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Grandi risultati per questa edizione di Biolife 2018

Grandi risultati per questa edizione di Biolife 2018

Lo scorso 26 novembre, a Fiera Bolzano, è terminato la Fiera d’Autunno e Biolife.

Le manifestazioni autunnali, le iniziative, il primo congresso “Organic 2030” e il primo Bio Wine Festival hanno raccolto grande consenso tra i 40.000 visitatori e gli espositori.

“La ricetta del successo di questa manifestazione sta nel suo costante sforzo di adattarsi allo spirito dei tempi e alle esigenze e preferenze delle persone per rimanere sempre aggiornati e attuali”, ha spiegato il Presidente della Giunta Provinciale Arno Kompatscher alla cerimonia di apertura.

Biolife, la fiera dei prodotti biologici di qualità, ha presentato il primo congresso “Organic 2030” con un confronto internazionale sulla produzione biologica in tre Paesi chiave per questo settore: Germania, Austria e Italia.

Grande il successo ottenuto per la prima edizione del Bio Wine Festival: 20 viticoltori biologici dell’Alto Adige hanno presentato il loro vino ad un pubblico specializzato del settore alberghiero, della ristorazione e del commercio al dettaglio.

Prossima Edizione: dal 21 al 24 Novembre 2019

Fonte: http://www.fierabolzano.it/biolife/detailcomu-1-4038-fiera-dautunno-e-biolife-2018-.html

Organic 2030: Italia, Austria e Germania a confronto

Organic 2030: Italia, Austria e Germania a confronto

Oggi a FieraBolzano prende il via la 15°Edizione di Biolife, un viaggio nel mondo del bio. Per il giorno di apertura, tutti aspettano la prima edizione del congresso “Organic 2030”.

Sul tavolo di discussione, verranno messi a confronto tre Paesi: Italia, Germania e Austria.

Dalle ultime statistiche è emerso che circa il 70% del consumo dei prodotti biologici avviene da quattro paesi: Germania, Francia, Italia e Regno Unito.

  • L’8% della spesa ricade sul cibo biologico in Austria, Svezia e Danimarca
  • La Germania importa circa il 90% di pomodori e peperoni dall’Italia
  • Il 16% di ortaggi biologici è venduto nei supermercati in Austria
  • L’Italia si presenta con il maggior numero di produttori biologici.

Parliamo di 11,1 milioni di ettari destinati al biologico in 28 paesi Europei.

Al convegno parteciperanno Herbert Dorfmann, deputato del Parlamento europeo-Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale che presenterà la panoramica generale e lo status quo in Europa; Jan Plagge, presidente Bioland e presidente del gruppo europeo IFOAM; Matteo Bartolini, vicepresidente FederBio; Sylvia Maria Schindecker della Camera dell’Agricoltura Austria.

 

Fonte: https://www.freshplaza.it/article/9042482/organic-italia-austria-e-germania-a-confronto/

Agricoltura biologica: caso Rame e Propoli

Agricoltura biologica: caso Rame e Propoli

Entro Natale la commissione Ue punta a chiudere l’argomento Rame, mentre l’Efsa solleva dubbi sull’utilizzo di un derivato della propoli per i trattamenti in post raccolta delle banane.

La propoli è costituita da una sostanza resinosa che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia di alcuni alberi, ed è una sostanza che milioni di persone usano quotidianamente contro mal di gola, raffreddore e influenza.

Il mondo del biologico ha presentato la domanda per autorizzare un derivato della propoli come soluzione “naturale” per i trattamenti in post raccolta delle banane contro numerose patologie fungine e batteriche. L’Efsa ha preso in carico la domanda e ne ha coordinato la discussione con i 28 Stati membri, i quali hanno presentato alcune criticità:

  • La classificazione del prodotto come sensibilizzante cutaneo
  • Potenziale genotossico
  • Possibile azione di interferente endocrino

In attesa del verdetto finale per la propoli, dall’altra parte abbiamo la Commissione Ue che si appresta a riunirsi il prossimo 27 novembre per votare il rinnovo dell’approvazione Ue del rame come prodotto fitosanitario. Sembra che si sia raggiunto il consenso della maggioranza degli Stati con l’ultima versione della proposta di rinnovo: scadenza a sette anni e possibilità di sforare il limite massimo di 4 Kg/ha di rame annui a patto che nei sette anni la media non superi questo valore.

 

Fonte: https://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2018/11/15/agricoltura-biologica-le-ultime-su-rame-e-propoli/60817

L’autorizzazione del pesticida Clorpirifos non è idonea

L’autorizzazione del pesticida Clorpirifos non è idonea

Una ricerca pubblicata su Environmental Health ha affermato che l’autorizzazione all’uso del pesticida Clorpirifos si basava su dati errati.

“Le nostre osservazioni suggeriscono che le conclusioni nelle relazioni di prova presentate dal produttore possono essere fuorvianti. Questa discrepanza influisce sulla capacità delle autorità di regolamentazione di eseguire una valutazione valida e sicura di questi pesticidi. La differenza tra i dati di partenza e le conclusioni nei rapporti di prova indica una potenziale esistenza di pregiudizi che richiederebbero un’attenzione normativa e una possibile soluzione” scrivono gli autori della ricerca.

Negli anni Novanta venne condotta una ricerca sulla neurotossicità del clorpirifos, uno dei pesticidi più usati in agricoltura, dichiarandone la poca dannosità per l’uomo: ma i dati erano errati.

“Per valutare l’effetto del clorpirifos sul cervello dei ratti in gestazione, l’azienda ha calcolato la media dell’effetto prodotto su tutte le regioni del cervello analizzate, correlate all’effetto sul peso del cervello. Un vero gioco di prestigioso: considerare solo l’effetto medio ha la conseguenza di mascherare l’impatto su specifiche regioni del cervello”.

Un chiaro invito alle autorità di controllo, Ue, Echa ed Efsa, di ragionare su un’ipotetica sospensione dell’uso del pesticida, che dovranno raggiungere un verdetto entro gennaio 2019.

 

Fonte: https://www.terranuova.it/News/Agricoltura/Il-pesticida-clorpirifos-autorizzato-sulla-base-di-dati-errati

Parola d’ordine: Agroecologia

Parola d’ordine: Agroecologia

Lo scorso 17 novembre si è concluso il 35° Convegno Internazionale “Innovazione e Ricerca, alleanze per l’agroecologia” tenuto dall’Associazione per l’agricoltura biodinamica.

Il convegno, tenutosi al Politecnico di Milano, ha voluto riunire lo stesso dipartimento universitario, il Fondo Ambiente Italiano (FAI) e l’Associazione Demeter Italia per esaminare tre concetti attuali e fondamentali: ambiente, salute ed economia.

La tre giorni ha incanalato la discussione intorno alla parola “Agroecologia”. L’ Agroecologia è un sistema di agricoltura associato al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente: da una parte mette a disposizione una più attuale visione dell’agricoltura e dell’azienda agraria che influisce sulla messa a punto di strumenti gestionali, di monitoraggio e di pianificazione; dall’altra, offre una diversa visione per ristrutturare le relazioni tra agricoltura e società. Questo sistema è assolutamente sostenuto dall’agricoltura biologica e biodinamica.

Il rapporto GreenItaly 2018 (Unioncamere e Fondazione Symbola) ha definito l’agricoltura biodinamica come il “fiore all’occhiello della sostenibilità”. I dati parlano chiaro: il biodinamico rispetto al convenzionale ha un ridottissimo uso di principi attivi.

L’Italia è un paese attivo nell’applicazione dell’agroecologia, considerando che la biodinamica è normata oltre che dalla legge italiana anche nell’ambito del regolamento UE sul biologico.

«Tutti i relatori, giuristi, studiosi, ricercatori universitari e organizzazioni agricole evidenziano e condividono gli indirizzi di sviluppo internazionali sull’agroecologia – ha detto Triarico concludendo i lavori del convegno -, e plaudono al Bando del Ministero dell’Agricoltura appena pubblicato, che richiama una linea di ricerca che presenti proposte per l’implementazione e la validazione delle tecniche e dei principi dell’agricoltura biodinamica», afferma Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI (Fondo Ambiente Italiano) e pioniera dell’agricoltura biodinamica italiana.

 

Fonte: https://terraevita.edagricole.it/biologico/convegno-biodinamico-la-parola-dordine-e-agroecologia/

Edonismo, salutismo e italianità: la spesa degli italiani è cambiata

Edonismo, salutismo e italianità: la spesa degli italiani è cambiata

Dalla quarta edizione dell’Osservatorio Immagino, realizzato da Nielsen e da GS1 Italy, sono emersi i risultati riguardo le scelte alimentari degli italiani rispetto all’ultimo anno: un mix di salutismo ed edonismo.

La relazione presentata si basa sull’analisi di circa 94.179 prodotti del largo consumo: hanno sviluppato circa 35 miliardi di euro di vendite pari all’81% di quanto venduto nel totale mercato del largo consumo in Italia.

La spesa alimentare degli italiani è cambiata:

  • Ha rilevato una vendita di alimenti legati al lifestyle (biologico, veg, halal e koshe) con +8,9%
  • Si acquista sempre più alimenti ricchi di fibre, proteine e lipidi rilevando un calo di carboidrati e zuccheri.
  • Per valore di vendite, il protagonista sugli scaffali si afferma l’italianità del prodotto con il +3,5% rispetto al 2017.

Osservatorio Immagino

Fonte: http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/47062/mercati-e-imprese/ecco-come-cambia-la-spesa-alimentare-degli-italiani