Suolo e Salute

Category: Biologico (Mercato, Statistiche, Ricerca, Normativa, Estero)

Inea presenta il Rapporto sullo stato dell’Agricoltura 2013

E’ stata presentata nei giorni scorsi un’ampia sintesi del “Rapporto sullo stato dell’Agricoltura 2013” a cura dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA). Il rapporto, articolato in diverse sezioni, restituisce un’immagine composita e articolata del panorama agricolo italiano, di particolare rilievo in un periodo di crisi congiunturale quale quello attuale.

Proprio sul difficile periodo economico si apre la sintesi Inea, che conferma i segnali già rilevati nei mesi scorsi: dopo aver dimostrato buona capacità di risposta rispetto alla crisi, il comparto agricolo ha cominciato a subire più decisamente gli effetti della crisi solo a partire dal 2012, nel corso del quale sono diminuiti in maniera evidente sia la produzione, che il valore aggiunto che i consumi. Che il 2012 sia stato un “annus horribilis” per l’agricoltura italiana è confermato anche da un parallelismo diretto con il Pil: mentre in questo caso infatti il 2012 è responsabile del 22% della sua riduzione complessiva a partire dal 2007 (in altre parole, un terzo del calo avvenuto nel prodotto interno lordo è riferibile a quanto avvenuto nel corso del 2012), per la produzione agrucola la percentuale sale al 49% in riferimento alla contrazione dei consumi, sale al 68% parlando di produzione e arriva addirittura al 79% nel caso del valore aggiunto. Ovvero, i quattro quinti del valore aggiunto agricolo sono stati persi proprio nel corso del 2012.

Tiene, al contrario, l’industria alimentare che, dopo aver patito gli effetti della crisi fino al 2011, in maniera speculare e opposta al settore agricolo ha mostrato segni di ripresa nel corso del 2012, con una crescita di quasi un punto percentuale del valore aggiunto e del 2,3% del fatturato, confermando il ruolo trainante del comparto per l’economia italiana, secondo solo al metalmeccanico per quanto riguarda il manifatturiero.

Calano invece le imprese con ritmo sostanzialmente costante, confermando un trend avviato nel 2007, mentre anche qui si dimostra in controtendenza l’industria agroalimentare, che tiene sostanzialmente rispetto al 2011. Di segno opposto invece i dati relativi all’occupazione, con un calo degli occupati de oltre 400.000 unità tra i dipendenti e altrettante tra i lavoratori indipendenti, mentre continuano a crescere in maniera molto significativa gli stranieri in agricoltura, aumentati dell’11% rispetto al 2011 e giunti ad un +114% rispetto al 2008.

Anticiclico anche l’andamento degli scambi commerciali, che dopo essere crollati nel corso del 2008, hanno iniziato una lenta ma costante risalita. Secondo il rapporto INEA il mercato si è spostato dall’interno all’estero, dove nel periodo 2007-2012 si è registrata una crescita di 7,3 miliardi di euro: le esportazioni sono passate nello stesso periodo dal 7% all’8,2% del valore corrente totale, con un tasso di crescita sempre in positivo tranne che nel 2009. Malgrado questo, il 2012 è stato in ogni caso un anno difficile anche per l’export agro-alimentare, con una contrazione importante del tasso di crescita dall’8,5% del 2011 al 5% del 2012.

Il rapporto sottolinea inoltre il ruolo sempre crescente dell’agricoltura riguardo ai servizi ambientali erogati e alla riduzione dell’agricoltura. In agricoltura, l’obiettivo europeo 20-20-20 è stato già pressoché raggiunto (93 twh prodotti complessivamente, rispetto ai 100 twh previsti per il 2020), incrementando in maniera sostanziale la produzione di energia rinnovabile, con effetti di segno opposto: da un lato, un aumento dei costi sul consumatore finale, dall’altro crescenti benefici ambientali, occupazionali ed economici. Crescono anche le agro energie, dalle quali secondo proiezioni Enea-Coldiretti ci si dovrebbe attendere un contributo rispetto al bilancio energetico nazionale al 2020 dell’8% complessivi.

In ultimo, la sintesi del rapporto si sofferma sul lungo negoziato per la riforma della Politica Agricola Comunitaria, avviato a partire dal 2010, proseguito nel corso del 2011 e 2012 e sostanzialmente concluso a metà di quest’anno.  L’Italia avrà a disposizione oltre 31 miliardi di euro per il primo pilastro e 9,2 miliardi di euro per le politiche di sviluppo rurale.

Il rapporto completo è consultabile a questo link.

 

Fonte: Agrapress, Inea

Nota del Mipaaf sulla Compilazione della notifica sul SIB

Con la Nota  n. 30035 del 25/07/2013 inerente: “Istruzioni per la compilazione della notifica su SIB”, il Ministero risponde ad alcune difficoltà operative incontrate dalle amministrazioni regionali e dagli Organismi di Controllo in relazione all’informatizzazione della notifica sul SIB. In particolare, la Nota chiarisce che il Documento Giustificativo viene rilasciato anche senza che sia caricata sul SIB la Relazione Tecnica di cui all’articolo 63 del Reg. (CE) n.889/2008, purché la stessa sia disponibile presso gli Organismi di Controllo.

Il testo completo della Nota è consultabile a questo indirizzo.

 

 

Fonte: Sinab

Riforma PAC, il commento di Sani

Luca Sani, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, esprime una valutazione sull’attività della Presidenza Lituana riguardo la PAC. Di ritorno da un tavolo di confronto sulla PAC 2014-2020 tenutosi a Bruxelles tra i presidenti delle Commissioni Agricoltura dei parlamenti dei diversi stati membri e i membri della Commissione UE, incontro promosso dalla presidenza di turno dell’ue, Sani ha dichiarato che “la presidenza lituana ha rispetto alla PAC obiettivi ambiziosi e un’agenda fitta, che va dall’avvio dei negoziati per la riforma del settore ortofrutta alla promozione dei prodotti agricoli, dalle bevande spiritose alla sicurezza alimentare, per arrivare alla pesca ed ai totali ammissibili di cattura”. “Il semestre che abbiamo di fronte – ha proseguito il Presidente  Sani – e’ molto delicato sia perché sarà definito il regolamento transitorio di applicazione della PAC, la cui implementazione ricadrà poi sotto il semestre italiano di governo dell’UE, sia perché con la presidenza lituana si entrerà nel merito di questioni sensibili per la nostra agricoltura”.

Fonte: Agrapress

Nota di chiarimento della Commissione UE sugli additivi nel bio

Attraverso la Nota del 15 maggio scorso, pubblicata in questi giorni dal Sinab,  la Commissione specifica che la normativa UE sull’agricoltura biologica non contiene i requisiti relativi alla produzione e alle caratteristiche di additivi e che pertanto questo tipo di prodotti non può essere certificato come biologico sotto tale legislazione. In conformità con l’articolo 19 (2) (b), del regolamento (CE) n 834/2007 ” possono essere utilizzati solo gli additivi, coadiuvanti tecnologici, gli aromi, acqua, sale, le preparazioni a base di microrganismi ed enzimi, minerali, oligoelementi, vitamine, così come aminoacidi e altri micronutrienti nei prodotti alimentari destinati all’alimentazione, e solo nella misura in cui essi sono stati autorizzati per l’uso nella produzione biologica ai sensi dell’articolo 21 del regolamento (CE) n 834/2007. Il testo integrale della Nota (in lingua inglese) è consultabile a questo link.

Fonte: UE, Sinab

La situazione del bio romeno

Secondo i dati forniti da ICE Bucarest e riportati da Freshplaza, ad oggi sono 26.736 gli operatori bio in Romania, dei quali 103 nel settore della lavorazione, 211 nel settore della commercializzazione e 26.390 sono produttori agricoli.La SAU coltivata a biologico invece ha toccato quota 450.000 ettari. Lo scenario per il bio romeno sembra essere promettente: proprio alla fine dello scorso mese di giugno infatti il Governo romeno ha deciso di aumentare il sostegno finanziario per le piccole aziende (ovvero quelle comprese tra 0,3 e 5 ettari) portandolo da 450 a 540 euro. E la nuova PAC, d’altro canto, nell’esercizio finanziario 2014-2020 prevede un aumento delle sovvenzioni per le colture bio fino ad un tetto di 600 euro/ettaro. Malgrado questi segni positivi, il bio romeno resta ancora decisamente una realtà di nicchia, come testimonia un report del 2010: i dati riportati nell’analisi assegnavano al mercato interno dei prodotti bio solamente una quota dell’1% sull’intero mercato al dettaglio, contro il 5-6% della media europea, per un giro d’affari di soli 10 milioni di euro. Per quanto riguarda l’export, secondo le statistiche più recenti pubblicate sul sito dell’Associazione Bio Romania, le vendite di prodotti biologici romeni hanno superato i 100 milioni di euro/anno I mercati principali restano Germania, Italia, Spagna, Gran Bretagna e Paesi nordici, verso i quali viene esportato ad oggi circa il 90% dell’intera produzione biologica romena. I prodotti più esportati sono semi, frutta e miele, unitamente ad alcuni prodotti lavorati quali l’olio di girasole e quello di colza. In crescita anche le importazioni romene, passate dai 5 milioni di euro del 2007 ai 75 milioni di euro del 2011, con ulteriori segni di crescita per l’anno appena trascorso.

Fonte: ICE BUCAREST/Freshplaza

Nota dell’UE sull’utilizzo di lievito nei prodotti biologici

E’ stata pubblicata dal Sinab la Nota del 5 luglio 2013 con la quale la Commissione UE fornisce alcuni chiarimenti sull’attuazione, a partire dal 31 dicembre 2013, di quanto previsto dall’art. 27.2 lettera c) del reg. (CE) n. 889/08, in merito all’utilizzo di lievito e prodotti a base di lievito nei prodotti biologici. La Nota integrale può essere consultata a questo  indirizzo.

Fonte: Sinab, UE