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MASAF-ISMEA, AL SANA LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE SUL BIOLOGICO

MASAF-ISMEA, AL SANA LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE SUL BIOLOGICO

#IOPARLOBIO verrà presentata nel corso della kermesse bolognese il 7 settembre

Il 7 settembre al Sana, Salone Internazionale del biologico e del naturale, verrà presentata #IOPARLOBIO la campagna istituzionale di comunicazione sull’agricoltura biologica, promossa dal Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste e realizzata da Ismea, alla presenza del Sottosegretario al Masaf Luigi D’Eramo.

La promozione del biologico, con l’Italia ai primi posti in Europa per numero di aziende ed estensione delle superfici, ma che sconta un consumo concentrato prevalentemente al Nord, è affidata ad una campagna multicanale e multi-soggetto rivolta al grande pubblico che prenderà il via nelle prossime settimane.

Il testimonial e gli influencer

Sarà incentrata su uno spot in onda sui principali canali radio e tv, con protagonista il noto cantautore, presentatore e comico Elio e su una webserie per i social network in cui Elio è affiancato dagli influencer Revee (@sayrevee), Carlotta Ferlito (@carlyferly) e Lulù Gargari (@lulugargari).

Le pillole di Sardella

Sempre per il web e social è anche pensata la serie di pillole video dal taglio più informativo condotte dall’autore e conduttore televisivo Luca Sardella. Per tutta la durata della manifestazione lo stand Masaf-Ismea, sarà animato da una serie di appuntamenti informativi che toccheranno temi di particolare interesse a attualità per il mondo del biologico.

PESTE SUINA, ALTO LIVELLO DI ATTENZIONE IN LOMBARDIA

PESTE SUINA, ALTO LIVELLO DI ATTENZIONE IN LOMBARDIA

La scoperta di alcuni focolai in allevamenti nel pavese mette a rischio l’export di insaccati di qualità. La Lombardia chiede il supporto del Ministero della Difesa e della Protezione civile

«Il livello di attenzione è altissimo e le strutture del servizio veterinario regionale sono al lavoro per monitorare costantemente la situazione».

I focolai nell’OltrePò

È quanto si legge in una nota di Regione Lombardia dopo che alcuni focolai di Peste Suina Africana (Psa) sono stati rinvenuti in alcuni allevamenti nella provincia di Pavia.

Nella zona entro 10 km dagli allevamenti, in cui sono state riscontrate positività alla Psa, sono vietate tutte le movimentazioni di suini, sia in ingresso che in uscita, e in tutto il resto del territorio pavese e lombardo, le stesse sono vincolate all’esito favorevole di visite cliniche e campionamenti di materiale biologico.

Obbligo di segnalare

«Serve parlare chiaro perché le regole sono altrettanto chiare – ha detto Alessandro Beduschi, assessore regionale all’Agricoltura – nessuna misura di contenimento può essere davvero efficace se, come si è verificato nel caso riscontrato lo scorso sabato a Zinasco, comportamenti irresponsabili e mancate comunicazioni alle autorità sanitarie impediscono un intervento tempestivo, rischiando di mettere in pericolo tutto il comparto suinicolo regionale».

L’intervento dell’esercito

Nel frattempo, sul caso l’Ats (azienda di tutela della salute) di Pavia ha avviato procedure di controllo e contenimento del virus ad ampio raggio, collaborando con le autorità giudiziarie per stabilire le responsabilità dell’evento e valutare eventuali azioni legali. La Regione Lombardia ha chiesto tutto il supporto tecnico e logistico da parte del Governo, interessando anche il Ministero della Difesa e la Protezione civile.

 

SANA 2023, UNA FORMULA RINNOVATA A SOSTEGNO DEL BIO

SANA 2023, UNA FORMULA RINNOVATA A SOSTEGNO DEL BIO

Al via a Bologna dal 7 al 10 settembre la 35° edizione della fiera di riferimento per il biologico italiano. Suolo e Salute è presente e vi aspetta presso i suoi spazi espositivi al padiglione 29

A Bologna va in scena la 35a edizione di SANA. Suolo e Salute non ha saltato un’edizione e sarà presente alla Fiera di Bologna anche dal 7 al 10 settembre 2023 con la consueta postazione del padiglione 29 stand D53.

Lo storico palcoscenico della sostenibilità

Un’edizione che, nelle intenzioni degli organizzatori, dovrà essere un’occasione di rilancio per il biologico, un segnale di ottimismo, un palcoscenico sempre più internazionale per disegnare un futuro di sostenibilità con riflessi positivi su tutta l’economia e l’intera società.

Ma se tre decadi fa la fiducia verso la missione dell’agricoltura sostenibile consentiva di riempire con relativa facilità gli spazi dell’esposizione felsinea, oggi l’orgoglio bio, tradito dal frastuono assordante del greenwashing, si deve rassegnare ad essere affiancato, nei sei padiglioni della kermesse, da altri compagni di viaggio.

I compagni di viaggio

Le tre macroaree di riferimento in cui si articolerà la rassegna organizzata da BolognaFiere saranno infatti:

Organic & Natural food (padiglioni 29 e 30, i cui spazi saranno aperti solo fino al 9 settembre), con una panoramica completa sull’agroalimentare bio e naturale, comprensiva di nuovi trend, innovazioni e ricerche a favore di un’alimentazione biologica, sana e giusta;

Care & Beauty dove saranno presenti le aziende produttrici e distributrici di cosmetici, prodotti per la cura del corpo naturale e bio, integratori ed erbe officinali;

Green Lifestyle con una proposta di prodotti di tendenza e soluzioni per la casa, l’abbigliamento e la vita sostenibile.

La svolta B2B

«Più di trent’anni fa, nel 1988 – afferma Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere – abbiamo avuto l’intuizione di affrontare per primi nel nostro settore i temi del biologico, del naturale, della sostenibilità: oggi quella scelta si dimostra un’avanguardia alla quale nessuno può sottrarsi, perché è su quei temi che si gioca il futuro del nostro pianeta».

«La svolta B2B dell’evento – continua il presidente – è una scelta coraggiosa e importante per sostenere il business e l’export delle imprese espositrici. Nell’edizione dell’anno della doppia alluvione abbiamo poi voluto dare un supporto alle aziende agricole della Romagna colpite, offrendo loro gratuitamente lo spazio espositivo, per aiutarle a ripartire».

L’impegno di Suolo e Salute

«Il biologico italiano – afferma Alessandro D’Elia, direttore generale di Suolo e Salute – rimane la punta di diamante dell’agroalimentare di qualità del nostro Paese. La Fiera SANA è tra i protagonisti che, nel tempo, hanno fortemente creduto in questo paradigma di sviluppo agricolo». «È quindi auspicabile una forte presenza di visitatori per un settore chiamato a realizzare la svolta della transizione ecologica voluta da Bruxelles».

«Il nostro organismo di controllo e certificazione – ribadisce D’Elia -, con la passione di sempre e i suoi oltre cinquant’anni di storia, certificando il 26% delle aziende bio italiane, continua a dare il suo fattivo contributo per aumentare la credibilità del settore che di fatto rappresenta la via maestra per mantenere la fiducia dei consumatori e ampliare ancora di più i margini di crescita».

I focus dell’edizione 2023

Tornano gli Stati generali del biologico con i due giorni (7 e 8 settembre) Rivoluzione Bio, giunta alla quinta edizione.

Un evento che vuole essere un luogo di confronto tra istituzioni, business leader ed esperti del settore per riflettere sullo sviluppo del biologico attraverso:

– la definizione delle azioni più efficaci per sostenere il ruolo e lo sviluppo del settore biologico, sempre più centrale nella transizione ecologica del nostro Paese e negli obiettivi di crescita definiti a livello Ue;

– la promozione del Piano di Azione Nazionale del Biologico, necessario a delineare la visione strategica del settore nei prossimi anni;

– l’individuazione degli strumenti necessari a sostenere la domanda di prodotti a marchio biologico, favorendo una maggiore consapevolezza tra i consumatori degli standard e dei benefici dell’agricoltura bio;

– la valutazione delle azioni a sostegno dell’export dei prodotti bio made in Italy e a contrasto dell’Italian sounding.

Si rinnova anche l’appuntamento con Sanatech, il Salone professionale dedicato alla filiera agroalimentare, zootecnica e del benessere biologico ed ecosostenibile che si occuperà di agricoltura biologica e di precisione, tracciabilità, economia circolare e tecnologie per la cosmesi naturale, aprendosi ai temi emergenti come biocontrollo e biopackaging.

Le novità

Verrà dato risalto alle novità di prodotto proposte dagli espositori attraverso l’area Sana Novità. L’avvio della collaborazione con la piattaforma di networking B2Match consentirà di valorizzare l’intera filiera, coinvolgendo in maniera virtuale numerosi visitatori  internazionali per tradurre in opportunità di business il loro interesse verso i prodotti esposti in fiera.

Inedito pure New on Sana, lo spazio per le start-up e le giovani imprese che puntano sull’innovazione e lo sviluppo sostenibile. L’iniziativa intende coinvolgere tali realtà, supportando i processi e i progetti a forte valenza innovativa nei segmenti agroalimentare, cosmetico, del confezionamento e di tutto ciò che è green.

Per rimanere aggiornati sulla manifestazione: www.sana.it

LA RESILIENZA DELLA VITICOLTURA BIO

LA RESILIENZA DELLA VITICOLTURA BIO

Sul mensile VVQ l’esperienza di Augusto Zuffa, storico produttore romagnolo certificato da Suolo e Salute, che quest’anno ha dovuto dribblare alluvione, peronospora, grandinate e aumento dei noli per il trasporto aereo

Prima l’alluvione, poi la peronospora, infine le estese pesanti grandinate. Per la viticoltura romagnola il 2023 sarà ricordato come un annus horribilis. Ma l’esperienza dei produttori e la resilienza del bio possono consentire di superare queste difficoltà. La conferma emerge in un ampio reportage pubblicato sul sito del mensile VVQ.

Perdite dal 30 all’80%

«Le perdite nei nostri vigneti – conferma Augusto Zuffa, titolare dell’omonima azienda vitivinicola di Imola (Bo) – vanno dal 30 all’80% in alcuni casi».

Cantine Zuffa è una delle realtà più rappresentative della viticoltura biologica italiana, capace di coniugare, fin dagli albori del bio, attenzione per l’ambiente e tutela della qualità organolettica dei vini.

Coniugare qualità e ambiente

In cantina applica le migliori tecnologie bio per proteggere al meglio la materia prima prodotta in campo e preservare in bottiglia le molecole aromatiche delle uve autoctone e internazionali che coltiva.

In vigneto applica i migliori accorgimenti per tutelare la biodiversità e la fertilità organica dei suoli, ma gli eventi estremi di questo 2023 non hanno assicurato la necessaria tempestività per effettuare i trattamenti, soprattutto nei vigneti di collina, il cui accesso era impedito da frane e smottamenti.

Certificata da sempre da Suolo e Salute, la cantina guidata da Augusto Zuffa è anche campione di export, visto che tutti i vini sono certificati biologici per Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone. «Siamo anche tra i primi al mondo ad aver ottenuto certificazione biologica per la Cina nel 2010».

Export, costi boom

Una vocazione internazionale oggi stressata anche dall’aumento dei noli. «Il costo applicato dagli spedizionieri – spiega Zuffa – per inviare le bottiglie negli Usa è quadruplicato durante il periodo del  lockdown passando da 3,77 euro a bottiglia a oltre 16». «Oggi ci siamo stabilizzati attorno a 12,2 euro a bottiglia, un costo che pesa notevolmente sui nostri consumatori oltreoceano».

L’alternativa sarebbe rappresentata dai pallet da almeno 750 bottiglie per il traporto via nave. Un’opzione scartata a priori da Zuffa proprio in virtù dell’impegno nella salvaguardia della qualità «Investiamo tutto sull’espressione della ricchezza aromatica delle nostre uve, e poi rischieremmo di vederla svanire durante il trasporto».

Un’altra eredità di questo periodo difficile che mette a dura prova la resilienza delle nostre imprese bio.

PERONOSPORA, LA CORRETTA DIFESA DEL VIGNETO BIO

PERONOSPORA, LA CORRETTA DIFESA DEL VIGNETO BIO

In Trentino le applicazioni di rame a basso dosaggio messe a punto dalla Fondazione Mach hanno consentito di limitare i danni anche in un’annata difficile come quella in corso. I riscontri sperimentali nel corso della giornata del bio organizzata dal Centro Trasferimento Tecnologico assieme al Centro di Sperimentazione Laimburg

Difendere il vigneto bio dalla peronospora si può.  Anche in un’annata ad alta pressione infettiva come quella che sta volgendo a termine le contromisure messe a punto dai tecnici della Fondazione Mach hanno infatti consentito di limitare al minimo i danni sugli impianti trentini gestiti con questo metodo di produzione. Sono 1371 gli ettari di vite coltivati con metodo biologico in Trentino, il 13,3% della superficie complessiva viticola.

L’incontro trentino

Difesa, gestione dei vigneti coltivati con metodo biologico in Trentino e sperimentazioni in corso sono stati al centro dell’incontro che si è tenuto lo scorso 3 agosto a San Michele all’Adige (Tn) presso la sede della Fondazione Mach. Organizzato dall’Unità Agricoltura Biologica del Centro Trasferimento Tecnologico, l’evento si è valso della consueta collaborazione con il Centro di sperimentazione Laimburg di Ora (BZ) che nel pomeriggio ha focalizzato l’attenzione del mondo produttivo sulle prove sperimentali in frutticoltura biologica.

Quest’anno a preoccupare i viticoltori è stata soprattutto la peronospora, ma rimane alta l’attenzione anche sui giallumi, in particolare sulla flavescenza dorata. Senza contare che le grandinate di luglio hanno provocato danni alla produzione in molte zone della provincia.

Infezioni e difesa fitosanitaria

A fare il punto sull’annata 2023 sono stati Maurizio Bottura, dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico e Daniele Prodorutti, responsabile dell’Unità di agricoltura biologica. Le infezioni di peronospora sono state particolarmente intense tra la fine di maggio e la prima metà di giugno. La difesa fitosanitaria contro questo patogeno, basata sull’uso di prodotti rameici a basso dosaggio, ha permesso però di proteggere i grappoli dei vigneti biologici. Secondo l’analisi di Marco Chiusole i danni alla produzione sono generalmente lievi e limitati agli appezzamenti posti nelle zone più soggette agli attacchi di Plasmopara viticola. La difesa dall’oidio, altro patogeno importante per la vite, è stata impostata sull’uso di prodotti a base di zolfo che hanno permesso di ridurre la presenza di questo fungo in maniera molto significativa rispetto ai testimoni non trattati. Infatti, sui grappoli non trattati la diffusione di oidio si è manifestata precocemente e risultava già elevata a fine giugno.

Il mese di luglio ha visto il verificarsi di eventi meteorologici intensi, spesso a carattere grandinigeno, che hanno provocato danni alla produzione in molte zone della provincia.

Sempre alta anche l’attenzione verso il contenimento dei giallumi, in particolare di flavescenza dorata e del suo vettore Scaphoideus titanus.

Le sperimentazioni

Roberto Zanzotti ha illustrato i risultati delle attività sperimentali per controllare peronospora, oidio, gestione della chioma e flavescenza. Nel corso della stagione 2023, nei vigneti della Fondazione Mach, sono state infatti messe a confronto strategie di difesa da peronospora con rame a bassi dosaggi, da solo e in miscela con altre sostanze quali l’olio essenziale di arancio dolce e l’estratto di salice. L’esperienza è stata estesa con la valutazione dell’efficacia del chitosano e di un nuovo formulato rameico. Il contenimento di peronospora è stato soddisfacente in tutte le tesi in cui si è impiegato il rame, l’aggiunta di altre sostanze non ha contribuito a migliorare l’efficacia dello stesso in modo significativo. Il chitosano, impiegato da solo, non ha garantito una sufficiente protezione di foglie e grappoli.

Per la difesa dall’oidio, sono state impostate strategie a base di zolfo liquido in confronto al bicarbonato di potassio in miscela con una bassa dose di zolfo e al siero di latte, nell’ottica di diminuire l’apporto di zolfo in vigneto. I prodotti testati hanno permesso una riduzione delle infezioni in confronto al testimone non trattato.

La gestione della chioma

Gli approcci di gestione della chioma su Cabernet franc e varietà resistenti svolte in collaborazione con l’Università di Trento sono state illustrate da Michele Faralli.

Una sperimentazione di quattro anni in diversi vigneti e varietà ha avuto l’obiettivo di ottimizzare le operazioni di gestione a verde per migliorare i parametri qualitativi dei mosti e dei vini e valutare la funzionalità fogliare in relazione a potenziali stress ambientali. I risultati forniscono utili evidenze applicative per il viticoltore: la potatura verde si conferma un prezioso strumento per indirizzare la maturazione verso obiettivi enologico-qualitativi desiderati in un contesto di cambiamento climatico.

Flavescenza, i vettori e le piante ospiti sono ben più di quelli noti

Mauro Jermini, del Centro Ricerca Agroscope di Cadenazzo-Svizzera ha esposto i risultati degli studi svolti in Ticino volti allo sviluppo di una strategia di gestione della flavescenza dorata. In particolare, è stato valutato l’impatto del fitoplasma sullo sviluppo dei tessuti vegetali nei tralci e nel tronco e il ruolo del paesaggio (piante arboree e diverse specie di cicaline sono risultate positive a flavescenza dorata) nella diffusione della malattia. La strategia di gestione nel vigneto, alla quale si deve associare una gestione degli elementi chiave del paesaggio circostante, sono elementi importanti per ridurre i rischi epidemici.

LA STRADA GREEN DEL PARMIGIANO REGGIANO

LA STRADA GREEN DEL PARMIGIANO REGGIANO

Alla fiera di Bologna andrà in scena l’evento dedicato alle pratiche di sostenibilità che il Consorzio del Parmigiano Reggiano sta sviluppando per rendere sempre più green una delle più importanti filiere di eccellenza dell’export agroalimentare made in Italy

Al Sanatech, la rassegna dell’innovazione che si terrà in occasione del SANA di Bologna, il Consorzio del Parmigiano Reggiano passerà in rassegna alcune delle principali pratiche di sostenibilità che i suoi associati e il Consorzio stesso stanno sviluppando. La strada green di una delle più importanti filiere di eccellenza dell’export agroalimentare made in Italy, sarà illustrata l’8 settembre alle ore 15 nel workshop dal titolo «Sostenibilità della filiera del Parmigiano Reggiano» in programma presso l’Arena Sanatech Lab.

L’impegno del Consorzio

«Il Consorzio Parmigiano Reggiano – spiega il presidente Nicola Bertinelli – ha deliberato un progetto pluriennale che punta a raggiungere 15 milioni di euro nel triennio 2021-2023 per permettere agli allevatori di raggiungere il maggior livello possibile di benessere animale».  «Si tratta – continua Bertinelli – di un impegno concreto affinché tutta la filiera produttiva possa essere sostenibile».

Il riconoscimento economico

«La difficoltà principale – spiega Michele Arbizzani sales manager del caseificio Bio Sant’Anna, biologico dal 1997, certificato da Suolo e Salute, – è far sì che questi sforzi siano ripagati da un adeguato riconoscimento economico, soprattutto sul mercato italianoۛ». «Per riuscirci abbiamo sviluppato un disciplinare che si chiama “OltreBIO” che mette in primo piano il benessere animale e l’economia circolare attraverso la produzione di energia pulita attraverso il riutilizzo di scarti e liquami».