intera programmazione, di 208 milioni di euro circa.

I premi concessi sono volti a compensare gli agricoltori per i minori redditi e/o i maggiori costi derivanti dall’esecuzione degli impegni connessi alla conversione al metodo di produzione biologico o al suo mantenimento. Le domande potranno essere presentate fino al 16 maggio 2016.

L’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Leo Di Gioia precisa: “È il primo avviso del Prs 2014-2020 dedicato alle coltivazioni biologiche per un’agricoltura più sostenibile, che tuteli le risorse naturali e produca, nel medio e lungo periodo, cibi sani, di qualità, nel pieno rispetto dell’ambiente. Una misura, la 11, che ha l’obiettivo di incoraggiare gli agricoltori a convertire e mantenere le produzioni coltivate con il metodo convenzionale in quello biologico, contrastando fenomeni di degrado chimico e fisico. Potenziando la struttura e le caratteristiche qualitative dei suoli, con il conseguente miglioramento della qualità dei prodotti”.

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Nello specifico, la sottomisura 11.1 “Pagamenti per la conversione in metodi e pratiche di agricoltura biologica” intende favorire la conversione delle superfici coltivate con il metodo tradizionale o integrato; la sottomisura 11.2 “Pagamenti per il mantenimento di metodi e pratiche di agricoltura biologica”, sostiene la prosecuzione delle pratiche di agricoltura biologica sulle superfici già coltivate con tali metodi.

I soggetti beneficiari previsti dalla Misura 11 Agricoltura Biologica del PSR Puglia 2014-2020 sono:

  • agricoltori attivi in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 9 del Reg. UE n. 1307/2013, come disciplinato dall’art.3 del DM n.6513 del 18/11/2014 e, ai sensi dell’art.1 comma 4 del DM n.1420 del 26/02/2015, verificati e validati dall’Organismo di Coordinamento Agea;
  • associazioni di agricoltori attivi.

Gli impegni assunti sono correlati alla tipologia di adesione alla sottomisura, in qualità di Agricoltore Attivo Singolo o Associazione di Agricoltori.

L’impegno della sottomisura 11.1 è di 2 o 3 anni in funzione della coltura in atto: 2 anni per le superfici destinate alle colture annuali e 3 anni per le superfici destinate alle colture arboree. Successivamente, il beneficiario deve obbligatoriamente passare nella fase di mantenimento (sottomisura 11.2) per una durata residua necessaria a completare il quinquennio.

L’impegno della sottomisura 11.2 è di 5 anni. Tuttavia, la Regione Puglia potrà prevedere l’estensione annuale dell’impegno al termine del periodo di mantenimento e, comunque, dopo i primi 5 anni di impegno fino ad arrivare massimo ad una durata complessiva di 7 anni, in funzione dell’andamento della spesa di attuazione del PSR 2014-2020.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito della Regione Puglia: http://svilupporurale.regione.puglia.it/

Fonti:

http://www.finanziamentinews.it/article/07823/agricoltura-biologica-stabiliti-termini-modalita-accesso-premi

http://svilupporurale.regione.puglia.it/portal/pls/portal/PSR_PORTALE.DYN_DOCUMENTO_VIEW.show?p_arg_names=id_documento&p_arg_values=31483&p_arg_names=sottosezione&p_arg_values=50&p_arg_names=asse&p_arg_values=&p_arg_names=gal&p_arg_values=

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2016/04/05/psr-2014-2020-calabria-e-puglia-pubblicano-i-primi-bandi/48205

Emilia Romagna: crescono le superfici coltivate con cereali biologici

Nell’ultimo anno, in Emilia Romagna, la superficie agricola coltivata con il metodo biologico è cresciuta del 9,8%; il 2% è occupata da cereali biologici. A ricordarlo in una nota Paolo Parisini, presidente della Sezione biologica di Confagricoltura Emilia Romagna.

La domanda crescente di farine di grano tenero, anche per la preparazione del pane in casa, ha fatto lievitare i prezzi alla produzione: da 370 a 410 euro/ton nel periodo marzo 2015-marzo 2016. Forte richiesta di grani antichi quali, il Gentil rosso ed il Marzuolo del Cimone”, spiega Parisini.

I dati a cui si riferisce il presidente della Sezione biologica di Confagricoltura sono quelli contenuti nel rapporto “Bio in cifre 2015” redatto dal Sinab, il Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica.

Non solo. Il rapporto rende noto che in Emilia Romagna sono circa 40.279 gli ettari complessivi di colture foraggere (incluse quelle destinate agli allevamenti di bovini da latte per la produzione di Parmigiano Reggiano); 12.800 ettari di cereali; 2.500 ettari di orticole e 2.300 ettari di colture frutticole. Oltre a 1.200 ettari coltivati a noce e nocciolo e 2.600 ettari di viti biologiche e biodinamiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le domande di conversione al biologico, inoltre, sono aumentate in Regione del 25%, grazie anche agli incentivi offerti dal nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014-220. Il tutto in un anno durante il quale il numero dei produttori è passato da 2.700 a 3.300.

Numeri importanti che, però, devono essere accompagnati da interventi concreti che permettano una crescita costante del settore. Ne è convinta Confagricoltura Emilia Romagna, che evidenzia la necessità di puntare all’alta specializzazione dei terreni vocati.

Soprattutto la zootecnica è limitata dalla scarsa disponibilità di alimenti proteici e per favorire il reale incremento delle stalle bio, bisogna creare fin d’ora tutti i presupposti affinché tali allevamenti possano essere autosufficienti nell’alimentazione degli animali, arrivando fino al 100% di alimenti autoprodotti”, precisa Parisini.

Fonti:

http://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/ortofrutta/2016/03/21/confagricoltura-e-r-98-superficie-bio-nellultimo-anno_c5746362-fe4d-43a5-8473-beb97f1cd312.html

http://www.confagricoltura.org/blog/2016/03/21/cereali-bio-balzo-dei-prezzi-alla-produzione-della-superficie-agricola-emilia-romagna/

Biologico in crescita: 43,7 milioni gli ettari coltivati in tutto il mondo

In questi giorni, a Norimberga, si sta svolgendo il Biofach 2016, il Salone leader mondiale degli alimenti biologici. Durante l’evento, l’Istituto di ricerca dell’agricoltura biologica (FiBL) e IFOAM, la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica, hanno presentato gli ultimi dati globali sull’agricoltura biologica.

I numeri sono raccolti nell’edizione 2016 dello studio “The World of Organic Agriculture“, pubblicato da FiBL e IFOAM – Organics International.

Le notizie sono positive: il trend di crescita registrato negli ultimi anni continua. La domanda dei consumatori è in aumento, fattore che si riflette sul settore che vede l’aumento più significativo (ben 11%) negli Stati Uniti, il mercato biologico più grande al mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli agricoltori biologici sono sempre di più, così come le aziende certificate. I Paesi nel mondo che hanno abbracciato il metodo di coltivazione sostenibile sono 172 (da 170).

Secondo le stime effettuate dalla società di ricerche di mercato Organic Monitor, il mercato globale dei prodotti biologici ha raggiunto nel 2014 il valore di 80 miliardi dollari (oltre 60 miliardi di euro).

Il primo mercato al mondo è quello degli Stati Uniti, che vale 27,1 miliardi di euro. Al secondo posto la Germania (7,9 miliardi), seguita dalla Francia (4,8 miliardi di euro) e la Cina (3,7 miliardi di euro).

Il Paese che però ha registrato negli ultimi anni una crescita senza precedenti è la Svezia, che ha toccato uno sbalorditivo più 40%.

La spesa pro capite più alta si registra invece in Svizzera (221 ​​euro) e in Lussemburgo (164 euro).

Nel 2014 sono stati segnalati 2,3 milioni di produttori biologici, un massimo storico.

Gli ettari di terreno attualmente gestiti applicando metodi di coltivazione sostenibile sono 43,7 milioni, quasi 0,5 milioni di ettari in più alla precedente rilevazione (dati 2013).

L’Australia è il Paese con la più grande superficie coltivata con metodo biologico (17,2 milioni di ettari, con il 97% di quella zona utilizzata per il pascolo); seguono l’Argentina (3,1 milioni di ettari) e gli Stati Uniti d’America (2,2 milioni di ettari).

Il 40% della superficie agricola biologica globale si trova in Oceania (17,3 milioni di ettari), seguita dall’Europa (27%, corrispondente a 11,6 milioni di ettari) e in America Latina (15%, pari a 6,8 milioni di ettari).

I paesi con la più grande quota di terreni biologici rispetto al numero totale di terreni agricoli sono le isole Falkland (36,3%), Liechtenstein (30,9%) e Austria (19,4%).

Fonti:

http://www.ifoam.bio/en/news/2016/02/10/growth-continues-437-million-hectares-organic-agricultural-land-worldwide

http://www.ifoam.bio/sites/default/files/press-release-world-2016-english.pdf

Il biologico conquista la Gdo: +20% di vendite in un anno

Il biologico conquista sempre più consumatori italiani. È quanto evidenziato dai dati sulla crescita del bio nel 2015, elaborati di ricerche di mercato Nielsen.

Secondo l’analisi presentata a BolognaFiere, in occasione di Marca, Salone internazionale sui prodotti a Marca del Distributore, il mercato del biologico italiano continua a rappresentare una grande opportunità per la distribuzione organizzata.

Nell’ultimo anno (novembre 2014 – novembre 2015) il valore delle vendite di prodotti biologici nella GDO è cresciuto di ben il 20%, raggiungendo un valore complessivo di 863,8 milioni di euro.

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Il podio dei prodotti più venduti in Gdo vede piazzarsi al primo posto le uova biologiche  (vendite per oltre 61 milioni, +8,4% sull’anno precedente), seguite dall’alternativa a confetture e marmellate, le composte di frutta (oltre 60 milioni, +8,2%). Al terzo posto, invece, si piazzano le gallette di riso (sfiorano i 50 milioni, con un +21,4% rispetto all’anno precedente), seguite da frutta fresca (42 milioni, +12,4%), brick di bevande alla soia (+25,2% per un valore di oltre 37 milioni), pasta di semola (+29%, anche in questo caso 37 milioni), alimenti a base di soia (+37,3%, 35 milioni), ortaggi (+8,3%, oltre 30 milioni), latte fresco (+4,3%, 29 milioni).

In sintesi, nella Grande distribuzione organizzata, l’incremento medio per le prime 15 categorie è del 18,6%, con un mimino del +4,3% per il latte e un massimo del +47,7% per l’olio extravergine d’oliva. Non male, per un settore che esprime da un decennio tassi di crescita a due cifre, anche negli anni dell’ultima crisi dei consumi.

Ma non ci si può fermare a crogiolarsi sui dati. Secondo le organizzazioni di settore, infatti, è necessario tutelare il settore, favorendo il confronto tra gli attori protagonisti e utilizzando al meglio gli strumenti a disposizione, al fine di garantire qualità e integrità delle produzioni.

Per raggiungere questo scopo è necessaria inoltre la collaborazione delle istituzioni, che devono essere sollecitate al fine di favorire un approccio meno burocratico e più orientato allo sviluppo: magari prevedendo nel Piano d’azione nazionale iniziative di informazione al pubblico di cui diventino protagonisti gli operatori dello specializzato e della grande distribuzione.

Fonti:

http://www.focus.it/ambiente/ecologia/dalle-uova-all-olio-il-mercato-del-bio-vale-oltre-860-milioni-20percent-in-un-anno

http://www.greenstyle.it/prodotti-biologici-20-vendite-nel-2015-uova-al-primo-posto-182542.html