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Assitol presenta il monitoraggio 2013 su oli d’oliva e di sansa

E’ stato presentato martedì scroso 24 giugno a Roma dall’Assitol, l’Associazione Italiana dell’Industria Olearia, il lavoro di monitoraggio degli oli di oliva e di sansa effettuato nel corso del 2013. Secondo quanto si apprende da un comunicato della stessa associazione,  “l’indagine, realizzata con il sostegno dell’Unione Europea e dell’Italia delinea l’andamento del mercato sulla base di un campione di aziende aderenti all’associazione”. Al termine della presentazione dei dati si è svolto un incontro dal titolo “Olio d’oliva: la filiera, i numeri, il mercato”, nel corso del quale gli interlocutori si sono confrontati sull’andamento del settore e sulle potenzialità di un comparto che oggi incide sulla bilancia dei pagamenti per oltre un miliardo di euro. Secondo Assitol il vero rischio oggi è quello di “perdere competitività rispetto alla Spagna ed ai paesi emergenti, aperti all’innovazione e sempre più aggressivi in ambito internazionale”.
Fonte: Assitol, Agrapress

Alla camera audizione sulla riforma della normativa sul bio

Si è tenuta lunedì scorso 24 giugno l’audizione informale dei rappresentanti dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA) presso la XIII Commissione permanente (Agricoltura) della Camera dei deputati nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 302 Fiorio, recante la riforma della normativa nazionale sull’agricoltura biologica, della proposta di regolamento dell’Unione europea relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e della Comunicazione della Commissione europea – Piano d’azione per il futuro della produzione biologica nell’Unione europea, recante disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico. La relazione dell’INEA ha sottolineato la necessità di garantire, a livello comunitario, nazionale e regionale, la coerenza interna ed esterna di tutte le politiche rispetto ai numerosi fabbisogni del settore biologico italiano. Ha inoltre evidenziato che la riforma del Reg. CE 834/2007 sarà uno dei principali dossier agricoli del semestre italiano, e che è pertanto opportuno che l’Italia pervenga in tempi rapidi a una posizione condivisa a livello nazionale che la metta nelle condizioni di orientare – e possibilmente chiudere – la riforma sotto la propria Presidenza. Nel merito della riforma, l’INEA ha espresso un giudizio globalmente positivo pur evidenziando la necessità di ricercare un equilibrio tra l’approccio rivolto al rafforzamento dei princìpi e un approccio volto all’ampliamento del mercato. Le principali questioni riguardano l’eliminazione delle deroghe, necessarie nella fase iniziale di sviluppo del settore, ma che può costituire una barriera tecnica e un costo finanziario laddove il comparto dei mezzi tecnici bio è poco o nulla sviluppato e pertanto dovrebbe essere graduale e accompagnata da azioni per favorire lo sviluppo dei mezzi tecnici; la conversione completa delle aziende, che può comportare una contrazione della produzione delle aziende miste e scoraggiare la conversione di nuove aziende; il limite di 5 ha troppo basso e quindi poco incisivo per la certificazione di gruppo per le piccole aziende; la problematicità dell’aumento della quota di provenienza regionale dei mangimi, soprattutto nel nostro Paese per la carenza di proteine vegetali biologiche di produzione nazionale. In tutti questi casi è opportuno che la riforma sia accompagnata con opportuni interventi attraverso il Piano nazionale e la politica di sviluppo rurale. Infine è stato evidenziato come l’eccessivo ricorso agli atti delegati da parte della Commissione renda opaco il quadro normativo e dia incertezza agli operatori. L’INEA ha valutato positivamente la proposta di Testo Unico (TU) in discussione in Commissione ma ha sottolineato la necessità di un’azione legislativa coordinata con gli orientamenti per il futuro Piano di azione nazionale. L’INEA è stata rappresentata dal Commissario Straordinario, prof. Giovanni Cannata, e da Carla Abitabile e Annalisa Zezza.
Fonte: INEA

Langhe Roero e Monferrato: il paesaggio vitivinicolo patrimonio Unesco

Il paesaggio vitivinicolo delle langhe Roero e Monferrato è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità. A deciderlo il 38° comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco riunito nei giorni scorsi in Qatar. Enorme soddisfazione quella espressa dal Ministro delle Politiche Agricole Martina, secondo il quale “l’iscrizione del paesaggio vitivinicolo delle Langhe, Roero e Monferrato nella lista dell’Unesco è un riconoscimento fondamentale per affermare il valore culturale della nostra agricoltura”. “E’ la prima volta, infatti – prosegue il ministro- che l’Unesco riconosce un paesaggio vitivinicolo italiano quale bene unico al mondo, patrimonio dell’umanità per la sua eccezionalità rurale e culturale”. “Un risultato prezioso per il nostro Made in Italy perché rafforza il posizionamento a livello di mondiale di alcune delle produzioni vitivinicole più pregiate e apprezzate del nostro Paese.”. Per il Mipaaf si tratta del coronamento di un lavoro, coordinato dal professor Pier Luigi Petrillo del Mipaf, che rappresenta il “frutto di un lavoro congiunto e ben coordinato tra il ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la regione Piemonte e l’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato”. Con l’iscrizione del paesaggio vitivinicolo delle Langhe-Roero e Monferrato nella lista dell’Unesco, i siti italiani salgono a 50 confermando così il record mondiale per numero di siti riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità'”.
Fonte: Mipaaf, Agrapress

La Commissione UE al lavoro sul commercio bio con i Paesi Terzi

La Commissione europea ha ricevuto mandato dai ministri dell’agricoltura dell’UE per avviare coi Paesi Terzi i negoziati relativamente al commercio dei prodotti biologici. L’intento, come dichiarato dal Commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos, è quello di “rivedere gli accordi internazionali dell’Unione, passando da disposizioni amministrative ad accordi reali, con una vera reciprocità tra Paesi, anche per consentire ai produttori comunitari di esportare in modo trasparente e con garanzie giuridiche”. Il Commissario ha aggiunto che l’intenzione è quella di applicare alle regole UE per l’importazione di prodotti biologici la stretta conformità alle regole dell’Unione, in modo tale da ridurre il margine di manovra e discrezionalità degli Organismi di Controllo nei Paesi Terzi. Proprio in sede di revisione dell’attuale quadro giuridico del biologico infatti erano emerse carenze nel sistema di riconoscimento dei Paesi terzi ai fini della reciprocità adottato attualmente. Il Consiglio dei Ministri UE ha auspicato che possano essere migliorati gli attuali meccanismi per agevolare il commercio internazionale di prodotti biologici, perseguendo reciprocità e trasparenza in tutti gli accordi commerciali.
Fonte: ANSA

Emirati Arabi: il mercato del bio tocca quota 16,3 milioni di dollari

Cresce la domanda di prodotti bio negli Emirati Arabi: secondo quanto riportano i dati della società di indagini di mercato Euromonitor, negli EAU il mercato dei cibi bio confezionati ha toccato, nel corso del 2013, la cifra record di 16,3 milioni di dollari, con la prospettiva di un incremento ulteriore del 30% entro il 2018, fino a toccare e superar eil tetto dei 21 milioni di dollari. In particolare, il 43% delle vendite riguarda i cibi biologici per bambini, il 35% le salse e i condimenti, il 15% il bio confezionato e il 7% per i prodotti lattiero caseari e le bevande. Mancano tuttavia dati sulle vendite dei prodotti freschi. Sempre secondo Euromonitor, la maggior parte degli acquisti è effettuata da stranieri residenti negli Emirati, anche se sono in aumento gli acquisti anche da parte dei locali, ed in particolare nel caso di giovani ad alto reddito e livbello di istruzione, abituati a viaggiare.

Fonte: ICE Dubai, Sinab

Cresce il bio in Danimarca

Secondo quanto riporta Organic Denmark, le vendite di prodotti bio in Danimarca sono aumentate costantemente negli ultimi dieci anni, con un valore del mercato che, nel corso del 2013, ha ragigunto i 5,8 miliardi di corone danesi (circa 780 milioni di euro), con un aumento del 6% rispetto al 2012. In particolare sono frutta, verdura e prodotti lattiero-caseari ad aver fatto registrare gli incrementi più significativi: in Danimarca, circa un terzo del latte venduto è biologico e, secondo quanto riporta Naturmaelk, una delle maggiori latterie del paese, nel primo trimestre del 2014 la crescita rispetto al primo trimestre del 2013 è stata di oltre il 10%. Bene anche il bio nelle mense e nei ristoranti: le vendite di prodotti biologici per le cucine private e le mense scolastiche sono cresciute del 9,4% nel solo 2013. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Organic Denmark all’indirizzo http://www.organicdenmark.dk/uk/home.aspx

Fonte. Sinab