A rischio la competitività del biologico italiano
A fronte di un aumento dei consumi nei prodotti biologici da parte degli italiani, la governance italiana non sta rispondendo con i dovuti strumenti.
Davanti ad un aumento delle vendite nel comparto pari al 20% (fra il 9 marzo e Pasqua), si assiste a un aumento delle superfici agricole convertite a biologico del solo 0,57%. Questi dati spostano subito il discorso sui pochi investimenti del governo italiano in materia bio, nonostante l’asticella dei consumi sia in forte rialzo, portando i consumatori a dirigersi verso i prodotti importati dall’estero.
In merito il presidente di AssoBio (Associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici) Roberto Zanoni sostiene:
“Ecco dunque l’opportunità che stiamo perdendo. Invece di rispondere alla crescente domanda interna con nuovi terreni coltivati con metodo biologico e nuovi posti di lavoro ci troviamo a dover aumentare le importazioni”.
L’Italia, grazie alla sua forte biodiversità e ai suoi molti settori d’eccellenza, dovrebbe far sua la strategia europea e divenire capofila di uno sviluppo dell’agricoltura sempre più votato al biologico.
Di seguito le parole del presidente di AssoBio che raccontano questa situazione: “La nuova legge che riconoscerebbe il ruolo ambientale e sociale dell’agricoltura biologica in Italia è coerente con l’obiettivo strategico della Commissione europea, ovvero fare del settore agroalimentare europeo una eccellenza assoluta anche in termini di sostenibilità socio-ambientale, esprimendo un nuovo riferimento di valore a livello globale. L’auspicio di AssoBio è che l’Italia sappia cogliere questa grande occasione, mettendo a sistema le esperienze che il settore biologico ha maturato negli anni”
Fonte: http://www.corriereortofrutticolo.it/2020/07/09/legge-sul-bio-leuropa-accelera-litalia-ferma-al-palo/