Suolo e Salute

Category: Biologico (Mercato, Statistiche, Ricerca, Normativa, Estero)

Coldiretti presenta a Bruxelles un dossier sui cibi low cost

Il 30 maggio presso l’Hotel Metropole di Bruxelles la Coldiretti presenterà il proprio dossier “I rischi dei cibi low”, in cui vengono esaminate le caratteristiche nutrizionali e di salubrità di questa tipologia di alimenti, che Coldiretti definisce “prodotti alimentari a basso costo dai quali l’Europa ci deve difendere”. L’incontro si inserisce nell’ambito del Forum Internazionale “Più Europa, più politica agricola”, promosso con lo scopo di “valorizzare l’agricoltura europea per garantire la sicurezza ambientale e alimentare dei cittadini, in vista della riforma della politica agricola comune (PAC)”. Al forum interverranno rappresentanti delle istituzioni nazionali e comunitarie e delle principali organizzazioni agricole europee, tra cui la francese Fnsea, la tedesca Dbv, l’irlandese Ifa e l’inglese Nfu. Un tema di grande attualità, se si pensa che le statistiche riportano un taglio di oltre il 60% (62,3%, per l’esattezza) nell’acquisto delle famiglie italiane, che sempre più spesso orientano i propri acquisti verso prodotti “ offerti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri”, come denuncia Coldiretti. La Confederazione in una nota ribadisce che “l’obiettivo del dossier ‘I rischi del cibo low cost’ e’ quello far conoscere quali sono i trucchi che consentono di produrre cibo a prezzi stracciati ma soprattutto quali rischi si corrono e come difendersi nell’acquisto delle diverse tipologie di alimenti che finiscono nel piatto”.

Fonte: Agrapress



 

Fonte: Agrapress

Progetto Bioqualia: il commento di FederBio

All’indomani della conclusione del progetto “Bioqualia – la qualita’ nutrizionale ed organolettica delle produzioni biologiche”, FederBio in una nota torna sugli esiti della ricerca. Il lavoro, realizzato dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura ex Inran e finanziato dal mipaaf, aveva evidenziato la qualità superiore dei prodotti biologici rispetto a quelli convenzionali, in particolare per quanto riguarda vitamine, antiossidanti, e sostanze salutari, di cui i prodotti coltivati secondo il metodo dell’agricoltura biologica risultano più ricchi.

Secondo le parole di Paolo Carnemolla, Presidente FederBio, “i prodotti bio, coltivati senza l’uso di diserbanti e altre sostanze chimiche, non hanno solo il vantaggio di essere ‘senza chimica’, ma sono qualitativamente superiori rispetto ai prodotti convenzionali”, “Pertanto – prosegue Carnemolla – “ i prodotti biologici, non contenendo residui di sostanze chimiche, garantiscono benessere all’uomo e all’ambiente”, sottolineando che “ i terreni gestiti con il metodo biologico presentano inoltre una “maggiore capacita’ di trattenere acqua, con conseguente miglior rendimento in condizioni climatiche di scarsita’ di precipitazioni”. Ulteriori dettagli sul progetto Bioqualia nell’articolo consultabile a questo link.

http://www.suoloesalute.it/?p=2184

Fonte: Agrapress

Il Biologico? Uno studio ne conferma la qualità superiore

Oltre ad essere coltivati senza l’uso di sostanze chimiche di sintesi, i prodotti biologici sono qualitativamente superiori rispetto ai prodotti convenzionali. Questa è la conclusione più significativa del progetto “Bioqualia – La qualità nutrizionale ed organolettica delle produzioni biologiche”, realizzato dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura ex Inran (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) e finanziato dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. I ricercatori hanno analizzato tutte le ricerche sul tema realizzate nel periodo 2005-2011, in cui venivano confrontati i valori nutrizionali di prodotti biologici rispetto ad analoghi convenzionali. Il risultato di questa “ricerca tra le ricerche” è molto chiaro: i prodotti biologici sono più ricchi in vitamine, antiossidanti, e sostanze salutari. Nella frutta biologica è maggiore la presenza di vitamina C e nei frutti a bacca vi è un contenuto superiore in composti fenolici. Gli ortaggi bio invece mostrano una tendenziale concentrazione maggiore di carotenoidi. Anche il latte e i suoi derivati biologici dimostrano una ricchezza superiore di acidi grassi polinsaturi e acido linoleico coniugato, sostanze di comprovata azione preventiva verso numerose patologie.

Gli esiti del progetto sono stati accolti con grande soddisfazione dal Presidente FederBio Paolo Carnelolla, secondo il quale i dati “ dimostrano che il biologico è meglio anche in termini nutrizionali, confermando la bontà della scelta di un numero in continua crescita di consumatori che acquistano prodotti bio”. I prodotti bio, inoltre, non contengono residui di sostanze chimiche, garantendo quindi benessere all’uomo e all’ambiente. Ricordo che in Francia sulla base del decreto 665/2012, il morbo di Parkinson è stato inserito tra le patologie professionali agricole, sulla base di alcune ricerche che hanno messo in evidenza come l’effetto di alcuni pesticidi concorrano all’incremento di rischio di insorgenza di questa patologia.  Aggiungo anche i recentissimi i risultati dello studio «Enviromental Impact of different agricultural management practices: conventional versus organic agriculture», apparso sulla rivista «Critical reviews in plant sciences», realizzato dai ricercatori guidati dal professor Maurizio Paoletti del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova in collaborazione con l’Università di Cornell, Usa. La ricerca dimostra che i terreni gestiti con il metodo bio presentano una maggiore biodiversità sia vegetale che faunistica rispetto ai sistemi convenzionali. Ma anche una maggiore capacità di trattenere acqua, con conseguente miglior rendimento in condizioni climatiche di scarsità di precipitazioni e una maggior capacità di sequestrare CO2, aspetti di fondamentale importanza nell’attuale fase di riscaldamento globale e cambiamenti climatici”.

Fonte: FederBio

Presentata a Tuttofood la nuova “Guida ai migliori oli extravergini di oliva bio del mondo 2013”

Una vera e propria “bibbia” degli oli biologici. E’ questa in sostanza la nuova “Guida ai migliori oli extravergini di oliva biologici del mondo 2013”, pubblicazione edita dal Premio Biol e presentata in anteprima al Tuttofood di Milano, in occasione delle premiazioni del Biol che come ogni anno si è tenuto nel corso del mese di marzo ad Andria e che ha visto nell’ultima edizione ben 350 oli provenienti da tutto il mondo partecipare alla fase finale del concorso, nel corso della quale i vincitori sono stati selezionati dalle giurie territoriali e della giuria internazionale del premio (10 panel per un totale di oltre 100 esperti assaggiatori).

La giuda è patrocinata dal Ministero delle Politiche agricole, dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione, dalla Città di Andria, da Ifoam, da AgriBio Mediterraneo e da CiBi e, oltre a riportare tutti gli oli premiati nel corso dell’ultima edizione, si apre con un prezioso capitolo introduttivo che illustra come riconoscere l’olio e prosegue con ben 174 schede descrittive dedicate ai migliori oli vergini bio dell’anno, suddivisi per aree geografiche e descritti tramite schede di approfondimento.

Tra le informazioni disponibili, il tipo di cultivar, il profilo aromatico con il peso delle componenti fruttato-amaro-piccante, i risultati dell’analisi sensoriale, le immagini del prodotto e i riferimenti delle aziende produttrici.

E’ possibile richiedere la guida inviando una mail all’indirizzo info@premiobiol.it.

Fonte: Greenplanet

Il Senato approva un ODG unitario sul tema degli OGM

In seguito al ritiro delle cinque mozioni presentate in merito agli OGM e alla loro trasformazione in un ordine del giorno unitario, si è raggiunta una posizione sostanzialmente unanime che ha condotto all’approvazione dell’ODG stesso da parte del Senato. Una convergenza accolta con soddisfazione dal ministro De Girolamo a riprova dell’”interesse da parte di tutti per l’agricoltura di qualità”. In seguito all’approvazione dell’ordine del giorno, il governo prende una serie di impegni: in primis, ad adottare la clausola di salvaguardia prevista dall’articolo 23 della direttiva 2001/18/ce e/o ad adottare la misura cautelare di cui all’articolo 34 del regolamento (ce) n. 1829/2003, in base alla procedura prevista dall’art. 54 del regolamento (ce) n.178/2002, a tutela della salute umana, dell’ambiente e del modello economico e sociale del settore agroalimentare italiano”; in secondo luogo “a rafforzare la già efficace opera di monitoraggio e controllo posta in essere con il coinvolgimento del Corpo Forestale dello Stato, il quale da tempo effettua verifiche per evitare la contaminazione tra colture geneticamente modificate e non e per controllare l’eventuale presenza di sementi transgeniche non autorizzate”; inoltre “a potenziare la ricerca scientifica pubblica in materia agricola”, limitando però la ricerca sugli OGM alla sperimentazione in laboratorio, per evitare ogni rischio di contaminazione.
L’esito dell’aula ha raccolto pareri unanimemente positivi: il Ministro De Girolamo ha dichiarato che “e’ davvero un segnale estremamente positivo che tutti i gruppi del senato abbiano trovato convergenza su un tema importante come quello degli organismi geneticamente modificati. Per questo mi sono impegnata per fare in modo che tutte le posizioni convergessero in un unico ordine del giorno. Quella geneticamente modificata e’ un tipo di agricoltura che non risponde alle esigenze e alle caratteristiche del nostro paese, perché noi vinciamo solo puntando sulla qualità, la tipicità e sulla valorizzazione della nostra cultura. Dello stesso tenore le dichiarazioni di molti esponenti politici e del mondo delle associazioni di categoria. La Cia ha ribadito che “la clausola di salvaguardia contro gli OGM è essenziale per tutelare la nostra agricoltura diversificata e di qualità. Alla nostra agricoltura non servono gli organismi geneticamente modificati e bisogna far prevalere il principio di precauzione. La clausola di salvaguardia e’ un elemento essenziale per difendere la distinti vita’ del mondo agricolo italiano che fonda le sue radici sulla tipicità e sulla biodiversità”. Secondo il presidente Coldiretti Marini “quella raggiunta al senato in merito agli OGM e’ un’intesa positiva, che apre la strada all’avvio delle procedure per l’attivazione della clausola di salvaguardia da parte del governo per scongiurare in Italia qualsiasi rischio di contaminazione”. “Non va dimenticato – recita un comunicato Coldiretti – che sulla base di un’indagine Coldiretti-Swg relativa ad ottobre 2012, quasi sette italiani su dieci considerano oggi gli organismi geneticamente modificati meno salutari di quelli tradizionali: una motivazione in più che va a rafforzare l’esigenza di garantire l’agricoltura e il territorio da forme di inquinamento genetico e assicurare la competitività delle nostre produzioni tradizionali e di qualità”.
Commenti positivi anche da parte di FederBio, per voce del suo presidente, Paolo Carnemolla: “Siamo soddisfatti del voto all’unanimità al Senato sulla mozione per l’adozione della clausola di salvaguardia per il divieto delle coltivazioni OGM in Italia e il rafforzamento dei controlli. Si tratta di un segnale importante di coesione delle forze politiche rispetto a un tema che è direttamente connesso con la scelta per il modello di agricoltura su cui innestare il futuro dell’economia agricola e agroalimentare dell’Italia. Per questo ci auguriamo che analoga condivisione d’intenti e d’iniziative le forze politiche e il Governo la dimostrino nell’indicare l’agricoltura biologica certificata secondo le normative europee quale asset prioritario per l’EXPO’ 2015 e la prossima programmazione dei fondi per lo sviluppo rurale, che prenderà avvio nel 2014 e traguarderà fino al 2020, accompagnando la necessaria trasformazione e innovazione del sistema agricolo, rurale e agroalimentare nazionale.”
Da segnalare infine il commento del Presidente della Fondazione Diritti Genetici Mario Capanna secondo cui il voto del Senato che ha approvato l’ODG che chiede l’applicazione della clausola di salvaguardia contro gli OGM rappresenta un “risultato straordinario”.
Fonte: Agrapress, FederBio

A Roma un convegno su donne e agricoltura

In programma il 22 maggio a Roma presso la sede Unicef di Via Palestro 68 il Convegno “donne nell’agricoltura italiana. Questioni di genere e di età?”. L’incontro, organizzato dall’INEA, si propone di indagare i cambiamenti che sta subendo l’agricoltura italiana in termini di struttura produttiva, geografia agricola e demografia.

L’incontro offre anche lo spunto per un confronto sulle politiche agricole adottate a livello nazionale e comunitario e per approfondire gli strumenti a disposizione della forza lavoro agricola, soprattutto di quella giovanile e femminile.

In particolare in una fase, quale quella attuale, in cui restano aperte alcune questioni ancora non pienamente risolte, quali lo scarso ricambio generazionale, la presenza percentualmente importante di ultrasessantenni, la femminilizzazione del comparto. Anche se non mancano elementi di novità, rappresentati in particolare da giovani imprenditori, prevalentemente uomini, di istruzione medio alta, presenti nei settori produttivi ad alto valore (ortofloricoltura, allevamenti bovini, suinicoltura), e che a fronte di una percentuale sul totale degli agricoltori pari a circa il 10% gestiscono il 16% della SAU totale e il 38% delle imprese biologiche. Anche sul fronte dell’impiego femminile, il settore sta vivendo importanti traformazioni, già messe in evidenza nel recente sesto censimento dell’agricoltura: circa il 30% degli agricoltori è costituito da donne, particolarmente attente rispetto ai temi dell’ambiente e della qualità della vita, impegnate in prevalenza in attività di trasformazione dei prodotti, recupero di antiche cultivar, servizi sociali (agriasili, pet therapy, ecc.), l’accoglienza e la ristorazione, ecc, fornendo in questo modo una forte impronta multifunzionale all’agricoltura.

Il convegno, aperto dal Presidente dell’INEA Tiziano Zigiotto, prevede la partecipazione di ricercatori dell’INEA, organizzazioni professionali giovanili (Coldiretti giovani, ANGA, AGIA e Copagri giovani) e femminili (Coldiretti donna, Donne in campo, Confagricoltura donna e Copagri). L’invito è stato esteso anche al neo Mministro politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo.

Fonte: INEA