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Maria Grazia Mammuccini alla guida di FederBio

Maria Grazia Mammuccini alla guida di FederBio

Il nuovo presidente di FederBio è Maria Grazia Mammuccini, che sarà alla guida della Federazione per il prossimo triennio 2020-2022.

Il presidente uscente, Paolo Carnemolla, assume la carica di segretario generale, mentre sono stati confermati i vice presidenti Matteo Bartolini, Andrea Bertoldi e Carlo Triarico. Nel consiglio direttivo sono entrati anche Rossella Bartolozzi, Claudia Bastia, Michele Monetta, Enrico Casarotti, il presidente di Bioland Italia Toni Riegel e il presidente di AIAB Emilia Romagna Antonio Lofiego.

“Siamo in una fase decisiva per il biologico e la priorità fondamentale che abbiamo di fronte è dare più forza ai produttori agricoli per far crescere la produzione nazionale e costruire solide filiere di Made in Italy bio. È questa la prima condizione per difendere il “vero biologico” italiano. In questa fase di crescita del bio dobbiamo lavorare per affermare il principio del “giusto prezzo” per i prodotti agricoli e per costruire la “Casa comune del biologico e biodinamico italiano”, con una governance di donne e uomini capaci di misurarsi con i tanti aspetti che il biologico deve affrontare, quello ambientale, climatico, della salute oltre a quello economico e sociale”, ha dichiarato il nuovo presidente.

 

Fonte: https://www.foodweb.it/2019/07/maria-grazia-mammuccini-e-la-nuova-presidente-di-federbio/

“La svolta verde” parte dai Comuni

“La svolta verde” parte dai Comuni

I numeri parlano chiaro: il biologico sta registrando un’importante crescita, che è stata definita dall’ultimo rapporto Istat “La svolta verde”.

“La Superficie Agricola Utilizzata coltivata in biologico rappresenta il 15,4% della superficie agricola nazionale, cioè si estendono su quasi 2 milioni ettari, e contano su più di 75 mila imprese. Negli ultimi sette anni si è registrato un incremento di superficie del 71%. E il fatturato annuo ha superato i 5 miliardi di euro, di cui 3,5 nel mercato domestico e 2,1 nell’export, con un incremento annuo che da tempo viaggia a due cifre. È un andamento che si sta via via rafforzando”, dichiara Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, durante l’incontro “Liberi dai pesticidi, l’Italia riparte dai Comuni”, organizzato da Cambia la Terra, la campagna di FederBio, Legambiente, WWF, Lipu e Medici per l’Ambiente.

Questo succede anche grazie alla volontà di 66 Comuni che hanno scelto di ridurre l’uso degli agrofarmaci di sintesi e promuovere, nel proprio territorio, un’agricoltura a basso impatto ambientale.

“Siamo di fronte a una vera e propria trasformazione del modo di produrre e consumare cibo in cui un numero crescente di consumatori chiede prodotti che difendano la salute, l’equilibrio dei campi e i principi dell’equità sociale. Da questo punto di vista l’Italia ha un ruolo di leadership: abbiamo scelto la strada della qualità e dei prodotti identitari legati al territorio. Ora bisogna sostenere queste scelte con politiche coraggiose e decise per allargare le potenzialità di un cambiamento che sta già emergendo in modo autonomo. A cominciare dal futuro della PAC, la Politica Agricola Comunitaria e dall’approvazione del nuovo Piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei fitofarmaci (Pan): il precedente ha dato priorità all’ agricoltura integrata, che fa grande uso di agrofarmaci di sintesi chimica a partire dal glifosato. Il nuovo Pan, che dovrebbe già essere alla consultazione pubblica e invece è bloccato ai Ministeri competenti, Agricoltura, Ambiente e Salute, dovrebbe prendere in considerazione le nostre proposte più urgenti e coerenti con il lavoro fatto dai  Comuni: 40% di superficie agricola dedicato al bio entro il 2030; distanze minime di sicurezza da case, luoghi pubblici  e coltivazioni biologiche rispetto ai campi in cui si usano i agrofarmaci di sintesi; informazione ai vicini sui tempi e sulle modalità di trattamento da parte di chi usa agrofarmaci e divieto di utilizzo di questi nelle aree protette a seguito delle direttive Ue”, conclude Mari Grazia Mammuccini.

 

Fonte: https://www.lastampa.it/tuttogreen/2019/06/25/news/la-svolta-verde-la-sta-facendo-il-biologico-a-partire-dai-comuni-1.36543906?refresh_ce

“Cos’è Biologico al 2020: il sistema di controllo e certificazione”

“Cos’è Biologico al 2020: il sistema di controllo e certificazione”

Il 27 Giugno, presso la sede dell’ICQRF di Roma, si svolgerà il convegno “Il biologico nel 2020”.

L’evento incentra la sua attenzione sul controllo e la certificazione del biologico. All’iniziativa parteciperà anche il Sottosegretario del Mipaaft, Onorevole Manzato. Al convegno parteciperà Assocertbio, l’associazione che rappresenta i principali organismi di controllo e certificazione del biologico, con interventi propositivi sul tema.

 

Fonte: http://www.sinab.it/bionovita/cosè-biologico-al-2020-il-sistema-di-controllo-e-certificazione

La ricerca dei metaboliti secondari dei fitofarmaci supporterà il controllo e la certificazione bio

La ricerca dei metaboliti secondari dei fitofarmaci supporterà il controllo e la certificazione bio

Alcuni ricercatori dell’Università di Praga hanno pubblicato nel Journal of Agricultural and Food Chemistry dell’ACS una nuova ricerca per determinare l’utilizzo di eventuali sostanze non ammesse in agricoltura biologica.

A volte rilevare la presenza di agrofarmaci nelle matrici può risultarsi difficile, soprattutto perché alcune di queste sostanze si degradano velocemente dopo essere state applicate per cui la loro determinazione diretta non è sempre possibile.

Jana Hajslova e i suoi collegi hanno, così, sviluppato un metodo per analizzare i metaboliti generati all’interno delle piante quando gli agrofarmaci si degradano.

I ricercatori hanno testato il loro metodo su un vigneto sperimentale, utilizzando una combinazione di cromatografia liquida ad altissime prestazioni e spettrometria di massa ad alta risoluzione per identificare e controllare i metaboliti di sette comuni agrofarmaci. In seguito, hanno testato il metodo prelevando campioni di foglie e grappoli trattati a diversi intervalli, e successivamente testando il metodo anche sul vino prodotto dalle uve trattate.

Dall’esperimento è emerso che per effetto della degradazione della sostanza attiva i residui nelle matrici analizzati erano sempre più bassi; alla riduzione della sostanza attiva vi era invece una buona determinazione dei metaboliti; molti di questi erano ancora rilevabili a livelli più elevati rispetto al principio attivo originario.

Questa ricerca può aprire una nuova frontiera dell’analitica per determinare eventuali utilizzi di sostanze non ammesse e quindi diventare in futuro un valido strumento per gli organismi di controllo e certificazione.

Fonte: https://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/bio-e-natura/27564-i-metaboliti-secondari-dei-fitofarmaci-come-metodo-di-controllo-del-biologico.htm

Il Mipaaft propone di rivedere i limiti per l’ac. fosforoso. Non pochi malumori nel settore dell’ortofrutta biologica italiana.

Il Mipaaft propone di rivedere i limiti per l’ac. fosforoso. Non pochi malumori nel settore dell’ortofrutta biologica italiana.

Il Mipaaft ha lanciato la proposta di rivedere i limiti massimi di residuo di acido fosfonico (ac. Fosforoso) sui prodotti ortofrutticoli biologici, generando preoccupazione nel settore.

L’ortofrutta bio, per non perdere la certificazione, non dovrà contenere livelli di acido fosfonico/fosforoso superiori a 0,05 mg/kg (0.1 mg/kg se provenienti da coltivazioni arboree per un periodo transitorio di 24 mesi), e, ovviamente, nemmeno acido etilfosfonico.

Le Associazioni rispondo alla proposta manifestando il loro disappunto, in quanto il limite sarebbe troppo basso rispetto ai 2 mg/kg proposti dall’Eocc (European Organic Certification Council, l’organizzazione europea degli enti certificatori del biologico). Il nuovo limite proposto creerà problemi al settore dell’ortofrutta nazionale, penalizzando notevolmente la filiera, e creerà disparità di trattamento tra operatori europei avvantaggiando l’esportazione di prodotti ortofrutticoli degli altri Stati Membri, in particolare dalla Spagna, a danno dei produttori italiani.

 

Fonte: https://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2019/06/20/bio-a-rischio-il-50-delle-certificazioni-per-un-problema-di-residui/63469?utm_campaign=newsletter&utm_medium=email&utm_source=kANSettimanale&utm_term=679&utm_content=3614&ilntaglist=biologico&refnlagn=title

Riforma pac post 2020: delude il documento rilasciato dal Consiglio Europeo

Riforma pac post 2020: delude il documento rilasciato dal Consiglio Europeo

A inizio anno, le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura, unite alle ONG ambientaliste a livello Europeo, hanno chiesto ai Ministri dell’Agricoltura degli Stati Membri di impegnarsi affinché la PAC nella futura programmazione abbia realmente degli obiettivi ambiziosi verso la  salvaguardia dell’ambiente.

Lo scorso 18 giugno, il Consiglio AGRIFISH dell’UE ha presentato la “relazione sullo stato di avanzamento della riforma della PAC”, mostrando che tale riforma non va verso il senso auspicato.

“Questa relazione sui progressi compiuti dovrebbe essere definita relazione di regresso.” affermano gli esponenti della Coalizione, che riunisce le maggiori sigle del mondo ambientalista e dell’agricoltura biologica (WWF, Lipu, FAI, Legambiente, Pro Natura, AIAB, FederBio, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e ISDE).

“Questa posizione del Consiglio di sicuro non migliora lo stato dell’ambiente e della biodiversità. Purtroppo è proprio l’Italia uno dei Paesi che sostiene le posizioni arretrate e più critiche di questo documento. La Coalizione #CambiamoAgricoltura chiede per questo al Ministro Centinaio di rivalutare la posizione del nostro Paese, proprio per qualificare l’agricoltura italiana che punta sulla qualità del Made in Italy basato proprio sulla tutela della biodiversità e sul valore ambientale dei territori rurali”.

Per saperne di più scarica il comunicato rilasciato dall’Ufficio Stampa del WWF Italia: https://www.suoloesalute.it/wp-content/uploads/2019/06/CS-19.06.19.pdf