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L’innovazione del biologico a Bruxelles

logo_tp-organics_500 x 250L’1 e 2 Dicembre 2015, a Bruxelles, la TP Organics sta organizzando l’evento denominato Organic Innovation Days
Lo scopo della manifestazione è per mostrare il potenziale di innovazione del cibo biologico
e settore agricolo. In tale contesto, TP Organics ha lanciato una contest chiamando ricercatori, aziende
e  agricoltori per proporre soluzioni innovative per ognuna delle tre seguenti esigenze del settore biologico:

• Tecnologie innovative per la gestione dei parassiti a
sistemi colturali biologici
• Nuovi concetti e tecnologie di trasformazione biologica
• Nuovi modelli di business di aggiunta di valore in azienda

Il vincitore del bando presenterà la sua innovazione e potrà discutere i risultati con esperti e legislatori al fine di contribuire alla realizzazione di nuove istanze che confluiranno in
EIP-AGRI e Horizon 2020
L’evento intende inoltre esplorare le opportunità e i rischi potenziali di innovazioni sviluppate al di fuori del settore agricolo, come bio-plastiche,
proteine ​​derivate da insetti o alghe, e il riciclo dei rifiuti urbani e umani. Sarà possibile che queste innovazioni siano prese e sviluppate dal settore biologico e a quali condizioni?

Biologico e ambiente: occhi puntati sulla COP21 di Parigi

Gli occhi del mondo sono tutti puntati su Parigi, dove dal 30 novembre all’11 dicembre si terrà la Conferenza internazionale sul clima ().

La speranza comune è quella di riuscire a raggiungere un accordo, applicabile a tutte le nazioni, che riesca a contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi, come richiesto da alcuni Paesi, in particolare le piccole isole che altrimenti rischiano di scomparire a causa dei cambiamenti climatici in atto.

IFOAM, la Federazione internazionale del movimento per l’agricoltura biologica, e IFOAM EU saranno sul posto per proporre un accordo internazionale che riconosca l’importanza del settore per la sicurezza alimentare e per combattere i cambiamenti climatici.

Secondo la Federazione, il tema del biologico è un punto di partenza dal quale non si può prescindere se si vuole migliorare la situazione climatica a livello mondiale.

COP21

 

 

 

 

 

 

 

 

Con quasi 800 milioni di persone che soffrono la fame, sottolinea IFOAM sul suo sito ufficiale, è necessario dare la priorità al diritto al cibo e alla sicurezza alimentare.

È necessario, continua la Federazione, che ci sia un impegno effettivo nell’affrontare e regolamentare le attività che producono le emissioni più elevate, come ad esempio l’uso di fertilizzanti.

Ecco un elenco di alcuni dei principali eventi a cui IFOAM parteciperà.

21 ° SESSIONE DELLA CONFERENZA DELLE PARTI 30 NOVEMBRE 11 DICEMBRE – PARIGI LE BOURGET

La COP21, come accennato, sarà un appuntamento cruciale. A questo appuntamento, il Segretariato UNFCCC.  IFOAM – Organics International interverrà nei negoziati.

CLIMATE GENERATIONS AREA – nei pressi di PARIGI LE BOURGET

Quest’area è dedicata ai progetti proposti dalla società civile e legati alla lotta contro il cambiamento climatico. Gli incontri sono aperti al pubblico.

4/1000 INITIATIVE: SOILS FOR FOOD SECURITY AND CLIMATE,  1 dicembre, PARIGI LE BOURGET

L ‘Iniziativa “4/1000: terreni per la sicurezza alimentare e climatica” mira a garantire che l’agricoltura svolga la sua parte nella lotta al cambiamento climatico. Qui si intende mostrare che anche un piccolo aumento del carbonio stoccato nel suolo (suoli agricoli, in particolare prati e pascoli, e suoli forestali) è di fondamentale importanza per migliorare la fertilità del suolo e la produzione agricola e per raggiungere l’obiettivo a lungo termine di limitare l’aumento della temperatura.   Il ripristino dei terreni agricoli degradati e l’aumento del tasso di carbonio nel suolo svolgono un ruolo importante per affrontare la triplice sfida della sicurezza alimentare, dell’adattamento dei sistemi alimentari e delle persone al cambiamento climatico, e della mitigazione delle emissioni di origine antropica.

FESTA DEL CONTADINO A COP21, IL 2 DICEMBRE, PARIGI LE BOURGET

Gruppi, ricercatori, persone comuni e altri sostenitori dell’agricoltura interverranno insieme per condividere le prospettive per l’agricoltura, alla luce delle trattative delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

INTERNATIONAL RIGHTS OF NATURE TRIBUNAL, 4-5 DICEMBRE,  PARIGI

È un’iniziativa creata dai e per i cittadini: fornisce alla gente di tutto il mondo l’opportunità di testimoniare pubblicamente come in alcuni casi governi e aziende non solo permettono, ma incoraggiano la distruzione della Terra. È aperta al pubblico, ma è richiesta la registrazione. IFOAM parteciperà a questo evento.

RAFFREDDARE IL PIANETA, NUTRIRE IL MONDO, 7 DICEMBRE, PARIGI

È un incontro volto a discutere su come invertire l’innalzamento delle temperature attraverso l’agricoltura biologica rigenerativa. Andre Leu, presidente di IFOAM interverrà assieme a Vandana Shiva, Ronnie Cummins, Tom Newmark e Hans Herren.

Fonti:

http://www.ifoam.bio/en/news/2015/11/16/ifoam-organics-international-cop-21-climate-conference-paris

http://newsroom.unfccc.int/lpaa/agriculture/join-the-41000-initiative-soils-for-food-security-and-climate/

 

Campania, via libera al Psr 2014-2020: sbloccati 1,8 miliardi di euro

Via libera da parte della Commissione europea al Programma nazionale di sviluppo rurale (Psrn) e ai Psr di Basilicata, Campania e Calabria. Sbloccati complessivamente 3,142 miliardi di euro.

Di questi fondi, in particolare, andranno alla regione Campania 1,84 miliardi di euro: 1,1 miliardi provenienti dal bilancio Ue e 726 milioni dal cofinanziamento nazionale.

Il Psr 2014-2020 sarà indirizzato al miglioramento della competitività dell’agricoltura, della salvaguardia, del ripristino e della valorizzazione degli ecosistemi.

Secondo il piano, oltre 700 milioni (38,7% del totale) sono destinati a preservare e ripristinare gli ecosistemi nei settori agricolo e forestale; poco meno di 600 milioni (31,7%) andranno ad aumentare la competitività delle imprese agricole.

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Numeri importanti, orientati alla tutela del territorio, al potenziamento dell’agricoltura biologica e alla formazione:

  • saranno circa 60.000 gli ettari che verranno tutelati mediante contratti di gestione ambientale del territorio, destinati ad obiettivi specifici in materia di biodiversità e gestione delle risorse idriche e alla prevenzione dell’erosione del suolo;
  • quasi 8.000 gli ettari di terreni agricoli che riceveranno il sostegno per il passaggio o il mantenimento dell’agricoltura biologica.
  • saranno 16.000, invece, i posti in corsi di formazione per promuovere l’innovazione, la cooperazione e la definizione delle pratiche più sostenibili, volti a migliorare la competitività e la sostenibilità del settore agricolo.
  • 400 saranno le aziende agricole (compresi i giovani agricoltori) che dovrebbero beneficiare di un sostegno per migliorare i propri risultati economici e ristrutturare e modernizzare le proprie aziende;
  • 500 giovani agricoltori potranno beneficiare degli aiuti all’avviamento di imprese;
  • infine, i progetti di diversificazione economica e di sviluppo locale creeranno circa 290 nuovi posti di lavoro e il 25% della popolazione rurale potrà accedere a migliori infrastrutture per le tecnologie di informazione e comunicazione (Tlc) e alla banda larga.

Il piano del Psr Campania prevede quindi un complesso intervento trasversale che ingloba in sé  attività di formazione, informazione e consulenza e per promuovere l’innovazione, la cooperazione e la definizione delle pratiche più sostenibili.

Buone notizie anche per quanto riguarda il Psr Campania 2007-2013: nella stessa giornata di approvazione del Programma di sviluppo rurale valido per il 2014-2020, è stata accordata una nuova proroga, fissata al 5 dicembre 2015, per la consegna della documentazione delle rendicontazione dei progetti che hanno partecipato al precedente programma.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2015/11/23/campania-semaforo-verde-al-psr-2014-2020/46391

http://www.repubblica.it/economia/2015/11/20/news/l_europa_sblocca_3_1_miliardi_di_fondi_per_i_programmi_rurali_in_italia-127790194/

http://www.agricoltura.regione.campania.it/PSR_2014_2020/psr_consultazione.html

 

I fondi UE per la ricerca dovrebbero essere spesi per l’agricoltura biologica

Aumentare gli investimenti nella ricerca per l’agricoltura biologica contribuirà a fornire risposte a molte questioni ambientali e sociali affrontate dai sistemi agricoli in Europa: lo dice un nuovo studio presso l’Universitè Catholique de Louvain (BE) e il Centro di ricerca biologica (UK). Lo studio è stato commissionato dal Partito dei Verdi al Parlamento europeo e rivela un paradosso tra il potenziale e l’attuale livello di investimenti di ricerca in agricoltura biologica.Agricoltura_ricerca_innovazione

Secondo lo studio, prove scientifiche dimostrano che l’agricoltura biologica è in una posizione migliore per affrontare le sfide della sostenibilità di agricoltura convenzionale. Funziona meglio sull’impatto ambientale, per la riduzione l’uso di antibiotici, per la qualità del cibo e la creazione di occupazione. Ma nonostante la sua migliore predisposizione e prestazione l’agricoltura biologica riceve solo da 1 a 5% dei bilanci nazionali per la ricerca agricola. Un maggiore finanziamento della ricerca consentirebbe al biologico di essere più produttivo ed aiutare l’UE a rendere i sistemi alimentari più sostenibili.

“Il settore alimentare e l’agricoltura biologica è un punto fondamentale nella transizione verso sistemi alimentari sostenibili”, commenta Eduardo Cuoco, capo della segreteria TP Organics: “Nel 2014, TP Organics ha pubblicato un’agenda strategica di ricerca e innovazione per l’agricoltura biologica. L’agenda mostra che il settore biologico ha molto da offrire per tutta dell’agricoltura, sia in termini di progettazione di sistemi di produzione più sostenibili, e per la progettazione di modelli di business resilienti. Lo studio presentato oggi rileva che l’UE e gli Stati membri investono pochissimo nella ricerca per sviluppare il settore più in crescita degli ultimi anni. Il programma di lavoro Orizzonte 2020 adottato la scorsa settimana conteneva significativamente più budget per l’agricoltura biologica di precedenti programmi di ricerca comunitari, ma è solo un primo passo. Una bella fetta di denaro pubblico dovrebbe essere finalmente destinata allo sviluppo del settore biologico. “

La COP21 e l’emergenza cambiamento climatico: la trasformazione dell’agricoltura è l’unica via

Capi di stato di tutto il mondo si riuniranno il

30 novembre a Parigi per lanciare la 21a Conferenza

delle Parti dell’UNFCCC ( United Nations Framework Convention on Climate Change ), che durerà fino al

13 dicembre. I negoziatori avranno due settimane a disposizione per

progettare un nuovo “strumento legale” internazionale

che sostituisca il protocollo di Kyoto in scadenza nel 2020,

e che – al contrario di esso – dovrebbe comprendere tutti

paesi, inclusi gli Stati Uniti e la Cina (visto che insieme gli

Stati Uniti e Cina rappresentano oltre il 40% delle emissioni mondiali).

720x300_COP 21 parigiQuesti negoziati sono sempre una sfida enorme e

possono sempre fallire, ma la maggior parte degli osservatori ritengono che un

accordo significativo sembri a portata di mano.

Anche se ci fosse un accordo, lo sforzo di riduzione dell’effetto serra

sforzo di riduzione dei gas che ciascuna delle parti si impegna a una

base volontaria presentate finora, non sarà sufficiente

per limitare il riscaldamento globale al limite di 2 ° C, o anche meno 1,5 ° C.

L’agricoltura è stata un piccolo ma piuttosto controverso

argomento finora nel processo UNFCCC; sarà

affrontata nell’ambito delle questioni “terra”.

Mentre molti paesi sono ansiosi di vedere il settore

incluso nel nuovo accordo con l’obiettivo di riduzione delle emissioni,

altri paesi (soprattutto quelli in via di sviluppo) si oppongono a qualsiasi riferimento alla terra,

in quanto temono che gli sforzi di riduzione delle emissioni incentrati sul

settore agricolo potrebbe compromettere la sicurezza alimentare e

aumentare la concorrenza. Indipendentemente dal risultato

su questo argomento, è fondamentale garantire che la protezione

e il ripristino degli ecosistemi naturali siano ritenuti fondamentali, insieme

con la tutela dei diritti umani, in particolare la

diritti dei popoli indigeni e delle comunità locali.

Nel sistema contabile ufficiale delle Nazioni Unite, l’agricoltura

rappresenta il settore con il 10% delle emissioni. Ma la sua quota in

gas a effetto serra a livello mondiale (GHG) è molto più

più alto secondo altre stime. Se le emissioni

legata alla produzione di fertilizzanti sintetici e l’

impatto indiretto del settore agricolo – come la deforestazione

legati ai mangimi o alla produzione dell’olio di palma – sono presi in

conto, la quota sale al 33% delle emissioni. L’agricoltura,

e il sistema alimentare industriale globalizzato, sono quindi

una grande parte del problema. È chiaro che questo sistema

deve essere trasformato se il mondo vuole scongiurare un

cambiamento climatico disastroso.

I vantaggi dell’agricoltura biologica per questo scopo sono

riconosciuti, perché fornisce terreni sani e più

sistemi agricoli resilienti. Per la riduzione di emissioni,

produzione vegetale biologica riduce le emissioni di gas serra del 20-

30% rispetto ai tradizionali secondo alcune

stime. Altrettanto fondamentale, l’impatto dell’agricoltura sulla

biodiversità, sul consumo di acqua, sul benessere degli animali, sulla salute, per assicurare infine

i diritti e mezzi di sussistenza dei contadini lavoratori.

A COP21, il governo francese lancerà un’iniziativa sostenuta da un programma di ricerca ambizioso,

“4/1000: Terreni per la sicurezza alimentare e clima”.

Il programma si basa sul presupposto che anche

un tasso di crescita annuo del 4/1000 lo stoccaggio di carbonio del suolo

sarebbe fondamentale per raggiungere l’obiettivo a lungo termine

di limitare l’aumento di temperatura di + 1,5 / 2 ° C. Questa

iniziativa ha numerosi meriti, perché la rigenerazione del suolo

e la fertilità sono al centro di qualsiasi logica agricola e di

sistema, come ogni agricoltore biologico sa.

Dato il peso di interessi nel settore industriale

il sistema alimentare e il loro peso politico, è significativa

la mobilitazione a tutti i livelli di tutti gli attori della filiera produttiva agricola.

La COP21può rappresentare un negoziato internazionale fondamentale per trasformare

il sistema agroalimentare, e l’agricoltura biologica potrebbe essere un

parte significativa della soluzione.

Legumi: la nuova frontiera dell’agricoltura sostenibile e a misura d’uomo

Riscoperta dei legumi, rotazioni, coltivazioni autoctone e revisione amichevole del greening della nuova Pac. Sono questi i punti essenziali, secondo Gaetano Pascale, presidente nazionale di Slow Food, su cui far nascere una nuova frontiera agricola e alimentare votata alla promozione della sostenibilità e della salute dei cittadini. Il passo in più? Chiedere al ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina di blindare gli ecotipi locali, tenendoli così al riparo da un possibile brevetto da parte dell’industria.

Pascale approfondisce l’argomento in una intervista rilasciata ad Agronotizie.

Secondo il presidente di Slow Food, i legumi possono essere un investimento da effettuare nel breve periodo, grazie al loro ciclo produttivo annuale. Attraverso opportuni interventi da parte dei singoli Stati membri a favore delle leguminose, questo alimento potrebbe diventare subito una nuova frontiera alimentare.”Perché è possibile coltivarli in qualsiasi contesto, anche nelle aree più complesse, come le aree di montagna, le colline, i terreni più poveri“, precisa Pascale.

legumi

 

 

 

 

 

 

 

 

L’introduzione dei legumi negli ordinamenti produttivi consente alle aziende di diventare padrone del proprio destino, staccandosi dalla necessità di rifornire le industrie, cosa che porta loro poco profitto.

A patto, però, che si punti sugli ecotipi locali: “Basta fare un piccolo investimento per confezionarli, qualche decina di migliaia di euro consente di far fare il salto di qualità anche ad una piccola impresa. L’operazione ha senso se l’impresa agricola punta su ecotipi locali, che hanno un’identità e un radicamento territoriale forte. Come Slow Food chiediamo modifiche alle misure di greening per accompagnare questo processo. Già oggi il greening chiede alle aziende più grandi di diversificare gli ordinamenti produttivi, noi chiediamo di fare un passo in più: diversifichiamo introducendo ecotipi locali. Se la scelta colturale è quella di avere grano, legumi e ortaggi, noi chiediamo che sia incentivata la coltivazione di grano, legumi e ortaggi che recuperano ecotipi locali”, spiega il presidente di Slow Food.

E in Italia esistono già esempi di aziende agricole che ricavano reddito da ecotipi locali di legumi su tutto il territorio nazionale, attraverso modelli sostenibili sul piano economico e ambientale perché tutti  basati su ordinamenti produttivi misti, incentrati sui legumi e sulle rotazioni.

Il Governo avrebbe già fatto qualcosa per favorire questo cambiamento, attraverso l’approvazione in via definitiva dal Parlamento della legge sulla biodiversità in agricoltura.  Ciò che manca, però, è fare in modo che i semi esistenti, e quindi anche quelli dei legumi, non corrano mai il rischio di essere brevettati e restino sempre nella disponibilità degli agricoltori, di pubblico dominio.

Un discorso da approfondire e portare avanti soprattutto in previsione del 2016, proclamato dalla FAO Anno internazionale dei legumi.

Fonti:

http://agronotizie.imagelinenetwork.com/vivaismo-e-sementi/2015/11/16/legumi-e-sud-quotper-una-nuova-agricoltura-a-misura-d-uomoquot/46288

http://www.leguminosa.it/?jjj=1447753531206