Suolo e Salute

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Agricoltura: cresce il numero di occupati stranieri

Nel corso del 2012 il numero di lavoratori stranieri occupati in agricoltura è cresciuto del 26,2%, in particolare per la maggiore presenza di lavoratori comunitari (+21,1%). A rivelarlo il Terzo Rapporto Annuale “Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia”, presentato lunedì 15 luglio al Cnel (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro).
Il rapporto fornisce un’analisi accurata dell’impatto dell’immigrazione sul mercato del lavoro italiano, come si legge in una nota diffusa dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Mministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha curato il rapporto.
La maggior parte dei lavoratori è di origina indiana (28,8%), seguita da quella tunisina (13,4%). Il rapporto può essere consultato integralmente sul sito del cnel http://www.cnel.it/

Slow Food plaude alla decisione del governo

Soddisfazione da parte di Slow Food per la firma del decreto interministeriale, come si legge in una nota a firma del Presidente Roberto Burdese. “Slow Food accoglie con soddisfazione la notizia del decreto firmato oggi dai ministri De Girolamo, Lorenzin e Orlando con il quale si vieta la coltivazione del mais mon810 in Italia”. Si trattadi un atto estremamente importante che va nella direzione di ciò che chiede la larga maggioranza dei cittadini italiani e che noi consideriamo necessario per tutelare l’agroalimentare del nostro paese. La firma dei tre ministri – prosegue il comunicato – oggi colma un vuoto legislativo, venutosi a creare negli ultimi mesi, che ci stava facendo precipitare nel caos”. . Un vuoto aggravato dalla recente sentenza della Corte Europea che ha generato provocatorie quanto pericolose semine. Il decreto non è però uno stop definitivo alla coltivazione di OGM in Italia (…) si tratta solo di un primo passo. Il prossimo sarà la discussione sulle misure di coesistenza tra colture transgeniche, convenzionali e biologiche. Noi riteniamo impossibile realizzare la coesistenza sul territorio italiano (e continuiamo a pensare che gli OGM non servano alla nostra agricoltura), tuttavia ci rendiamo conto che l’argomento ora è da affrontare, proprio per tutelare il nostro patrimonio, la solidità di questo settore economico e la nostra futura sovranità alimentare”.
Fonte: Slow Food, Agrapress

Decreto anti OGM, il commento di Orlando (Ambiente)

“Il decreto interministeriale sul divieto di coltivazione del mais geneticamente modificato firmato oggi [il 12 luglio u.s., NdR] insieme ai ministri De Girolamo e Lorenzin è un provvedimento importante perchè offre una prima copertura giuridica a difesa della nostra agrobiodiversità”.
A dichiararlo il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, commentando la firma del decreto che vieta l’utilizzo del mais OGM Mon810.
“La decisione presa oggi in consiglio dei ministri – prosegue il Ministro Orlando – rappresenta però solo la prima parte di un percorso nel quale il sistema Italia nel suo complesso deve offrire una convinta prova di unità e compattezza. Le regioni devono innanzitutto dare il loro immediato contributo per la costruzione di un quadro di misure idonee a garantire la salvaguardia delle nostre coltivazioni tradizionali e biologiche. A livello comunitario, parallelamente, c’è bisogno che il nostro paese si renda protagonista in Europa di una seria discussione sul tema dell’autonomia dei singoli stati sull’ammissibilità’ degli OGM. Tutelare le nostre specificità non è una battaglia di retroguardia, tutt’altro. La biodiversità’ e’ la grande infrastruttura economica del nostro paese ed e’ anche lavorando su questo terreno che l’Italia potrà uscire dalla difficile situazione in cui si trova”.
Fonte: Agrapress

Il commento di FederBio riguardo la firma del decreto anti OGM

“Prendiamo atto con soddisfazione di questa prima e parziale mossa del Governo per vietare le coltivazioni OGM in Italia e dell’annuncio di una strategia più complessiva che, tuttavia, ci piacerebbe fosse anche frutto della concertazione con le rappresentanze dei settori direttamente interessati, come nel caso del biologico. Rimane il fatto che l’efficacia del Decreto è strettamente connessa con l’individuazione di tutti i siti dove sono stati seminati gli OGM e che, secondo i siti del Movimento Libertario e altre associazioni pro OGM, ammontano a migliaia di ettari di superficie.”
Con queste parole si è espressa FederBio in un comunicato riguardo l’iter del decreto anti OGM in discussione in questi giorni.
“ FederBio – prosegue la nota – già da due settimane ha chiesto formalmente al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e alle Regioni di procedere con le indagini e le azioni necessarie a individuare questi siti senza che a oggi sia giunta alcuna risposta in merito. Ci auguriamo quindi che anche di questo si parli del Decreto firmato oggi”.
Fonte: FederBio

OGM: firmato il Decreto Interministeriale che vieta il Mais Mon810

Il Ministro della Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, insieme alla collega della Salute Beatrice Lorenzin e dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare Andrea Orlando hanno firmato il decreto interministeriale che “ vieta in modo esclusivo la coltivazione di mais geneticamente modificato appartenente alla varieta’ mon810 sul territorio italiano”. A renderlo noto un comunicato diffuso dal Mipaaf nei giorni scorsi. Soddisfazione da parte del Ministro De Girolamo, che si è soffermata sull’iter del decreto: “con i ministri Lorenzin e Orlando – ha dichiarato il Ministro- avevamo preso un impegno preciso sugli OGM, considerate anche le posizioni unitarie del parlamento e delle regioni. Con il decreto che abbiamo firmato oggi vietiamo la sola coltivazione del mais mon810 in Italia, colmando un vuoto normativo dovuto alle recenti sentenze della corte di giustizia europea”.
Si tratta, secondo le parole di De Girolamo, di “un provvedimento che tutela la nostra specificità’, che salvaguardia l’Italia dall’omologazione. la nostra agricoltura si basa sulla biodiversità’, sulla qualità’ e su queste dobbiamo continuare a puntare, senza avventure che anche dal punto di vista economico non ci vedrebbero competitivi”.
Il Ministro ha voluto porre l’enfasi in particolare sul fatto che quello firmato insieme ai colleghi di Salute ee Ambiente è un primo passo nella direzione di una regolamentazione più chiara in tema di OGM: “il decreto di oggi è solo il primo elemento, quello più’ urgente, di una serie di ulteriori iniziative, con le quali definiremo un nuovo assetto nella materia della coltivazione di OGM nel nostro paese. Il divieto e’ cosi’ in vigore fino all’adozione delle misure previste dal regolamento comunitario 178/2002 e comunque per un periodo di massimo diciotto mesi. Il provvedimento sarà’ immediatamente notificato alla commissione europea e agli altri 27 stati membri dell’unione europea”.
Il comunicato Mipaaf prosegue soffermandosi sulle motivazioni che hanno portato al decreto: “il divieto di coltivazione del mais mon810 e’ motivato dalla preoccupazione sollevata da uno studio del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, consolidata da un recentissimo approfondimento tecnico scientifico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che ne evidenzia l’impatto negativo sulla biodiversità’, non escludendo rischi su organismi acquatici, peraltro già’ evidenziati da un parere dell’Autorità’ Europea per la Sicurezza Alimentare [l’EFSA, NdR] reso nel dicembre 2011. Il Decreto giunge a conclusione della procedura di emergenza attivata dal nostro governo nell’aprile 2013, ed è giuridicamente sostenuto anche dal precedente provvedimento di divieto di coltivazione di organismi geneticamente modificati, fondato su analoghe motivazioni, adottato il 16 marzo 2012 dal governo francese e tuttora in vigore. Le sentenze della corte di giustizia dell’unione europea, cui l’Italia si conforma – conclude il comunicato – ribadiscono la legittimità’ di misure di coesistenza che salvaguardino le colture tradizionali e biologiche, e che dovranno essere adottate dalle regioni conformemente alla sentenza n. 116 del 2006 della corte costituzionale, nel quadro di una organica e condivisa disciplina statale che definirà’ principi comuni al fine di garantire il rispetto della libera concorrenza e della libertà’ di iniziativa economica, a parità’ di condizioni sull’intero territorio nazionale”.
Fonte: Agrapress

Agence bio: Il bio francese cresce ancora

Sono stati pubblicati da Agence Bio i dati relativi al biologico francese riferiti al 2012. Le aziende agricole bio salgono oltralpe a 24.425, con un aumento del 5,6% nel corso dell’anno, rappresentando ad oggi il 4,7% di tutte le aziende agricole francesi. Crescita analoga della SAU coltivata a bio, passata a 1.032.941 ha (+5,9%), pari al 3,7% della superficie agricola francese complessiva. Aumentano analogamente gli operatori del biologico, pari a 36.766 (+4% rispetto al 20111), distribuiti principalmente in preparatori e distributori.

Dati che evidenziano una crescita netta del biologico francese, in linea con l’aumento costante della domanda: in sei anni, dal 2007 al 2012, il mercato del bio francese è sostanzialmente raddoppiato, passando dai 2,1 miliardi del 2007 ai 4 dell’anno scorso. Attualmente il biologico francese rappresenta il 2,4% del mercato alimentare francese, rispetto all.1,3% del 2006.

Ulteriori informazioni di dettaglio possono essere consultate sul sito di Agence Bio (disponibile in multilingua).

Fonte: Sinab, Agence Bio