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IL BRAND DEL BIOLOGICO 100% ITALIANO SI FARÀ

IL BRAND DEL BIOLOGICO 100% ITALIANO SI FARÀ

È uno degli obiettivi più importanti del Piano d’azione del settore e il sottosegretario Luigi D’Eramo ne assicura il successo in una riunione al Masaf con la filiera del bio

«Sono stati avviati i passaggi previsti per realizzare il marchio biologico italiano che vogliamo sia pronto quanto prima».

Lo ha detto il sottosegretario all’Agricoltura, Luigi D’Eramo, al termine dell’incontro con i rappresentanti di settore, in cui, si legge in una nota del Masaf, «si è fatto un punto su diverse questioni, dalle Organizzazioni interprofessionali di filiera a iniziative che aiutino a comunicare il valore aggiunto dei prodotti bio».

Il rilancio parte dalla comunicazione efficace

Il rilancio del settore, ha precisato D’Eramo, «passa anche da una comunicazione efficace».

«Accanto alle campagne istituzionali credo sia utile coinvolgere soggetti come gli enti locali o la Federazione italiana dei Parchi e delle Riserve naturali. Si raggiungerebbe così un duplice risultato: favorire  il rilancio dei consumi e si cogliere le opportunità legate ad esempio ai distretti biologici».

Una spinta per superare la crisi

Come il resto dell’agricoltura – ha ricordato – anche il settore sta attraversando un periodo di difficoltà causato dai costi di produzione, da una battuta d’arresto della domanda e dagli effetti dei cambiamenti climatici. Come fatto finora continueremo a offrire il nostro sostegno alla filiera. «L’obiettivo comune è consolidare la leadership italiana e rafforzare un comparto strategico per il Paese e per la nostra agricoltura».

È BIOLOGICO IL 38% DEI VIGNETI DELLA TOSCANA

È BIOLOGICO IL 38% DEI VIGNETI DELLA TOSCANA

La Regione di Chianti, Vino Nobile e Montalcino è la locomotiva della viticoltura bio, rappresentando il 17% della superficie vitata a biologico in Italia

Su quasi 61mila ettari del vigneto toscano, 23mila sono certificati bio, ovvero il 38% del totale regionale, pari al 17% della superficie vitata a biologico in Italia.

Le anteprime delle nuove annate

Un record emerso da PrimAnteprima, l’evento che, a Firenze, apre la Settimana delle Anteprime in Toscana, con la presentazione delle nuove annate pronte ad andare in commercio.

Un dato che rende la viticoltura toscana la locomotiva italiana per il raggiungimento dell’obiettivo posto dal New green deal dell’Unione europea di toccare il 15% di sau bio entro il 2030.

Filari sostenibili in crescita

Per ora la percentuale italiana è arrivata al 19% (circa il doppio della media Ue).

La più recente fotografia della produzione vitivinicola toscana registra anche una superficie vitata in crescita da quattro anni, destinata per il 95,7% a vini a Doc e Docg, rispetto a una media nazionale che non supera il 65%. Oltre 12mila le aziende attive nella regione, per una media di cinque ettari ciascuna e una modesta propensione al modello cooperativo (18%, contro il 50% a livello nazionale).

QUATTORDICI MILIONI DI AIUTI ALIMENTARI AGLI INDIGENTI

QUATTORDICI MILIONI DI AIUTI ALIMENTARI AGLI INDIGENTI

Nel bando lanciato da Agea, il decisivo contributo delle Dop dei formaggi italiani di qualità a pasta dura. Un progetto destinato a raggiungere 2,8 milioni di persone su tutto il territorio nazionale

Al via il bando degli aiuti alimentari per gli indigenti. Un progetto a cui daranno un decisivo contributo i  formaggi Dop a pasta dura: Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano, per un totale di oltre 14 milioni di euro.

A pubblicarlo è Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura insieme con il Masaf, nell’ambito dei programmi nazionali di distribuzione delle derrate alimentari.

L’impegno del Pecorino Romano

Il Pecorino Romano, in particolare, si legge nella nota, è la più importante denominazione protetta derivante da latte di pecora nella Ue, prodotto solo nel Lazio, in Sardegna e nelle province di Grosseto (Toscana).

La quota finanziata per questo formaggio ha un valore di circa 3,3 milioni di euro e la scelta del prodotto nel bando Agea comprende oltre che come “formaggio da grattugia” anche quello da consumare per intero.

Agea spiega che il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, entro il 30 giugno di ciascun anno adotta il programma annuale di distribuzione delle derrate che identifica le tipologie di prodotto, le organizzazioni caritative beneficiarie, nonché le modalità di attuazione.

Il ruolo del fondo sociale europeo

Dal 1° gennaio 2024 è iniziato il periodo di ammissibilità delle spese del Fondo Sociale Europeo Plus, che prende il posto del fondo Fead nella programmazione 2021-2027, per il quale è già stato formalizzato un paniere di circa 56 milioni di euro. I prodotti verranno distribuiti, tramite le oltre 10mila strutture territoriali che aderiscono al fondo, a circa 2,8 milioni di persone in stato di indigenza su tutto il territorio nazionale.

BIOFACH E VIVANESS, IL CONSUNTIVO DELL’EDIZIONE 2024

BIOFACH E VIVANESS, IL CONSUNTIVO DELL’EDIZIONE 2024

35mila visitatori e 2550 espositori nonostante i morsi della crisi inflattiva. Alessandro D’Elia (Suolo e Salute): «Occorre sostenere e riconoscere il ruolo dei produttori bio per non disperdere il percorso green finora sostenuto dall’agricoltura europea»

A Norimberga è squillata l’adunata e il mondo del biologico ha risposto presente. Il bilancio diramato dall’ente fiera di Norimberga ha registrato infatti circa 35mila presenze di visitatori provenienti da 128 Paesi  al Biofach e alla correlata mostra sulla biocosmesi Vivaness  che si sono tenuti dal 13 al 16 febbraio 2024. Gli espositori sono arrivati invece a 2550 da 94 Paesi. Denso anche il panorama degli eventi, con 171 sessioni di alto livello attorno al tema centrale su “Cibo per il futuro: Donne e sistemi alimentari sostenibili” che ha attirato in sala quasi 700 ascoltatori.

Suolo e Salute presente in forze

«Un successo non scontato – mette in evidenza Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute- perché il settore del biologico è quello che soffre maggiormente per gli effetti della crisi inflattiva che comprime il potere di acquisto dei consumatori del Vecchio Continente».

Suolo e Salute, l’organismo di certificazione e controllo leader in Italia, ha partecipato in forze all’evento consolidando il numero delle visite al suo stand presso il Padiglione 4 dell’expo della cittadina bavarese. «La comunità internazionale degli alimenti biologici risponde alla forte pressione a cui è sottoposta in queste settimane l’agricoltura europea ribadendo la necessità di riconoscere e premiare quei modelli produttivi che si caratterizzano per il maggiore sforzo in favore della sostenibilità e della biodiversità».

Pretese che si pagano caro

La pretesa di chiedere meno controlli rispetto all’utilizzo di input e risorse non rinnovabili è un messaggio che il sistema primario europeo rischia di pagare a caro prezzo nel medio periodo in termini di identità e di reputazione.  «Nonostante le difficoltà economiche i produttori bio a Norimberga hanno invece risposto in maniera compatta, rivendicando il loro ruolo di protagonisti delle sfide più significative contro il cambiamento climatico e in favore dell’equità sociale». Nei numerosi incontri che si sono svolti in Fiera il bio ha infatti chiesto alle istituzioni e al settore della distribuzione maggiore sostegno per non disperdere il percorso green finora intrapreso.

Italia protagonista

Il nostro Paese è stato protagonista di questo confronto: Il sottosegretario Luigi D’Eramo ha riconosciuto in una nota che il Biofach è un importante vetrina internazionale per il biologico italiano, e ha ricordato con orgoglio il fatto di non essere lontani dall’obiettivo del 25% di superficie bio (siamo al 19%) mentre la media europea è ferma al 10%.

«L’incontro e il dialogo sono essenziali – commenta Petra Wolf, del comitato esecutivo della NürnbergMesse -, soprattutto in tempi turbolenti». « Gli operatori hanno interagito nei padiglioni espositivi, al congresso e in altre forme di dialogo come il nuovo punto d’incontro HoReCa – GV & Gastro, con un’attenzione al futuro e un grande slancio creativo e nelle sessioni del Sustainable FutureLab, interattivo e collaborativo, è emerso chiaramente che possiamo plasmare il futuro solo agendo insieme».

GREEN CLAIM, È ORA DI METTERE UN FRENO

GREEN CLAIM, È ORA DI METTERE UN FRENO

Nelle pubblicità impazzano le descrizioni di prodotti non certificati che vantano effetti positivi su ambiente e clima. L’EuroParlamento riconosce i limiti della metodologia PEF (Product Environmental Footprint) e Ifoam Organics Eu sottolinea la necessità di porre un freno alla concorrenza sleale di chi si impegna in un metodo serio e controllato come il biologico

IFOAM Organics Europe accoglie con favore il voto dell’EuroParlamento sui Green claims (dichiarazioni ecologiche) poiché sottolinea i limiti della metodologia PEF (Product Environmental Footprint) per alcune categorie di prodotti. Sia la Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) del Parlamento europeo che quella per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) hanno confermato questi limiti, già evidenziati nella proposta della Commissione.

Più rigore nella valutazione ambientale

Jan Plagge, Presidente di IFOAM Organics Europe, ha dichiarato: «Il settore agroalimentare è complesso e la PEF produce risultati controproducenti per i prodotti agroalimentari».

«Accogliamo quindi con favore l’approccio della Direttiva, che privilegia la flessibilità nelle metodologie di valutazione ambientale per il settore agroalimentare».

IFOAM Organics Europe sostiene infatti da tempo un approccio più inclusivo alla valutazione delle dichiarazioni ambientali, che vada oltre il PEF per riflettere gli impatti globali della produzione alimentare, allo stesso modo le esternalità positive e negative.

Eduardo Cuoco, Direttore di IFOAM Organics Europe, ha aggiunto: «Mentre accogliamo con favore il fatto che i prodotti biologici siano esentati dai requisiti della Direttiva Green Claims, dati i loro comprovati benefici ambientali, ci rammarichiamo che lo stesso non sia vero per gli standard privati ​​che vanno oltre l’UE Organics Europe».

IL SANA GETTA LA SPUGNA NEL 2024, MA RADDOPPIA NEL 2025

IL SANA GETTA LA SPUGNA NEL 2024, MA RADDOPPIA NEL 2025

Appuntamento annullato in settembre, ma dal 2025 le esposizioni di BolognaFiere sul bio saranno due. Calzolari: «Assecondiamo la trasformazione del settore»

Nel 2024 Sana, la fiera del biologico andata in scena per 35 anni a Bologna nei padiglioni di BolognaFiere, non ci sarà.

La versione food in febbraio

E dall’anno prossimo si declinerà in due manifestazioni diverse, una dedicata al cibo e una alla cosmetica. Dal 23 al 25 febbraio 2025 si terrà infatti Sana Food, organizzata in contemporanea con la Slow Wine Fair.

Quella beauty in marzo

A marzo invece si terrà Sana Beauty, integrata con Cosmoprof Worldwide. Una rivoluzione anche in termini di date, visto che la manifestazione era tradizionalmente in programma a settembre. Il presidente di BolognaFiere Gianpiero Calzolari ha spiegato la decisione a margine della presentazione della terza edizione della Slow Wine Fair: «Prendiamo atto che bisogna ogni tanto cambiare le formule. Questa coglie un’opportunità, così come Marca ha colto altre opportunità di integrazione. Abbiamo preferito cercare anche di assecondare una trasformazione nel modo di affrontare il tema del biologico».