Suolo e Salute

Category: Biologico (Mercato, Statistiche, Ricerca, Normativa, Estero)

A Vinitaly un convegno FederBio sul vino bio

Nell’ambito del 47° Vinitaly, il Salone Internazionale del vino e dei distillati in programma a Verona dal 7 al 10 aprile prossimi, è in programma un incontro dedicato al vino biologico e agli aspetti normativi, di mercato e comunicazione che lo riguardano. Il convegno, organizzato da FederBio, dal titolo “Il vino biologico e gli “altri-Norme tecniche, mercato e comunicazione trasparente al consumatore”, è previsto per lunedì 08 aprile 2013 dalle ore 15.00 presso il Centro Congressi Arena-Sala Puccini. L’incontro mette al centro le novità introdotte dal regolamento UE n. 203/2012, che ha ufficializzato la categoria del vino biologico. A un anno dall’entrata in vigore del regolamento, nel corso della giornata si discuteranno i primi cambiamenti ottenuti dalla normativa, mettendo a confronto cantine biologiche, tecnici e l’organizzazione interprofessionale di rappresentanza del settore.

L’iniziativa di FederBio sarà anche l’occasione per discutere del fenomeno delle nuove denominazioni “di fantasia” (come ad esempio vino “naturale”, vino “libero”, ecc.), adottata da alcuni operatori del settore come strategia di posizionamento intermedio tra i vini a denominazione di origine protetta e quelli biologici. Il primo intervento sarà quello di Roberto Pinton, Segretario ASSOBIO, dal titolo “Lo stato dell’arte della normativa, fra biologico, “naturale” e “libero”. A seguire il Prof.Roberto Zironi dell’Università di Udine interverrà sulle prospettive per il vino biologico fra regolamento europeo e disciplinari privati.

Dopo che Silvano Brescianini, dell’azienda Barone Pizzini, parlerà dell’esperienza e del punto di vista di un’azienda vitivinicola, sarà la volta del Presidente FederBio Paolo Carnemolla, che relazionerà sul ruolo di FederBio per il sostegno e la promozione del vino biologico. A seguire il dibattito moderato da Lorenzo Tosi, giornalista del Gruppo Sole 24 Ore.

Fonte: FederBio

L’11 aprile FederBio presenta il proprio progetto di gestione delle transazioni bio di mangimi, cereali e granaglie

FederBio ha avviato  ha avviato FederBio Integrity Platform – Flow Web, un progetto informatico in grado di gestire le superfici e la tracciabilità delle produzioni e delle transazioni per le materie prime biologiche per mangimi, cereali e granaglie. L’applicazione è  basata sulla piattaforma informatica FLOW WEB della ditta austriaca Intact, già utilizzata in Austria e da marchi commerciali di altri Paesi europei e attualmente in corso di valutazione da parte di BioSuisse e di altre organizzazioni e organismi di certificazione europei. Il sistema prevede di registrare i volumi di prodotto e i flussi commerciali partendo dalle superfici agricole certificate in Italia e nei Paesi da cui acquistano gli operatori italiani, seguendoli lungo la filiera per verificarne la congruenza rispetto a rese produttive “certificate” e la tracciabilità delle transazioni. Operatori commerciali e trasformatori dovranno inserire i dati dei documenti fiscali (DDT Fatture) delle transazioni in acquisto e in vendita direttamente nel portale web della piattaforma o preferibilmente attraverso la comunicazione via web services tra i sistemi gestionali aziendali e il server della piattaforma FLOW WEB. Ggli organismi di certificazione coinvolti nel progetto invece provvederanno a inserire nella piattaforma tutte le informazioni relative ai documenti giustificativi e ai certificati di conformità degli operatori biologici in filiera, oltre ai dati dei programmi annuali di produzione qualora non disponibili dal sistema informatico che sta del Mi.P.A.A.F. Ogni operatore potrà vedere solo i dati relativi alle transazioni con i propri acquirenti e clienti, mentre gli organismi di certificazione potranno avere in questo modo un sistema unico in grado di verificare in tempo reale la regolarità delle transazioni e dei flussi di merce anche nel caso di transazioni complesse o che coinvolgono diversi organismi di certificazione anche esteri. Per presentare ed illustrare il progetto, è in programma un incontro giovedì 11 aprile dalle 10.00 alle 12.30 presso la Sala Madrigale – VIP Club di Bologna Fiere (primo piano, ingresso Est Michelino). Per segnalare l’interesse ad aderire al progetto o per ottenere maggiori informazioni è possibile scrivere all’indirizzo d.fichera@federbio.it. Per eventuali altri chiarimenti, contattare il dott.Daniele Fichera al recapito 393-9309015.

Il pdf del documento completo è scaricabile a questo link.

Fonte: FederBio

Riforma PAC, De Castro: accordo possibile entro giugno se la commissione sarà propositiva

In un comunicato diffuso dal Presidente della Commissione Agricoltura De Castro si apprende che “”si e’ da poco concluso l’incontro tra il commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos e il team negoziale del Parlamento Europeo presieduto dal presidente della Comagri Paolo De Castro e formato dai relatori Luis Capoulas Santos, Michel Dantin, Giovanni La Via e i rispettivi relatori ombra”. Durante l’incontro sono stati discussi alcuni dei temi caldi della riforma della PAC: calendario dei triloghi, distribuzione dei quattro dossier nel corso dei 34 incontri in programma da qui al 30 giugno, definizione del gruppo negoziale della Commissione e modalità di supporto della Comagri al Parlamento e al Consiglio nel merito dei singoli articoli di legge. “Durante l’incontro di oggi – prosegue il comunicato di De Castro- abbiamo impostato un’attenta strategia negoziale che ci permetterà, se la commissione sarà propositiva, di raggiungere un accordo politico entro il periodo di presidenza irlandese, ovvero entro giugno. Il mandato negoziale approvato dal consiglio dei ministri dell’agricoltura ha assunto una posizione diversa su molti punti, in particolare sul dossier dell’Ocm unica, da quella votata dalla plenaria del parlamento europeo. Penso anche – ha continuato De Castro – alla mancata esclusione dalle misure obbligatorie del greening per le colture permanenti, alla minore flessibilità su alcuni capitoli e alle misure di rafforzamento delle OP, sulle quali l’intervento del parlamento era stato assai più ambizioso rispetto a quello del consiglio. Se sulla definizione di agricoltore attivo il consiglio ha fatto dei progressi, su molti altri capitoli in tutti e quattro i dossier legislativi si e’ indebolita la visione più mediterranea del PE. L’auspicio – conclude il Presidente De Castro – è che, a partire dal prossimo 11 aprile, data di inizio dei triloghi, si possa lavorare in maniera sinergica per raggiungere un accordo tra le tre istituzioni realmente capace di sostenere l’agricoltura europea”.

Fonte: Agrapress

Riforma PAC: per 15 Stati Membri serve un aumento degli aiuti accoppiati

Prime reazioni e prese di posizione da parte degli stati Membri all’indomani dell’accordo del Consiglio Agricolo europeo sulla rforma della PAC. In particolare Francia, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Finlandia, Italia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Spegan ed Ungheria hanno trasmesso al Segretariato generale del Consiglio dichiarando che l’aumento delle percentuali di aiuti accoppiati (dal 5 al 7 per cento e dal 10 al 12 per cento a seconda dei casi) costituisce solo “una prima tappa del processo negoziale”. Questo quanto si legge in un comunicato stampa del ministero dell’agricoltura francese, che prosegue dichiarando che  “questi stati membri, a cui si sono unite Slovenia e Slovacchia, hanno riaffermato la volontà di avere una soluzione più ambiziosa e reso noto il loro sostegno agli emendamenti del parlamento europeo che prevedono la possibilità di raggiungere il 15 per cento di pagamenti accoppiati per tutti gli stati membri e di un sostegno supplementare del 3 per cento per le colture proteaginose”. Il ministro dell’agricoltura francese Stephane Le Foll, si legge ancora nel comunicato, definisce quanto acquisito fino ad ora una “svolta storica, di rottura rispetto alla logica del disaccoppiamento degli aiuti che prevale dal 1992”, auspicando  “che la presidenza irlandese difenda questa posizione e, su questo tema, si allinei a quella del parlamento” nel corso dei triloghi che avanno inizio dall’11 aprile prossimo venturo.

Fonte: Agrapress

Il bio russo, attualità e prospettive

Potrebbe essere la Russia una delle prossime, più promettenti frontiere per il mercato del biologico. In un paese caratterizzato ancora da forti contraddizioni e disequilibri, il mercato del bio ha fatto segnare nel 2012 un totale di vendite di 148 milioni di dollari (pari a circa 166 milioni di euro), con un incremento del 7,8% rispetto al 2011. Valori che, secondo le proiezioni di Euromonitor, potrebbero raggiungere i 167 milioni di dollari nel 2013 e addirittura i 225 milioni nel 2015 (+30% nel periodo 2010-2015).

A farla da padrone i prodotti importati dai paesi europei quali Germania, Francia, Italia, dato che ben il 90% dei prodotti biologici russi proviene direttamente dalle importazioni. Una sfida che, nel prossimo futuro, si giocherà anche sul fronte delle certificazioni se, com’è vero, in Russia ancora non esiste un ente che certifichi le produzioni biologiche. A complicar ulteriormente il quadro, l’estrema confusione del mercato globale, in cui mancano molte delle garanzie oramai acquisite per il consumatore occidentale. Secondo una ricerca effettuata da AgriCapital,ben il 45% dei produttori russi definisce in etichetta “bio”, “naturale” o “ecologico” il proprio prodotto pur non avendo alcuna certificazione in merito. L’esigenza di maggiore trasparenza e sicurezza per l’acquirente russo potrà essere senza dubbio una chiave di svolta strategica per penetrare questo promettente mercato, dato che al momento i prodotti russi che varcano le frontiere devono ottenere la certificazione europea o americana per poter essere esportati come biologici a tutti gli effetti. Nel frattempo il Governo russo si sta muovendo: è prevista infatti per il 2015 l’approvazione di una normativa nazionale di settore e, in questa direzione, esperti governativi stanno approfondendo la conoscenza dei modelli di certificazione europeo, americano e giapponese per giungere ad una necessaria armonizzazione delle future norme russe con quelle internazionali.

Fonte: Fresh Plaza, SINAB

Salute e pesticidi, un convegno a Verona

Si è svolto il 9 marzo scorso a Verona l’incontro “Pesticidi e Salute”, organizzato da ISDE Italia (Associazione medici per l’ambiente) – Sezione Provinciale di Verona, con lo scopo di focalizzare l’attenzione sugli effetti, spesso poco o per nulla conosciuti, dei prodotti chimici di sintesi sulla salute umana. L’elenco è impressionante: sono più di ottomila i prodotti esistenti in commercio, riconducibili ad almeno 600 principi attivi dei quali spesso si sa ben poco per quanto riguarda i loro possibili effetti sull’uomo. Durante l’incontro sono intervenuti medici del lavoro, uno zoologo , un pediatra ed un agronomo. Quello che emerge è un quadr indubbiamente preoccupante e spesso poco noto: basti pensare all’incidenza dei tumori al cervello, alla prostata e alla pelle, maggiori negli agricoltori che utilizzano pesticidi. O alla crescente possibilità di patologie congenite nei loro figli. Fino al dato, già conosciuto ma sempre sconcertante, della presenza di tracce si pesticidi che spesso vengono trovati nelle analisi sul latte materno. Inquinando l’ambiente, in definitiva, avveleniamo noi stessi. Una considerazione che ha spinto l’ISDE ad organizzare l’evento con l’obiettivo di sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica sul tema: ”E’ doveroso che i medici comincino a interessarsi di queste tematiche, per essere poi in grado di fornire le necessarie informazioni ai loro assistiti”, ha dichiarato Giampaolo Velo, presidente di Isde Verona.  “Per i pesticidi”, continua il farmacologo, “occorre l´approccio usato con le medicine. Ogni farmaco, è un dato di fatto, provoca un piccolo o grande effetto indesiderato, ma con gli studi approfonditi e soprattutto l´utilizzo a lungo termine siamo in grado di valutare il rapporto fra rischio e beneficio, così da decidere se rinunciare all´utilizzo di un dato farmaco. Con i pesticidi questo approccio è impossibile; le variabili in campo sono troppe e soprattutto il mercato continua o offrire prodotti nuovi. Il mio suggerimento? Sono realista. Azzerare l´uso dei pesticidi è impossibile, ma sarebbe già un buon punto di partenza rispondere a una domanda apparentemente banale: in Italia servono tutti i prodotti oggi in commercio oppure è solo business? Cominciamo a ridurne il numero e a usarne meno, così sarà più facile studiarne gli effetti indesiderati”. Parole che devono far riflettere sulla leggerezza con cui spesso vengono utilizzate queste sostanze, con il solo obiettivo di aumentare la produttività a breve termine ma senza la necessaria consapevolezza degli effetti di queste sostanze. Senza contare le gravi conseguenze sull’ambiente di cui spesso abbiamo trattato nella nostra newsletter, a cominciare da quelli sulle api e su molti altri insetti degli agroecosistemi, che impoveriscono ogni giorno di più gli ambienti già duramente stressati dalla pressione antropica. Un motivo in più per riflettere davvero sulle nostre scelte e orientarsi verso un’agricoltura davvero biologica e sostenibile.

Fonte: L’Arena, Sinab