Suolo e Salute

Category: Denominazioni di Origine

Maccheroncini di Campofilone, nuova IGP italiana

Approvata dalla Commissione Europea la richiesta di registrazione come Indicazione Geografica Protetta dei “Maccheroncini di Campofilone”. Si tratta di un tipo di pasta all’uovo caratterizzato da una sfoglia particolarmente sottile tagliata a coltello, con un elevato numero di uova nell’impasto, molto porosa e rapida alla cottura, conosciuta sin dal quattrocento nella zona di Campofilone, piccolo comune di circa 2.000 abitanti in provincia di Fermo (Marche). A questo link il disciplinare di produzione dei maccheroncini.

Fonte: Agrimarche, Agrapress

Verso l’accordo di libero scambio Ue-Canada

Verso l’accordo di libero scambio Ue-Canada

L’accordo UE-Canada sta per divenire realtà: grazie all’intesa firmata il 18 ottobre si apre una nuova stagione negli scambi tra i paesi dell’Unione e il Canada che dovrebbe diventare operativa a tutti gli effetti entro il 2015. Per l’Europa l’accordo rappresenta un’importante opportunità di aumentare l’export di prodotti agroalimentari di qualità grazie al riconoscimento delle denominazioni di origine, oltre a costituire un importante precedente per l’analogo accordo, tuttora in fase di negoziazione, con gli Stati Uniti.

L’”intesa di principio”, com’è stata definita all’indomani dei negoziati di Bruxelles, ha visto da un lato il presidente dell’esecutivo José Manuel Barroso e dall’altro il Primo Ministro canadese Stephen Harper. Per Barroso l’accordo commerciale “fornirà nuove e significative opportunità per le imprese dell’Unione Europea e canadesi aumentando l’accesso al mercato di beni e servizi e fornendo nuove opportunità per gli investitori europei”. Positivo anche il commento del Presidente Comagri De Castro, secondo cui l’intesa costituisce “un importante passo avanti che apre nuove opportunità di crescita per le imprese agroalimentari europee e in particolare per le produzioni di qualità italiane”. Secondo De Castro infatti è addirittura “storico” per l’Italia “il riconoscimento da parte di Ottawa della tutela per parte delle produzioni di qualità Dop e Igp, con la possibilità di estendere l’elenco dei prodotti ammessi nei prossimi anni”. De Castro ha anche auspicato che l’intesa possa rappresentare un modello per il negoziato UE-Usa, la cui ripresa è attesa dopo l’interruzione causata dallo shutdown statunitense.

Da parte sua il Presidente dell’Emilia-Romagna Rabboni, in qualità di Presidente di Arepo, l’associazione che riunisce le regioni europee dei prodotti a denominazione d’origine, ha definito quella proveniente da Bruxelles “una buona notizia per tutto il Made in Italy agroalimentare e in particolare per una regione come l’Emilia-Romagna, patria del parmigiano reggiano, del prosciutto di parma e dell’aceto balsamico di Modena e Reggio Emilia, tre dei prodotti tipici più penalizzati dall’agropirateria”.

Fonte: Agrapress, Agronotizie

La Pasta di Gragnano ottiene il riconoscimento IGP

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, il regolamento di esecuzione n. 969/2013 della commissione, del 2 ottobre 2013, recante l’iscrizione della pasta di Gragnano nel Registro delle denominazioni di origine protette, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite(Regolamento UE n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012). Pronto il commento da parte del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali De Girolamo, che ha sottolineato il primato del nostro paese nelle produzioni agroalimentari di qualità: “Il riconoscimento europeo della ‘Pasta di Gragnano’ come Igp premia l’altissima qualità delle produzioni agroalimentari della mia Campania e dell’Italia tutta. Questo è frutto dell’imprescindibile legame col territorio e delle sapienti e attente tradizioni degli artigiani della pasta. Salgono così a 254 le denominazioni italiane riconosciute, che confermano, ancora una volta, la nostra posizione di leadership in Europa”. Sulla stessa lunghezza d’onda il commento del Presidente Comagri Paolo De Castro, secondo il quale “la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del conferimento dell’indicazione Geografica Protetta (IGP) alla ‘Pasta di Gragnano [costituisce] una ulteriore conferma del valore dell’agroalimentare italiano di qualità, primo in Europa per numero di denominazioni registrate, da tutelare e promuovere in tutto il mondo”,

“Simbolo della tradizione italiana – ha proseguito De Castro – la pasta riceve oggi, per la prima volta, un riconoscimento di grande importanza per la sua tutela e la sua promozione. Una buona notizia per l’agroalimentare italiano e, in particolare, per quello campano, che premia la qualità di questi prodotti, paladini di eccellenza e leva competitiva fondamentale per l’economia del paese”.

La “Pasta di Gragnano” viene ottenuta attraverso l’impasto di semola d grano duro con acqua della locale falda acquifera. Di colore giallo paglierino, la Pasta di Gragnano è caratterizzata da una tipica rugosità della superficie che consente alla pasta di legarsi perfettamente con i condimenti e tenere in maniera ottimale la cottura al dente. La zona di produzione della Indicazione geografica protetta Igp ‘Pasta di Gragnano’ comprende tutto il territorio del comune di Gragnano in provincia di Napoli e in commercio si trovano numerosi formati differenti, tutti tipici, frutto dell’arte e dell’esperienza dei pastai gragnanesi. La piccola città campana infatti gode di grande fama per la sua produzione di pasta sin dal ‘500, al punto che lo stesso sviluppo urbanistico della città è stato condizionato dalle esigenze di produzione. A metà del 1800, proprio per agevolare l’essicazione della pasta, furono infatti pianificati a regola d’arte larghezza delle strade, altezza dei palazzi e orientamento sull’asse est.ovest, a testimonianza di un legame tra la pasta e la città di produzione che nel tempo è diventato totale, al punto che il centro campano è universalmente noto come “La città della pasta”. Non a caso nell’ormai lontano 1845 l’allora Re di Napoli Ferdinando di Borbone, dopo aver gustato un eccellente pranzo, concesse ai fabbricanti gragnanesi l’alto onore di rifornire la corte reale di tutte le paste lunghe. Da quel giorno  Gragnano diventò la città dei maccheroni.

Fonte: AIOL, Agrapress

Indicazioni geografiche, firmato il “Pacchetto qualità”

Dopo il via libera ottenuto dalla Conferenza Stato-Regioni, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha firmato, il decreto attuativo del Reg. (UE) 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, noto come ‘Pacchetto qualità’. Grazie al provvedimento, adesso gli operatori del settore possono utilizzare le nuove procedure per chiedere la registrazione delle indicazioni geografiche (Dop, Igp,Stg). Il decreto, che verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è già scaricabile sul sito internet del Ministero, contiene le nuove norme nazionali riguardanti i riconoscimenti, la protezione e i controlli sui regimi Dop/Igp/Stg, comprendendo la sintesi delle posizioni nazionali e regionali mirate ad agevolare e semplificare le procedure per giungere al riconoscimento delle denominazioni protette. In particolare, il decreto introduce una tempistica univoca e certa per presentare e modificare le domande, una maggiore partecipazione delle Regioni alla fase istruttoria, introduce la disciplina del riconoscimento per le Specialità Tradizionali Garantite e la procedura semplificata per le Stg già registrate che intendano ottenere la protezione del nome. “Abbiamo fatto un decisivo passo in avanti per la difesa del Made in Italy, portando a casa un risultato significativo per le nostre eccellenze, per i consumatori e per tutti i nostri imprenditori onesti. L’attuazione della protezione ex officio del ‘Pacchetto qualità’ rappresenta infatti una risposta concreta per il nostro straordinario patrimonio agroalimentare, tanto attesa dagli operatori del settore, che ci permetterà finalmente di tutelare e far tutelare le indicazioni geografiche italiane non solo all’interno del territorio nazionale, ma anche negli altri Stati membri”, ha dichiarato il Ministro De Girolamo. “Con il decreto – ha continuato il Ministro – abbiamo individuato nell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari – ICQRF – l’autorità nazionale incaricata ad adottare le misure per prevenire o far cessare l’uso illegale di denominazioni Dop-Igp prodotte e commercializzate in Italia”. “Inoltre, in collaborazione con Ismea e con Aicig, il Ministero delle politiche agricole ha già attivato un portale specifico (www.dop-igp.eu) che consente tra l’altro di segnalare le infrazioni a tutti gli operatori d’Europa. In questo modo mettiamo a disposizione di tutte le Autorità preposte degli Stati membri uno strumento efficace, per rendere la protezione dei prodotti a Dop, Igp e Stg concreta e immediata, difendendo così a 360 gradi le specificità dei prodotti di eccellenza italiani ed europei”.

Fonte: AIOL, Agrapress

Istat: Italia sempre prima per Dop, Igp e Stg

L’Italia si conferma il primo paese in Europa per numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg dati dall’Unione Europea. Questo quanto rivela l’ultimo rapporto Istat sulle certificazioni  di qualità. Al 31 dicembre 2012 sono stati censiti 248 prodotti, nove in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di questi, 243 risultano pienamente attivi. In cima alla graduatoria per riconoscimenti ottenuti cereali e ortofrutta, con 98 prodotti certificati, seguiti dai formaggi con 45, dagli oli extravergine d’oliva con 43 e dalle preparazioni di carni con 36. Le carni fresche e altri settori agroalimentari sono interessati invece rispettivamente da 4 e da 22 specialità certificate. Le regioni con il maggior numero di prodotti certificati risultano Emilia-Romagna e Veneto, con 36 e 35 prodotti riconosciuti. In calo invece gli operatori certificati, passati a 80.231, con un calo del 4,7% rispetto al 2011. Gli operatori fuoriusciti infati (13.410) hanno superato i nuovi entrati (9.493) di quasi quattromila unità.Tra gli operatori, ben il 91,5% svolge esclusiva attività di produzione, il 6,3% solo trasformazione e sol il 2,2% effettua entrambe le attività. La maggior parte dei produttori (che hanno fatto registrare il calo più sensibile, -5,1% rispetto al 2011, avvertito soprattutto nelle regioni del centro-sud)  è impegnata nel settore caseario 27.747, 36,9% del totale) e in quello della produzione di oli extravergine di oliva (19.192, 25,5%), insieme a ortofrutticoli e cereali (16.767, 22,3%). Idem dicasi per i trasformatori (7.015 unità, +2,6% rispetto al 2011) più presenti nei settori degli oli extravergine (1.879, 26,8% del totale), dei formaggi (1.743, 24,8%) e degli ortofrutticoli e cereali (1.170, 16,7%). In ultimo, gli allevamenti (42.804 strutture) si riducono dell’8,8% mentre è aumentata del 5,2% la superficie dedicata (159.548 ettari). “I prodotti di qualità – si legge nel testo dell’Istat – favoriscono lo sviluppo delle aree montane del paese: il 29,3% dei produttori è localizzato in montagna”. E proprio sullo sviluppo delle aree marginali grazie alla promozione delle produzioni biologiche e di qualità si stanno concentrando gli sforzi di Suolo e Salute, impegnata nella promozione del progetto BioTerr, con lo scopo coniugare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali di un determinato territorio, puntando sulla possibilità di costituire filiere in grado di valorizzare al massimo le produzioni locali. Il rapporto completo è consultabile a questo link.

A Pesaro il 29 e 30 settembre “Stile Bio”

Si svolgerà a Pesaro il 29 e 30 settembre prossimi la prima edizione di “Stile Bio”, fiera dedicata all’agroalimentare biologico e biodinamico a Km zero delle Marche e delle regioni vicine. Un padiglione espositivo di 3.000 m2, incontri, workshop e convegni, e cooking show con chef stellati, che proporranno le migliori ricette a km zero. Tra gli interventi della giornata, in programma anche quello di Alessandro D’Elia, Direttore Marketing, Sviluppo e Rapporti Istituzionali di Suolo e Salute. Parteciperanno alla rassegna espositori provenienti da Marche, Romagna, Abruzzo e Umbria. Per il pubblico, l’appuntamento è fissato domenica 29, quando sarà possibile effettuare acquisti direttamente dagli stand della fiera, mentre il lunedì successivo sarà dedicato ai professionisti del settore che a Pesaro avranno una nuova opportunità di incontro e confronto. In particolare proprio a “Stile Bio” verrà presentata una proposta per la creazione di una piattaforma distributiva in grado di integrare al meglio l’offerta agroalimentare del territorio con le necessità della ristorazione, del turismo e del commercio. Chi avrà occasione di visitare la città nella due giorni biologica, inoltre, potrà usufruire internamente alla manifestazione di ristorazione realizzata esclusivamente coi prodotti esposti nei diversi stand. Il programma completo di “Stile Bio” è consultabile a questo indirizzo.

Fonte: FederBio