Suolo e Salute

Category: Biologico (Mercato, Statistiche, Ricerca, Normativa, Estero)

Mipaaf e Google insieme per mettere in rete le imprese italiane

Intervenendo ieri all’incontro “Google Big Tent-made in Italy: la sfida digitale”, il Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo ha annunciato che il Mipaaf sta studiando in collaborazione con Google un progetto in grado di mettere in rete le imprese italiane che dovrebbe vedere la luce nel corso del 2014. Il Ministro, presente insieme al Presidente esecutivo di Google Eric Schmidt, ha dichiarato che il progetto “rappresenterà un momento di grande comunicazione dell’agroalimentare italiano nel mondo” ed una “grandissima opportunità” per le aziende del paese. De Girolamo si è soffermata sulla necessità di investire ancora sulla banda larga nellle zone rurali, sfruttando i fondi comunitari disponibili, per estendere di altri 4.500 km la copertura esistente. “Dobbiamo sviluppare un’agricoltura 2.0″, ha dichiarato il Ministro, per “far capire ai nostri imprenditori agricoli quanto sia fondamentale collegare tradizione e innovazione. Per fare questo la collaborazione con Google è fondamentale e può essere davvero un’opportunità  di crescita enorme”, al fine di “garantire a tutti uguali condizioni di partenza” sui mercati, per sostenere la diffusione delle eccellenze del nostro paese nel mondo.

Fonte: Agrapress

Zigotto e Manelli (Inea) illustrano alla Commissione Agricoltura la PAC

Ascoltato in audizione dalla Commissione Agricoltura della Camera il Presidente Inea Tiziano Zigotto che, insieme al Direttore Generale Inea Alberto Manelli, ha relazionato sulle novità introdotte dalla nuova PAC che riguardano in particolare il nostro paese. Zigotto si è soffermato in particolare sugli aspetti ritenuti meno favorevoli per l’Italia. Secondo il Presidente Inea infatti “la penalizzazione più evidente” per l’Italia deriva dall’allineamento della distribuzione delle risorse in base alla superficie agricola, che non avrà solo effetti legati alla misura in sé, ma provocherà un impatto a livello europeo sulla localizzazione delle colture. infatti, avranno lo stesso contributo terreni che hanno valori fondiari estremamente diversi, tant’è’ che in paesi come la Bulgaria o la Romania  si osservano già movimenti speculativi per spostare determinate colture in quelle zone, dove la terra si paga 2-3000 euro l’ettaro”. Un altro elemento di preoccupazione, secondo i due rappresentanti Inea, la mancanza di provvedimenti specifici per le organizzazioni di mercato dell’ortofrutta e dell’olio: secondo Zigotto conseguenze negative per questi settori potrebbero derivare dalla tendenza a raggruppare tutto in una Ocm unica. Perplessità anche per quanto riguarda il greening che, pur ricomprendendo alcune colture arboree, ha escluso viticoltura e frutticoltura. Né, a detta del Presidente Inea, le flessibilità introdotte nella riforma della PAC saranno da sole in grado di compensarne gli effetti negativi. Zigotto ha infine sottolineato che un’ulteriore conseguenza negativa potrebbe derivare da un’ulteriore, penalizzante burocratizzazione che finirebbe per gravare ancor di più sulle imprese. Il Direttore Inea Manelli ha invece illustrato i dettagli della riforma, sottoponendo ai deputati anche una simulazione relativa agli effetti di alcune scelte. Dato il forte interesse riscontrato da parte dei componenti della Commissione Agricoltura, è stata chiesta all’Inea la disponibilità ad ulteriori incontri di approfondimento, che i due rappresentanti hanno pienamente garantito alla Commissione stessa.

Fonte: Inea, Agrapress

Campagna Fruitylife: cresce il consumo di ortofrutta bio in Italia, Francia e Germania

E’ stato avviato nel 2012 in Italia, Francia e Germania la campagna Fruitylife – “Frutta e verdura, sana e sicura”, co-finanziata dall’Unione Europea e dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e coordinata da Alimos-Alimenta la Salute. Scopo del progetto, di durata triennale, quello di promuovere il consumo di frutta e verdura attraverso azioni di informazione ed educazione riguardo la salubrità e la sicurezza dei prodotti ortofrutticoli freschi. Una recente analisi svolta nell’ambito dell’iniziativa si è occupata di monitorare l’andamento dei consumi di frutta e verdura nei tre paesi europei,  per comprendere in che modo cambiano le abitudini alimentari dei consumatori. In uno scenario in recessione quale quello attuale, il dato che risalta è quello sul cambio di abitudini alimentari: quattro italiani su cinque infatti (l’81%, rispetto ad una media europea del 63%) ha dichiarato di aver cambiato le proprie abitudini d’acquisto. La crisi si fa sentire in maniera meno evidente in Francia, dove comunque la percentuale resta elevata (64%) e decisamente meno in Germania, dove “solo” un intervistato su tre (il 34% del campione) ha ammesso che la propria  spesa è mutata rispetto a un tempo. Per quanto riguarda le specifica realtà del nostro Paese, i dati più recenti sono quelli forniti dall’”Osservatorio dei Consumi Ortofrutticoli” di Macfrut, riferite al periodo giugno 2012 – luglio 2013. Secondo queste rilevazioni, calano gli acquisti di frutta freca (-3,1%) e di verdura fresca (-2%), mentre i prodotti surgelati fanno registrare un lieve aumento (+0,7%), attestando la spesa totale per l’ortofrutta (sia fresca che surgelata) a 13,9 miliardi di euro. Diverso il dato per la Francia dove, secondo i dati del Kantar Worldpanel riferiti al 2012, si assiste ad una ripresa negli acquisti di frutta e verdura del 6,1% in valore di acquisto, pari al 3,2% in termini di volume di acquisti.  In Germania invece, stando alle elaborazioni dell’ufficio ICE di Berlino su dati  Fruchthandel, anche nel mese di agosto, tradizionalmente caratterizzato da un calo nell’acquisto di frutta, le vendite sono cresciute del 2%, malgrado un parallelo aumento dei prezzi di ben il 7%.

Malgrado queste cifre, secondo i dati forniti da Agrinsieme (in cui confluiscono CIA, Confagricoltura e Alleanza Cooperative Italiane) in Italia si consumano ancora mediamente 219 grammi di frutta al giorno a testa e 228 grammi di versura, superando così i 400 grammi totali indicati dall’OMS per una dieta sana ed equilibrata. A fronte di queste rilevazioni, sensibilmente differenti nei tre paesi europei al centro del progetto, un dato accomuna Italia, Francia e Germania: cresce ovunque infatti in maniera sensibile la preferenza dei consumatori per l’ortofrutta biologica. In Italia, come rivela il panel famiglie ISMEA/GFK EURISKO, gli acquisti di prodotti biologici confezionati nella GDO è aumentato dell’8,8% e l’ortofrutta bio, sia fresca che trasformata, ha fatto registrare un significativo +8%.

Crescite similari quelle registrate fa Ctifl e riferite al 2012 (rielaborazioni di dati di Agence Bio e Kantar Wordpanel), con un +6% i valore e un +5% in volume acquistato. Ancora più marcata la preferenza per il biologico dimostrata dai cittadini tedeschi che, secondo Organic Monitor (dati questi ultimi riferiti però al 2011) hanno aspeso oltre 6,6 miliardi di euro in prodotti alimentaari biologici, quasi un terzo dei quali (il 27%) sono rappresentati da prodotti ortofrutticoli biologici. Una chiara indicazione di come sia in costante crescita l’attenzione per alimenti sani e sicuri per l’ambiente, come ha rilevaro il responsabile del progetto Massimo Brusaporci. Maggiori informazioni sulla campagna europea possono essere ottenute consultando il sito Frutylife (http://www.fruitylife.eu/it/fruitylife) in cui tra l’altro è possibile scaricare il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, avere numerose informazioni sulla stagionalità dei prodotti ortofrutticoli, preziose informazioni sui metodi migliori per il loro consumo e diverse ricette suddivise per tipo di frutto e di ortaggio.

Fonte: Greenews.info, Fruitylife.eu

Francia, secondo le previsioni il mercato bio 2013 toccherà quota 4,5 miliardi

Agence Bio, l’Agenzia francese per lo sviluppo e la promozione del mercato biologico, ha pubblicato nei giorni scorsi un dossier dedicato all’andamento del mercato biologico francese. Secondo quanto riportato nella pubblicazione, le proiezioni per il 2013 indicano in 4,5 miliardi di euro ma quota di mercato biologico d’oltralpe. I dati completano quanto già diffuso dall’agenzia nel luglio scorso (e ripreso dalla nostra Newsletter) e confermano il nuovo impulso del biologico francese, promosso nell’ambito del piano “Ambition Bio 2017”, che si pone l’obiettivo di raddoppiare la superficie coltivata a biologico entro il 2017. Nel corso del 2013 il comparto biologico francese ha proseguito la sua crescita, malgrado la forte crisi del settore alimentare. In  5 anni il bio francese è raddoppiato, toccando quota 4,17 miliardi di euro nel 2012, con una crescita del 6,6% rispetto al 2011 e del 101% rispetto al 2007. Nel corso del primo semestre 2013, le stime indicano una crescita del 5% nei prodotti bio venduti nella grande distribuzione (che rappresentano il 30% dell’intero mercato del bio francese) e del 7% per quanto rifuarda i negozi specializzati. Dati questi che lasciano prospettare una crescita almeno pari a quella del 2012, e decisamente superiore a quella del comparto  alimentare, per il quale è atteso un aumento decisamente meno significativo, compreso tra lo 0 e il 2%. Crescono sensibilmente anche i produttori francesi impegnati nel biologico: nel 2012 il loro numero complessivo era pari a 24.425, mentre nel primo semestre 2013 il totale ha superato le 25.000 unità. Un dato che si accompagna ad una ancor più marcata crescita delle superifici coltivate a biologico, aumentate di oltre il 12% dall’inizio dell’anno. La maggior parte dei prodotti biologici francesi provengono dai settori dell’allevamento e del vino e attualmente circa i tre quarti del bio consumato in Francia è di origine francese. Di pari passo, le importazioni (comprendendo in questa voce anche il commercio intraeuropeo) sono scese dal 38% del mercato nel 2009 al 25% del 2012, e il calo tendenziale è confermato anche per questo primo stralcio di 2013. Al tempo stesso, per contro, la presenza del bio francese sui mercati internazionali si fa sempre più significativa, grazie ad un salto delle vendite del 62% tra il 2011 e i 2012, passata da 192 milioni di euro a 309 per il solo commercio all’ingrosso.

In questo contesto, tutto lascia presumere che il piano “Ambition Bio 2017” presentato il 31 maggio scorso dal Ministro dell’Agricoltura francese Stéphane Le Foll  porterà ad un nuovo impulso dell’agricoltura biologica francese nel prossimo futuro. Tutti gli attori del settore infatti sono stati coinvolti per un programma di rinforzo, sviluppo e valorizzazione del bio francese e di tutti i suoi prodotti sia presso il grande pubblico che presso gli addetti ai lavori e in questo senso il lavoro portato avanti dall’agenzia francese sta dando risultati di grande rilievo. Il programma “Ambition Bio 2017” infatti, di durata triennale per il periodo 2011-2014 beneficia di un cofinanziamento dell’Unione Europea e del lavoro sinergico di diverse associazioni di produttori del settore. I prossimi appuntamenti per spingere il settore sono attesi per il biennio 2013-2014 e prevedono tra l’altro la seconda edizione del progetto “Les Petits Reporters de la Bio” (i piccoli giornalisti del biologico), che mette a disposizione kit pedagogici per gli insegnanti e per le mense scolastiche; azioni di informazione e formazione in scuole alberghiere, ristoranti e mense; attività di comunicazione alla radio e alla televisione; la promozione di una serie di saloni dedicati al biologico, rivolti sia al pubblico che agli operatori di settore (Natexpo, il Salone dei sindaci e delle autorità locali; il Salone Internazionale dell’Agricoltura=. Inoltre, nel corso di tutto l’anno, Agence Bio e i partners del progetto saranno impegnati in una serie di incontri pubblici e di attività di mobilitazione collettiva a supporto del settore. Tutte le iniziative inoltre potranno beneficiare della vetrina del “Trofeo delle Eccellenze Bio”, che premierà le azioni più interessanti realizzate dai professionisti del biologico tra i produttori, i trasformatori e i distributori. Il biologico d’oltralpe, insomma, è in pieno movimento e sta lavorando per l’affermazione dei prodotti biologici francesi sui principali mercati europei ed extraeuropei. Gli altri paesi, a cominciare dall’Italia, sono avvisati…

Fonte: Agence Bio, Sinab

USA: forte crescita di dolci e snack biologici

Forse il bisogno di consolazione e gratificazione in tempi di crisi come questi è in aumento, fatto sta che in tutto il mondo cresce sensibilmente la domanda di dolciumi e parallelamente è in crescita il numero di consumatori che richiedono prodotti più sani rispetto al passato. Non è pertanto una sorpresa che il fatturato nel segmento dei dolci e degli snack biologici e “naturali” negli Stati Uniti sia aumentato di oltre il 20% tra il giugno del 2012 e il giugno del 2013, portando il fatturato complessivo dai 236 milioni di dollari dell’anno scorso (circa 174 milioni di euro) ai 282 di quest’anno (pari a circa 207 milioni di euro). Secondo le ricerche di mercato effettuate dall’Istituto di ricerca Spins, si è osservata una crescita particolarmente significativa nel settore dei cioccolatini (circa il 30% in più), dei chewing gum e delle caramelle alla menta (+47%), insieme a tassi altrettanto importanti per snack e barrette (+34%). Proprio per questi motivi si attendono numerosi prodotti biologici nuovi nel settore dolciario sia oltreoceano che in Europa.

Fonte: Candyindustry.com

USA: un nuovo studio sui comportamenti d’acquisto bio e verdi

E’ stata condotta negli Stati Uniti nel mese di luglio un’indagine su oltre 5.000 consumatori che ha indagato stile di vita, atteggiamenti e comportamenti d’acquisto relative ai prodotti bio ed ecologici da parte dei cittadini americani. Lo scopo della ricerca, condotta da New Hope Natural Media, è stato quello di fornire alle aziende del settore del biologico una migliore informazione su come affrontare al meglio le richieste di un mercato sotto questo profilo molto dinamico e in continua evoluzione. I dati hanno consentito di tracciare cinque “profili-tipo”, relativamente ad altrettanti tipi di consumatore.

Il primo gruppo – identificato nella ricerca come Young4ever (“giovani per sempre”, letteralmente) – è composto da un pubblico prevalentemente maschile (il 56%, contro il 44% di donne) e attivamente impegnato a prendersi cura della propria salute. Rientra in questa segmentazione del mercato circa un quarto (il 24%) della popolazione statunitense. Si tratta di persone poco sensibili al prezzo e alla marca del prodotto, facilmente disposte a cambiare prodotto nel caso di nuove proposte ritenute migliori. Il 50% circa è composto da single, mentre il 38% ha figli di età inferiore ai 18 anni. Oltre un terzo di questo campione (il 37%) ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni.

Il secondo gruppo – il 21% della popolazione – si rivela invece particolarmente sulla salute e sul benessere  e risulta costituito in prevalenza da donne ( 58 %) . La metà dei consumatori appartenenti a questo gruppo sono sposati e un buon terzo ( 36 % ) ha figli. I consumatori di questa categoria richiedono un’accurata informazione sul prodotto e le sue caratteristiche. Anche qui è molto rilevante la percentuale di persone con età compresa tra i 18 e i 34 anni (il  42 %). Si tratta di individui disposti a pagare di più per prodotti biologici , a patto che sia comprovato il loro valore aggiunto per l’ambiente e per la salute.

 Le persone di questo gruppo amano condividere le loro conoscenze con gli amici e familiari, ed il passaparola si rivela pertanto fondamentale nel loro orientamento all’acquisto.

La terza ripartizione riguarda persone che, soprattutto per il prezzo più alto rispetto ai prodotti convenzionali, acquistano pochi prodotti biologici ed “ecofriendly”, preferendo seguire la tradizione e affidarsi ai consigli del proprio medico. Una porzione pari a circa un quinto della società americana (il 22%), in prevalenza donne (57%), in cui il 52 % ha più di 55 anni, il 66% è sposato e solo il 23 % ha figli al di sotto dei 18 anni di età .

Il quarto gruppo è composto invece da consumatori che lo studio definisce ironicamente “con la coscienza sporca”: oberati dal lavoro e stressati, spesso con prole numerosa, costretti ad acquisti veloci e con poco tempo (e voglia) di preoccuparsi attivamente della propria salute. Le donne sono anche qui la maggioranza (circa il 60%), ed oltre il 40% (42%, per l’esattezza) ha età compresa tra i 18 e i 34 anni.

Il quinto e ultimo segmento (18 % del totale) sono i consumatori che sanno (e possono) godersi  la vita. Le persone di questo gruppo rilassato e relativamente sano ama cucinare in casa, nella maggior parte dei casi è sposata (59%) e il 39% di loro ha figli di età inferiore ai 18 anni. Si tratta di un pubblico ben informato sui problemi legati ad una corretta alimentazione e alla salute, spesso legati ai marchi tradizionali ma che per motivi prettamente legati al gusto, spesso scartano i prodotti biologici o con alimenti naturali perché da loro considerati meno appetitosi.

Fonte : Oneco, Newhope360.com