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Sicurezza alimentare: II Congresso Interdisciplinare a Ravenna

ii-law-food-safety-2016Il tema della sicurezza alimentare è sempre più attuale. Non solo tra gli addetti del settore agroalimentare, ma soprattutto tra i consumatori.

Come dimostrano le più recenti ricerche di mercato, infatti, sempre più cittadini si interessano alla salubrità e alla qualità del cibo che consumano.

Un recente studio di Nielsen ha dimostrato, per esempio, che 2 italiani su 3 (il 67%), si preoccupa degli ingredienti artificiali presenti nel cibo. Ancora più elevata la percentuale di chi valuta positivamente le aziende che comunicano in maniera trasparente l’origine e le modalità di produzione degli alimenti: 71%. E, infine, più della metà (53%) pagherebbe di più per bevande e alimenti che non contengono ingredienti indesiderati.

Saranno questi i temi al centro della seconda edizione del Congresso Interdisciplinare sulla sicurezza alimentare “Law and Food Safety”, che si terrà al Palazzo dei Congressi di Ravenna, il 10 e l’11 dicembre.

La sicurezza alimentare nell’università

Il dibattito sarà l’occasione per aprire ufficialmente il Corso di Laurea in Giurista d’Impresa e delle Amministrazioni Pubbliche, presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna.

L’evento organizzato dalla Fondazione Flaminia ha l’obiettivo di promuovere il dialogo interdisciplinare tra gli attori coinvolti sul tema della sicurezza alimentare: giuristi, filosofi, medici, nutrizionisti, biologici, produttori e distributori alimentari.

Sono tante le domande e i dubbi a cui il Congresso tenterà di offrire una risposta:

Dalla recente presa di posizione dell’OMS sulla pericolosità della carne, al dibattito sempre più acceso fra studiosi sulla presunta pericolosità di latte e derivati; dal tema dibattuto degli OGM a quello dei prodotti biologici e biodinamici”.

Non solo. Al centro del dibattito anche il rapporto tra alimentazione e invecchiamento, la nutrizione come strumento di prevenzione, e le numerose patologie legate al cibo che si stanno diffondendo negli ultimi anni, come quelle legate all’assunzione di glutine.

E ancora: si discuterà di Codice Europeo contro il cancro, dell’alimentazione onnivora, Vegetariana, Vegana e Crudista, degli organi di controllo sulla salubrità dei prodotti alimentari.

Sicurezza alimentare: il punto sul biologico

Tra gli appuntamenti previsti durante il Congresso, ricordiamo in particolare la Tavola Rotonda intitolata “Il Biologico è più sicuro: Ti spieghiamo perché”.

L’evento si terrà alle ore 10:30 di domenica 11 dicembre. Parteciperanno l’Onorevole Mario Catania, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo; Paolo Carnemolla, presidente di FederBio; Biagio Calcavecchia Quality Manager di Ecor-NaturaSì; Cesare Varallo, Vicepresidente – Business and Regulatory Affairs EU – INSCATECH.

FONTI:

http://www.fondazioneflaminia.it/eventi/ii-congresso-interdisciplinare-sulla-sicurezza-alimentare-law-and-food-safety/

http://www.fondazioneflaminia.it/wp-content/uploads/2016/11/Pieghevole-Congresso-Law-and-Food-Safety-2016.pdf?4b86f6

http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/36241/lapprofondimento/alimentazione-ecco-cosa-cercano-i-consumatori

I leader del bio europei a Siviglia: “Sostenete lo sviluppo nel settore”

siviglia-congresso-2017 Lo sviluppo del settore biologico dipende anche dalle istituzioni europee. È questo il messaggio che traspare dalla quarta conferenza sulla trasformazione dei prodotti biologici tenutasi a Siviglia, alla fine di Novembre. All’appuntamento, organizzato da IFOAM EU ed Ecovalia, hanno partecipato 140 persone provenienti da 18 Paesi del mondo; era presente anche Suolo e Salute, sponsor di Ifoam UE, con il Presidente Angelo Costa e il Direttore Tecnico Alessandro D’Elia.

A conclusione dell’evento, gli organizzatori hanno lanciato un messaggio alle istituzioni europee: “Sostenete lo sviluppo dell’agroalimentare bio”.

Cambiare le regole per sostenere lo sviluppo in atto

Il Tasso di crescita annuo composto del settore degli alimenti e delle bevande bio in Europa è stato previsto al 7% circa, da qui al 2020. Si tratta di un volano di sviluppo imprescindibile ormai, per rimettere in carreggiata un continente in crisi endemica.

Lo sanno bene gli organizzatori dell’appuntamento spagnolo che infatti lanciano un appello alle istituzioni comunitarie.

Ogni anno i consumatori dimostrano che desiderano acquistare prodotti alimentari ecofriendly”, dichiara Bavo van den Idsert membro del board di IFOAM EU. “Una crescita del mercato che ha bisogno di essere sostenuta e protetta attraverso una migliore regolazione del settore”.

Tra le proposte avanzate durante la conferenza, c’è una nuova gestione dei livelli di residui chimici sui prodotti agroalimentari:

Una regolazione che dovrebbe seguire il principio del ‘Chi inquina paga’. Ciò implica anche che le aziende agricole bio non possono essere punite con la decertificazione se vengono rinvenuti contaminanti chimici sui propri prodotti a causa dei coltivatori vicini o del livello generale di inquinamento ambientale. Ed è proprio ciò che il Parlamento Europeo ha proposto: la Commissione dovrebbe accogliere tale provvedimento, in modo tale da migliorare la coordinazione e lo scambio di informazioni in tutto il continente”.

In questo modo, spiega ancora van den Idsert, “la nuova regolamentazione potrebbe sviluppare lo sviluppo del bio in Europa, sollevando gli operatori di settore dal peso dell’incertezza”.

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               Gli esponenti di Suolo e Salute a Siviglia: il Presidente Costa e il Direttore dello Tecnico D’Elia

Sviluppo sostenibile: coinvolgere tutti gli operatori e ridurre la burocrazia

Secondo Alexander Beck, presidente del Gruppo dei Trasformatori di IFOAM UE, le performance ambientali e l’integrità della catena distributiva dei prodotti bio dovrebbero interessare tutti gli attori del comparto. Eppure, “molti dei front-runner sono coltivatori e allevatori. Questo deve cambiare: anche le aziende di trasformazione e i responsabili della distribuzione dovrebbero essere coinvolti nel processo”.

Da qui nasce la necessità di una nuova regolamentazione europea, per costringere anche questi elementi fondamentali ad abbassare il proprio impatto ambientale. “La normativa vigente sull’argomento è scarsa e non è chiaro se questa direzione verrà mai intrapresa dalla nuova legislazione”.

Eppure si tratta di un passaggio essenziale: “Per sostenere ulteriormente lo sviluppo del settore biologico, una nuova regolamentazione comunitaria dovrebbe contenere specifici requisiti anche per le aziende di trasformazione e distribuzione, con l’obiettivo di evitare però ulteriori oneri burocratici”.

Sull’efficienza dell’apparato burocratico, interviene anche Eduardo Cuoco, direttore di IFOAM UE, che a margine dell’evento di Siviglia ha dichiarato:

Il sistema di controllo e certificazione è fondamentale per il funzionamento di tutti gli elementi del comparto bio. Già dal 2012 nelle istituzioni europee è in atto una revisione di tale sistema, allo scopo di renderlo più efficiente. Le proposte che sono attualmente sul tavolo, però, non rispecchiano le necessità reali del comparto e non offrono soluzioni convincenti”.

Cuoco prosegue sostenendo che “le ispezioni annuali sui campi vanno mantenuto, dal momento che offrono al consumatore la fiducia necessaria. Non solo: il contatto tra l’operatore e gli ispettori migliora la comprensione e l’aderenza delle aziende agricole ai requisiti legali necessari”.

FONTI:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2016/11/25/press-release-organic-leaders-call-regulation-supports-development

http://www.ifoam-eu.org/en/events/4th-organic-processing-conference

http://www.technavio.com/report/europe-non-alcoholic-beverages-organic-food-and-beverages-market-europe-2016-2020

Rete Rurale Nazionale: i primi risultati nel settore bio in un evento a Roma

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Appuntamento a Roma per la presentazione dei primi risultati delle attività della Rete Rurale Nazionale (RRN) con riferimento all’agricoltura biologica. Il seminario, che si terrà il 14 dicembre presso l’hotel Radisson, sarà l’occasione per fare il punto su quanto fatto finora nell’ambito del programma 2014-2020.

All’appuntamento parteciperanno rappresentanti delle istituzioni e membri dei centri di ricerca del settore. L’evento si svolgerà con il patrocinio del Mipaaf, il Ministero delle politiche agricole, del Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura, dell’Ismea, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, e l’Unione Europea.

I risultati della Rete Rurale nel settore bio: il programma in dettaglio

Nelle intenzioni dei proponenti, il seminario di mercoledì 14 dicembre sarà l’occasione per fare il punto sul primo anno di operatività della Rete Rurale Nazionale 2014-2020. Un programma nel quale le attività in tema di agricoltura biologica hanno intrapreso due direzioni fondamentali:

  • La verifica dei possibili effetti delle politiche sul territorio
  • Il miglioramento della comunicazione e dell’informazione, atto a favorire la conversione al bio delle aziende, agevolando al contempo la loro gestione, grazie alla diffusione di programmi innovativi e best practice.

Pur trattandosi di risultati preliminari, scrivono gli organizzatori “si ritiene utile un confronto con le istituzioni e gli stakeholder su quanto finora realizzato. In questo modo sarà possibile indirizzare le attività future, rendendole più coerenti con le aspettative e i fabbisogni dei responsabili delle politiche e degli attori del settore biologico”.

Il programma sarà coordinato in questo modo.

L’appuntamento è per le ore 9, con la registrazione dei partecipanti, una sessione plenaria e l’apertura dei lavori da parte di Emilio Gatto, in rappresentanza del Mipaaf.

Alle ore 9:45 i rappresentanti della RRN di Molise, Pierluigi Milone, e Lazio, Guido Bronchini, relazioneranno sulle “Strategie regionali per l’agricoltura biologica”.

A seguire, a partire dalle 10:00, si terranno due sessioni parallele, che riguarderanno due diversi ambiti del primo biennio di programmazione della RRN.

Il primo tavolo tematico sarà su “Agricoltura biologica e territorio”. Parteciperanno Riccardo Meo (Ismea) che relazionerà su “Pagamenti e sistemi sanzionatori”, Alessandra Vaccaro (Crea) su “L’agricoltura sostenibile nei PSR”, Andrea Arzeni (Crea) su “Pagamenti e sostenibilità”, e Alberto Sturla (Crea) sui “Bio-Distretti”. Modera Laura Viganò del Crea.

Il secondo tavolo tematico riguarderà invece “L’informazione e la comunicazione in agricoltura biologica”. Parteciperanno Francesco Giardina (Ismea) con un intervento intitolato “Verso la conversione”, Antonella Giuliano (Ismea) su “Le vetrine delle aziende di successo, e Corrado Ciaccia (Crea) su “Video e divulgazione tecnica”. Modera Francesco Giardina di Ismea.

A entrambi i panel seguirà dibattito.

Alle ore 12, verranno illustrate le conclusioni e i feedback giunti durante lo svolgimento dei due tavoli tematici. Relazioneranno i due moderatori Laura Viganò e Francesco Giardina.

Le conclusioni, alle ore 12:50, saranno affidate a Roberta Cafiero del Mipaaf.

Rete Rurale Nazionale: il programma di sviluppo delle aree rurali

La RRN è un programma di sviluppo con cui l’Italia partecipa alle attività europee (RRE: Rete Rurale Europea) di più ampio respiro. L’obiettivo della Rete è di accompagnare e integrare tutte le attività legate allo sviluppo delle aree rurali. Questo è avvenuto fino a pochi anni fa con il programma 2007-2013 ed è ancora in atto con il programma 20014-2020.

Gli obiettivi della RRN sono molteplici.

Innanzitutto si punta a supportare le politiche di sviluppo nelle aree agricole del Paese. Ci sono poi interventi dedicati allo scambio di esperienze e conoscenze tra operatori del settore, istituzioni e soggetti diversi che operano e vivono nelle aree rurali.

Le linee di intervento della Rete Rurale sono tre:

  • Miglioramento della governance
  • Rafforzamento delle capacità progettuali e gestionali
  • Diffusione delle buone prassi e delle conoscenze

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1101

http://www.feder.bio/files/1822.pdf

http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13

Bilancio Ue: i 435 mln per la riserva di crisi rientrano nel budget agricolo

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La recente discussione sul bilancio Ue per l’anno 2017 ha portato al rientro della riserva di crisi all’interno della dotazione prevista per il budget agricolo. Nel dettaglio, rientrano nel settore fondi per 435 milioni di euro. Erano stati prelevati per la cosiddetta “riserva di crisi” ma non sono stati utilizzati.

La riserva di crisi nel bilancio UE

A partire dal 2013, in fase di approvazione del bilancio Ue, le istituzioni comunitarie creano la cosiddetta “riserva di crisi”. Si tratta di una misura destinata a fornire sostegno nelle situazioni di grave crisi, che possono interessare la produzione agricola o la distribuzione dei prodotti agroalimentari.

La cifra di tale riserva è pari a circa 400 milioni di euro ogni anno e si ottiene dal taglio lineare dei pagamenti diretti destinati agli operatori del settore agricolo. Una riduzione che avviene secondo le regole della disciplina finanziaria e che quindi viene attuato sui pagamenti superiori ai duemila euro.

Quando l’importo non viene utilizzato, allora la Comunità Europea lo restituisce ai legittimi destinatari, ovvero agli agricoltori stessi. In questo caso, i pagamenti diretti saranno eseguiti nell’anno successivo al taglio.

Il budget agricolo nel bilancio Ue

Come già avvenuto per le annualità 2015 e 2016, anche il bilancio 2017 prevede nel budget agricolo la restituzione della riserva anti-crisi. Questo avviene malgrado il crollo dei prezzi che ha duramente colpito il settore degli allevamenti. Una crisi a cui l’Ue ha fatto fronte individuando circa 1 miliardo di risorse aggiuntive da destinare agli aiuti straordinari, senza dover per questo ricorrere alla riserva.

Il voto definitivo del Parlamento Europeo sul bilancio Ue 2017 è arrivato il primo dicembre scorso. All’interno della manovra, il totale degli impegni è fissato a 157,85 miliardi di euro, mentre quello dei pagamenti arriva a 134,49 miliardi.

Il bilancio include, tra le altre misure, anche un pacchetto di aiuti di circa 500 milioni per il sostegno ai produttori di latte e agli altri allevatori. Tra le rubriche di interesse per il comparto, infine, l’Ue destina 58,5 miliardi di euro in impegni e 54,9 miliardi in pagamenti alla rubrica ‘Crescita sostenibile: risorse naturali’.

FONTI:

http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=3094

http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/istituzioni/2016/11/28/agricoltura-ue-435mln-riserva-crisi-tornano-ad-agricoltori_1b50fab9-1080-499c-b9de-154909ce413d.html

http://agriregionieuropa.univpm.it/it/views/glossario_pac/riserva%20di%20crisi

http://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2016/11/28-eu-budget/

http://www.europarl.europa.eu/news/en/news-room/20161129IPR53614/eu-budget-2017-approved-better-support-for-youth-and-growth-initiatives

Incentivi agli agricoltori: 3 milioni di euro per difendere la biodiversità

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tre milioni di euro per difendere la biodiversità. È la somma che la Regione Emilia Romagna ha deciso di destinare per promuovere la sostenibilità e la salvaguardia di ambienti naturali di alto pregio e tipici del territorio.

I due bandi, approvati dalla Giunta regionale, metteranno a disposizione nel complesso 3 milioni di euro all’anno del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 sotto forma di incentivi agli agricoltori, singoli o associati in cooperativa.

Si tratta di una soluzione che garantisce continuità alla programmazione del Psr avviata l’anno scorso e che riguarda in particolare la “Gestione dei collegamenti ecologici dei siti Natura 2000 e conservazione di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario” e il “Ritiro dei seminativi dalla produzione per venti anni per scopi ambientali e gestione dei collegamenti ecologici dei siti Natura 2000”.

Cosa prevedono i bandi per la biodiversità

Il primo bando è volto alla salvaguardia della biodiversità nelle aree di pianura e favorisce gli interventi finalizzati alla tutela della fauna e della flora selvatiche mediante la conservazione di elementi caratteristici del paesaggio agrario. Il plafond messo a disposizione di questi interventi è di 1 milione di euro per il 2016. Gli agricoltori che aderiscono all’iniziativa riceveranno un contributo di 800 euro per ettaro all’anno, a partire dal 2017, per la conservazione di siepi o boschetti. La quota sale a mille euro l’ettaro per il mantenimento di stagni o maceri. La durata dell’impegno è di dieci anni.

Il secondo bando, invece, prevede una dotazione di due milioni di euro, destinati al ritiro dei seminativi dalla produzione per un ventennio e al mantenimento di ecosistemi come prati umidi, complessi macchia radura o altri ambienti naturali. Il contributo varia a seconda delle zone interessate. L’importo degli aiuti, infatti, parte da 500 euro per ettaro nel caso di macchia radura e/o ambienti con funzioni di collegamento ecologico nelle aree di collina e montagna. Passa invece a 1.000 euro nel caso di macchia radura in pianura e può arrivare fino a 1.500 euro per ettaro l’anno per i prati umidi.

Tempi e modalità di presentazione delle domande

Le domande possono essere presentate a partire dai primi giorni di dicembre (AGREA provvederà a dare comunicazione sul proprio sito Internet del primo giorno utile per la presentazione delle domande di sostegno) alle ore 12 del 28 febbraio  2017. Gli aumenti valgono anche per gli agricoltori che hanno aderito ai bandi 2015, ma avranno effetto solo dal 2017.

Le domande possono essere presentate online, compilando la specifica modulistica prodotta dal SIAG – Sistema Informativo Agricolo di AGREA.

I nuovi bandi contengono delle modifiche ad hoc volte a facilitare l’adesione di quelle aziende che hanno già partecipato ad analoghe misure del Psr.

Secondo l’Assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli: “Gli interventi in campo sono una delle punte più avanzate del Psr dell’Emilia-Romagna. Con questi due ulteriori bandi rafforziamo le iniziative a favore della biodiversità e del mantenimento di habitat di alto pregio naturalistico e paesaggistico”.

Fonti:

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/comunicati-stampa/2016/novembre/3-milioni-di-euro-per-biodiversita-e-habitat-naturali-di-alto-pregio

http://www.askanews.it/regioni/emilia-romagna/emilia-r-da-regione-due-bandi-da-3-milioni-per-biodiversita_711946595.htm

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020/bandi/bandi-2016/copy_of_biodiversita-10-1-09-e-gli-elementi-caratteristici-del-paesaggio-agrario-10-1.10/?searchterm=biodiversit%C3%A0

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020/bandi/bandi-2016/paesaggio-agrario-10-1-09/?searchterm=biodiversit%C3%A0

Carnemolla (FederBio): “Basta scomuniche contro il Biodinamico”

Campo di grano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non si placano le polemiche sul settore agricolo biodinamico. Tutto è nato in occasione del 34esimo convegno internazionale sul comparto, organizzato nell’ateneo Federico II di Napoli. Una parte della comunità scientifica, in occasione dell’evento, si è infatti scagliata contro quella che considera come “stregoneria agricola”.

Le associazioni del settore, però, non ci stanno. E ribattono punto su punto. “L’agricoltura biodinamica è una risorsa economica e ambientale, pienamente inserita nel mondo più vasto del biologico, e chiede impegno nella ricerca e nella formazione”, è il commento di Paolo Carnemolla, presidente di Federbio, la federazione delle sigle del comparto agroalimentare che, in Italia, non fanno ricorso a prodotti chimici nei campi.

Il biodinamico come opportunità

In una lettera inviata al Corriere della Sera, Carnemolla ha ricordato in primis il grande successo del settore bio, che potrebbe avere un effetto trainante su tutto il comparto agroalimentare:

Il settore cresce al ritmo del 20% ogni anno e sono già diversi i Paesi del Nord Europa che guardano con interesse ai nostri prodotti. In molti infatti hanno manifestato la loro disponibilità ad accogliere un aumento del 25% di export bio dal nostro Paese”. Una richiesta che consentirebbe di aumentare di circa 300 milioni di euro il fatturato annuo dei prodotti biodinamici Made in Italy destinati all’export. “Vogliamo buttarli via per una questione di principio, come propongono di fare alcune società scientifiche?”, si chiede Carnemolla.

Il biodinamico, sottolinea inoltre, non è una parte marginale dell’agroalimentare biologico, ne è anzi componente fondamentale. Carnemolla parla apertamente di “scomunica” operata nei confronti di alcuni docenti universitari che hanno dato la propria disponibilità ad avviare un percorso di ricerca nel campo del biodinamico. “Una scomunica che nasce da pregiudizi e luoghi comuni, che nulla hanno a che vedere con la scienza, che invece dovrebbe indagare senza preconcetti”.

D’altro canto, il presidente di FederBio si dice convinto che “la gran parte dei ricercatori italiani non è disposta a istituire un nuovo indice delle pratiche proibite. Al contrario, la comunità scientifica vuole confrontarsi su numeri e fatti. Il settore biodinamico è pronto a rispondere: questo tipo di agricoltura non si oppone all’indagine scientifica, ma anzi la sollecita, per affinare le tecniche di coltivazione e scoprirne di nuove”.

E conclude sottolineando come il biologico non abbia “multinazionali alle spalle e che abbia invece bisogno di ricerca scientifica pubblica e libera”.

Il biodinamico per la protezione umana e ambientale

In Italia, secondo i dati snocciolati dal presidente di FederBio, vengono impiegati ogni anno quasi 1,5 milioni di quintali di pesticidi. Una quantità di prodotti chimici che viene poi distribuito sulle tavole di milioni di italiani.

Conosciamo gli effetti nefasti per la salute umana delle sostanze chimiche usate sui campi. E anche se sono pochi i singoli prodotti alimentari che risultano fuori norma, è anche vero che i residui chimici si accumulano di volta in volta: nessuno ha mai indagato su cosa fa lo zero-virgola-qualcosa di residuo di pesticidi aggiunto allo zero-virgola-qualcosa aggiunto alla zero-virgola-qualcosa e così via”.

Ecco perché, secondo Carnemolla, ci si dovrebbe occupare di questo tipo di problemi e non del fatto che “il biodinamico sia o non sia una pseudoscienza.

Tra l’altro questa tecnica di coltivazione ha anche importanti ricadute ambientali: migliora la tenuta idrogeologica dei terreni, incrementa la capacità di assorbimento dei gas serra, rallenta il processo di desertificazione, interviene positivamente nella difesa del paesaggio.

Biodinamico “progenitore” del bio

Sullo stesso argomento, Carnemolla è poi intervenuto con un articolo sull’Huffington post. Dove ha sottolineato che il biodinamico è il primo in ordine di tempo dei metodi agricoli biologici. Una pratica agricola ecologica che porta con sé un bagaglio di esperienze e conoscenze quasi secolare.

Concludendo, il presidente FederBio ricorda anche l’importante riconoscimento che le istituzioni comunitarie hanno conferito al settore già 25 anni fa:

L’agricoltura biodinamica dal 1991 è normata e certificata nell’Unione Europea al pari di quella biologica, di cui condivide quindi tutte le basi scientifiche e tecniche e l’impianto normativo, oltre che il sistema di certificazione”.

FONTI:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1099

http://www.huffingtonpost.it/paolo-carnemolla/quanto-accanimento-contro-il-biodinamico-e-se-invece-si-facesse-piu-ricerca_b_13281816.html

http://www.ilfoglio.it/scienza/2016/11/12/news/universita-biodinamica-la-federico-ii-si-occupa-di-stregoneria-agricola-106578/

http://www.suoloesalute.it/lagroecologia-la-rinascita-del-sud-convegno-napoli/