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BIOEUROPA 2016: i Contratti di Filiera e Distretto risorsa per il biologico

Nell’ambito del progetto “Montebello BIO 2.0 #FARERETE”, si terrà il prossimo 30 luglio l’evento “BIOEUROPA 2016 – Filiere e distretti: il futuro dell’agricoltura biologica passa da qui”, a partire dalle 9:30 del mattino, presso la Cooperativa “Gino Girolomoni” a Isola del Piano, nella provincia di Pesaro/Urbino.

Obiettivo principale del convegno, sarà fare il punto della situazione sul settore dell’agricoltura biologica in Italia e cercare di immaginare gli sviluppi del comparto nei prossimi anni. In particolare, l’accento sarà posto – come si evince dal titolo – sui Contratti Nazionali di Filiera e di Distretto nel settore Agroalimentare.

Al convegno parteciperanno esponenti delle istituzioni, sia locali che nazionali, operatori del settore e giornalisti.

L’evento, che quest’anno giunge alla sua 19esima edizione, è stato organizzato dalla cooperativa biologica Montebello e dalla Regione Marche, oltre che dalla Cooperativa Girolomoni. Partner di BIOEUROPA, l’Alleanza delle Cooperative Italiane e Con Marche Bio, consorzio del settore biologico marchigiano.

Il convegno cercherà di fare il punto sulle criticità ancora presenti nel comparto, puntando sulla sensibilizzazione delle istituzioni affinché intervengano in maniera fattiva e puntuale: “Ci troviamo davanti a una crescita importante del settore – sottolinea Francesco Torriani, Presidente Consorzio Marche Biologiche e Vice coordinatore dell’Alleanza delle Cooperative italiane – che da “nicchia” si è trasformato in “comparto”, offrendo maggiori opportunità ai produttori (singoli e associati), ma al tempo stesso evidenziando una serie di lacune, soprattutto sul piano organizzativo ed economico”.

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Il programma dell’evento prevede:

  • Alle ore 9:30, apertura dei lavori con interventi introduttivi di Pierfrancesco Fattori, Presidente della Cooperativa Agricola Montebello, Giovanni B. Girolomoni, Presidente della Cooperativa Girolomoni, e Giuseppe Paolini, sindaco di Isola del Piano.
  • Alle 9:45 cominceranno le relazioni di esperti e rappresentanti istituzionali. Francesco Giardina (Mipaaf), relazionerà sul Piano Strategico Nazionale per l’Agricoltura Biologica, mentre Lorenzo Bisogni, del Servizio Agricoltura della Regione Marche, introdurrà il tema delle Filiere Agroalimentari di Qualità e il PSR Marche 2014-2020. Federica Luzi, Responsabile del Settore Agricolo dell’Alleanza Cooperative Italiane, interverrà sui Contratti Nazionali di Filiera e Distretto. Attilio Picchi (Iccrea), infine, si occuperà del Credito in agricoltura biologica.
  • Alle 12 sarà organizzata una Tavola Rotonda a cui parteciperanno Alessandra Terrosi della Commissione agricoltura della Camera dei deputati, Anna Casini, Vicepresidente e Assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Luca Bianchi, Capo Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare e della pesca presso il Mipaaf, Giorgio Mercuri dell’Alleanza delle Cooperative Italiane dell’Agroalimentare, e Francesco Torriani, Presidente del Consorzio Marche Biologiche e Vice Coordinatore del Settore Biologico dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.

A coordinare le attività, ci sarà Lorenzo Tosi, giornalista di Terra e Vita. Al termine dei lavori, la cooperativa Girolomoni offrirà ai partecipanti un buffet con i propri prodotti.

FONTI:

http://www.feder.bio/files/1752.pdf

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1049

http://www.fanoinforma.it/bioeuropa-2016-il-futuro-dellagricoltura-passa-qui/

L’Agricoltura Biologica spopola in Emilia Romagna: boom a Ferrara

Il settore dell’agricoltura biologica sta vivendo un periodo di fioritura importante in tutta Italia, in modo particolare in Regioni come Calabria, Puglia e Sicilia, dove grazie allo strumento dei Psr e ai fondi europei, sono presenti le maggiori superfici agricole investite nel biologico (dati 2014).

Uno sviluppo importante nel settore ha investito, però, anche il centro-nord. È il caso dell’Emilia Romagna che, secondo l’ultimo rapporto sul biologico presentato dal Centro Studi di Confagricoltura, ha visto una variazione del +9,9% tra il 2013 e il 2014, passando dagli 80.924 ettari originari agli 88.899 dell’ultima rilevazione. In particolare, a stupire è la performance della provincia di Ferrara, con i suoi 12mila ettari di terreno coltivati con metodi green. Un sistema che sta riscontrando molto successo, soprattutto sul fronte delle esportazioni: “Il settore biologico sta dimostrando grande vivacità oltre ad essere proiettato verso i mercati esteri” ha spiegato di recente Pier Carlo Scaramagli, presidente di Confagricoltura Ferrara. Scaramagli tenta anche di spronare le istituzioni per un impegno maggiore nel settore:“Oltre a consolidare l’aggregazione dell’offerta dei produttori, è necessario aumentare la ricerca: il biologico, infatti, potrebbe rappresentare un investimento tecnologico per il futuro oltre ad una concreta possibilità soprattutto del seminativo e della frutticoltura”. Servono, quindi, maggiori investimenti nel campo dell’innovazione: il piano strategico nazionale per l’agricoltura biologica, appena approvato, va in questa giusta direzione.

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D’altronde è ormai assodato che se l’intero comparto agricolo vuole crescere a livello nazionale, deve seguire le orme delle aziende più green. Le imprese che hanno scelto, in Italia, l’agricoltura biologica hanno superato le 55mila, facendo marcare un +6% ogni anno a partire dal 2011. La coltivazione sostenibile rappresenta più del 10% dell’intera superficie agricola nazionale (circa un milione e mezzo di ettari).

L’agricoltura biologica nostrana ha una vocazione soprattutto per l’export: secondo i dati Confagricoltura, oltre il 74% delle imprese italiane del settore è presente sui mercati internazionali da più di 5 anni, con sbocchi soprattutto nel Nord Europa (Germania e Francia su tutte). Il primo Paese extraeuropeo per importazione del Made in Italy sono gli Stati Uniti. Tra i prodotti privilegiati dai mercati esteri ci sono frutta e verdura (20%) e i sostituti del latte (16%) come le bevande vegetali e la soia.

FONTI:

http://lanuovaferrara.gelocal.it/ferrara/cronaca/2016/07/24/news/agricoltura-biologica-in-marcia-1.13867217?refresh_ce

http://www.confagricoltura.it/ita/press-room_anno-2016/giugno-2/convegno-confagricoltura-biologico-comparto-in-crescita-sul-mercato-interno-ed-internazionale-pero-le-regioni-devono-crederci.php

https://argav.files.wordpress.com/2016/06/agricoltura_biologica_italiana.pdf

Il biologico va in scena a Desenzano del Garda: due date ad agosto

Due appuntamenti con il biologico, ad agosto, a Desenzano del Garda. Lo spettacolo naturale del lungolago sul Garda sarà lo scenario ideale per i mercati del biologico MEGLIO BIO, organizzati dall’associazione la Buona Terra, Associazione Lombarda Agricoltori Biologici e Biodinamici.

Dopo il successo che l’iniziativa ha riscontrato negli ultimi anni, all’interno della cornice del “Desenzano Agricultura festival”, La Buona Terra ha deciso di ritornare nel comune bresciano con il proprio mercato biologico, con tre appuntamenti: per chi non fosse stato presente il 24 luglio, è possibile recuperare il 14 e il 18 agosto. Tre domeniche dedicate ai prodotti biologici, dell’orto o degli allevamenti bio, e agli alimenti a chilometro 0. I mercatini saranno presenti sul lungolago Cesare Battisti, nell’area antistante piazza Matteotti.

L’iniziativa è stata pensata anche come opportunità di riflessione sui propri comportamenti quotidiani, sull’alimentazione bio e su uno stile di vita ecocompatibile: “Come sempre”, si legge in un comunicato, “ai mercati biologici i visitatori potranno confrontarsi direttamente con i produttori per approfondire adeguatamente la propria conoscenza delle metodologie dell’agricoltura biologica come elemento essenziale di uno stile di vita ecocompatibile”.

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Uno degli aspetti che caratterizza i mercati “Meglio Bio”, infatti, è la filiera corta: il contatto diretto e umano tra produttore e consumatore riveste importanza primaria. Per due ragioni molto semplici. In primis per spiegare agli acquirenti il modo di agire e lavorare dei coltivatori e degli allevatori locali. In secondo luogo, per contenere i prezzi, riducendo gli intermediari.

La maggior parte dei prodotti alimentari in vendita, rigorosamente biologici, provengono dalle coltivazioni e dagli allevamenti bresciani e lombardi: una ghiotta occasione, non solo per gli abitanti del luogo, ma anche per i numerosi turisti italiani e stranieri che frequentano Desenzano nel periodo estivo.

All’interno di MEGLIO BIO saranno dedicati anche degli spazi ai cosiddetti prodotti “no food”: capi d’abbigliamento, cosmetici, prodotti erboristici e per la salute, realizzati con materia prima biologica o ecologici e privi di elementi tossici per l’uomo e l’ambiente.

FONTI:

http://www.feder.bio/agenda.php?nid=1051

http://www.feder.bio/files/1762.pdf

http://www.labuonaterra.it/pdf/meglio_bio.pdf

Malta in prima linea per bandire il glifosato

maltaMalta ha avviato il processo per mettere al bando il glifosato, l’ingrediente principale dell’erbicida Roundup di Monsanto. Lo scorso anno lo IARC ha inserito il glifosato nella lista delle sostanze probabilmente cancerogene per l’uomo.

Proprio Malta ha rappresentato l’unico Paese UE ad aver votato attivamente contro la proposta di estensione dell’autorizzazione all’uso del glifosato lo scorso giugno. Se tutto andrà a buon fine sarà il primo Stato europeo a mettere al bando il glifosato sul proprio territorio.

Nel frattempo anche la Francia sta prendendo in considerazione la messa al bando di questa sostanza. La posizione di Malta rimane contro l’impiego del glifosato, coerentemente al voto espresso in precedenza.Le preoccupazioni sull’uso del glifosato riguardano sia l’ambiente che la salute dei cittadini. I diversi studi sul glifosato pubblicati di recente hanno utilizzato diversi criteri di valutazione e al momento in Europa non esiste ancora una posizione univoca. Ma Malta preferisce seguire il principio di precauzione e si sta muovendo verso il divieto.

In Europa l’impiego del glifosato è stato prolungato per 18 mesi dallo scorso 30 giugno per permettere ulteriori valutazioni dell’impatto di questa sostanza sull’ambiente e sulla salute. Ma nulla vieta ai singoli Stati di decidere autonomamente per la messa al bando sul proprio territorio e Malta si sta già muovendo in questo senso.La decisione di Malta mostra coraggio da parte del Governo che ha deciso di dare ascolto alle preoccupazioni degli esperti e dei cittadini che vogliono proteggersi da una sostanza potenzialmente pericolosa.

L’associazione Friends of the Earth Malta ha accolto positivamente la notizia e spera che altri Paesi europei seguano l’esempio di Malta e colgano al più presto la possibilità di mettere da subito al bando il glifosato. In Italia prosegue la campagna del Comitato Stop Glifosato (a cui GreenMe aderisce). Lo scorso 11 luglio gli esperti dei 28 Stati UE hanno votato a favore della restrizione delle condizioni d’uso dell’erbicida sul territorio dell’Unione Europea con  l’obbligo di minimizzarne l’uso in parchi pubblici e parchi giochie con il rafforzamento dell’esame minuzioso del suo uso pre-raccolto. Inoltre i Paesi UE sono a favore della messa al bando del coformulante Poe-tallowamine (una sostanza che ‘attiva’ il glifosato).

Queste restrizioni si applicheranno alla proroga di 18 mesi sull’autorizzazione all’impiego del glifosato. Nel frattempo l’Agenzia europea per le sostanze chimiche Echa si occuperà di esprimere il proprio parere sulla sua tossicità.

fonte: www.greenme.it

 

 

 

PAC: misure realmente a sostegno dell’agricoltura biologica? Il parere di IFOAM

La riforma della PAC (Politica Agricola Comune) per il periodo 2014-2020 non fornisce strumenti chiari e sufficienti per promuovere una vera transizione verso l’agricoltura sostenibile.

È questa la conclusione a cui arriva un nuovo studio, promosso da IFOAM EU e condotto dall’Istituto per l’agricoltura biologica (FiBL).

I risultati sono stati diffusi prima della riunione dei ministri dell’agricoltura dell’UE, tenutasi il 18 luglio scorso per discutere l’ulteriore semplificazione della PAC.

Secondo quanto affermato in un comunicato stampa diffuso dalla stessa IFOAM, la maggior parte degli strumenti messi a disposizione dalla PAC sarebbero limitati a sostenere le singole pratiche agricole e non a promuovere una transizione completa verso la sostenibilità.

Anche se sono previste delle misure “verdi” che rappresentano un passo e un incoraggiamento verso la giusta direzione, queste non sono sufficienti.

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Il supporto diretto per lo sviluppo di sistemi agricoli biologici rappresenta solo l’1,5% del bilancio agricolo totale dell’UE.

L’autore principale dello studio, Matthias Stolze, responsabile di Scienze Socio-economiche all’Istituto di ricerca di agricoltura biologica (FiBL), dichiara: “Nonostante alcuni miglioramenti nell’ultima riforma, come la componente ecologica, la maggior parte del bilancio della PAC è ancora dedicata a obiettivi politici non legati alla sostenibilità e così non riesce a dare all’UE concrete opportunità per una transizione verso sistemi agro-alimentari più sostenibili e per sostenere gli agricoltori che vorrebbero prendervi parte“.

Per questo, conclude, sono necessari maggiori sforzi per rendere i beni pubblici una parte integrante e integrata della strategia PAC e non semplicemente un'”aggiunta”.

Lo studio mostra che la maggior parte della PAC favorisce ancora in modo sproporzionato la produzione a prescindere dalla sostenibilità globale dell’azienda. Per esempio, l’agricoltura biologica si è dimostrata un scelta adatta a soddisfare la domanda dei consumatori e un beneficio per l’ambiente, eppure i mezzi per aumentarne la produzione in Europa sono piuttosto deboli. Dati previsionali sulle conversioni future indicano che nella maggior parte dei paesi le opportunità per aumentare in modo significativo la superficie biologica entro il 2020 sono veramente limitate.

Jan Plagge, di IFOAM EU, spiega: “La PAC rappresenta il 40% dell’apporto dei contribuenti al bilancio dell’UE e dovrebbe essere usato per aiutare gli agricoltori a migliorare la loro sostenibilità a lungo termine, raggiungere gli obiettivi ambientali e climatici dell’UE, e soddisfare le aspettative dei consumatori che sono sempre più alla ricerca di cibo di qualità come dimostra la continua crescita delle vendite di alimenti biologici “.

Per questo, spiega IFOAM, è necessario che la Commissione europea e i ministri dell’Agricoltura pensino seriamente a come la politica possa incoraggiare gli agricoltori che vogliono intraprendere una strada più sostenibile, riconoscendogli pienamente la fornitura di beni pubblici come l’acqua pulita e suoli sani.

Fonti:

http://www.feder.bio/comunicati-stampa.php?nid=1048

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2016/07/15/press-release-cap-not-delivering-public-goods-promised

http://www.ifoam-eu.org/sites/default/files/ifoameu_study_organic_farming_cap_2014_2020_final.pdf

IFOAM: agricoltura ruolo chiave nel taglio delle emissioni

L’Unione europea ha reso note le sue proposte, Stato per Stato, per ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030, in funzione dei diversi pil. Questi tagli dovranno rendere possibile all’Ue di mantenere l’impegno preso al vertice sul clima di Parigi per una riduzione globale delle emissioni del 40%, rispetto ai livelli registrati nel 2005.

La riduzione delle emissioni riguarda i settori non coperti dal mercato europeo dell’anidride carbonica: l’edilizia, l’agricoltura, i rifiuti e i trasporti, che rappresentavano nel 2014 il 60% del totale della produzione di gas serra nel continente.

IFOAM ha accolto con favore la proposta della Commissione, ribadendo il ruolo centrale svolto dal settore agricolo.

Jan Plagge, vicepresidente di IFOAM UE afferma: “Il settore agricolo soffrirà più di ogni altro gli impatti dei cambiamenti climatici. Allo stesso tempo, ci sono diverse pratiche agricole che possono ridurre le emissioni, molte delle quali offrono ulteriori benefici ambientali e un reddito supplementare per gli agricoltori“.

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Il vecchio modello di produzione, continua Plagge, si è rivelato un vicolo cieco. Una cosa resa ancora più evidente dall’attuale crisi nel settore del latte e della carne. Per far fronte a questa situazione, incalza il vicepresidente della Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica, le Istituzioni dovrebbero promuovere servizi ambientali e sostegni a un sistema produttivo agricolo orientato alla qualità e alla sostenibilità.

E in questo, un ruolo centrale è occupato dalla prossima PAC, come afferma Eric Gall, policy manager di IFOAM: “La prossima riforma della PAC dovrebbe tener conto dell’impatto totale di sistemi agricoli e di allevamento, guardando al potenziale di mitigazione dei gas serra delle pratiche agricole, insieme con il loro impatto sulla biodiversità, la salute del suolo, l’inquinamento delle acque, il benessere degli animali e il loro potenziale per aiutare le aziende agricole ad adattarsi ai cambiamenti climatici“.

A livello globale, il settore agricolo è responsabile del 10% delle emissioni di gas a effetto serra, ma considerando anche il consumo del suolo indiretto, come ad esempio la deforestazione legata alla produzione di mangimi e le importazioni, questa percentuale aumenta in modo significativo, fino al 25%.

Fonti:

http://www.ifoam-eu.org/en/news/2016/07/20/press-release-effort-sharing-decision-agriculture-should-play-its-part-emissions

http://www.askanews.it/esteri/bruxelles-presenta-quote-taglio-emissioni-fino-al-40-entro-2030_711862679.htm