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BIOFACH 2025: IL CONTRIBUTO DI SUOLO E SALUTE

BIOFACH 2025: IL CONTRIBUTO DI SUOLO E SALUTE

Situazione politica e pressioni sul “green deal”, clima e rilancio dei mercati: significativo il contributo di Suolo e Salute alla fiera di riferimento per il bio mondiale, tenutasi a Norimberga dall’11 al 14 febbraio

Il mondo del biologico mondiale, come ogni anno, si è dato appuntamento a Norimberga per quella che è la manifestazione di riferimento del settore. La kermesse, che si è svolta nel centro espositivo della città bavarese, ha continuato a svolgere il suo ruolo di laboratorio per un futuro più sostenibile mettendo a confronto produttori bio, associazioni, certificatori, istituzioni e buyer internazionali.

Hanno partecipato all’evento oltre 2.300 espositori provenienti da 94 Paesi. Il nostro Paese, con la presenza di 262 aziende espositrici, si è confermato leader del biologico a livello internazionale.

Suolo e Salute, primo organismo di controllo e certificazione del biologico in Italia, ha preso parte al Biofach, con il proprio staff presso gli spazi espositivi posti nel Pad. 4, 558.

“Quest’anno – commenta Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute – abbiamo voluto segnare la nostra partecipazione con uno stand totalmente in cartone, a impatto minimo, essendo di materiale riciclabile al 95%. Con questa scelta abbiamo voluto lanciare un chiaro messaggio, e cioè che alle parole bisogna far seguire le azioni anche nei piccoli gesti, in linea con lo slogan della fiera Yes, we do! e più in generale, con i principi del biologico”.

Lo staff di Suolo e Salute ha partecipato attivamente a molti congressi e iniziative su diverse tematiche. Suolo e Salute ha ospitato presso il proprio spazio espositivo la presentazione dei numeri del biologico italiano elaborati da Assocertbio, con interventi di Riccardo Cozzo, presidente dell’associazione, del segretario Domenico Corradetti e di Alessandro D’Elia, vice presidente. Molto interessante l’acceso dibattito post presentazione e i vari contributi portati dai partecipanti. Sempre presso lo stand, sono stati organizzati incontri bilaterali con diverse aziende e organismi di controllo stranieri provenienti da molti Paesi, in particolare da Spagna, Turchia e Cina. In tutti gli interventi, Suolo e Salute ha portato il suo fattivo e riconosciuto contributo.

“Il tema principale della fiera – continua Alessandro D’Elia – “Yes, we do! How to effect change in the organic food segment”, ha rappresentato un invito concreto all’azione per costruire un futuro più sostenibile e responsabile. Il rilancio dell’agricoltura biologica dovrà necessariamente ripartire dal basso, dalle sinergie e nella comunione di intenti tra produttori e consumatori. A tutto questo, per ciò che rappresenta il biologico in termini di preservazione delle risorse, nel contrasto ai cambiamenti climatici e per le tante sfide che attendono le nuove generazioni, non può mancare il sostegno dell’Unione Europea e degli Stati Membri”.

 

Fonte: Suolo e Salute

APERTE LE CANDIDATURE PER LA QUARTA EDIZIONE DELL’EU ORGANIC AWARDS

APERTE LE CANDIDATURE PER LA QUARTA EDIZIONE DELL’EU ORGANIC AWARDS

C’è tempo fino al 27 Aprile per concorrere agli EU Organic Awards, i premi conferiti ai leader del biologico

La Commissione ha annunciato che sono aperte le candidature per la 4th edition of the EU Organic Awards. Il periodo di candidatura durerà fino al 27 aprile 2025. I premi celebrano i leader della filiera biologica che sviluppano progetti stimolanti che migliorano la produzione e il consumo di alimenti biologici.

 

Saranno assegnati sette premi in sei categorie:

  • Miglior agricoltore biologico (uomo e donna)
  • Miglior regione biologica/biodistretto
  • Miglior città biologica
  • Miglior PMI di trasformazione alimentare biologica
  • Miglior rivenditore di alimenti biologici
  • Miglior ristorante/servizio di ristorazione biologico

 

Può presentare domanda qualsiasi attore o istituzione dell’UE con un progetto che contribuisca a una maggiore convenienza e accessibilità dei prodotti biologici nell’UE, compreso le città che offrono, ad esempio, pasti biologici agli studenti delle scuole locali o che promuovono attivamente la produzione biologica.

Le candidature sono ammesse in tutte le lingue ufficiali dell’UE tramite un modulo online disponibile fino al 27 aprile 2025.

I progetti vincitori svolgeranno un ruolo chiave nel sensibilizzare l’opinione pubblica sulla produzione biologica all’interno dell’UE.

 

Per approfondimenti:

EU ORGANIC AWARDS

INDICAZIONE DI ORIGINE OBBLIGATORIA PER LA FRUTTA SECCA SGUSCIATA

INDICAZIONE DI ORIGINE OBBLIGATORIA PER LA FRUTTA SECCA SGUSCIATA

Dal 1° gennaio 2025 obbligo di indicazione d’origine della frutta secca sgusciata o essiccata e i prodotti di IV gamma

Dal 1° gennaio 2025 è scattato l’obbligo dell’indicazione d’origine della frutta secca sgusciata o essiccata, mettendo in trasparenza un settore che negli ultimi anni ha registrato una forte crescita dei consumi.

La novità, dal punto di vista normativo, si rifà al regolamento delegato numero 2429/2023 riguardante le norme di commercializzazione per il settore degli ortofrutticoli e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 3 novembre 2023. Va evidenziato che per il prodotto non sgusciato l’obbligo sull’indicazione della provenienza è già in vigore.

Il provvedimento prevede l’obbligo di etichettatura di origine non solo per la frutta secca sgusciata o essiccata, ma anche per i prodotti di IV gamma, per i funghi non coltivati, per lo zafferano e per i capperi. Con l’entrata in vigore dell’etichettatura recante l’origine del prodotto viene completato un iter partito nel 2017.

Le informazioni sull’origine devono essere chiaramente visibili sulla confezione e/o sull’etichetta e l’indicazione del paese d’origine deve risaltare rispetto all’indicazione del paese in cui è avvenuto il confezionamento.

Ancora rimane anonima l’indicazione della provenienza della frutta secca impiegata come ingrediente nella preparazione dei dolci.

La Coldiretti ha lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare per rendere obbligatoria l’origine degli ingredienti su tutti gli alimenti in commercio nella Ue. L’obiettivo è raggiungere un milione di firme per garantire la trasparenza dell’informazione in tutta Europa su tutti i cibi.

 

Per approfondimenti:

https://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/qualita/da-gennaio-in-vigore-letichetta-di-origine-per-la-frutta-secca/

https://www.myfruit.it/news/frutta-secca-a-gennaio-scatta-lobbligo-delletichetta

VIA LIBERA ALL’EDUCAZIONE ALIMENTARE NELLE SCUOLE

VIA LIBERA ALL’EDUCAZIONE ALIMENTARE NELLE SCUOLE

Il ministro Lollobrigida lo annuncia in occasione della 12a Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. I dati sullo spreco alimentare sono molto preoccupanti, una crescita del 9% rispetto al 2023

Nel 2024 sono stati gettati ogni giorno 88,2 grammi di cibo, cioè 617,9 grammi settimanali, una crescita di oltre 9 punti percentuali rispetto al 2023. I dati derivanti dal rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher International, in collaborazione con Università di Bologna/Distal e Ipsos,  sono stati presentati in occasione della 12a Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. Da rimarcare che lo spreco alimentare domestico vale 130,7 euro pro capite ogni anno, mentre lo spreco di filiera del cibo in Italia costa complessivamente 14,1 miliardi di euro.

 

Il direttore scientifico dell’Osservatorio, Andrea Segrè sottolinea la necessità di accelerare sul fronte delle iniziative anti-spreco: «Come per le precedenti rilevazioni il dominus dello spreco alimentare è a livello domestico: 1,9 milioni di tonnellate in peso, per un valore di 8,2 miliardi. Nelle nostre case il recupero delle eccedenze non è possibile. Su ogni cittadino gravano 32 kg all’anno, per centrare l’obiettivo 12.3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite dobbiamo ridurre lo spreco pro capite di 13 kg annui entro la fine del 2029».

 

In questo contesto si inserisce l’intervento del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida: «Dobbiamo educare al rispetto del cibo per ridurre lo spreco alimentare». Il Ministro annuncia il via libera all’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole: «Con il ministro Valditara abbiamo obiettivi comuni: partiamo già quest’anno con un progetto su latte e frutta e un percorso teso a far capire l’importanza della stagionalità delle produzioni».

 

Sostegno convinto alla Campagna Spreco Zero

Il sostegno alla Campagna Spreco Zero arriva da una pletora di player della filiera agroalimentare: Conad, Emil Banca, Natura Nuova, Fruttagel sono solo alcuni dei protagonisti impegnati su questo fronte. Tutti rappresentano un anello che contribuisce all’ottenimento del risultato finale.

Mattia Grillini, vicepresidente di Camst group, annuncia «la partnership triennale con Last Minute Market, finalizzata all’introduzione dell’app Sprecometro nelle mense scolastiche. Ridurre lo spreco alimentare significa tutelare il pianeta, rispettare il lavoro di chi produce il cibo e migliorare la qualità della ristorazione scolastica».

 

Focus sul vino non consumato

Il Rapporto “Il caso Italia” 2025 dell’Osservatorio Waste Watcher International ha messo sotto la lente d’ingrandimento il vino non consumato nei locali, alla luce del nuovo Codice della Strada. «Il 48% degli intervistati – spiega Carlo Montalbetti, direttore generale Comieco – si dichiara disponibile a portarlo a casa; meglio se in uno shopper o un contenitore in carta per il 53%.

Numeri che confermano come Rimpiattino, contenitore per il cibo (riutilizzabile e riciclabile, destinato al cibo e al vino non consumati nei ristoranti) ideato dieci anni fa in collaborazione con Fipe per incentivare comportamenti responsabili, rappresenti sempre di più un valido strumento per rafforzare, promuovere e diffondere la cultura antispreco e le buone pratiche come la raccolta differenziata e il riciclo di carta e cartone».

 

Per approfondimenti: https://www.sprecozero.it/magazine/la-giornata-2/

THE WORLD OF ORGANIC AGRICULTURE 2024 VEDE L’ITALIA AI PRIMI POSTI IN EUROPA

THE WORLD OF ORGANIC AGRICULTURE 2024 VEDE L’ITALIA AI PRIMI POSTI IN EUROPA

I dati presentati a Biofach confermano l’Italia come prima in Europa per percentuale di superficie investita a bio rispetto al totale 

In Europa, la conversione agroecologica procede a ritmo sostenuto, con l’11% di superfici agricole coltivate con metodo biologico. Questi i dati mostrati all’interno del documento The World of Organic Agriculture 2024“, riferiti al 2023, e presentati a Biofach dall’Istituto di ricerca sull’agricoltura biologica FiBL in collaborazione con IFOAM, la Federazione delle associazioni del biologico a livello mondiale.

Per quanto riguarda i singoli Paesi, la Spagna, con 3 milioni di ettari, supera la Francia che segue con 2,8 milioni di ettari, mentre l’Italia occupa il terzo posto con 2,5 milioni di ettari, ma è prima come percentuale di SAU bio, che sfiora il 20%, circa il doppio della media europea.

Il nostro Paese si conferma tra più biologici in Europa, mantenendo infatti anche il primato per quanto riguarda il numero di produttori bio, con oltre con 84.191 operatori (17% di quelli attivi nell’intera Europa) e il numero di trasformatori, quasi 25.000, il 26,4% del totale europeo.

 

Il mercato

Dopo un lieve calo nel 2022, è tornato positivo l’andamento del mercato, con 54,7 miliardi di euro in Europa (+3%), di cui 46,5 miliardi nell’Unione Europea (+ 2,9%).

La Germania rimane il mercato principale. L’UE si posiziona come il secondo mercato per i prodotti biologici, dopo gli Stati Uniti con 59 miliardi di euro.

A livello mondiale, l’area agricola coltivata a biologico è aumentata del 2,6% nel 2023, con un totale di 98,9 milioni di ettari, gestiti da 4,3 milioni di produttori biologici. Sono incrementate anche le vendite al dettaglio di prodotti biologici che hanno superato i 136 miliardi di euro.

“I dati presentati a Biofach sono senza dubbio positivi – afferma Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio – La transizione agroecologica continua il suo slancio. L’incremento delle superfici agricole conferma il biologico come il metodo agricolo resiliente, in grado di tutelare le fertilità del suolo, salvaguardare la biodiversità, rispondere alla crisi climatica, garantendo sicurezza alimentare per le generazioni future e il giusto reddito per gli agricoltori. Anche se le vendite hanno ripreso a crescere, occorre però continuare a spingere sui consumi, sensibilizzando ulteriormente i cittadini sui benefici che il buon cibo biologico apporta per la salute delle persone e dell’ambiente. Inoltre, per incentivare una transizione duratura verso un modello di consumo sostenibile e responsabile, è fondamentale supportare gli investimenti in ricerca e innovazione per fare del biologico il modello di riferimento per l’intero sistema agroalimentare e per orientare le strategie future della PAC post 2027”.

 

Fonte: https://vigneviniequalita.edagricole.it/mercato/federbio-il-bio-traina-la-conversione-agroecologica-in-europa/

 

CRESCE IL MERCATO DEI PRODOTTI BIO, MA ANCORA ETICHETTE POCO CHIARE

CRESCE IL MERCATO DEI PRODOTTI BIO, MA ANCORA ETICHETTE POCO CHIARE

Studio Assobio-Nomisma: Il 93% dei consumatori ha acquistato bio nel 2024, ma molti non conoscono la differenza rispetto al residuo zero

Spesso il marchio Bio è sinonimo di sicurezza alimentare e affidabilità per l’acquisto, ma le diverse etichettature di un prodotto possono essere fuorvianti. Questo è uno degli aspetti affrontati a Bologna, nel corso di Marca 2025, il Salone internazionale della marca del distributore, in occasione della presentazione dello studio di Nomisma-AssoBio, presentato durante il convegno: “Oltre il biologico. Innovazione, fiducia e sostenibilità per un nuovo rapporto con il consumatore”.

 

I claim creano confusione

Se, da una parte, il marchio Bio rimane sinonimo di salubrità e sostenibilità – dall’altra, per precisare l’impatto ambientale di un prodotto, il consumatore si affida anche a “Claim on pack” sulle caratteristiche ambientali e sui metodi di produzione.

Secondo gli autori dello studio servirebbe maggiore chiarezza. Cresce sempre più l’interesse per i prodotti Bio, scelti almeno una volta dal 93 per cento dei consumatori, che hanno un’età dai 18 ai 65 anni. Un incremento consistente se si considera che fino a 12 anni, la percentuale di popolazione propensa all’acquisto di almeno un prodotto bio era del 50 per cento. Sui prodotti a ‘residuo zero’ c’è molta disinformazione. Il “residuo zero” è una vera presa in giro per il consumatore. La metà degli intervistati non conoscerebbe la differenza tra prodotto bio ed etichettatura a residuo zero: «Due consumatori su tre ritengono, erroneamente, che il metodo di produzione collegato agli alimenti a residuo zero, non preveda affatto l’utilizzo di chimica di sintesi».

Ed ancora, nonostante il 54% degli italiani sia perfettamente consapevole delle maggiori garanzie offerte dal marchio biologico, il 23 per cento di consumatori considera le referenze senza residui del tutto simili ai prodotti biologici, e un ulteriore 23 per cento ritiene addirittura superiori le garanzie offerte dal claim rispetto al sistema produttivo bio certificato.

 

La forza del biologico secondo Silvia Zucconi, Chief Operating Officer di Nomisma, risiede nel crescente interesse per le caratteristiche di sostenibilità dei prodotti alimentari, anche se si evidenzia una scarsa consapevolezza rispetto agli elementi distintivi e alle caratteristiche di alcuni dei principali claim a scaffale che rischiano, in alcuni casi, di ridimensionare il ruolo del biologico nel percepito del consumatore.

Per Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, il biologico è l’unica forma di agricoltura certificata da normative europee a garanzia di pratiche sostenibili che non fanno uso di chimica di sintesi e puntano a incrementare la fertilità del suolo, la biodiversità e a contrastare la crisi climatica.

Nicoletta Maffini, presidente di Assobio, aggiunge che sarebbe necessario investire in comunicazione per sensibilizzare e trasferire i valori del biologico, in modo anche da dare una forte scossa alle vendite. Siamo ancora, infatti, molto lontani dalle dimensioni del mercato bio dei Paesi del Nord Europa.

Per approfondimenti:

https://www.corriere.it/pianeta2030/25_gennaio_21/tra-scaffali-cresce-vendita-prodotti-bio-ma-c-confusione-consumatori-etichette-non-abbastanza-chiare-695c5310-d772-11ef-adfb-ae3d0644419f.shtml